mercoledì 18 dicembre 2024

SEI RICHIESTE PER LA RIFORMA DELLA MESSA

Dal 325 dal tempo di Costantino imperatore, quando i preti celebravano la messa che cosa dicevano? Questa è una domanda centrale perciò è stato organizzato alla fraternità estiva di S. Maria di Portosalvo a Palermo dal 18 al 21 2024 uno dei tanti movimenti di riforma della messa. Un tabù che non si dovrebbe toccare, quando però Gesù ha creato un movimento e ogni movimento si sa che richiede un’evoluzione. Se non si risolve non ha senso che si sostituiscano dei pezzi, quando la forma rimane. Ecco alcune riforme che vanno fatte, che nessuno ha mai il coraggio di porre mano ad esse sia dalle gerarchie che dalla base.
Una richiesta di partecipazione.
Una società che sente viva la dimensione della partecipazione politica, civile, sociale, la messa viene spesso vista come una celebrazione autoreferenziale. La messa recepita tutta imbastita sul sacerdote, anche se la figura del sacerdote non esiste nell’ambiente di Gesù, ma quello di spezzare il pane. Certo sul piano teorico non diciamo che l’assemblea e il prete a celebrarla. Il messale romano lo ripete pubblicamente che sacerdote è il celebrante. Una chiesa di soli maschi ed anonimi può avere cittadinanza in una società partecipativa? Ma ciò che rende ancora tutto strano è che celebrante o il sacerdote deve essere imposto dal codice di diritto canonico e di essere di genere maschile e celibe. Sono due requisiti oggi giudicati estremamente discriminanti, contro la dignità della persona e dei diritti umani. Ma c’è un’altra diversità: che il prete viene formato in seminario per essere sacro, cioè separato e diverso. Ciò gli fa appartenere ad una casta. In una società partecipativa la chiesa non è il luogo dove si conserva tabernacolo. È la casa del popolo di Dio dove si salutano e si accolgono i convenuti. Chiudersi in un intimismo spirituale e privato rende tutto estraneo, se non agghiacciante. Infine “fare questo in memora di me” è un impegno per farsi dono a tutti. E invece la nostra messa diventa un momento devozionale orientato verticalmente.
Richiesta di uno strumento libero dal potere.
Dagli studi storici abbiamo appreso le nostre messe sono entrate sono state create come funzionali ad una logica di potere. Non a caso per esempio quando la chiesa entrò con il sistema del quarto secolo furono fissate le dottrine come quella del peccato originale con l’insistenza sul senso di colpa. E la lista dei peccati.
Richiesta di libertà di coscienza.
Un altro segno dei tempi e messo in questione è la problematica della libertà, centrale almeno nei paesi democratici. Le nuove generazioni non accettano di sottoporre la propria coscienza controllo nemmeno delle autorità religiose. Il volere controllare il corpo degli uomini e delle donne è oggi visto come mancanza di cura per la libertà e l’integrità della persona. Come possiamo invitare le persone alla messa quando questo appare una violazione alla libera scelta?
Una richiesta di linguaggio comprensibile
C’è da domandarsi a questo punto un’altra questione, forse più complessa, quella dottrinale. La società di oggi prende in considerazione quando la narrazione è comprensibile. Le narrazioni teologiche sono spesso astratte sui sacrifici o delle espiazioni pure questi sono inaccettabili nella logica dei diritti umani. Esempio del messale: “padre clementissimo noi ti supplichiamo ……………salvaci dalla dannazione eterna. Se il cristianesimo celebra la liturgia come restaurazione di uno stato originario e andato perduto che c’entra con la buona novella portata da Gesù come una narrazione d’amore. “In principio era la gioia” diceva il teologo Fox. È sempre un altro rilievo su questo di sostantivo Oggi ci rendiamo anche conto che in un contesto di critica femministica al patriarcato e al maschilismo anche Dio Padre riferito a Dio crea problemi e ripugna a molti.
Una richiesta di linguaggio credibile.
Credibilità significa acquisire fiducia. In pratica essere credibile significa rispettare gli standard comuni ormai stabiliti dalle comunità internazionali. Una chiesa per esempio che non sa adottare strategie definitive per risolvere lo scandalo della pedofilia o questioni legate all’abuso spirituale delle donne o delle suore non appare credibili. Andrebbero denunciati i fedeli “tu stai sostenendo questo sistema non credibile, quanto meno con il tuo silenzio.”
Richiesta di altre riforme di fondo.
Ci stiamo rendendo conto che la dottrina teologica è di ostacolo per rispondere alla domanda di spiritualità. Eppure esiste nella nostra società. Ma mettersi in dibattito nella dottrina si scatenano delle reazioni inaccettabili. La cattedra di Mosè sembra contare più di tutto. La riforma a volte viene definita come abuso. A questo contribuisce la pressione di un vasto mondo legato al sovranismo. Occorre quindi una certa creatività.
Richiesta di gettare la rete al largo.
Nonostante tutto la chiesa è una riserva del mondo contemporaneo. Oggi gli si riconosce ancora la espressione appassionata dell’apostolo Giovanni:” gettate le reti al largo e troverete” dobbiamo osare.
 

Autore: Albino Michelin 22.10.2024
albin.michel@live.com
 

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