Si dice che già nel bambino il più profondo sentimento sia quello dell’offesa, altri quello dell’attacco. Forse sono complementari. Ma certamente tanto ancestrali è l’affermare essere “la persona dello straniero” fondamentale nell’intimo dell‘essere umano. ll va e vieni dei barconi in avaria si allineano a quelli degli emigranti carichi di sdegno. Con programmi di tolleranza nazionale in televisione votati all’ostracismo. Sarebbe interessante conoscere i pregiudizi che ci stanno alla base. L’unico rimedio alla paura dello straniero è la cultura. La paura non è una scelta personale ma una risposta poco governabile e naturale. In genere i psicologi che se ne intendono la collocano tra le cinque primarie emozioni universali che fanno seguito alla felicità, la tristezza, l’ira e la repulsione. La si definisce come stato psicologico, fisiologico, e componente indotto negli animali e negli esseri umani da una minaccia che rende attuale e potenziale al proprio benessere ed alla propria sopravvivenza. Alla paura dinanzi al diverso l’animale risponde con una certa strategia variabile. La strategia passiva che arriva soltanto quando alla minaccia non si si può sottrarre. La scelta tra l’una e l’altra dipende dalla valutazione del momento. La paura degli umani non sembra molto dissimile. Verso i sei mesi il bambino comincia a distinguere le persone famigliari dagli estranei e reagisce in modo differenziato. Ai primi con simpatia agli altri con un certo esitazione. Un fatto a dimostrazione di ciò, già il bambino prova in istinto di difesa per il modo di inserimento tra fratelli nei confronti dei genitori. Se questi preferiscono l’uno dei fratelli nei confronti dell’altro creano delle ostilità. Una considerazione che proviene da Freud è che se la madre ha avuto problemi nella vita intrauterina può darsi che essa ne risenta o i genitori nel prosieguo nella adolescenza o nella vita matura. Si parla dell’influsso che la mente può avere nel fisico e quindi la paura che può causare nel cervello la paura dello straniero. Quanto potrebbe essere di vero in queste affermazioni? Si sa che alcuni mettono a repentaglio proprio vita, altri il battito cardiaco, altri la pressione, altri la sudorazione, altri la dilatazione delle pupille, altri l’affaticamento della regione del cervello agmidaIe. In verità questi non vengono considerati degli attacchi di terrore, perché ci riferiamo a fenomeni più benigni, ma più continui. Nelle società democratiche stanno scivolando lungo questa china diversa negli anni. E le immagini degli emigrati incatenati, recentemente dalle autorità americane, avallano questo salto di livello. Parole come deportazione, remigazione, pulizia etnica. D’onde nasce questo odio? La ricerca neuroscientifica dimostra che il cervello umano registra una alterazione fisiologica di fronte a volti percepiti come estraneo al proprio gruppo. Alle volte c’è dunque uno stimolo ancestrale che distingue il simile dal dissimile. Il problema è l’elaborazione culturale di questo stimolo che va sempre di più nella direzione del razzismo e della xenofobia. Esiste anche una mentalità chiamata xenofilia la quale consiste nell’amore e nella passione per i viaggi. Per esempio della seta fra veneziani e cinesi. L’ interesse per le culture diverse, il desiderio di esplorare nuovi orizzonti. Nella storia gli scambi commerciali rappresentano un esempio di integrazione fra culture diverse basate su reciproco scambio di bene e di conoscenze. Scambi commerciali in cui si intrecciavano le varie do ut de. Quindi l’assetto d’occupazione delle terre avevano tutt’altri scopi politici ed altre motivazioni. Pensiamo a quello tra Paride. Elia, Menelao, fatti per costruire le discendenze storiche. Questa la potremo chiamare xenofilia. Oggi si oltrepassano le frontiere e le si invadono per altro scopo: la fame, la guerra. Viene in mente qui l’abate Franzoni “la Terra è Dio” pubblicato il 19.6.73 un Dio parlava del giubileo. Nella intenzione di Dio era palese parlare attraverso il profeta Osea 770 anni prima di Cristo che proclamava avere la terra diritto al riposo per un anno allo scopo di restate incontaminata nella prossima stagione. Per questo dovevano essere lasciati liberi gli schiavi e ci sarebbe stato il paradiso per tutti. Ma oggi purtroppo si sono occupati agli stranieri, agli emigrati, ai rifugiati politici le terre del petrolio e dei giacimenti di materia prime, delle loro fabbisogno vitale. E la logica, il diritto è del più forte, Lampedusa e Messico possono attendere. Ci si appella al “Gott mit uns”, o la Patria della libera America, o Paese del progresso, o Dio Patria e famiglia. Per coerenza si lasci il nome di Dio, diversamente cadiamo nel Dio violente del Vecchio Testamento. Ognuno ha il diritto della propria incolumità ma salari da capolarato è uno sfruttamento per chiunque esso sia. Temiamo per la xenofobia perché essa una affermazione esagerata della propria superiorità culturale, una denuncia della propria, una fragilità piuttosto che una forza. Potremmo illuderci ma gli stranieri, gli emigrati, i rifugiati politici saranno sempre più un fatto consistente. Quindi la xenofobia non potrà che accrescere di dimensioni. Una questione senza tempi quella dell’immigrazione. Da sempre l’uomo si è spostato alla ricerca di una vita migliore. Una vita sicura da ribattezzare la sua “casa”. Lo straniero fa parte della comunista dei Noi. La pena rimetterci al passo o continueremo sempre ad aver paura dello straniero.
Autore: Albino Michelin 23.05.2025
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