mercoledì 8 maggio 2019

PECCATO ORIGINALE: SIGNIFICATO E IMPORTANZA DI UN MITO

Si sente spesso obbiettare che la bibbia, il vangelo, e tutti i libri fondativi delle diverse religioni sono soltanto una raccolta di leggende sacre, fiabe devozionali, miti ancestrali. A scopo di chiarezza si potrebbe evitare l’ammucchiata e limitarsi in questo vocabolario generico soltanto al mito per affermare che ad esempio la bibbia usa spesso dei miti e parecchi allo scopo di rendere comprensibile il messaggio desiderato ai destinatari di un tempo quasi preistorico. Il linguaggio per immagini è più comprensibile di quello teorico e filosofico. Per evitare discorsi nebulosi vale la pena scegliere fra gli innumerevoli dell’antichità greco romana come chiave di lettura il mito di Narciso, spiegarlo per poi introdurre e rendere comprensibile il mito del peccato originale. Narciso era un bellissimo giovanotto che specchiandosi in un laghetto di limpide acque si innamorò perdutamente della sua immagine e volendola abbracciare perse l’equilibrio, cadde nell’acqua e si annegò. Spiegazione psicologica o del vissuto: disturbo della personalità che indica come l’amore esagerato verso se stessi o verso la propria immagine devia e blocca il nostro mondo interiore. Un fatto quello di Narciso mai successo ma che vive sempre dentro di noi. Questa è la logica contenuta in ogni mito, che ovviamente ha bisogno di essere spiegato e trasferito dalla descrizione esteriore all’esperienza umana interiore. Il mito di Narciso, scelto a caso fra la letteratura antica, può risultare anche adatto a spiegare ad esempio il mito del peccato originale. Cioè l’uomo Adamo creato in sei giorni direttamente da Dio, la donna Eva creata dalla costola di Adamo, la disubbidienza nel mangiare il frutto da Dio proibito, il castigo inflitto da parte dello stesso Dio su di loro e su tutti i discendenti. Questo fatto descritto nel Genesi, primo libro della bibbia, storicamente non è mai esistito, però è realtà vissuta che ci portiamo dentro di noi. La spiegazione del mito è molto più comprensibile e accettabile che non la sua descrizione. Ma di qui la paura della chiesa la quale da sempre ha negato il poligenismo, cioè che l’umanità provenga da diversi ceppi anziché da una sola coppia. Ma questa paura oggi non sembra tenere più. Soprattutto per l’intuizione del filosofo antropologo Theilard de Chardin che sostiene l’evoluzionismo, mentre la chiesa per fedeltà alla coppia adamo-eva da sempre parlava di creazionismo. Grandi pensatori come Ricoeur affermava: non si dirà mai abbastanza come quanto male abbia fatto alla cristianità l’interpretazione letterale del mito di Adamo e quindi la trasmissione quasi biologica di una colpevolezza giuridica per l’errore di una altro uomo vissuto nella notte dei tempi. Teologo Panikar: la morte è un fatto biologico, non è una vendetta di Dio contro il supposto peccato originale. Teologo gesuita Castillo: il peccato originale è un mito che simboleggia la fragilità e la incompiutezza del genere umano. Thomas Merton: il dogma del peccato originale significa l’egoismo umano, quella forma centripeta che porta gli uomini a riferire tutto al proprio ego, a entrare in conflitto gli uni con gli altri e causare una serie di disgrazie, delle quali a torto si attribuisce la colpa a Dio, o a un essere superiore, al suo silenzio, alla sua assenza. Per F. Dostoevskij il peccato originale si identifica con la nostra concupiscenza, cioè quella forma di desiderio rapace e sfrenato che corrompe un po’ tutti gli ambiti della nostra vita.  Ma vale la pena ritornare a Theilard de Chardin e a quanto scrive il 15 aprile 1922: ”più conosciamo il passato e meno posto troviamo per Adamo e il paradiso terrestre. Adamo- Eva sono le immagini dell’umanità in cammino verso Dio”. Affermazione che ha spinto i detrattori di questo gesuita ad accusarlo di aver negato il peccato originale, il cristianesimo minando le basi dell’intera storia della salvezza. Nella concezione di questo prete scienziato la creazione non è qualcosa nata perfetta dalle mani di Dio e che l’uomo guasta con la sua disubbidienza, ma un’opera ancora incompiuta, in costruzione, secondo anche quanto sostenevano alcuni padri della chiesa primitiva orientale. Cioè si parla di continua creazione, significa che non siamo ancora pienamente creati, ma creature, participio futuro di derivazione latina che indica il nostro essere in divenire. Il racconto mitico della caduta dei progenitori oltre che la dichiarazione della nostra fragilità attesta il nostro costante bisogno di relazione con Dio, la nostra tendenza all’errore e al cedimento, una condizione nella quale l’uomo si trova da sempre, cioè da quando lentamente con l’evoluzione è sorta in lui la coscienza.  E questo è vero per gli uomini di ogni epoca.  I quali hanno una grande difficoltà di discernimento che li porta a scegliere il male come bene apparente. Anche perché il mondo in cui viviamo è   straordinariamente complesso, e per giunta in via di sempre maggiore globalizzazione planetaria. L’esistenza diventa difficile, faticosa e ambigua. Si riflette troppo poco che persino Gesù venne tentato. Egli poi riflettendo, lasciandosi illuminare e guidare dallo spirito di Dio, riuscì a distinguere chiaramente il bene dal male. Cosa che noi invece dobbiamo imparare a fare. Detto questo non bisogna dimenticare quante vittime ha prodotto nella chiesa fino a qualche anno fa l’interpretazione del peccato originale come mito anziché come accadimento storico, ritenuto tabù intoccabile, quale ci viene descritto nel primo capitolo del genesi, in un linguaggio, giova ripeterlo, figurato e accessibile alla limitata cultura del tempo. L’ultimo a intervenire drasticamente e autoritario fu Papa Wojtyla che si fece premura di tacitare, deporre dalle cattedre di insegnamento, accantonare fior fiore di teologi e studiosi laici in materia e che oggi con la ventata di ricerca scientifica auspicata da Papa Bergoglio possono ritornare proponendo una cultura adeguata al nostro tempo. Il che sta anche a dimostrare che l’istituzione chiesa non dovrebbe identificare il suo magistero con una affrettata tuttologia divina, ma essere anche discepola e in ascolto alle nuove interpretazioni del libro sacro senza qualificarle tout court di eresie, senza dare la caccia alle streghe e fare di ogni coscienzioso teologo un presunto inesistente eretico.

