lunedì 28 luglio 2025

SPORT E FEDE

Il giorno 6 aprile ogni anno si celebra la giornata dello sport internazionale e questa volta il 15 giugno si abbino l’evento organizzando in piazza S. Pietro l’anno giubilare. Il giorno precedente si era anche costruito il villaggio dello sport nella Piazza del Popolo per varie manifestazioni pubblicitarie onde sensibilizzare l’opinione pubblica. E venne celebrata-in quella domenica dal Papa una messa per gli sportivi dal punto di vista evangelico, culturale, sociale dedicato anche alla pace del mondo. In modo particolare si è inserita in questa manifestazione delle attualità religiose come la parità di genere, l’integrazione sociale. Ovviamente il sacro rito è stato seguito con la massima attenzione da sportivi e Federazioni di tutto il mondo. L’evento era collegato alla memoria delle olimpiadi iniziate nel 1896, in effetti proveniva molto da lontano. Da quando nella sua decima satira Giovenale (poeta romano 60-127 d.C.) aveva tentato di dimostrare la vanità dei valori e dei beni (vedi: come ricchezza, fama, onori) che gli uomini cercano con ogni mezzo di ottenere. Solo il sapiente si rende conto che tutto ciò è effimero e talvolta anche dannoso. Soltanto, secondo lui, la sanità dell’anima e la salute del corpo vanno prima di tutto ricercate. “Mens sana in corpore sano”. Essa dovrebbe essere la ricchezza per pregare la divinità che, sottolinea il poeta, sa di che cosa ha bisogno l’uomo. Nell’uso moderno si attribuisce la frase nel senso che per avere sana la mente bisogna anche trovare il corpo nell’unione psicofisica. Tale locazione è divenuta molto nota nelle diverse polisportive “Mens sana in corpore sano” di Siena, altre in Europa ed all’estero. E vi è una varietà scientifica di studi che avvalorano su ciò. Oggigiorno sono sorte diverse discipline che spiegano il perché dello sport, e perché esiste lo sport e la neuroscienza. Le quali tutte sostengono l’importanza del pensiero di Giovenale, dell’equilibrio fra il benessere fisico e mentale per raggiungere il proprio benessere generale. Per avere una buona mente è necessario spendersi anche per il proprio corpo e viceversa. Vale la pena preoccuparsi di migliorare le proprie prestazioni per raggiungere il proprio potenziale sia a livello agonistico che amatoriale. Si possono analizzare i valori dello sport che sono positivi in quanto qualità e specie: dall’altruismo alla prudenza, alla saggezza, alla speranza. E c è anche lo sport più esigente, tipo maratone presenti in vari paesi. Che sono potenti fattori di socialità promozionale attraverso lo sviluppo della personalità, l’altruismo e la consapevolezza, la tolleranza contro ogni deviazione. Basti pensare a quanti gesti di cameratismo avvengono quando qualcuno accelera il passo o si attarda per la stanchezza. E si arriva ad un altro sport in maggioranza fatto dalle federazioni calcistiche, di ciclismo, di rugby, di pallacanestro di altri ancora. A questo riguardo ci è una statistica dell’anno 2023 -2024. I giocatori stranieri della serie A italiana erano il 65%, mentre i giocatori italiani raggiungevano solo il 35 %. Ed identico era pressappoco anche la partecipazione degli altri stranieri nelle altre discipline. È la prima breccia che si apre per l’internazionalizzazione dello Sport. Lo sport è il primo anche se debole ingresso nel mondo di uguali. E’ una speranza di pace, dalla guerra alla competizione di valori. Certo qui vi è un lungo cammino da fare. Perché ad esempio non vi sono parità fra sesso maschile e femminile per quanto riguarda gli stipendi. Il patriarcato è duro a morire. Il problema più grave nasce quando si parla di stipendio degli star dell’atletismo. Sempre statistiche alla mano al vertice abbiamo con Ronaldo, calcio (275 milioni). Pugilato con 146 milioni (Fury,). Basket 136 milioni (Pesot), Golf 100 milioni (Rohn) Hamilton (automobilismo) 80 milioni ed altri milionari. Costoro possono a Dio piacendo finanziarsi multinazionali a beneficio dei poveri del mondo. Sta di fatto però che lo sport privato, o amatoriale, o ufficiale può essere uno stimolo a che la gente si affratelli sempre di più, ma un’occasione anche per uomini di ogni colore a sentire il Signore nella diversità dei popol e delle nazioni. E questo è anche un contributo per la pace.
 

