lunedì 2 giugno 2025

IL DIO TRIBALE DI TRUMP

Abbiamo il primo papa nord american e il presidente Ronald Trump attribuisce all’intervento divino il provvidenziale evento della sua mancata uccisione. Accadde nell’attentato che lo fece prendere di mira in Pennsylvania il 14 luglio dell’anno scorso 2014. Questa è un’auto investitura della Provvidenza da parte di Trump che si si sente predestinato a grandi imprese salvifiche, che per noi italiani non è una novità. E’ importante riflettere su questa impresa perché questo rappresenta uno dei massimi poteri di tirare in ballo la religione dotarsi di una investitura sovrumana erigendosi a difensori nello stesso tempo (della) loro religione e dei suoi intangibili valori. (Vedi la donna-madre-cristiana-per Giorgia Meloni.) Anche se siamo nel 2050, non è solo Trump ad usare il sacro per fini di potere. La commistione tra religione e potere tre secoli abbondanti dopo la nascita dell’illuminismo e ancora tremendamente diffusa e parecchio nel mondo. Guardiamo Trump ed al suo orgoglio che ai vanta di essere scampato per l’autorità voluta da Dio. A essere precisi, dietro il dio protestante dei padri Pellegrini, colonia fondatrice nel 1600 degli Usa, dobbiamo riconoscere l’ombra del dio dei massoni, veri artefici della statualità americana. In un modo o nell’atro e sempre in nome e per conto di Dio che anche in America il potere politico celebra sé stesso: per non dire del potere del dollaro, l’arma micidiale di dominio guaio universale dell’economia planetaria. C’è scritto nel dollaro americano che in Dio è la nostra consolazione. Un Dio cinico, un feroce, o soltanto un cinico, ma che non ha avuto la gentilezza di salvare 20.000 bambini in quel di Gaza dalle le bombe di Israele. Possiamo definirlo il Dio di Trump, il Dio tribale usato per proteggere solo famiglia. Entra in conclave Probst futuro, ci si accorge di un plebiscito nei confronti degli americani. Ma c’è il blocco degli africani, c’è il blocco degli asiatici, e c’è il blocco dei cinesi che attendono l’evangelizzazione religiosa. Con costoro si può soprassedere. Per l’America il bisogno di ridare un’anima. Ecco i dati anagrafici di Probst: nato nel 1957 a Chicago (Usa), nonno di Settimo Rottfreno (To), nonna spagnola, parla diverse lingue, nato da sana famiglia, entra nel seminario degli agostiniani, laureato in matematica, fisica, diritto, per 20 anni missionario in Peru, Cardinale nel dicastero della scelta dei vescovi, polietnico, poli culturale, cosmopolita In effetti nell’introduzione all’enciclica del-15-5-1891 sotto scritta dal predecessore Leone XIII si legge” I portentosi progressi dell’industria l’essersi in poche mani accumulata la ricchezza e largamente estesa la povertà, oltre ai peggiori costumi, hanno fatto scoppiare il conflitto”. È un messaggio particolarmente forte ed innovativo. l’America di Trump, della falsa modernità. America dei muri, deportati con catene. l’America della riduzione dei diritti civili e poi c’è l’America di quei cardinali che si sono battuti per i diritti, per allargare lo sguardo, per costruire ponti. E l’altra America non il presenzialismo di Trump. Il primo pontefice americano che si permette di salutare il progetto egemonico di questa oligarchia americana. Sabotare, meglio annullare con rispettosa passione, è in questo caso la migliore risposta all’America. E per questo vi sono messaggi in un mondo che muore di fame, per un mondo sfigurato dalle guerre, con alle porte emigrati e rifugiati politici in particolare dei messicani. L’America che esercita il suo diritto della forza più che la forza del diritto. L’America caput mundi. In questi ultimi decenni fece fortuna l’espressione del Vangelo “date a Dio quello è di Dio”, e si intendeva di non fare politica né quella sfacciata né quella subdola, ma di stare ben lontani dalle cose della terra. Oggi si è capovolto tutto con il “date a cesare quello che è di cesare “A leggere il Dio dei nostri Padri si analizza l’inedito ruolo della religione dell’amministrazione Trump, tra uffici della fede, preghiere collettive e teologia della prosperità: politica ridotta a strumento della religione Per rimanere solo a casa nostra. America e Italia non sono secondi a nessuno. Il discorso è sempre il solito. Chi è nell’abbondanza ha da condividere con chi si trova in stato di bisogno. Questa è morale naturale, morale civile, morale umana, morale del cittadino del modo