Autore:
Albino Michelin
25.04.2019

martedì 7 maggio 2019

OFFERTE RACCOLTE DURANTE LA MESSA: PRECEDENZA ALLA RAZZA BIANCA

Nella chiesa di Mira in provincia di Venezia il parroco Gino Ciccuto la domenica 3 marzo 2019 trova nel cestino delle offerte della messa una busta contenente un obolo con la scritta: “prima i pensionati e gli anziani italiani da sempre, e immigrati stranieri per ultimi”. Qui subito potrebbe nascere una difficoltà: se un indigente ha padre italiano e madre straniera rientra? Se ha nonni italiani da decenni residenti all’estero usufruirà o dovrà esibire dal comune di residenza la carta d’identità, lo stato di famiglia per evitare di risultare disprezzabile meticcio? Il sacerdote ovviamente non ci sta e risponde che queste parole non hanno nulla a che fare con la fede e la vita cristiana e che l’elemosina va destinata prima di tutto ai più poveri senza guardare al colore della pelle e alla provenienza. Il criterio discriminante non è l’italiani ”prima i nostri” ma “la persona”. E bene fece il nostro don a riportare indietro la busta al razzista offerente affinché se la gestisse lui senza strumentalizzare il luogo sacro.  Eh sì, siamo all’elemosina sovranista, suprematista secondo un ultimissimo gergo, del più becero populismo. In questo articolo intendo riferirmi soltanto agli italiani orgoglio cattolico, non agli agnostici, indifferenti, atei. E non perché questi valgano di meno, ma perché non hanno nel loro vangelo il consiglio di Gesù: ”ero straniero e mi avete accolto”. E sottintendiamo pure accoglienza sostenibile. Tutto questo però ha un nome, un’origine, una persona chiara e precisa che bello sarebbe tacerla per non immortalarla fuori tempo: Matteo Salvini. Conosciamo già le sue espressioni che partono da lontano: gli stranieri? Sparare sulla carrette del mare, se annegano vuole dire uno, cento di meno, finita la pacchia, vengono qui a farsi le crociere, feccia della società, estirparli con la ruspa e un’infinità di disumane turpitudini  ipocritamente santificate e benedette con l’agitare nella piazze la Bibbia, la corona del rosario, indossando T-shirt con la scritta ”il mio papa è Benedetto”, (ci mancherebbe citasse Francesco, che esibisce una spilla aprire i porti), con la perorazione sulla famiglia tradizionale (ma beato lui che ha quattro “mogli” ( Jeluzzi, Martinelli, Isoardi, Verdini )e vive da  poligamo musulmano col crocefisso da sbattere in faccia ai musulmani e tutta una serie di oltraggi di cui sono  pieni i giornali , le TV, e le pance nostre. La volpe cambierà pelo ma non il vizio.  E’ lui il missionario dei cattolici cui il presente articolo si rivolge. ”Lui ci porta sui sentieri sicuri”. E’ il salmo 23 che sarebbe riferito a Dio ma che questi nostri riferiscono a Salvini, l’atteso Messia. Caro cattolico, vittima dell’isterismo collettivo sull’invasione degli stranieri, conosci i numeri? Italia abitanti 60 milioni, stranieri 8% (Germania 12%, Svizzera 22%...) Gli irregolari o rifugiati in Italia sono mezzo milione, nemmeno l’1%. Praticamente 3 su mille abitanti (Malta 18 su mille) Gli stranieri in Italia contribuiscono con 6 miliardi di introiti mentre ne consumano 3 per la loro assistenza. Praticamente ci salvano il sistema pensionistico dal collasso. L’emigrazione, caro il mio cattolico, è una risorsa, lo sarà anche di più per il futuro. Dato che i nostri italiani i lavori sporchi non li fanno, i giovani se ne vanno all’estero, e figli non abbiamo voglia di farne anche se ci arrivasse una montagna di sussidi per le famiglie numerose. Ti prego di ampliare l’orizzonte: nel mondo gli emigrati sono 244 milioni, i rifugiati 60 milioni, discendenti italiani nel mondo da 60 milioni in su. In futuro nessuno potrà fermare lo spostamento delle civiltà o costruire muri messicani alla Trump, come non potrà fermare il treno con le mani. Magari non verranno in Italia per lavorare, ma per colonizzarci, come i cinesi che ci stanno sloggiando dai nostri bar, pizzerie e ristoranti, con tanti auguri per le nostre tradizioni, per l’Europa cristiana e per la conservazione della razza bianca come sostiene l’altro collaboratore missionario di Salvini, il xenofobo Fontana, governatore della Lombardia.  