Da che mondo è mondo non si è mai assistito nel nostro Paese a contestazione di fischi ed epiteti alla vergogna come quella verificatasi venerdì 23 settembre 2005 contro ii Presidente dei Vescovi italiani, Cardinal Ruini. A Siena per ricevere il premio «Libera» il prelato interruppe il suo discorso e dopo 1O minuti per nulla impressionato riprese la lettura con un sorriso fra la compassione e l'ironia
verso i maleducati, proprio come chi raramente è stato abituato
al dialogo, ma troppo invece a pronunciamenti dogmatici. l nostri parlamentari si sono spaccati in due: da una parte chi si sentì obbligato a scusarsi presso l'eminenza per la ragazzata subita , dall'altra si asserì che chi entra in politica deve accettarne
pure le conseguenze . Fuori dubbio che ogni uomo di chiesa è libero di esprimere la sua opinione e di quella dell'istituzione che rappresenta , ma c'è modo, è sempre il tono che fa la musica. In questo senso la caciara di Siena non sarebbe un peccato di lesa maestà in quanto il rappresentante della nostra cattolicità patria da qualche
tempo entra a gamba tesa su tutti gli argomenti, cattolici o laici, non fa differenza. Quasi fosse il Viceré d'Italia e l'Italia il suo vicereame, chiari rigurgiti dello Stato Pontificio. Tirare in ballo il Vangelo allorché Gesù dice: «beati voi quando vi perseguiteranno e derideranno
a cagione del mio nome» è pura mistificazione, perché le grida di vergogna non erano indirizzate
al cardinale in quanto uomo di Dio, ma in quanto uomo politico.
Contro le coppie di fatto e Prodi
sfascia famiglie
L’imbarazzante episodio si ricollega all’intervento di
Ruini del 19.9.05 contro le coppie di fatto. Di qui canea e schiamazzo nazionale.
Però poca o nulla analisi culturale e religiosa all’interno di questa condanna,
poca corresponsabilità di chiesa da parte della stampa cattolica, molta omertà.
Tipica della religiosità italiana devota ed ossequente, ma disinformata e
responsabilizzata nelle realtà che la concernono. Con plaudente consenso
esteriore verso la gerarchia, e silente, profondo dissenso interiore. Cioè ognuno
si comporta a piacere, fai da te. La chiesa si è da sempre schierata a favore
della vita e sin dal primo momento della concezione. La vita è sacra, l’embrione
è figlio di Dio, l’aborto è un crimine. Siamo d’accordo. Però figlio di Dio, vita
sacra, soggetto di diritto e di dignità è pure la vita di un ragazzino di
cinque, dieci, quindici anni, cioè una volta uscito dal seno materno. Si
domanda: figlio di Dio solo se battezzato? Oppure solo se figlio di sagrestani,
di coppie sposate in chiesa, di catecumenali, di Comunione e Liberazione, di
Movimento dello Spirito, di falangisti di Cristo, di legionari di Maria? E invece
i bambini figli di genitori non sposati in chiesa, cioè delle coppie di fatto, dei
conviventi, sarebbero figli di un dio minore? Bastardini da lasciare ai margini
del consorzio sociale? Che la legge civile proposta da Prodi si occupi anche di
costoro per garantire diritti, sicurezza, futuro, successione, eredità, possibilità
di reciproca assistenza in caso di ricovero ospedaliero, allo scopo anche di
evitare a questi figli il sentimenti di colpa nei confronti dei coetanei causa
la situazione “irregolare” dei genitori,
tutto questo è perfettamente nella linea del vangelo. In effetti Gesù disse: ”lasciate
che i bambini vengano a me”. Intendeva tutti e non soltanto quelli cattolici. Anzi,
si direbbe di più. La Chiesa italiana anziché boicottare questa eventuale legge
dovrebbe porsi in prima fila per difenderla, farsene paladina, dato che il 13%
dei bambini che circolano per le nostre strade sono figli delle coppie di
fatto. E non inquiniamo il problema tirando in ballo le coppie omosessuali, sono
tutt’altro capitolo che qui non va preso in considerazione.
