sabato 19 aprile 2025

È PREFERIBILE UNA RAGAZZA MADRE O UNA MADRE LESBICA?

Qualche anno fa mi ero trovato a Provaglio d’Iseo per una conversazione-conferenza sull’argomento in testata. Per casa mi arrivano dentro due signore facendo le loro meraviglie e con una tranquillità disarmante. ” oh anche noi siamo di loro” Ho pensato si trattasse, dalla foggia del vestito, a due aderenti alla squadra di calcio femminile allora emergenti della vicina Brescia. Ed invece si erano annunciate come due lesbiche. Personalmente ero abbastanza stanco di tutto questo vociare che si faceva attorno a questo arcobaleno e non mi sembrava vera anche l’occasione di fare un discorso al di là delle solite circostanze. Personalmente ero abbastanza stanco che queste lesbiche fossero da schifare e ho pensato che ormai era anche giunto il momento di ascoltare queste persone di cui si sentiva tanto parlare. E con l’atteggiante di ben pensanti. Ero rimasto molto sui banchi della scuola nel senso che non andavo più in la di qualche notiziola, ad esempio che le femmine avevano cromosomi il 26 xx e i maschi il 26xy, che questa erano le componenti del nostro destino futuro. Che era una variante della normale sessuale e nulla di più. Che nostra casa comune era identica Infatti noi abbiamo lo stesso scheletro, gli stessi muscoli, gli stessi organi respiratori degli altri animali. E si suppone che secondo una stima non siano molte di più un migliaio di persone con tale attitudine. E che non esiste alcuna terapia curativa, nessuna terapia di conversione. Che l’impresa è praticamente senza successo per trasformare un omossessuale in etero perché essa non è una malattia. Conosciamo queste brevi come, dicevo nozioni, sui banchi della scuola. Ma il sacrificio che fanno queste donne noi non lo mettiamo in conto. Noi continuiamo a dire che è una pagliacciata e che queste manifestazioni mai sapremo quanto siano umiliante per il loro spirito e per il loro corpo. Ora facciamo un po’ di conti con l’ambiente attorno a noi. In Italia abbiamo 51 milioni di donne e il 28 per cento con tendenza al lesbismo omosessuale, o bisessuale. Matrimonio civile o religioso (2022) arrivano al 4,8 pe cento. Le cifre europee in continua diminuzione uguagliano l’italiana. Ci sono molte ragazze che preferiscono non farsi un figlio. E qui mi riferisco a quelle nubili, a quelle che non vogliono il figlio, a quelle che accettano solo protezione giuridica per il figlio, e hanno il coraggio di mantenersi da sole. Questa per fare un limite alla nostra ricerca a quelle che, detto con brutta espressione, in poco tempo licenziano il marito, se mai l’abbiano avuto. E di queste ve ne sono molte. Esistono altre alternative. Si pensi agli animali domestici, a un amico a quattro zampe. Si pensi anche al turismo, alla moda delle escursioni. Quindi diminuito l’intesse per il matrimonio sia civile come religioso. Alla base ci si sposa alquanto alla leggera senza conoscere il proprio partner, quel agnoscere te ipsum, quel conoscere te stesso e che comprende anche la conoscenza del partner. E che spesso vale di più del conoscere con se stessi. Non si pensa al domami, al bastone della vecchiaia. E qui si aggiunge anche lo stato sociale che spesso non collabora con le famiglie. Una serie di fattori che incidono sul farsi un figlio. Attraverso l’educazione di scuola nasce anche l’amore psicologica, per cui si diventa culturalmente omosessuali. Si va in Olanda al banco dello sperma. Si farà la prova di fertilità. Nel caso sarà possibile accordarsi con il donatore affinché vi sia il consenso di entrambe le parti. E si troverà il modo più psicologico e più adatto per farsi chiamare papi o mami. E di qui che lesbiche ed omosessuali si troveranno sempre un di più vivere la famiglia insieme. Di quelli che vivono la famiglia in senso pieno. Che non lasciano il bambino in mezza ad una strada o non lo parcheggiarlo dai nonni. Ed in ultimo, come viene giudicata dalla società questa eventuale esperienza? Non tutte le vacche sono grasse non tute sono magre. Vi son gente per bene, sposati in chiesa e praticanti il cui figlio di butta dalla finestra o quella ragazza che si impicca per un difetto al naso o perché non obbedisce al codice estetico ed altri che vivono tranquillamente la loro esistenza. Il professor Baiocco all’università di Roma fece una ricerca su 70 ragazzi omo ed etero e costatò che i risultati si equivalevano. Simili risultati si ebbero anche nella vicinia Germania dove anni fa venivano sterminati padri e figli arcobaleno. A Parigi altra ricerca su 50-50. Pochi risultavano vittime di un sentimento di colpa o di discriminazione. Tutto sta nella cultura del rispetto. Non basta appiccicare sulle tribune dello stadio o nei rioni di periferia o sull’avambraccio degli sportivi. Ci vuole un cambio di mentalità. A nulla servono quegli slogan di politici che schiamazzano sulle strade: “Dio ci ha creato per un papa ed una mamma” Se a questo punto dovessimo chiederci: ma Dio che preferisce? La ragazza madre o la madre lesbica? La risposta è che Dio non preferisce nessuno e che tutti ha in predilezione. Ma se dovessimo passare attraverso gli uomini, sono essi a garantirci che i genitori avranno cura di questo bambino. Che verrà amato nella permanenza e nel tempo nella gioia e nella sofferenza. In questo caso si avvera quanto Dio dice nel Cantino dei Cantico. Che i due amanti si amino con tutto il cuore, indipendentemente dalla loro gioventù o dalla vecchiaia. Che dio è il donatore della vita e della morte, che Dio è l’autore di quella vita e quel bambino.

Autore: Albino Michelin 07.03.2025
albin.michel@live.com

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