Caro cattolico il nostro nemico e pericolo non è il negro, come ti indottrina il tuo neopastore chiudendo i porti, ma l’Italiano, con la sua mafia, la sua corruzione, la sua evasione fiscale e tutto il corredo di furbate. Ma tu continuerai aggiungendo che con Salvini si è garantita sicurezza e pulizia dai terroristi e dai malintenzionati. Non pare, invece è aumentata la paura e l’astio contro lo straniero. Vedi le mense scolastiche di Lodi negate ai bambini emigrati, le scritte sui muri morte al negar, le umiliazioni da parte degli insegnanti tipo Bocci di Foligno inferte ai due fratellini ganesi ”gira il tavolino scimmia, che nessuno ti veda quanto sei brutto.” Questo clima di disprezzo diffuso e sotterraneo può causare reazione o per emulazione, o per contestazione.  Ad esempio l’autista (solo pazzo?) italo senegalese che il 20.3. stava per incendiare nel milanese un bus di 50 studenti disse di voler vendicare i bambini, le donne incinte, e tanti disgraziati profughi fatti morire in mare. Il tuo missionario, caro cattolico, questo non lo capisce, continua con ciarlatanerie da antropoide, ingigantisce il crimine di un nero nei confronti dei bianchi, tace sullo stesso se compiuto da un italiano, ignora gli atti eroici di volontari missionari (non salvinisti) e laici, come il gruppo deceduto nella catastrofe del Boeing in Somalia il 10 marzo con un altruista dal cuore grande come Paolo Dieci. Ma dal pastore leghista nemmeno un cenno di ammirazione. In Senegal continua a vendere armi per 3 miliardi all’anno, e così i “negri” verranno qui a spararci con le nostre armi. Come bastasse predicare onestà e legalità a scopo elettorale, governo del cambiamento, e ripetere la vecchia politica. Per l’integrazione degli stranieri nessun stanziamento di fondi. Anzi il tuo missionario chiude i centri di accoglienza, così gli emigrati sbandano per le strade, disturbano gli italiani raggiungendo lo scopo di aumentare l’odio contro gli stessi.  Salvini e la lega hanno rubato 50 milioni agli italiani, scansato il processo perché li restituiranno entro 99 anni, padroni a casa nostra. Zero rispetto della propria professione: al parlamento europeo si è presentato solo una volta meritandosi l’epiteto di fannullone, burattinaio del presidente del Consiglio.  Al governo italiano dopo le elezioni del marzo 18 ha presenziato da allora al 2% delle commissioni. Sempre a bighellonare in giro per l’Italia, per raccogliere consensi di partito, indossando svariate divise e felpe carnevalesche per foto con i mafiosi e raccogliere il loro baciamano. Vedi ad Afragola con Chianese, a Milano con gli ultras dell’Inter. Questo è incentivare la malavita, meritandosi così il titolo affibbiatogli da Saviano “Ministro della malavita”. Ovvio che l’Europa non dialogherà mai con un simile arrogante pallonaro per la redistribuzione dei migranti fra i diversi paesi. Anche perché Salvini non si è mai presentato agli incontri sui Trattati di Dublino in vigore dal 15-6-90 per cambiare le normative, se ne frega come bullo che si vanta di battere i pugni sul tavolo e così si sente anche definire un m… Con L’Europa ci vuole intelligenza, diplomazia e costanza. Il nostro destinatario cattolico doc dovrebbe sapere che allorquando il missionario si doveva presentare al processo faccenda nave Diciotti per sequestro di persona, aver lasciato in mare bambini in pericolo di vita e aver ignorato tre diritti fondamentali, il diritto del mare, il diritto costituzionale, il diritto umano, con umiliante viltà si andò ad elemosinare voti ai parlamentari per sfuggire 18 anni di galera. Furbata riuscita con la votazione del 27.3.19. Onestà e legalità’? Flop. Nulla però potrà innocentare il suo spirito omicida.  Il nostro cattolico dell’orgoglio pro consensite ci obbietterà comunque che il consenso politico di questo leader aumenta sempre di più. Al che una risposta: il consenso numerico non si identifica per nulla con il consenso morale. Anche se tutti i bambini del mondo si mettessero le dita nel naso (=consenso numerico unanime), i genitori non permetterebbero loro tanto facilmente di frugarselo, manifestando così un dissenso morale. Un consiglio: cessa di grazia di fare il cattolico e scegli di diventare cristiano. Per eventuali conforti intellettuali in materia ti sarà utile il libro di Don Ciotti ”Lettera ad un razzista del terzo millennio “. E buona lettura.