Autore: Albino Michelin 01.07.2025
albin.michel@live.com

PER 75 ANNI DA ZURIGO ALLO STADIO MENTI

Forse questa potrebbe essere una delusione per l’imperdonabile promozione dalla serie B. Questa potrebbe essere la sottovalutazione di società nei confronti di oltre diecimila spettatori Questa potrebbe essere l’osservazione ad una citta che non riesce ad incanalare un po’ di aggregazione giovanile versa più spirabili auree. Niente di tutto questo, forse un po' di tutto questo. il sottoscritto Albino Michelin di professione missionario per gli italiani all’estero in Svizzera, classe 1932, sempre amante dei dieci chilometri al giorno, con tempo ventoso o piovoso, memore dell’antico adagio “mens sana in corpore sano” si permette di dire la sua esperienza. In principio vale a dire a 18 anni mi sono appassionato al calcio Vicenza, è nel giugno 1948 ho saltato il muro di cinta dello stadio per assistere al campionato di Vicenza-Livorno, vinto quattro a uno con una tripletta di Alfonso Santagiugliana. Ebbi da allora a conoscere stimati presidenti: il S Griggio, P Maltauro, D Giacometti, G. Farina, fino a PA Dalle Carbonare ed oltre. Ebbi la fortuna di conoscere altrettanti allenatori come A. Vicini, M, Campatelli, G.B Fabbri, R Ulivieri, F Guidolin. Ebbi la fortuna di apprezzare giocatori come quelli del museo storico: A Santagiugliana, S. Campana, L Vinicio, L Menti, GC. Salvi, P. Rossi, R, Baggio, M. Di Carlo e S. Schochw. Assistei a due grossi eventi: la seconda classificata LR dietro la Juve nel 1978. La vittoria della coppa Italia del 1987.contro il Napoli. La mia professione non è stata intaccata dalla mia passione. Partivo alla domenica dopo la messa delle ore 11.15 e coprivo 450 Vicenza km. Menti, talvolta con ritardo. Arrivavo a domicilio con 900 km nello stesso giorno. Circa 15 discese ogni annata. Il mio tempo libero non ne ha sofferto se è vero che ho potuto pubblicare nel tempo alcuni libri, duemila pagine in 20 fascicoli “Conoscere Sovizzo” ed un libro di teologia dal titolo “Interrogativi dell’esistenza umana”. Però il sano appetito viene mangiando. Trovai con il tempo che questo viaggio era troppo egocentrica e personalistica e non fosse totalmente a vantaggio sociale. Mi chiedevo come rendere possibile anche il fenomeno calcio attraverso altre attività periferiche socialmente utili. Così nel 1996 organizzai la prima marcia propiziatrice in favore della salute degli atleti. Mio aiutante era dal signor Torresan di Aargau, organizzatore degli stendardi. All’inizio del campionato si faceva una sfilata in campo, con circa una trentina di tifosi. Si trattava di una marcia l’incirca di trenta km-da S. Antonio di Padova, da Poleo, dalla Madonnetta di Lonigo sino a Monte Berico. Dal che momento che “motus in finem velocior” arrivava anche un’altra iniziata pure nel natale1996, chiamata appunto Natale biancorosso. L’organizzazione prevedeva un concerto natalizio, uno sport a misura d’uomo, con messa, alla fine cioccolata calda per tutti. E qui sarebbe da ricordare Roberto Fioretto direttore del coro ed alcuni collaboratori come: Marisa Terzo, Luigi ed Emmanuele Arena, M. Salamoni, Bruno Mietto, alcuni nel tempo defunti. Marce ed attività del buon Natale seguirono fino al 2020 causa il Covid, per ben 24 anni. Ma in futuro queste manifestazioni possono continuare. Questo articolo è stato scritto per l’ultima delusione endemica, l’ennesima mancata promozione. È vero che gli approcci decisivi sono stati sempre falliti. Anche per l’ambiente vicentino che sopravaluta questa squadra più del necessario. Sempre gasata e sempre un flop. O anche perché la società cosi è contenta di possedere una sua squadra Cenerentola in serie C.
 