Che se poi i soliti intolleranti catenacciari paventano che
la porta aperta ai conviventi si finisce alla Zapatero legalizzando le coppie
omosessuali si puo’ rispondere che ogni buona medicina puo’ avere anche i suoi
effetti collaterali, che tuttavia vanno accettati per salvare l’essenziale. E
in questo caso l’essenziale significa il diritto del bambino. Meraviglia assai
che i nostri politici, tipo Prodi, Rutelli e Co. se la siano fatta sotto,
tentando di chiosare perfino su “Famiglia Cristiana”, anziché invitare il
prelato e la sua relativa fetta di episcopato italiano a rispettare la vita, ogni
vita e concedere uguali diritti a tutti i bambini. Ma così è l’andazzo: in Italia
l’ossequio all’alto clero e la continua citazione del Papa in TV, Porta a
porta, Domenica-in in prima testata del TG è d’obbligo perché strumentale a
catturare voti elettorali. Al riguardo non mettiamoli proprio tutti nello
stesso sacco. Ad esempio Prodi è un testimonial perfetto della versione più
tradizionalista della famiglia. Sposato con la moglie Flavia da qualche
decennio, due figli, due volte nonno, due nipoti preti. Gli altri invece tutti
a favore di Ruini contro i Pacs (patti di solidarietà civile) contro il leader
delle sinistre. Berlusconi divorziato dalla prima moglie Carla dall’Oglio, due
figlie, risposato con Veronica Lario dopo una convivenza di sei anni, da cui
altri due figli. Gabriella Carlucci divorziata da Franco Jannuzzo, risposata con
Marco Catelli. Paolo Guzzanti divorziato dalla prima moglie, tre figli, risposato
con G.Falcigno da cui una figlia. Ignazio La Russa divorziato da Marika Cantarelli,
un figlio, convive con Laura De Cicco, da cui due figli. Altero Matteoli, due
figli dalla prima moglie, risposato con Ginevra Riannetti, da cui un figlio.
Roberto Castelli divorziato da Sara Galbiati, un figlio, risposato con Sara Fumagalli.
Gianfranco Fini, sposato con la divorziata Daniela Di Sotto, da cui una figlia.
Gaetano Pecorella, divorziato sta confezionando una miriade di convivenze. Daniela
Santanchè convive, un figlio da terzo partner Canio Mazzero. Elisabetta Gardini
divorziata da Luca Fazzi, un figlio, convive da dieci anni con il registra
Fernando Balestri. P. F. Casini separato dalla moglie R.Lubich, due figlie, convive
con A. Caltagirone, da cui una figlia. Il Ministro delle riforme Calderoli,
matrimonio a rito celtico con tanto di finto druido a celebrarlo con sussiego
sprezzante e paganeggiante. G. Melandri convivente con M. Morelli. Basta così.
Tutti costoro sono parlamentari della destra, veri sfasciafamiglie, altro che
Prodi. Certo che il fenomeno è bipartisan, quelli della sinistra non sono da
meno. Ma ci siamo limitati alla destra cara e sostenuta dal card. Ruini, un
idillio per garantirsi voti cattolici e per un sostegno sostanzioso da parte
della chiesa. Tutti contro una legislazione sulle coppie di fatto e soprattutto
dei bambini di queste. Quando l’ipocrisia anche in certa chiesa si sostituisce
al vangelo di Gesù.
All’interno
della gerarchia cattolica gradito un dissenso costruttivo.
Non della stessa opinione sono fortunatamente tutti i prelati
italiani o vaticani. Ad esempio il Cardinal F. Pompedda interviene : «Le unioni
di fatto sono un fatto. E dai fatti (gioco di parola) nascono diritti e dove reciproci.