Autore:
Albino Michelin
18.04.2019

domenica 5 maggio 2019

LE DUE ANIME DELLA CHIESA

Che all’interno della chiesa attuale vi siano tensioni è a tutti noto. Nulla di nuovo sotto il sole, sempre state nel corso dei due millenni, soltanto che nel passato concezioni e filosofie diverse venivano subito tacitate in nome dell’autorità oppure radiate con la scomunica.  Quanto invece all’inizio di febbraio scorso uscito dalla Curia vaticana e precisamente dalla Congregazione della fede e dal Consiglio per l’unità dei cristiani ha lasciato sorpreso e interdetto più di qualcuno, anche se per gli interessati a problemi del genere, compresi   laici credenti, l’impatto è stato minore. A prima vista si tratta di due documenti contradditori, il primo a firma del Cardinale J. Müller, intitolato “Manifesto della fede”, il secondo del Cardinal G. Kasper, intitolato ”Manifesto di quale fede?”. Il primo a sostenere come da tradizione universale che la chiesa è una società perfetta, il secondo che la chiesa è il popolo di Dio. Ovvio che i punti di partenza possono essere identici, mentre i punti intermedi e storici fino al traguardo di oggi risultano abbastanza diversi. Non certo sino a trovarci di fronte a due chiese contrapposte, ma senz’altro a due anime diverse all’interno della stessa chiesa. Infatti circolano le rispettive etichette alquanto improprie di cattolici conservatori e progressisti. J. Müller di fronte a questo proliferare di confusione sostiene la necessità di chiarezza, perché vige la dittatura del relativismo, quindi bisogna ritornare a trasmettere ciò che Paolo ha ricevuto da Gesù. Non va ignorata, sostiene il su citato, la differenza fra la nostra e le altre religioni. La nostra professa la fede nella Trinità, le altre no. Per la nostra Gesù è figlio di Dio, per le altre è un uomo, per quanto perfetto, profeta illuminato da Dio. Per la nostra Gesù ha fondato la chiesa sacramento della salvezza sotto l’autorità di Pietro, per le altre è una comunità tipo associazione tutt’al più gestita in forma sinodale. Per la nostra La Chiesa ha un magistero che salvaguarda il popolo dalle deviazioni mediante i sette sacramenti. All’Eucarestia o Comunione non si può accedere in stato di peccato mortale, va premessa la confessione privata al sacerdote.  Per le altre va seguita la propria coscienza e il perdono dei peccati viene conferito tramite pentimento personale e liturgia comunitaria. Per la nostra i sacerdoti scelgono volontariamente il celibato e devono attenersi, mentre il sacerdozio alle donne è interdetto. Per le altre invece questi obblighi sono opzionali. Per la nostra la legge morale impedisce ai divorziati e alle coppie irregolari di accostarsi alla comunione. Per le altre invece ci si attiene al discernimento della propria coscienza. Chi muore in stato di peccato mortale sarà dannato per sempre all’inferno. Così Müller in sintesi afferma e il tutto lo estrae dal catechismo della chiesa cattolica edito negli anni 90 del secolo scorso sotto papa Wojtyla. Conclude richiamando la chiesa ad annunciare questa parola con insistenza, e rimproveri con tale sicurezza e rilevanza da oscurare altri aspetti. G. Kasper: è di altro avviso. Alcune verità di Müller sono esposte con tale rilievo da oscurare altri aspetti. A riguardo della Trinità esiste sì differenza fra le altre religioni, ma vi sono somiglianze con l’unico Dio degli ebrei e dei musulmani e fondamentali per la pace nel mondo. La verità di Müller è dimezzata quindi non è verità. Vi sono poi affermazioni generali che non possono stare in piedi come quando si sostiene che la coscienza dei fedeli non è adeguatamente formata. Che cosa devono provare le vittime di abusi operati dalla chiesa lungo il tempo sentendo la frase: ”il sacerdozio continua l’opera di salvezza di Gesù sulla terra?” Un teologo quale Müller deve fare la giusta distinzione. In altri passi si tratta non di un manifesto della fede ma di convinzioni teologiche private. Solo un caso: che i divorziati non possono ricevere l’Eucarestia. Ho controllato il catechismo, non trovo questa frase ed altre. Come quella sul celibato del clero, dove Müller salta delle parole. In effetti vi sono preti sposati di rito orientale, ma sempre cattolici e riconosciuti dalla chiesa. Sono rimasto inorridito quando Müller alla fine del suo manifesto dice che questa è la chiesa dell’anticristo. Risposte: in tale dualismo bisogna affidarsi a pensatori più preparati del sottoscritto.  Si può citare il teologo A. Grillo: "il manifesto di Müller si propone come atto di difesa e di coraggio mentre è soltanto una forma debole e paurosa di arretramento di fronte alla realtà ecclesiale contemporanea. Questo è un manifesto anti Bergoglio. E’ noto che questo papa ha esonerato Müller da presidente del Dicastero Dottrina della fede prima ancora che raggiungesse l’età pensionabile togliendo così il punto di riferimento ai tradizionalisti”. Un secondo giudizio lo prendiamo da un intervento di Vinicio Albanesi, sacerdote noto fondatore della comunità di Capodarco. ”Una tristezza, Müller sostiene l’impianto tradizionale clericale in cui i vescovi si sentono capi e i cristiani vengono definiti sudditi, titolo rimasto ancora nel nuovo codice del 1983 Schema di una fede ridotta a dottrina di antichi teologi che presentavano la chiesa quale società perfetta, dotata di tutti gli strumenti per essere non solo autonoma dallo stato, ma addirittura superiore ad esso copiandone l’impostazione. Si sa che Müller è stato uno dei quattro cardinali che nel 2017 firmò una petizione contro l’enciclica “Amoris laetitia”, destinata all’educazione matrimoniale e famigliare, ma anche di comprensione per i separati, documento che Müller e gli altri hanno ritenuto poco ortodosso, addirittura eretico. Il manifesto di quest’ultimo è una maschera di durezza, paura e fragilità che non gli fa onore. Lo qualifica come pastore indifferente e insensibile, come teologo troppo rozzo ed impreciso”. Dopo questi interventi abbastanza rappresentativi del ventaglio chiesa qualcuno si sentirà un po’ smarrito, in quanto non si trova di fronte a due cardinali in singolare tenzone, ma a due mondi, a due anime diverse nella stessa chiesa. Certamente un eventuale scomparsa o ritiro di Papa Francesco lascerà una eredità difficile. Sarà di positivo auspicio un ritorno al Vangelo e alla persona di Gesù, superando tutti i fardelli inutili di cui la chiesa lungo il tempo si è caricata, e forse in parte si è dovuta caricare.