Autore: Albino Michelin 23.06.2025
albin.michel@live.com

NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE

È questa un’espressione tolta dalla bibbia (Ecclesiastico 1.10) L’autore del IV secolo a. A.C lamenta della monotonia del tempo e che nulla cambia o potrà mai cambiare. È il periodo del tempo che si pensava ciclico ripetitivo mentre noi oggi si ha il tempo che “viene”. Comunque il tempo attuale, senza abusare di pessimismo, annovera una grande massa insoddisfatti, di depressi, di abusati sessuali che la società futura dovrà farsene carico. Facendo un discorso di anticipo, potrà un domani la nostra società-prevenire gli eventuali problemi che porteranno con sé l’Intelligenza artificiale. (IA)? A parte i vantaggi ecco quali potrebbero essere tali inconvenienti. Riduzione della domanda di lavoro. Il traporto, la costruzione, il commercio e l’attività alberghiera basata su compiti manuali e amministrativi figurano i più vulnerabili. I lavoratori saranno invitati ad adottare quelle iniziative per sviluppare mutazioni tecnologiche, per nuove conquiste e per la formazione continuata. Questo fenomeno rappresenta una sfida maggiore per il suo sistema evolutivo e i centri di formazione. Disuguaglianza e divisione del mercato di lavoro creando una società di lavoratori liberi e no. L ’utilizzo di questa intelligenza per sorvegliare le intenzioni criminali, terroriste che hanno origine nella prossimità dei servizi e possono lanciare cyberattacchi per contrastare atti di guerra. L’AI può essere interiorizzata per creare agenti virtuali per simulare e rimpiazzare le azioni umane. Essa potrebbe diventare incontrollabile, imprevedibile, ostile ponendo così una minaccia esistenziale per la specie. Passiamo alla gente eternamente infelice e complessata perché mai soddisfatta. L’insoddisfazione cronica è uno stato di malessere persistente e profondo che impedisce di godere appieno della vita. Chi ne soffre esperimenta una costante mancanza di soddisfazione sia personale che relativa al mondo esterno, spesso senza riuscire ad identificare le cause esatte. Questo stato può manifestarsi con demotivazione, noia, umore instabile e in casi più gravi può portare a conseguenze negative sulla salute mentale e fisica. Ci si riferisce a quelli che non sono mai contenti del proprio corpo e passano alla chirurgia estetica. Dei seni, delle labbra, del naso, del lato B, del massillaggio e non fanno altro che arrivare all’irrequietezza della vita. E qui non è il caso di riferirci ad una società di insoddisfatti cronici, al solito tipo di educazione permissiva. Come se non vi esistesse anche una logica dell’agire contro se stessi. Ci si sente sempre frustrati. Ma questa esperienza avviene dopo che si è rinnegato quel messaggio: che la persona non è nemmeno in grado di vedere chi la circonda e che cosa di positivo esiste nel suo percorso. Spesso l’insoddisfazione cronica tende ad entrare nella di vita e proprio per questo motivo non lascia spazio a nessun altro. I pensieri si focalizzano solo su questo problema e non se ne esce più. In parte la società odierna non contribuisce più se non alla insoddisfazione perché tende sempre a rimandare la persona al domani. Il fallimento dovrebbe lasciare il posto alla educazione interiore. Ma ci manca anche l’aspetto religioso, quello che a suo tempo era un fattore di stimolo per superare ogni esperienza balorda di vita. Per cui si sentono un po’ soli. L’ultimo aspetto è la violenza sessuale, un crimine che lascia il segno per tutta la vita, anche se l’abusatore è severamente punito dalla legge. Questo lascia nell’anima del paziente o della paziente una profonda ferita, e di notte provano infiniti incubi. Per completezza diciamo che esiste anche il complesso di Edipo un mito greco che si chiama attrazione morbosa del padre verso la minorenne o della madre verso il minorenne di sesso opposto. Qualche morboso rapporto oggi viene compiuto anche dagli ecclesiastici per i quali la legge è diventata sempre più intransigente. Pero è statisticamente dimostrato che tale crimine avviene soprattutto fra uomini e donne regolarmente sposati o celibi. Il minore, anzitutto per la sua età, rimane vittima per pudore o per vergogna, non parla, delle volte si chiude su se stesso, si vergogna perfino di portare alla memoria tale dramma, è incapace di soluzioni adeguate, di trovarsi un lavoro. Tipico depresso e traumatizzato. Qualche paziente viene sottoposto ad esorcismo, ma soprattutto se è donna lascia il posto oltre che alla vergogna anche all’offesa. Perché si dimostra che la colpa sarebbe sempre delle donne, in quanto sesso debole. Una cura si potrebbe incominciare con un famigliare di fiducia, attraverso le forze dell’ordine, e quindi verso la tutela di un consultorio famigliare. Una cura psicologica, e la psicologia ha un rapporto immediato con la religione, potrà riceverne diversi benefici. In definitiva è una società che dovrà fare i conti con gli insoddisfatti, con i complessati, con gli abusati e avrà sempre bisogno di terapie necessarie al suo benessere sociale.