Autore: Albino Michelin 09.05.2025
albin.michel@live.com

IL CORPO GRAMMATICA DI DIO

Noi siamo un corpo, nasciamo con il nostro corpo, dal corpo di nostra madre e prima ancora dell’amore di due corpi. È attraverso il corpo che impariamo a realizzare l’altro per raggiungerlo con un sorriso, con un abbraccio, per accettarlo, o per accoglierlo o respingerlo. La vita biologica come quella razionale nasce dall’incontro di due corpi. Viviamo con il nostro corpo e attraverso il nostro corpo. Il senso di questa mistica rimanda alla relazione con colui che si è incarnato Gesù di Nazareth e ha vissuto con pienezza nella corporeità umana. Tuttavia sebbene questa mistica sia vicino, in qualche modo continua ad essere ancora sconosciuto. Ci si chiede allora se il corpo umano possa essere la via di accesso che con noi comunica e noi con Dio. È il cristianesimo ad avere sollevato tale questione del rapporto con Dio, dal momento che si è fatto carne. In questo senso Ireneo e Tertulliano nei primi secoli della chiesa si sono opposti allo gnosticismo che considerava il corpo e la materia (la ciccia) cose cattive e spregevoli. E si sono allontanati dalla teoria di Platone nella quale si professava un dualismo fra due mondi: da una parte quella del corpo e dall’altra quella dello spirito. Oggi si ritiene che il corpo e anima sono energia unitaria, e non distinzione di corpo e anima. Capita infatti che alcuni concetti siano capaci nella storia e cultura di resistere per secoli e millenni, improntando il modo di pensare di molte generazioni: alcuni paradigmi di pensiero insomma viaggiano nel tempo senza essere mai messi veramente in discussione. Diventano assiomi indiscussi del linguaggio e dell’immaginario collettivi, obbligano intere comunità a pensare in quel certo modo, a vedere l’esistenza attraverso quelle lenti. E possono essere lenti che deformano, offuscano, ingannano la nostra visione. Eppure queste sono ancora oggi le lenti che spesso condizionano la nostra visione del mondo quando usiamo parole ed immagini legati alle questioni religiose. Viene qui in aiuto aiuto il vangelo di Giovanni all’inizio quando dice in stile greco ellenistico che il Logos si è fatto carne. Il termine dice l’aspetto materiale più concreto e fisico dell’essere umano. Indica una reale sua sensibilità, la sua fragilità, la sua gentilezza e sofferenza. Ciò significa che nella situazione diversa della storia personale di ciascuno, attraverso alcune attenzioni di fondo, e l’ascolto intellettuale, Dio è capace di assumere la carne umana. Come l’uomo di assumere quella di Dio. Nella generazione fino alla morte e nella rigenerazione dopo la morte. Anche Paolo di Tarso dice: Cristo ha avuto una carne vera e non apparente mediante la quale egli è entrato nella nostra umanità. Egli dirà pure: “non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo. Voi non appartenete più a