Anche se non vanno equiparate
ai matrimoni vanno però regolate da un’adeguata legislazione”. Parole di un
grande giurista della Curia Vaticana quindi non sulla linea del Card. Ruini che
erroneamente tira in ballo persino l'anticostituzionalità di un'eventuale
legge in proposito. Citiamo una seconda posizione di alcuni altri della gerarchia,
sostenuta da molti credenti del popolo di Dio, cioè: la chiesa italiana è
ossessionata da tutto ciò che riguarda il sesso, famiglia, aborto, contraccettivi,
rapporti extraconiugali. Da questo sito partono delle vere randellate contro i
trasgressivi. Però molto paciosa, la stessa chiesa, allorché si tratta di
prendere la parola contro la disonestà negli affari, i megafurbi bancari, le illegalità
nelle transazioni, ecc. Lo dimostrano ad esempio dal 1980 il rifiuto di
consegnare all'Italia il Cardinal Marcinkus, impegolato fino al collo nel
mistero del banco Vaticano-Ambrosiano con un morto sotto i ponti di Londra. Solo qualche pizzicotto bonario ai vari
conduttori di fallimenti tipo Parmalat, così prodigo nel regalare videogiochi
cattolici alle parrocchie. Sino all'intervento amichevole in favore di Fazio,
grande mecenate dell'Opus Dei. Anche questo è un dissenso che però dovrebbe diventare
più corposo. Ed un terzo se non a favore, certo nel rispetto delle coppie di
fatto. E qui siamo in teologia (chi è costei?) la grande sconosciuta dai
cattolici italiani. Cioè il matrimonio è l'unico sacramento in cui i ministri
(sacerdoti-preti) sono i partner stessi. Per essere marito e moglie è
sufficiente che esprimano la loro reciproca volontà attraverso un patto, da
esteriorizzarsi secondo forme da stabilire. Si sa per esempio che la forma del
matrimonio in chiesa è sorta solo con il Concilio di Trento (1560) prima si
riteneva da tutti valido il contratto stipulato in famiglia, tra i genitori dei
partner e gli interessati stessi con un cerimoniale del tutto laico. Gesù non
ha mai sposato i suoi seguaci nel tempio sacro, davanti al ministro di Dio.
Ciò che fa il matrimonio non è né la stola del prete in definitiva né la fascia
tricolore o rossocrociata, ma l'amore!
La chiesa italiana si confronti pure con le
altre chiese del mondo
Chi vive da sempre in Svizzera con i nostri connazionali si
accorge della enorme discrepanza e diversità delle chiese, persino in alcuni
aspetti essenziali del Vangelo. Se siamo cattolici (=universali) dovremmo avere
il coraggio di confrontarci di più anche con altre chiese del nostro vicinato.
Ad esempio i vescovi della Germania in occasione delle votazioni politiche del
18 settembre 2005 hanno invitato tutti a votare (non all'astensione), in quanto
il voto è un'educazione al senso civico. Facendo attenzione soprattutto ai
problemi umani della disoccupazione e dell'indebitamento. Ma non hanno né
polemizzato con Governo tedesco, né dato in mano agi elettori carta e penna per
votare secondo le prescrizioni. In Svizzera il 26.9.04 è passato il referendum
sulle coppie di fatto. l nostri vescovi non hanno usurpato tutti gli spazi
televisivi pubblici, non hanno intimidito le coscienze, hanno solo emanato
orientamenti evangelici propositivi. Non sono tornati al medioevo oscurantista
in cui papi e vescovi deponevano e intronizzavano imperatori secondo il loro arbitrio.
Su questi aspetti i nostri emigrati ormai integrati allorché ritornano in Italia
con la chiesa non si raccapezzano più. Un invito dunque al Cardinal Ruini e
alla sua Curia, anziché logorarsi tanto per costruire in Italia un terzo
soggetto politico (destra, sinistra, centro di Ruini); si confronti, lasci
parlare anche gli altri fratelli nella fede oltre frontiera. Come scrive Paolo:
«confrontatevi con tutto, ritenete ciò che è buono». Ma questo protagonismo
invadente della gerarchia italiana non giova a nessuno. Nuoce alla chiesa dei
credenti nonché alla credibilità dei promotori.
Autore:
Albino Michelin
07.10.2005
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