Autore: Albino Michelin 16.06.2025
albin.michel@live.com

CIELI E TERRA TUTTA LODATE IL SIGNORE

La preghiera di un salmo: oggi abbiamo poco tempo per la solidarietà, per la gratitudine, la bellezza e tutto quello che ci sta attorno. Se ci fa il bel tempo, oppure se invece nevica o fa il temporale non cambia il mondo. Pochi ad esempio pensano alle sette meraviglie della nostra natura, alle meraviglie del nostro corpo, al movimento dei pianeti attorno al sole. Tre realità sulle quali varrebbe la pena soffermarsi fra le tante immense glorie che narrano magnificenza del Signore. Ma questo discorso noi facciamo con poca o nulla importanza. Diciamo subito che per sé non ha molta rilevanza credere in un Dio legislatore, quando tutto ne parla attraverso la sua creazione. Per esempio facciamo attenzione al cervello. Esso ha ottantasei milioni di neuri complessi programmati che mediante centomila trilioni di sinapsi avverte, difende e protegge il nostro essere qui attraverso l’informazione e l’emozione. Eppure questo cervello ha costruito le meraviglie del mondo antico che sono fra l’altro la piramide di Cheope fino al colosso di Rodi. Innumerevoli opere d’arte fino anche al tempo moderno. Novità che a noi sfuggono. Come ad esempio il nostro tallone d’Achille che può sopportare il peso di 150 kg. Come il cervello maschile più grande di circa 10 cm di quello femminile, ma quest’ultimo funziona meglio. Come Il nostro naso può riconoscere fino a mille miliardi di odori diversi. Come Il nostro corpo che ha da solo 100 mila di capillari sanguigni abbastanza per circumnavigare la terra due colte e mezzo. Tutte manifestazioni con cui Dio avrebbe dato l’intelligenza perché la si sfrutti per il bene dell’umanità. Una seconda esperienza è allorché noi ci si trova di fronte ad un corpo malato: tutto il corpo è mobilitato per la salute da difendere. In parole semplici, quando il corpo è malato tutto si mette a disposizione per riparare le perdite ed il danno subito. Tutto si convoglia là dove il corpo ha bisogno di salvezza. Cavalieri, guerrieri, fanteria anticorpi, tutti accorrono là dove il fisico viene minacciato. Anche se si tratti di una puntatura insignificante. Un vero esercito di difesa: tutto è collaborazione. Entriamo nel discorso dei pianeti: la collaborazione fra i pianeti ed il sistema solare. Non è una collaborazione umana, ma dinamica e interdipendente basata su forze naturali e meccaniche come la gravità. Nel 1801 si è progressivamente scoperto un migliaio di corpi di dimensione sub planetarie, orbitanti attorno al sole. Pianeti che fanno un grande ballo cosmico e danzano attorno al sole e per milioni di anni non uscirono dalla loro orbita. Una riflessione che forse non ci disturba: oggi possiamo trovarci di fronte ad un libero pensatore il quale non crede ad un Dio legislatore assoluto come nel caso della Bibbia dei cristiani, non crede al Dio pantocrate, giudice e meticoloso, pignolo e tanto meno al suo inferno. A costui non potremmo obbiettare “non è folle pensare che non esiste il nulla assoluto piuttosto che qualche cosa”, che vi sia qualcheduno che dirige, conservi, mantenga tutto questo universo? Questo mondo è frutto di collaborazione, tutto un legame che unisce i vari pezzi, vedi il cervello umano, vedi le meraviglie del creato, vedi l’organizzazione planetaria e solare? Che non si sia qualche cosa o qualcheduno che lo porti a destinazione? Il mondo non è caos, ma tutto è regolato come un orologiaio che pensa a tutti i dettagli e nessuno gli sfugge. Possibile che non ci sia nessuno o quel qualchecosa che regge tutto l’universo? È probabile che un essere superiore sia così perfetto da lasciare a noi l’incombenza di portare avanti quella parte di mondo che è in nostro potere è ma che abbiamo difficoltà a gestirlo? Non è necessario far capitolare nessuno. Il dubbio comunque è onesto e ci rimane.
 