voi stessi. Glorificate Dio nei vostri cuori.” Essere vissuti per secoli e secoli immersi in un continua dualismo e separazione carne/spirito, anima/corpo, divino/umano ci ha fatto perdere il contatto con la nostra natura più profonda. In parole semplici Gesù non è un santone, un ciarlatano, un imbonitore in cerca del proprio successo personale. Egli annuncia invece che il regno di Dio è in mezzo a voi. Invia l’uomo e la donna malati, incerti, affaticati, disperati a percepire la presenza di una novità radicale di salvezza, e una nuova energia vitale scaturisce nelle persone mentre queste aderiscono al suo invito a fare spazio dentro di sé. Dio per l’uomo sarebbe disincarnato o separato che sta da un’altra parte e lo si raggiunge con la mente, l’idea, Il pensiero. Sembra paradossale, ma la fede in un Dio incarnato avrebbe partorito un Dio disincarnato. E per poter far esperienza sarebbe necessario rifuggire dai sensi, magari consumandosi nel tentativo di trasformarsi in angelo. I nostri cinque sensi sono la nostra fonte di conoscenza, son finestre aperte sul mondo che può così fare irruzione in noi del divino e verso il quale ci permettono di esprimere la nostra interiorità. E poi giunge la scienza a dirci che in realtà tutto è energia e la materia come la intendiamo noi non esiste. Che cosa si perde quando si subordina il corpo all’anima, lo spirituale al materiale? Si perde di fatto la fede biblica. Nell’antropologia biblica la creatura può vivere solo nella piena unità tra corpo e l‘anima. Si pensi solo ai termini con cui si allude all’unità tra il corpo e l’anima. Si pensi solo ai termini a quelli che communente chiamiamo anima con rimando al corpo, alla gola, alla voce, al respiro. Dio ci salva prima di tutto i nostri corpi, tocca. Li tocca, ascolta, chiama, guarisce. Salvezza e salute hanno una radice in comune. Anche la salvezza ultima attesa con la resurrezione che non ha nulla a che vedere con la con l’immortalità dell’anima e la distruzione dei corpi. Se siamo energia siamo salvati come corpo e come spirito, Pure qui uno sguardo mistico e non dualistico sulla nostra esistenza. Ci può entrare qui anche un discorso sulla sessualità con il corpo di Cristo. La sessualità è spesso pensata come conseguenza del peccato d’origine. Invece è una creatura benedetta da Dio, una cosa bella, per strappare l’uomo: dalla solitudine, “non è bene che l’uomo resti da solo”. La sessualità à il dono che supera questo male. Senza la sessualità non c’è relazione reciproca non c’è esperienza umana. Bisogna procedere al definitivo congedo dal pensare che l’esperienza sessuale possa sottrarre qualcosa a Dio. La Bibbia è esperienza di corpi sessuati. Infatti in essa esiste una parola” toledot” che tradotto in italiano significa “Storie partorite” o delle partorienti. La grammatica di Dio nell’uomo significa anche la grammatica dell’uomo in Dio.
 
