lunedì 28 luglio 2025

DALLO SCHIAFFO A GESÙ UNA PROPEDEUTICA AL PERDONO

 Gesù amava molto la natura. Si può dire che i messaggi più belli egli gli abbia comunicato all’aperto poiché era noto che parlava non tanto ai singoli, ma in un ambiente della comunità di quel tempo. Che predicava la dottrina senza particolari strutture o sinagoghe poiché era suo impegno spargere in un ambiente bucolico ed arcadico: ecco il discorso sulla montagna. Forse non era precisamente un luogo collinare ma piuttosto un luogo teologico, a significare che il suo discorso era molto elevato, apparteneva ai primi abc del suo messaggio. Si trattava del perdono che si dovrebbe avere con i nemici. Ora ecco il suo preciso discorso: “voi avete sentito dire occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico non contrastare il maligno. Ma se vi percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra” (Matteo 5,38-39). Ora si è Gesù trovato tre anni dopo al processo di Pilato, e ivi sorse un parapiglia fra le guardie del procuratore e uno gli diede uno scapaccione in faccia. Al che Gesù gli rispose con compostezza chiedendole una ragione alla guardia: “se ho parlato male dimostramelo, ma se ho parlato bene perché mi percuoti?”. Sta di fatto che Gesù non gli ha risposto porgendoli l’altra guancia. Qui è il principio di un litigio, di una scaramuccia che se può lo diventa una grande guerra, un grave offesa. Questo atteggiamento di Gesù è una battaglia di tutti i pacifisti e lo sapeva anche Tertulliano che sosteneva non essere lecito a cristiani fare il servizio militare perché avrebbero dovuto impugnare le armi. Dobbiamo ammettere che il proprio modo di porgere l’altra guancia ha fatto sorgere una serie di luoghi comuni sino al punto che il pregiudizio sullo stesso cristianesimo può essere accusato di religione dei deboli, dei perdenti, della passività, della rassegnazione e della sopportazione. Gesù non si scusò per avere detto la verità, ne accusò direttamente che era il colpevole. Ma egli chiede conto delle parole e delle azioni che gli fanno torto. È un appello alla responsabilità. Gesù tiene conto delle parole e delle azioni. Taglienti nei confronti del peccato ma senza ostilità nei confronti delle persone. È la forza della non violenza, della disarmante forza e lucidità de pensiero. Gesù non chiede a nessuno di essere lo zerbino della storia, ma di inventarsi qualche cosa, un gesto una parola, che possa disarmare e disarmarsi. Porgi vuol dire fai tu il primo passo. Si tratta di scegliere liberamente di non fare proliferare male attraverso il perdono che strappa dai circoli viziosi, strappa la catena della colpa e della vendetta, di risentimento e dell’odio. La sofferenza dello schiaffo non è la sofferenza esterna ma interna. Ma è quella interna che ti fa subire una squalifica ed un’umiliazione. Ora sarebbe il caso di fare collegamento con i nostri battibecchi, sino ai nostri risentimenti, sino alle nostre violenze, sino alle nostre guerre. Chi della guerra dice che un argomento troppo complesso e oggetto di dibattiti. Altri argomentano che la guerra è in un certo modo necessaria a ridefinire i confini, per proteggere gli interessi nazionali, per difendere i diritti umani. Altri l‘abborriscono del tutto, perché è sempre una sconfitta: che la pace è l’obbiettivo più importante. E che a questo scopo la diplomazia sarebbe di estrema importanza per risolvere una belligeranza, come d’altronde aveva fatto Gesù al processo di Pilato. Le maniere in cui si esprime le varie forme di aggressività sono molteplici in quanto si identificano con in vari momenti della vita umana, nella scuola, nelle polemiche che vedono schierati in campo avverso i partiti polititi. Forme di aggressività sono presenti nelle leggende e nelle favole dei bambini sin dalla primissima infanzia. Tensioni si possono trovare nel nostro rancore, nel più profondo del cuore, col il desiderio di distruttività o di fuga dal prossimo. In questo caso per noi la pace sarebbe molto lontana, quasi un’utopia.
 

Autore: Albino Michelin 01.06.2025
albin.michel@live.com

Nessun commento:

Posta un commento