Autore: Albino Michelin 10.06.2025
albin.michel@live.com

DALLO SCHIAFFO A GESÙ UNA PROPEDEUTICA AL PERDONO

 Gesù amava molto la natura. Si può dire che i messaggi più belli egli gli abbia comunicato all’aperto poiché era noto che parlava non tanto ai singoli, ma in un ambiente della comunità di quel tempo. Che predicava la dottrina senza particolari strutture o sinagoghe poiché era suo impegno spargere in un ambiente bucolico ed arcadico: ecco il discorso sulla montagna. Forse non era precisamente un luogo collinare ma piuttosto un luogo teologico, a significare che il suo discorso era molto elevato, apparteneva ai primi abc del suo messaggio. Si trattava del perdono che si dovrebbe avere con i nemici. Ora ecco il suo preciso discorso: “voi avete sentito dire occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico non contrastare il maligno. Ma se vi percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra” (Matteo 5,38-39). Ora si è Gesù trovato tre anni dopo al processo di Pilato, e ivi sorse un parapiglia fra le guardie del procuratore e uno gli diede uno scapaccione in faccia. Al che Gesù gli rispose con compostezza chiedendole una ragione alla guardia: “se ho parlato male dimostramelo, ma se ho parlato bene perché mi percuoti?”. Sta di fatto che Gesù non gli ha risposto porgendoli l’altra guancia. Qui è il principio di un litigio, di una scaramuccia che se può lo diventa una grande guerra, un grave offesa. Questo atteggiamento di Gesù è una battaglia di tutti i pacifisti e lo sapeva anche Tertulliano che sosteneva non essere lecito a cristiani fare il servizio militare perché avrebbero dovuto impugnare le armi. Dobbiamo ammettere che il proprio modo di porgere l’altra guancia ha fatto sorgere una serie di luoghi comuni sino al punto che il pregiudizio sullo stesso cristianesimo può essere accusato di religione dei deboli, dei perdenti, della passività, della rassegnazione e della sopportazione. Gesù non si scusò per avere detto la verità, ne accusò direttamente che era il colpevole. Ma egli chiede conto delle parole e delle azioni che gli fanno torto. È un appello alla responsabilità. Gesù tiene conto delle parole e delle azioni. Taglienti nei confronti del peccato ma senza ostilità nei confronti delle persone. È la forza della non violenza, della disarmante forza e lucidità de pensiero. Gesù non chiede a nessuno di essere lo zerbino della storia, ma di inventarsi qualche cosa, un gesto una parola, che possa disarmare e disarmarsi. Porgi vuol dire fai tu il primo passo. Si tratta di scegliere liberamente di non fare proliferare male attraverso il perdono che strappa dai circoli viziosi, strappa la catena della colpa e della vendetta, di risentimento e dell’odio. La sofferenza dello schiaffo non è la sofferenza esterna ma interna. Ma è quella interna che ti fa subire una squalifica ed un’umiliazione. Ora sarebbe il caso di fare collegamento con i nostri battibecchi, sino ai nostri risentimenti, sino alle nostre violenze, sino alle nostre guerre. Chi della guerra dice che un argomento troppo complesso e oggetto di dibattiti. Altri argomentano che la guerra è in un certo modo necessaria a ridefinire i confini, per proteggere gli interessi nazionali, per difendere i diritti umani. Altri l‘abborriscono del tutto, perché è sempre una sconfitta: che la pace è l’obbiettivo più importante. E che a questo scopo la diplomazia sarebbe di estrema importanza per risolvere una belligeranza, come d’altronde aveva fatto Gesù al processo di Pilato. Le maniere in cui si esprime le varie forme di aggressività sono molteplici in quanto si identificano con in vari momenti della vita umana, nella scuola, nelle polemiche che vedono schierati in campo avverso i partiti polititi. Forme di aggressività sono presenti nelle leggende e nelle favole dei bambini sin dalla primissima infanzia. Tensioni si possono trovare nel nostro rancore, nel più profondo del cuore, col il desiderio di distruttività o di fuga dal prossimo. In questo caso per noi la pace sarebbe molto lontana, quasi un’utopia.
 

