lunedì 2 giugno 2025

IL CORPO GRAMMATICA DI DIO

Noi siamo un corpo, nasciamo con il nostro corpo, dal corpo di nostra madre e prima ancora dell’amore di due corpi. È attraverso il corpo che impariamo a realizzare l’altro per raggiungerlo con un sorriso, con un abbraccio, per accettarlo, o per accoglierlo o respingerlo. La vita biologica come quella razionale nasce dall’incontro di due corpi. Viviamo con il nostro corpo e attraverso il nostro corpo. Il senso di questa mistica rimanda alla relazione con colui che si è incarnato Gesù di Nazareth e ha vissuto con pienezza nella corporeità umana. Tuttavia sebbene questa mistica sia vicino, in qualche modo continua ad essere ancora sconosciuto. Ci si chiede allora se il corpo umano possa essere la via di accesso che con noi comunica e noi con Dio. È il cristianesimo ad avere sollevato tale questione del rapporto con Dio, dal momento che si è fatto carne. In questo senso Ireneo e Tertulliano nei primi secoli della chiesa si sono opposti allo gnosticismo che considerava il corpo e la materia (la ciccia) cose cattive e spregevoli. E si sono allontanati dalla teoria di Platone nella quale si professava un dualismo fra due mondi: da una parte quella del corpo e dall’altra quella dello spirito. Oggi si ritiene che il corpo e anima sono energia unitaria, e non distinzione di corpo e anima. Capita infatti che alcuni concetti siano capaci nella storia e cultura di resistere per secoli e millenni, improntando il modo di pensare di molte generazioni: alcuni paradigmi di pensiero insomma viaggiano nel tempo senza essere mai messi veramente in discussione. Diventano assiomi indiscussi del linguaggio e dell’immaginario collettivi, obbligano intere comunità a pensare in quel certo modo, a vedere l’esistenza attraverso quelle lenti. E possono essere lenti che deformano, offuscano, ingannano la nostra visione. Eppure queste sono ancora oggi le lenti che spesso condizionano la nostra visione del mondo quando usiamo parole ed immagini legati alle questioni religiose. Viene qui in aiuto aiuto il vangelo di Giovanni all’inizio quando dice in stile greco ellenistico che il Logos si è fatto carne. Il termine dice l’aspetto materiale più concreto e fisico dell’essere umano. Indica una reale sua sensibilità, la sua fragilità, la sua gentilezza e sofferenza. Ciò significa che nella situazione diversa della storia personale di ciascuno, attraverso alcune attenzioni di fondo, e l’ascolto intellettuale, Dio è capace di assumere la carne umana. Come l’uomo di assumere quella di Dio. Nella generazione fino alla morte e nella rigenerazione dopo la morte. Anche Paolo di Tarso dice: Cristo ha avuto una carne vera e non apparente mediante la quale egli è entrato nella nostra umanità. Egli dirà pure: “non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo. Voi non appartenete più a voi stessi. Glorificate Dio nei vostri cuori.” Essere vissuti per secoli e secoli immersi in un continua dualismo e separazione carne/spirito, anima/corpo, divino/umano ci ha fatto perdere il contatto con la nostra natura più profonda. In parole semplici Gesù non è un santone, un ciarlatano, un imbonitore in cerca del proprio successo personale. Egli annuncia invece che il regno di Dio è in mezzo a voi. Invia l’uomo e la donna malati, incerti, affaticati, disperati a percepire la presenza di una novità radicale di salvezza, e una nuova energia vitale scaturisce nelle persone mentre queste aderiscono al suo invito a fare spazio dentro di sé. Dio per l’uomo sarebbe disincarnato o separato che sta da un’altra parte e lo si raggiunge con la mente, l’idea, Il pensiero. Sembra paradossale, ma la fede in un Dio incarnato avrebbe partorito un Dio disincarnato. E per poter far esperienza sarebbe necessario rifuggire dai sensi, magari consumandosi nel tentativo di trasformarsi in angelo. I nostri cinque sensi sono la nostra fonte di conoscenza, son finestre aperte sul mondo che può così fare irruzione in noi del divino e verso il quale ci permettono di esprimere la nostra interiorità. E poi giunge la scienza a dirci che in realtà tutto è energia e la materia come la intendiamo noi non esiste. Che cosa si perde quando si subordina il corpo all’anima, lo spirituale al materiale? Si perde di fatto la fede biblica. Nell’antropologia biblica la creatura può vivere solo nella piena unità tra corpo e l‘anima. Si pensi solo ai termini con cui si allude all’unità tra il corpo e l’anima. Si pensi solo ai termini a quelli che communente chiamiamo anima con rimando al corpo, alla gola, alla voce, al respiro. Dio ci salva prima di tutto i nostri corpi, tocca. Li tocca, ascolta, chiama, guarisce. Salvezza e salute hanno una radice in comune. Anche la salvezza ultima attesa con la resurrezione che non ha nulla a che vedere con la con l’immortalità dell’anima e la distruzione dei corpi. Se siamo energia siamo salvati come corpo e come spirito, Pure qui uno sguardo mistico e non dualistico sulla nostra esistenza. Ci può entrare qui anche un discorso sulla sessualità con il corpo di Cristo. La sessualità è spesso pensata come conseguenza del peccato d’origine. Invece è una creatura benedetta da Dio, una cosa bella, per strappare l’uomo: dalla solitudine, “non è bene che l’uomo resti da solo”. La sessualità à il dono che supera questo male. Senza la sessualità non c’è relazione reciproca non c’è esperienza umana. Bisogna procedere al definitivo congedo dal pensare che l’esperienza sessuale possa sottrarre qualcosa a Dio. La Bibbia è esperienza di corpi sessuati. Infatti in essa esiste una parola” toledot” che tradotto in italiano significa “Storie partorite” o delle partorienti. La grammatica di Dio nell’uomo significa anche la grammatica dell’uomo in Dio.
 
Autore: Albino Michelin 30.04.2025
albin.michel@live.com

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