Autore:
Albino Michelin
15.04.2019

sabato 4 maggio 2019

CONTRO IL DIAVOLO RECLUTAMENTO DI ESORCISTI

 Una statistica attuale ci informa che nel mondo cattolico esistono 400 esorcisti, religiosi incaricati alla liberazione da possessioni diaboliche o ritenute tali. In Italia ve ne sarebbero 240, di cui 30 in Sicilia e 14 a Verona, gli altri 200 residenti nelle diverse diocesi. Inoltre si sa che il Vaticano nel 2018 ha iniziato un corso di esorcismo per addestrare i religiosi a tale impegno. Vale la pena premettere quanto il diavolo nell’immaginazione popolare, nella cultura di massa e nei gruppi di messe sataniche trovi spazio e abbia influsso. Va anche premesso che l’esistenza del diavolo non è mai stata ufficialmente inserita nel credo cattolico come dogma, ma come causa ipotetica di tutti i nostri mali. Che comunque la chiesa abbia avuto interesse a tenerne vivo il rapporto lungo la storia risponde al vero, ed anche oggi non ostante l’aumento delle scienze di medicina psichiatrica. Questo perché una certa paura dell’ ”uomo nero” può servire a frenare la gente da malefatte e peccati. Tuttavia sobrio è l’enunciato del decreto ”Gaudium est spes “del Concilio 1965 in materia: ”Tutta la storia umana è pervasa da una lotta contro le potenze del male”. Asserzione che non s’impegna a definire il diavolo come persona o invece come male strutturale.  Ovvio che anche papi e clero vi si riferiscano attenendosi ad una tradizione, lasciando però il campo aperto ad analisi più approfondite. Viene in mente il caso di un certo Angel messicano, ritenuto posseduto da una legione di quattro demoni, che vomitava bestemmie contro i vescovi della sua nazione perché non oppostisi contro l’aborto, condotto da papa Francesco il 10 marzo 2013 per un esorcismo. Egli ritenne che dargli una benedizione a scopo guarigione era doveroso, mentre il noto decano degli esorcisti P. Amorth disse trattarsi di un vero esorcismo per la presenza in lui del diavolo. Il che sta dimostrare la diversità di vedute da parte della stessa chiesa istituzionale nei confronti di questa situazione. La nomenclatura è varia, ma a tutti nota: Satana dal persiano= aggressore, nemico. Demonio dal greco= entità portentosa. Diavolo pure dal greco=colui che divide, che si mette di traverso. Origine: il diavolo non è una invenzione del Cristianesimo, è sempre esistito nell’immaginario collettivo, quale entità malvagia contro una benevola chiamata Dio. Un figuro entrato nell’arte, nella letteratura, vedi l’inferno di Dante, nei fumetti dei ragazzi, nel films, ricorda l’esorcista del 1973, nell’edilizia, in molti paesi di campagna esiste il ponte del diavolo, e varie serie TV.  Nasce dalla Filosofia di Zarathustra in Iran, verso il 1000 a. C. diventata molto attiva 5 secoli dopo. In effetti il popolo ebraico rimasto sotto l’influsso dell’impero persiano dal 538 al 331 assorbì molto dalla teoria del filosofo su citato, il quale sosteneva due principi: luce-tenebre, bene-male, dio-satana da cui tutto proviene e in lotta continua fra di loro per contendersi il possesso dell’uomo. Se ci soffermiamo sui Vangeli costatiamo che anche Gesù ha avuto a che fare parecchio con Satana, o citazioni nei suoi confronti. Gesù però non ci ha mai costruito una filosofia attorno, una dottrina da credere. Seguiva e usava il linguaggio del tempo nel quale per quella gente una malattia di cui si ignoravano le cause veniva considerata