sabato 29 agosto 2020

SE GESÙ FOSSE VISSUTO NEL NOSTRO TEMPO

 Si sa che il sentimento religioso sussiste in maniera più o meno intensa in tutti i popoli. Anche se il termine religioso si può applicare alle cose, agli oggetti, agli enti, alle banche cattoliche, ad un gruppo etnico, ad una società, ad una tradizione in fondo va riferito più adeguatamente ad una persona singola e ad una entità del nostro intimo chiamata in genere Dio. Anche se il modo di credere da’ luogo a religioni diverse o ad una religione a diversi livelli, possiamo trovarci di fronte a tante espressioni. Esempio ad una religione oggettiva (reliquie, miracoli), ad una religione dogmatica (forma tradizionale fissa ed immobile che da’ apparente sicurezza), ad una religione fanatica (radicata in un sentimento di potenza individuale che sconfina col politico), ad una religione spirituale (unica autentica che nasce dal profondo dell’io a contatto con l’Essere superiore). Certo se Gesù venisse al nostro tempo ci direbbe che quella vera e seria è la spirituale, nucleo e punto di origine alla base di tutti i comportamenti umani individuali e sociali. In effetti in nome delle religioni si può ammazzare, ma in nome della spiritualità profonda = Dio è assolutamente impensabile, a meno che non lo si voglia strumentalizzare. Su questa logica l’atteggiamento di Gesù fra il suo e il nostro tempo sarebbe identico. Sulla questione del linguaggio usato da Gesù invece si devono fare delle distinzioni. Molti lettori sostengono che nel vangelo esistono diverse oscurità per cui riesce difficile trovare l’essenziale, quasi che la Bibbia fosse contro la Bibbia. Ma da questo impasse si può uscire. Gesù usa talvolta un linguaggio diverso a seconda dell’uditorio e del livello culturale. A dei contadini deve parlare in parabole, paragoni, miti, tradizioni del popolo. Ad una classe elevata può utilizzare concetti filosofici (vedi il Vangelo di Giovanni). Talvolta a incolti e piccoli gruppi usa linguaggio esoterico:” parlava in segreto” Mc.4,34 -Non date le cose santi ai porci Mt.7,6. Ho ancora molte cose da dirvi quando le potete comprendere” Gv.16,12. Altre volte linguaggio aperto a tutti, chiamato essoterico. IL guaio è che la chiesa lungo i secoli ha troppo ecceduto nel linguaggio esoterico, così la gente è rimasta troppo a lungo ignorante e fissata nella sua ignoranza. Ma se Gesù venisse oggi direbbe a tutti” esoterici ed essoterici”, sia il vostro parlare sì si, no no (Mt.5.37. Nel versante del linguaggio di Gesù è che molti avanzano l’obbiezione che il vangelo è anche pieno di contraddizioni. Ne citiamo qualcuna:” Onora il padre e la madre” (Es-10,12) contraddetto da” chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me”. Un’altra: “perdona al tuo prossimo”, contraddetto da:” non sono venuto a portare la pace, ma la spada”. Una terza sulla fine del mondo: “Non la conosce né il figlio dell’uomo, né gli angeli del cielo, ma solo il Padre. “Contraddetto da:” non passerà questa generazione finché tutto ciò non avvenga”. Sono tante, ma anche apparenti. Si pensi alle 4.500 trascrizioni che hanno avuto i vangeli, alla diversità di comprensione dei traduttori, all’ambiente, al passaparola, alla cangiante necessità delle varie comunità che hanno scritto i libri sacri 40-80 anni dopo la morte di Gesù. Da interpretare invece in modo diverso ed universale sono altri linguaggi. Vale la pena soffermarsi su di uno soltanto “Beati voi poveri perché vostro è il regno dei cieli” (Lc.6,20). Qui chiaramente bisogna riferirsi al tipo di società in cui è vissuto Gesù. IL Cristianesimo è sorto in una economia agreste di 2000 anni fa. Miseria nera, strade piene di mendicanti che chiedevano di sopravvivere con l’elemosina. Allora la carità consisteva nel dare una dramma e un piatto di ceci. Per non parlare di ciechi, storpi, malandati, appestati. Oggi cambiato l’assetto economico cambia anche il senso e il modo della carità. Non dimenticando fra l’altro che Gesù disse pure:” i poveri li avrete sempre tra di voi”. Gesù non potendo sovvertire di colpo l’assetto sociale è intervenuto nei limiti del possibile caso per caso. Oggi egli direbbe: “beati i poveri perché suscitano negli onesti la giusta compassione e la fattiva reazione per abolire le condizioni di povertà’” Praticamente ci griderebbe, basta con la povertà, agite contro la corruzione, contro il colonialismo, contro il traffico di droga e stupefacenti, contro le mafie, contro il riciclaggio di denaro sporco, contro il traffico di armi, e quant’altro. Tutto questo è causa di povertà’, di 300 ricchi del mondo che possiedono la ricchezza di 3 miliardi di poveri, di 22 mila bambini che ogni giorno muoiono di fame E’ qui che si farebbe la saldatura fra il Gesù di ieri e quello di oggi. Ecco il messaggio evangelico, rivisto, riletto al nostro tempo. E sarebbe fedele a quello di 2000 anni fa, ma in una dimensione attualizzata e planetaria. O trasformiamo la lettura del vangelo in un impegno del genere o anche nei vangeli delle domeniche ripeteremo un Gesù morto e sepolto, ma mai risorto, mai vivente nel nostro tempo.

Autore
Albino Michelin
30.06.2020