Autore: Albino Michelin 30.04.2025
albin.michel@live.com

FRATELLO SOLE SORELLA LUNA

È morto un Papa e ovviamente se ne fa un altro. Al di la di quello che sarà il futuro successore importa vedere di quale messaggio è stato portatore. Fra queste senz’altro anche quello dell’ecologia. Questo papa ha appreso ed interiorizzato il grido che viene dalla terra, dal suolo, dall’agricoltura, dall’acqua e dall’ambiente che sembrava lontano dal nostro vestito, che invece fa addirittura parte della nostra vita. Il linguaggio della terra è il primo che ci concerne perché noi siamo fatti da elementi chimici, acqua, di sole. Perché Dio Padre o l’essenza che ci ha originati ha messo come avamposto la morale della terra. Non c’è bisogno di un profeta e di una morale eteronoma, ma morale autonoma che ci viene dettata da una legge nei nostri cromosomi. Una legge morale naturale per cui non c’è obbligo di nessun che ci comandi: come non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, o trattare il coniuge come oggetto di possesso anziché relazione. Ma una morale abitativa senza che nessun Dio che ci costringa o ci castiga. Bergoglio ha sentito subito il richiamo della casa comune, dell’ambiente e l’ha professato. Per dare a ciascuno la sua paternità fu Ernesto Haechel, fondatore o meglio fautore della ecologia che nel 1866 si interesso dell’ambiente, e più precisamente di tutta la scala della vita, dal momento che anche i batteri fanno l’ecologia e relativo contra colpo a beneficio della vita umana. Con questa introduzione va reso ad uno che si è prodigato in primis ad una difesa dell’ambiente, del suolo, della terra, dell’acqua non ostante i molti interessi di parte: Papa Franceso. Per completezza passiamo dal territorio italiano a quello mondiale e viceversa La terra è il nostro hardware, sito concreto, bacino di utenza. Sotto i nostri piedi palpita un corpo vivo. Un ettaro del suolo contiene 15 tonnellate di organismi, pari ad un chilo e mezzo di vita e al metro quadrato. Avvengono nel mondo cose che fanno del suolo il sistema senza dubbio il più complesso della terra. Qualcosa che ci sostiene, che ci nutre, che ci fa respirare. Un numero impressionante si traduce in una cifra che ha dell’interdetto. Ma dal 2013 al 2015 sono andati persi 250 Km quadrati di territorio al ritmo di 4 metri al secondo. Dal 1971 al 2010 quasi 5 milioni di ettari di superfice agricola utilizzata è andata ugualmente perduta. Una grande area insieme come la Lombardia, Liguria e ’Emilia è stata dissestata da un disastro idrogeologico per opera di capannoni, supermercati e aree di cemento. La terra svolge molte mansioni e non è sostituibile da nessun altro supporto. È l’ambiente su cui girano molti sistemi operativi e senza di essa molte delle nostre attività cesserebbero all’istante. Parliamo della funzione più produttiva del suolo agricolo: la funzione produttiva primaria, la produzione di biomasse vegetali, la produzione del cibo per gli esseri viventi. Nel 1991 avevamo un’autonomia alimentare, pari al 92 per cento, in vent’anni l’abbiamo vista continuamente scendere. Inoltre l’Italia è il terzo paese in Europa, il quinto nel mondo nella classifica del deficit del suolo. Oggi non disponiamo di meno 13 milioni di ettari, pertanto ce ne mancano 49 milioni per coprire il fabbisogno. La popolazione del modo è in costante aumento. Le stime del 2050 arrivano a quasi nove miliardi di abitanti. Numeri che mettono in difficoltà per sfamare tutti i propri governati. Riguardo all’Italia dobbiamo aggiungere un indicatore di tipo qualitativo strettamente connesso con il cibo: le terre italiane sono le più fertili del pianeta ed il loro prodotto potrebbe essere di qualità eccezionale. Quindi le esperienze del suolo ne potrebbero guadagnare. Il radicchio rosso di Treviso ha bisogno della