opera del diavolo e il malato un posseduto dal diavolo. Ma Gesù li guariva tutti senza particolari check up. I “posseduti” erano veramente molti, specie nelle strade, dal momento che non esistevano cliniche psichiatriche. Molti per motivi di carattere sociale, causa l’oppressione del regime romano tipo schiavitù, o causa il patriarcalismo per cui una donna adultera veniva lapidata e la sterile umiliata. Della Maddalena si dice avesse sette demoni, cioè una malattia allora sconosciuta chiamata depressione, forse per delusione amorosa, contro la quale non esisteva cura come oggi. E Gesù l’ha guarita dandole fiducia e amicizia. In tale situazione era ovvio proiettare verso una causa esterna le proprie sofferenze e attribuirle ad una entità malvagia e ignota, il diavolo. Anche Gesù fu tentato da Satana, non certo con quella descrizione psicodramma trasportato in volo dal bicornuto e biforcuto, immagine dantesca. E’ descrizione di un vissuto, un conflitto interiore passatosi nell’animo di Gesù nello scegliere la sua strada, lottando contro la tentazione di carriera, vanità, potere. Però Gesù disse anche di aver visto Satana cadere dal cielo, cioè liberando la gente dalle loro sofferenze interiori arrivava per tutti la serenità del Regno di Dio. Perché Satana, se esiste, non può competere con Dio, né si può pensare che esista nel mondo un ring in cui Dio e Satana si contendano ogni essere umano per la loro eternità. E quando Paolo sosteneva “sono portato a fare quello che non vorrei e a non fare quello che dovrei” ci veniva a dire la stesa esperienza provata da Gesù, e da noi oggi, il conflitto d’interessi dentro di noi.  A questo punto si aggiungano pure il dolore, le disgrazie, le guerre, il sacrificio permanente. Mistificazione dare la colpa a Satana e agli spiriti maligni, quando tutto è causato dalla nostra incoscienza. Indubbiamente oggi sono diminuiti, anche se in determinati periodi storici con maggior o minor frequenza, casi di possessioni sataniche causa gli studi psichiatrici. Schizofrenia, isteria, epilessia, bava alla bocca, stati di coscienza alterati, glossolalia , il parlare  lingue diverse, suggestione, comunicazione interpersonale dell’inconscio collettivo, sdoppiamento di personalità, lettura del pensiero, chiaroveggenza di avvenimenti a distanza, urla, sputi e bestemmie, aggressioni, forza eccezionale da strappare ogni legaccio….Il posseduto si sente macerato da un aggressore  da una sofferenza insopportabile e proietta il suo  furore verso una causa ignota “Satana”, vuole farsi sentire dalla piazza, reclama aiuto, liberazione. E qui lo psichiatra può fare molto o qualcosa. Ma, come affermano gli scienziati in materia, alcuni casi anche se sempre meno restano ancora inspiegabili. E noi pure li lasciamo tali. Utile comunque per chi desidera approfondire la materia il libro “Tu sei ciò che pensi” di G.  Sometti.  Si costaterà come la forza del pensiero, l’igiene mentale, nonché una fede in un Dio della trascendenza potrebbe ridare equilibrio e serenità. In tutti i casi un esorcismo cattolico andrebbe tolto perché sa di offesa ad ogni uomo che viene al mondo. Cioè nel rito del battesimo la domanda ai genitori: ”rinunci a Satana?”. Un’offesa maiuscola. Un bambino che viene al mondo non è figlio di Satana, ma figlio di Dio. La si sostituisca piuttosto con l’invito di Gesù: ”Lasciate che i bambini vengano a me perché di essi è il regno dei cieli.”.