Autore: Albino Michelin 01.06.2025
albin.michel@live.com

lunedì 2 giugno 2025

LA PAURA DELLO STRANIERO

Si dice che già nel bambino il più profondo sentimento sia quello dell’offesa, altri quello dell’attacco. Forse sono complementari. Ma certamente tanto ancestrali è l’affermare essere “la persona dello straniero” fondamentale nell’intimo dell‘essere umano. ll va e vieni dei barconi in avaria si allineano a quelli degli emigranti carichi di sdegno. Con programmi di tolleranza nazionale in televisione votati all’ostracismo. Sarebbe interessante conoscere i pregiudizi che ci stanno alla base. L’unico rimedio alla paura dello straniero è la cultura. La paura non è una scelta personale ma una risposta poco governabile e naturale. In genere i psicologi che se ne intendono la collocano tra le cinque primarie emozioni universali che fanno seguito alla felicità, la tristezza, l’ira e la repulsione. La si definisce come stato psicologico, fisiologico, e componente indotto negli animali e negli esseri umani da una minaccia che rende attuale e potenziale al proprio benessere ed alla propria sopravvivenza. Alla paura dinanzi al diverso l’animale risponde con una certa strategia variabile. La strategia passiva che arriva soltanto quando alla minaccia non si si può sottrarre. La scelta tra l’una e l’altra dipende dalla valutazione del momento. La paura degli umani non sembra molto dissimile. Verso i sei mesi il bambino comincia a distinguere le persone famigliari dagli estranei e reagisce in modo differenziato. Ai primi con simpatia agli altri con un certo esitazione. Un fatto a dimostrazione di ciò, già il bambino prova in istinto di difesa per il modo di inserimento tra fratelli nei confronti dei genitori. Se questi preferiscono l’uno dei fratelli nei confronti dell’altro creano delle ostilità. Una considerazione che proviene da Freud è che se la madre ha avuto problemi nella vita intrauterina può darsi che essa ne risenta o i genitori nel prosieguo nella adolescenza o nella vita matura. Si parla dell’influsso che la mente può avere nel fisico e quindi la paura che può causare nel cervello la paura dello straniero. Quanto potrebbe essere di vero in queste affermazioni? Si sa che alcuni mettono a repentaglio proprio vita, altri il battito cardiaco, altri la pressione, altri la sudorazione, altri la dilatazione delle pupille, altri l’affaticamento della regione del cervello agmidaIe. In verità questi non vengono considerati degli attacchi di terrore, perché ci riferiamo a fenomeni più benigni, ma più continui. Nelle società democratiche stanno scivolando lungo questa china diversa negli anni. E le immagini degli emigrati incatenati, recentemente dalle autorità americane, avallano questo salto di livello. Parole come deportazione, remigazione, pulizia etnica. D’onde nasce questo odio? La ricerca neuroscientifica dimostra che il cervello umano registra una alterazione fisiologica di fronte a volti percepiti come estraneo al proprio gruppo. Alle volte c’è dunque uno stimolo ancestrale che distingue il simile dal dissimile. Il problema è l’elaborazione culturale di questo stimolo che va sempre di più nella direzione del razzismo e della xenofobia. Esiste anche una mentalità chiamata xenofilia la quale consiste nell’amore e nella passione per i viaggi. Per esempio della seta fra veneziani e cinesi. L’ interesse per le culture diverse, il desiderio di esplorare nuovi orizzonti. Nella storia gli scambi commerciali rappresentano un esempio di integrazione fra culture diverse basate su reciproco scambio di bene e di conoscenze. Scambi commerciali in cui si intrecciavano le varie do ut de. Quindi l’assetto d’occupazione delle terre avevano tutt’altri scopi politici ed altre motivazioni. Pensiamo a quello tra Paride. Elia, Menelao, fatti per costruire le discendenze storiche. Questa la potremo chiamare xenofilia. Oggi si oltrepassano le frontiere e le si invadono per altro scopo: la fame, la guerra. Viene in mente qui l’abate Franzoni “la Terra è Dio” pubblicato il 19.6.73 un Dio parlava del giubileo. Nella intenzione di Dio era palese parlare attraverso il profeta Osea 770 anni prima di Cristo che proclamava avere la terra diritto al riposo per un anno allo scopo di restate incontaminata nella prossima stagione. Per questo dovevano essere lasciati liberi gli schiavi e ci sarebbe stato il paradiso per tutti. Ma oggi purtroppo si sono occupati agli stranieri, agli emigrati, ai rifugiati politici le terre del petrolio e dei giacimenti di materia prime, delle loro fabbisogno vitale. E la logica, il diritto è del più forte, Lampedusa e Messico possono attendere. Ci si appella al “Gott mit uns”, o la Patria della libera America, o Paese del progresso, o Dio Patria e famiglia. Per coerenza si lasci il nome di Dio, diversamente cadiamo nel Dio violente del Vecchio Testamento. Ognuno ha il diritto della propria incolumità ma salari da capolarato è uno sfruttamento per chiunque esso sia. Temiamo per la xenofobia perché essa una affermazione esagerata della propria superiorità culturale, una denuncia della propria, una fragilità piuttosto che una forza. Potremmo illuderci ma gli stranieri, gli emigrati, i rifugiati politici saranno sempre più un fatto consistente. Quindi la xenofobia non potrà che accrescere di dimensioni. Una questione senza tempi quella dell’immigrazione. Da sempre l’uomo si è spostato alla ricerca di una vita migliore. Una vita sicura da ribattezzare la sua “casa”. Lo straniero fa parte della comunista dei Noi. La pena rimetterci al passo o continueremo sempre ad aver paura dello straniero.