terra, della chimica, del clima e delle proposte del suolo che si trovano in quello viciniore. Il formaggio Parmigiano Reggiano che avrebbe avuto bisogno di una irrigazione appropriata si vede disseminata da raccordi stradali, dai soliti baracconi. L’importanza della biodiversità: ricchezza sulla terra. Milioni di piante, di animali, di micro organismi, geni che fanno l’ecosistema. Lo scozzese Alexander Fleming (1881-1955) nel 1928 notò da un batuffolo di muffa inibiva la crescita batterica di cultura contaminata. È fu l’avvento della penicillina. La muffa è biodiversità. È la biodiversità ha salvato milioni di vite umane. Extrativismo, alto appellativo riferito alla terra. E’ un neologismo che ci viene dall’America Latina, dove facilmente alligna e in cui Bergoglio è di casa, là dove il fenomeno ha raggiunto forme estreme. Il grosso errore è di considerare l’extra attivismo un tipo di società affine al capitalismo. L’economia estrattiva è un’economia di devastazioni ambientali, una conquista, un furto, una rapina del capitalismo nella sua fase più avanzata. Significa quindi capitalismo con molte cose: estrazione di ricchezze naturali dal sottosuolo, materiale con relativo esaurimento della fertilità del suolo, monoculture iniziative senza riposo di terra, deforestificazione per produrre cellulosa. Il marmo di Carrara in Italia celebrato per i suoi calcari si palesa fatale nelle industrie che per cinque milioni di tonnellate vengono estratte ogni anno. Nella Pianura di Lucca per le industrie cartarie il numero dei tumori polmonari cresce perché la falda acquifera si deteriora sempre di più. La chimica italiana ha lasciato in cimitero di morti, avvelenati negli anni del boom. Senza terra non ci sarebbe né coltivazione né cibo. Abbiamo bisogno di tenere e di coltivare luoghi vivibili. La cementificazione ha eroso aree di pianura che rappresentano il 25 per cento dell’intera superfice del nostro paese, un quarto esatto, pensare che un pezzo di cemento impiega migliaia di anni per tornare suolo fertile. Lungo sarebbe discorso sulla estrazione del petrolio e carburanti e che diverse guerre hanno causato. Lodato si mio signore per sorella nostra acqua. L’accesso all’acqua ed alla terra è legato in modo preponderante alla qualità della vita. Oggi 200 milioni di ettari di terra sono soggetti a processi di accaparramento che rappresentano diritti della maggioranza di agricoltori, degli abitanti dell’insediamento urbani e rurali, dei pastori e dei nomadi spogliati delle terre e sussistenza per intimidazioni e torture. L’OCSE nel 2030 prevede che due terzi che l’umanità vivrà in grande centro urbani e in particolare per quanto riguarda la distribuzione dei servizi sarà un problema destinato a crescere e costituirà un fenomeno senza precedenti. La tragedia dell’accorpamento dell’acqua non colpisce solo le regioni più povere e vulnerabili del pianeta, ma anche le regioni più industriali. Pure nel sud Italia si è trattato nel 2017 nel convegno di Avellino la stessa carenza idrica. Nei prossimi 15 anni non si è assunti a livello di Nazioni Unite nessun impegno per garantire il diritto all’acqua. Anche con Papa Bergoglio si è avviato un movimento popolare a Roma accompagnato da proposte con il diritto alla terra, al lavoro, alla casa. Erano alcuni messaggi dall’ecologia all’ambiente che questo Papa ha tentato di sollevare. Più un atto di riconoscimento che un atto di omaggio. Ecco altri messaggi cui egli non è riuscito e restano fra i più importanti: la misericordia di Dio, la fame nel mondo, contro la guerra, per i rifugiati, per gli emigranti, per i carcerati. Un santo per i credenti e per i cristiani? Ma i santi piuttosto che pregarli vanno imitati. Un grande uomo dalla sensibilità umana? Ognuno può completare di Papa Francesco rimasta incompiuta.
 
