domenica 20 aprile 2025

SOLIDARIETÀ, UNA UTOPIA NECESSARIA

Parole che sembrano perdute nel discorso pubblico, e tra queste risulta una utopia. Solidarietà fra queste. Non più fatta di un discorso benevolente, ma delitto appunto di solidarietà quando il comportamento necessario sarebbe dell’amore verso la solidarietà. Era un cammino irregolare ad esempio quando venivano considerati illegittimi e si prevedevano addirittura penali allorché uno si presentava contro le istituzioni. Ma la ragione che consente a tutti di andare contro le ostilità è un principio non costituito dalla legge. Ma un contratto del principio di solidarietà che guida l’azione pubblica si presenta come criterio atto d’arbitrio come amputazione giuridica. Esso infatti compare a più riprese nel contratto di Lisbona. Potremmo quasi dire che nell’unione convivono ormai due costituzioni che incarnano un conflitto che dipende il futuro dell’Europa. La vicenda storica del conoscere molti momenti di difficoltà. Si esige una riflessione che venga il tempo della consapevolezza che incarni la solidarietà come può essere fondamentalmente legata ma che tuttavia permane un riferimento fortemente obbligato. È necessario appunto riprendere con determinazione il tema ed i principi. O questa è una pretesa anacronistica intrappolata nel sociale che diventa liquido o i principi appartengono al principio che fu delle grandi civiltà antiche. Non a caso la storia qualifica della solidarietà con principi come sociali che è stata nei tempi più recenti affiancata dal riferimento della solidarietà democratica. Un trasparente riferimento a quel che aveva detto nel 1916 alla costituente la Rosa Luxemburg, quando disse: “O socialità o barbarie “e si è confusa con solidarietà o barbarie. Vero è che i tragitti della solidarietà conoscono rifiuti e fortune. Dobbiamo concludere che è solo la difficoltà che stiamo vivendo, che è la virtù troppo difficile. Per quanto la solidarietà concernente i diritti ed i doveri vale la pena ricordare quello che avvenne a Parigi nel 1789 quando l’assemblea costituente si trova a discutere ed affiancare una dichiarazione dei doveri e la dichiarazione dei diritti. A proposito venne respinta contro 439, ma è rilevante il dato quantitativo quello diverso da contenuto. Sarà schema tipico di quella corrente, di quella italiana in particolare che si trovò senza motivi economici e quella riguardante l’iniziativa economica prima di quella privata. La riflessione diverrà più opportuna quando i diversi soggetti verranno più ripensati. Compaiono così doveri della rianimazione degli ostacoli di ordine economico e sociale. Vengono poi individuati come gratuiti agli indigenti ed in più è stato il servizio sanitarti ed sull’istituzione sanitaria in genere. Ci sono poi doveri direttamente riferiti alla persona individuale, come al dovere dei genitori all’istruzione dei figli, come la solidarietà per quanto riguarda le persone nella tutela generale della salute, per quanto riguarda il sistema pensionistico, tra i beni ambientali, tra le generazioni del passato e del futuro. Una solidarietà quasi intergenerazionale interregionale. Riservata sulla famiglia fondata sul matrimonio, con esclusione ai matrimoni di fatto, ci troviamo di fronte ad una solidarietà escludente. Quasi in contradizione con la solidarietà includente si fa una ricerca abissale. Cominciare forse con un accenno sui trapianti che provocano un argomento discusso. Si vuole evitare che da un atto di generosità corrompa il diritto alla riconoscenza, sia verso il colui che ne è il beneficiario ed anche alla comune parentela. La riflessione può ancora indicarci la giusta direzione e dare ragione del perché oggi sembrerebbe essere chiusa la parentesi con la solidarietà, che ritrova la sua forza autonoma una volta registrata l‘impossibilità di trovare il suo interlocutore nella logica del mercato? Quel che merita di essere messo evidenza è il modo con cui diversamente si congiungono spinte culturali e sociali molteplici. Maurizio Corona ha giustamente parlato di modelli di solidarietà mettendo l’accento sulle loro molteplicità e ricostruendo le diverse manifestazioni nella quale ci si esprimeva tra volere occupazionale e quello universalistico. Ma non si esaurisce qui la vicenda culturale della solidarietà, che si arricchisce variamente, diviene terreno di incontro di tradizioni diverse come la fratellanza cristiana e il pensiero socialista. Soprattutto ci distacca sempre più nettamente dalla matrice caritativa. Quando si fa solidarietà per gli oppressi che lottano per il loro cambiamento si sprigiona una forza che la trascina oltre la fraternita. Con quale ambito e quali direttive? Si pone così il limite alla individualizzazione e torniamo a prendere le funzioni giuridiche per costruire un articolato sistema di valori sociali. Proprio la differenza fra il consolidarsi del terzo settore e la presentazione del non profit impone un chiarimento sul modo in cui deve essere ricostruito il rapporta gratuità e solidarietà. L’enfasi così posta sulla solidarietà permette un carico di logica diversa di tipo assistenzialismo che non dovrebbero essere i più deboli a pagarne il prezzo.

Autore: Albino Michelin 07.04.2025
albin.michel@live.com

Nessun commento:

Posta un commento