Autore:
Albino Michelin
08.04.2019

giovedì 2 maggio 2019

CONGRESSO DELLE FAMIGLIE A VERONA: DOV'ERA LA CHIESA?

Alla fine di marzo 2019 si è svolto a Verona il 13.mo convegno internazionale sulla famiglia. A suo tempo ideatore ne fu lo statunitense Allam Carlson, che si prefisse di fondare un movimento a difesa della famiglia naturale tradizionale, biologica: uomo-donna-bambino. Congresso da effettuarsi ogni anno per turno nei diversi paesi del mondo. Quest’anno toccò all’Italia, dove si fece promotrice la città di Verona, autoproclamatasi la città della vita, fregiandosi del motto mazziniano Dio Patria Famiglia. In se stessa iniziativa valida dato che tutti siamo convinti essere la famiglia cellula della società. Importanti e sempre attuali quindi temi come la bellezza del matrimonio, crescita e crisi demografica, salute e dignità della donna, diritti dei bambini, ecologia umana integrale, tutela giuridica della vita, politiche aziendali per la famiglia e la natalità. Tutto bello, tutto sacrosanto.  Ma sempre e dovunque è il modo che rovina la sostanza. E questo è avvenuto anche a Verona. Premesso che ognuno ha la libertà di esprimere le proprie idee e creare delle aggregazioni allo scopo, è ovvio che l’eccessivo sarcasmo espresso dai laici e dai diversamente credenti nei confronti degli organizzatori noti nel cattolicesimo per il loro integralismo e conservatorismo non fa onore alla conclamata libertà di pensiero. Certo però che chi pone delle azioni deve attendersi anche delle reazioni. E in questo caso hanno per oggetto il modo.  Impostare un congresso “contro” altri tipi di famiglia, utero in affitto, procreazione assistita, coppie omosessuali, divorzio, aborto, distribuendo feti di plastica ”homuncoli” di cattivo gusto, pubblicizzando libri sulla donna come quello dal titolo: “sposati e sii sottomessa”, insomma il contro anziché il “per”, portando indietro l’orologio della storia, strascichi ne lascia parecchi. Ancora sul modo: congresso sfacciatamente politicizzato. La presenza dei ministri leghisti Salvini, Fontana, governatore Zaia, parlamentare Meloni, dei capi politici stranieri delle destre estreme e sovranisti ha strumentalizzato tutto in vista delle elezioni europee del 26 maggio p. v. Fra l’altro continuando nelle fratture in seno al governo italiano del cambiamento verso un ulteriore peggioramento per litigiosità avendo il ministro G. Di Maio proclamato la sua assenza ad un congresso di sfigati (sic). Sempre sul modo: convegno di conclamata ipocrisia. Che al microfono vadano a comiziare sulla famiglia tradizionale, quindi cattolica, tipi come il suddetto ministro dell’interno apertamente e bellamente inanellando come nella corona del rosario quattro donne, cioè  Jelluzzi, Martinelli, Isoardi, Verdini, o la capopartito Fratelli d’Italia, convivente con Giambruno Andrea e madre single di una figlia, alla faccia del matrimonio sacramento,  e la lunga lista di coppie cattoliche irregolari imbufalite a vociare contro i froci e i dissacratori della famiglia si avrà un bel quadro dell’ipocrisia dei relatori e convegnisti. Sempre sul metodo: questo era un congresso dichiaratamente anti Bergoglio, questo papa. In effetti i vertici della chiesa hanno rifiutato il loro patrocinio e partecipazione. Bergoglio se n’era andato in Marocco a dialogare con i musulmani, d’intesa con quanto precedentemente dichiarato dal suo segretario di Stato Parolin: ”Per Verona siamo d’accordo sulla sostanza, non sul modo, perciò nessun patrocinio, nessuna presenza ufficiale. ”Brava chiesa, trattare e convivere con tutti, ma non con gli ipocriti. Velenosi