 
Autore: Albino Michelin 23.05.2025
albin.michel@live.com

PIETAS UMANA SULLA MORTE DI PAPA BERGOGLIO PAPARAZZI E COMPLOTTI

 Scherzi con i fanti e lascia stare i santi, cui aggiungiamo noi le salme sono le virtù dei trapassati. Deludente e quasi scandalistica è stata l’iniziativa di Fabrizio Corona ex paparazzo, esperto nelle cose di gossip, (da non con confondere la giornalista Berlinguer) destinato ai social ed all’opinione pubblica sulla morte e sepoltura di Papa Bergoglio. “Il Vaticano c’è l’ha tenuta nascosta.” Qui si tratta di una faccenda seria, seppure sbandierata ai quattro venti, sulla fine e l’occultamento di un sommo pontefice, ed è deviante. In questo caso c’è la carenza anche per quel senso di rispetto che a tutti conviene e che nessuno vuole che dopo la sua morte venga profanato. Diciamo che i complotti e le confabulerie si sono sempre state. E sempre per l’informazione agli accesi dibattiti fra i cardinali e gli addetti ai lavori di ipotizzare un papa secondo le loro aspirazioni. Basti pensare alla congiura dei Pazzi “1450 circa” quando venne ucciso un Medici e si optò per una persona di Girolamo Riario. O quando un secolo dopo venne preferito un Benedetto Accoldi, figlio illegittimo omonimo cardinale. E per venire verso di noi quando le bufere ed i conflitti vaticani venivano arrestati e sospesi per qualche tempo in vista dalle elezioni. Ma qui si trattava di una mancanza di pietas nei confronti di un Papa ammalato ma non da morir, si trattava di far morire una persona anzitempo. E nemmeno ci interessa qui il giudizio che si fanno sui diversi papi. Che per un cristiano i papi siano un Dio in terra, che per un laico si chieda quante divisione ha il Papa o che per un non credente il Papa sia un idolo cui vengano legati le mani affinché la gente gli baci i piedi. Che nel caso va fatto un discorso sulla storia dei papi. Il Papa che attualmente ha 87 anni, all’età di 21 anni è stato operato in un lobo polmonare ed è per quello che può essere soggetto a diverse crisi di bronchiti. Di fatto il Papa è stato ricoverato il 14 marzo all’ospedale Gemelli di Roma e si fece vedere in piazza S. Pietro per celebrare una messa a S. Marta il 6 di aprile. In fondo è la fede che il Papa vive ed è vivo. Si perché nelle ore del costante dubbio è la resa del complotto. Si passa più ore nel dibattito che nel dubbio. Si pretende che la morte di papa Francesco ci fa ripiombare a cinque anni fa, quando i negazionisti del covid sostenevano con convinzione che la pandemia fosse una strategia delle super potenze mondiali per controllare le masse, o peggio ancora un’invenzione per favorire gli affari milionari delle case farmaceutiche. L’abitudine di istillare il dubbio, a ritenere tutto o quasi, ad alimentare il sospetto per il puro gusto di sedersi dalla parte controversa della storia è la figlia dei media che sono totalmente in crisi soppiantati dall’anticonformismo più spinto e pericoloso. Non si crede più a niente e si finisce il credere a tutto. Il paradosso dei tempi moderni, per cui il Papa è morto ai Gemelli, e Moana Pozzi è ancora viva e si nasconde