Ma
giù le mani dalla Missione Cattolica Italiana. Manifestazione organizzata dal
Gruppo Giovani del Comitato Tricolore per l'Italia che ha da restare una,
indivisa, indivisibile, indissolubile. In pratica si tratta di dare una
risposta massiccia alla volontà o velleità secessionista di Bossi. Nulla da
eccepire, anzi da elogiare tutti quei gruppi di emigrazione che cercano di
impegnarsi nel sociale e nel politico. Quello però che meraviglia e stride in
tutta questa vicenda è che la manifestazione venga organizzata nei locali della
Missione Cattolica Italiana. Onestà vuole che si chiamino le cose con il loro
nome: questa è una iniziativa chiaramente politica, di un partito contro altri,
la Missione invece è l'incontro della comunità dei credenti, indipendentemente
dal partito di appartenenza. La Missione come qualunque parrocchia dovrebbe
evitare ogni ambiguità in questo settore. Si specifica: "in questo
settore". Ancora nel lontano 13.11.1985 nella stampa di emigrazione vi
furono reclamazioni contro un'altra iniziativa del genere, allorché i dirigenti
della ex DC in Svizzera invitarono laici, preti e suore ad un'assemblea,
ovviamente nei locali della Missione di Berna. Le vicende del '93 (la DC franò
impietosamente sotto i colpi di tangentopoli) dettero ragione, ma nell'85 gli
autori di simili articoli arrischiarono il posto e la pagnotta. Sono cambiati
nel frattempo dirigenti e suonatori, ma la musica non cambia come i fatti
attuali stanno a dimostrare. Ciò non fa certamente onore al Gruppo Giovani del Tricolore,
perché tenta di consolidare i suoi successi con l'aiuto della sagrestia e
all'ombra del campanile. Qualcosa in merito dopo tanti anni di emigrazione lo
si dovrebbe imparare dalle chiese svizzere. Nessuna e per nessun motivo concede
locali ai partiti politici, nemmeno a quello democristiano. La Chiesa italiana
e noi ne siamo figli, ha sempre avuto la tentazione dell'ingerenza e di ogni
matrimonio politico. Sappiamo che non ogni rabbuffo, lamento o sospiro del papa
è dogma di fede: potrebbe anche essere intervento opinabile e sottoposto a
discussione. In effetti, molti hanno considerato ingerenza politica alcuni
interventi papali dell'ultimo periodo. Come quello del '94 (preghiera per
l'Italia), del '95 (l'Italia superi il particolarismo), quello del '96 a Como
(per il bene comune della nazione), quello del '97 (appello accorato alla Conferenza
dei Vescovi italiani:" mi preoccupa l'unità d'Italia"). Se tali
preghiere e raccomandazioni fossero state fatte nel 1870 da Papa Pio IX al
posto della scomunica (non expedit) contro chi collaborava all'Unità d'Italia
con il voto politico, tutti l'avrebbero considerato grido profetico. Farlo ora,
in risposta a determinati partiti, in precise circostanze, da molti potrebbe
venir considerata ingerenza politica: cioè è questione anche di opportunità ed
opportunismo. L'Unità d'Italia ogni Missione Cattolica Italiana dovrebbe
esprimerla in altri modi: come sede testimonianza di liturgia, di
evangelizzazione di formazione delle famiglie e dei giovani. Come egregiamente nel
caso sta facendo la stessa missione di Berna con il Centro familiare. Ma lasci
perdere il resto, non vada ad impantanarsi con gli onorevoli e le parate
politiche. Ne guadagnerà in trasparenza. Come ne guadagnerà in sana laicità ed
autonomia il Gruppo Giovani Tricolore. In quanto all'on. Bossi tutti lo
riconoscono un rozzo, un ignorante,
un cavernicolo . Al di là dei
modi anche un po' di sostanza però: cioè ha avuto il merito di far saltare
partiti e partitocrazia consolidati nella loro pluridecennale corruzione.
"Non la secessione, alla quale forse nemmeno lui crede, ma il malgoverno
del passato e l'attuale Governo del "ni", il vero pericolo
dell'Italia.” Bossi lo si combatte con le riforme, non solo con le manifestazioni
di piazza. Prima fra tutte una robusta autonomia regionale come quella
esistente in tanti Stati occidentali. Parola di Montanelli, che l'antileghismo
ce l'ha nel sangue. Tutti quindi a Berna il 23 novembre prossimo per l'Unità d'Italia.
Meglio al Kursaal o alla Piazza Federale, ma giù le mani dalla Missione
Cattolica Italiana.
Autore:
Albino
Michelin
12.11.1997
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