sentimenti antipapali, seconda breccia di Porta Pia, ma fallito il bersaglio grosso. Lasciando cadere panzane grottesche come quella che le donne tradizionaliste sono più fertili delle femministe, che le cattoliche sono più prolifiche delle agnostiche (perché le africane che sono?), indubbiamente il convegno pone delle domande: che significa famiglia naturale? Oggi che abbiamo una serie di famiglie diverse, monogama, poligama, nucleare, occasionale, allargata, convivente, aperta, plurima, omosessuale, ci si domanda: meglio che un bambino viva in un orfanatrofio del terzo mondo piuttosto che con una mamma single o con due persone dello stesso sesso? Che un bambino testimone della violenza dei due genitori debba per forza frequentare il genitore violento?  Che il separarsi divenga un privilegio per pochi che si possono permettere il costo di un mediatore di famiglia? Che una donna picchiata dal marito non possa lasciare il caro vecchio tetto coniugale altrimenti perderà la causa di separazione?   E’ giusto scannarsi tanto contro l’aborto per la santità della vita fin dal suo concepimento e poi ignorare con bigottismo becero migliaia di bambini “brutti negri” lasciati affogare in mare perché prima gli italiani, noi padroni a casa nostra? E’ giusta la continua melina sull’Italia dalle culle vuote, e relativa denatalità, quando a oltre un milione di ragazzi stranieri nati sul nostro suolo si nega la cittadinanza, i quali se integrati aumenterebbero le energie giovanili, unica risorsa del nostro futuro? O continuiamo con le solite pantomime come su Ramy, il ragazzo senegalese che ha salvato 50 scolari dalla strage dell’autista piromane? Italiano sì per premio, italiano no per jus soli? A questo punto, anche se divagazione e non connessione logica con quanto sopra, si può aggiungere domanda sulle espressioni usate da Gesù nei confronti della famiglia. Eccone alcune: ”Sono venuto a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera, i nemici dell’uomo sono quelli di casa sua (Mt.10,34). Il fratello darà alla morte il fratello, il padre il figlio, i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire (Mt.10,21). Al discepolo che chiede tempo per seppellire il padre: - lascia che i morti seppelliscano i loro morti-(Mt.21,22). Chiunque abbandona casa, padre, madre, figli avrà in eredità la vita eterna. (Mt.19,29). Se uno viene a me e non odia il padre, la madre, la moglie, i figli non può essere mio discepolo(Lc.14,26). A 12 anni Gesù rimasto nel tempio senza preavvisare i genitori che lo cercano disperatamente risponde di doversi interessare prima delle cose del Padre suo(Lc.2,49). E quando a Nazareth gli dicono che fuori ci sta sua madre e fratelli risponde che madre e fratelli sono coloro che ascoltano la parla di Dio (Mc.3,34). E quando a Cana sua madre in un matrimonio lo informa che manca il vino risponde -che cosa c’è fra me e te o donna? -. (Gv.2,4). Questi brani di Gesù non sono troppo in relazione col presente articolo, c’è un po’ di copia incolla. Gesù non è certo uno sfasciafamiglie, ma ai cattolici servono le sue parole in apparenza scandalose per farci qualche pensierino. Studiosi e interpreti li aiuteranno a contestualizzare positivamente queste asserzioni. C’è da prendere atto purtroppo, e senza giustificare, che oggi non esiste più la Famiglia tradizionale, ma esistono delle famiglie.  L’insuccesso, l ‘assenza della chiesa istituzionale, il flop, la caciara dei contrapposti cortei, il pietoso velo su questo 13.mo Congresso internazionale di Verona: tutte cose che potrebbero anche servire.

Autore:
Albino Michelin
02.04.2019