in qualche parte del mondo. Sacro e profano l’importante è dubitare. Dubitare sempre. Ed ecco qui la d’escalation a cui si abbandona Fabrizio Corona quasi a raccontare un suo mantra. Qualche giorno dopo che il Papa è stato ricoverato ecco il primo mantra “il Papa è morto ma il Vaticano lo vuole nascondere”. O dicono la verità o io mi dimetto. Dopo d’avere rilanciato il secondo mantra:” il Papa è vivo?” perché non parla? Il fatto è che il Papa si è riprodotto con l’intelligenza artificiale. Quindi è un sosia, un virtuale, un avatar. Quando il Vaticano avrà sistemato tutto comunicherà la morte. Lo ha detto il cinquantunenne amico del complotto. Il penultimo delirio è stato quando il Papa è comparso in piazza S. Pietro. Allora il terzo mantra. Se il Papa fra due mesi non dice la verità della sua figura papale io fra altrettanti mesi mi dimetterò. E qui per un po' di tempo si tacque il paparazzo. Una riflessione sulla pietà dei morti. Nella tradizione romana la pietas era la colonna portante del rapporto fra l’uomo ed i suoi simili e la dimensione divina. L’obbedienza che l’uomo dava al destino (che allora si chiamava il fato) riconoscendole come elemento più grande di lui erano le leggi che sfuggono per la loro intrinseca natura alla comprensione dei mortali. È che ciò nonostante bisogna rispettare. Poiché queste leggi hanno disciplinato in questa nostra dimensione dai primi uomini, sono state alla stella polare delle grandi civiltà che ci hanno tramandato gli elementi più nobili della nostra cultura e continueranno a condizionare quando non ci saremmo più. D’altronde non spetta all’uomo della tradizione degli esseri umani né condurre il popolo verso il sol dell’avvenire: deve vivere con pienezza il mondo che lo circonda, consapevole della presenza di un complesso di leggi che costituiscono la nostra esistenza. All’interno di queste leggi non scritte figura il rispetto dei morti. Sentimento che nasce dalla constatazione dell’inevitabile e dalla convinzione che, ferme, restando le legittime opinione che si debbono conservare nei confronti di quello che il defunto ho fatto in vita, egli sia passato oltre ed abbia compiuto il proprio destino. Il mito e la storia ci offrono una infinità di spunti al riguardo, testimonianze di rispetto verso la morte. Basti pensare ad Achille, che dopo avere fatto colpevolmente scempio del corpo di Ettore, pentito lo rende al re Priamo affinché venga sepolto con tutti li onori. O a Marco Aurelio che sui campi di Filippi copre il corpo di Bruto con la toga di porpora segno di rispetto. La morte impone gravitas, quel valore intraducibile nella nostra lingua che potremmo definire la sintesi della nostra dignità, serietà ed autocontrollo. Alcuni fra i cattolici infuriati ed anche fra i non credenti non perdonano che il proprio Papa venga così calunniato di vilipendi. Come in tanti casi di querele in cui ha superato il Rubicone e ha pagato le sue parcelle. Ma il papa buon uomo e “misericordioso” usa le parole di Striscia la Notizia.” Fabrizio, vamme a saluta’ tu sorella”.

Autore: Albino Michelin 16.05.2025
albin.michel@live.com