Autore: Albino Michelin 22.04.2025
albin.michel@live.com  

domenica 20 aprile 2025

SOLIDARIETÀ, UNA UTOPIA NECESSARIA

Parole che sembrano perdute nel discorso pubblico, e tra queste risulta una utopia. Solidarietà fra queste. Non più fatta di un discorso benevolente, ma delitto appunto di solidarietà quando il comportamento necessario sarebbe dell’amore verso la solidarietà. Era un cammino irregolare ad esempio quando venivano considerati illegittimi e si prevedevano addirittura penali allorché uno si presentava contro le istituzioni. Ma la ragione che consente a tutti di andare contro le ostilità è un principio non costituito dalla legge. Ma un contratto del principio di solidarietà che guida l’azione pubblica si presenta come criterio atto d’arbitrio come amputazione giuridica. Esso infatti compare a più riprese nel contratto di Lisbona. Potremmo quasi dire che nell’unione convivono ormai due costituzioni che incarnano un conflitto che dipende il futuro dell’Europa. La vicenda storica del conoscere molti momenti di difficoltà. Si esige una riflessione che venga il tempo della consapevolezza che incarni la solidarietà come può essere fondamentalmente legata ma che tuttavia permane un riferimento fortemente obbligato. È necessario appunto riprendere con determinazione il tema ed i principi. O questa è una pretesa anacronistica intrappolata nel sociale che diventa liquido o i principi appartengono al principio che fu delle grandi civiltà antiche. Non a caso la storia qualifica della solidarietà con principi come sociali che è stata nei tempi più recenti affiancata dal riferimento della solidarietà democratica. Un trasparente riferimento a quel che aveva detto nel 1916 alla costituente la Rosa Luxemburg, quando disse: “O socialità o barbarie “e si è confusa con solidarietà o barbarie. Vero è che i tragitti della solidarietà conoscono rifiuti e fortune. Dobbiamo concludere che è solo la difficoltà che stiamo vivendo, che è la virtù troppo difficile. Per quanto la solidarietà concernente i diritti ed i doveri vale la pena ricordare quello che avvenne a Parigi nel 1789 quando l’assemblea costituente si trova a discutere ed affiancare una dichiarazione dei doveri e la dichiarazione dei diritti. A proposito venne respinta contro 439, ma è rilevante il dato quantitativo quello diverso da contenuto. Sarà schema tipico di quella corrente, di quella italiana in particolare che si trovò senza motivi economici e quella riguardante l’iniziativa economica prima di quella privata. La riflessione diverrà più opportuna quando i diversi soggetti verranno più ripensati. Compaiono così doveri della rianimazione degli ostacoli di ordine economico e sociale. Vengono poi individuati come gratuiti agli indigenti ed in più è stato il servizio sanitarti ed sull’istituzione sanitaria in genere. Ci sono poi doveri direttamente riferiti alla persona individuale, come al dovere dei genitori all’istruzione dei figli, come la solidarietà per quanto riguarda le persone nella tutela generale della salute, per quanto riguarda il sistema pensionistico, tra i beni ambientali, tra le generazioni del passato e del futuro. Una solidarietà quasi intergenerazionale interregionale. Riservata sulla famiglia fondata sul matrimonio, con esclusione ai matrimoni di fatto, ci troviamo di fronte ad una solidarietà escludente. Quasi in contradizione con la solidarietà includente si fa una ricerca abissale. Cominciare forse con un accenno sui trapianti che provocano un argomento discusso. Si vuole evitare che da un atto di generosità corrompa il diritto alla riconoscenza, sia verso il colui che ne è il beneficiario ed anche alla comune parentela. La riflessione può ancora indicarci la giusta direzione e dare ragione del perché oggi sembrerebbe essere chiusa la parentesi con la solidarietà, che ritrova la sua forza autonoma una volta registrata l‘impossibilità di trovare il suo interlocutore nella logica del mercato? Quel che merita di essere messo evidenza è il modo con cui diversamente si congiungono spinte culturali e sociali molteplici. Maurizio Corona ha giustamente parlato di modelli di solidarietà mettendo l’accento sulle loro molteplicità e ricostruendo le diverse manifestazioni nella quale ci si esprimeva tra volere occupazionale e quello universalistico. Ma non si esaurisce qui la vicenda culturale della solidarietà, che si arricchisce variamente, diviene terreno di incontro di tradizioni diverse come la fratellanza cristiana e il pensiero socialista. Soprattutto ci distacca sempre più nettamente dalla matrice caritativa. Quando si fa solidarietà per gli oppressi che lottano per il loro cambiamento si sprigiona una forza che la trascina oltre la fraternita. Con quale ambito e quali direttive? Si pone così il limite alla individualizzazione e torniamo a prendere le funzioni giuridiche per costruire un articolato sistema di valori sociali. Proprio la differenza fra il consolidarsi del terzo settore e la presentazione del non profit impone un chiarimento sul modo in cui deve essere ricostruito il rapporta gratuità e solidarietà. L’enfasi così posta sulla solidarietà permette un carico di logica diversa di tipo assistenzialismo che non dovrebbero essere i più deboli a pagarne il prezzo.

Autore: Albino Michelin 07.04.2025
albin.michel@live.com

LA PARABOLA DAL DIO "VIOLENTO" AL GESÙ MISERICORDIOSO

 Può darsi che articolo del genere non godano il più ampio dei consensi, perché potrebbe essere anacronistico. La bibbia è senza dubbio uno dei libri più letti al mondo. Tramandato di generazione in generazione, ha un valore storico, altre volte religioso altre volte letterario da quando Gutenberg ha stampato il primo libro il 23 febbraio 1453. Nei secoli ha subito subito moltissime modifiche che lo fanno più complesso. Scopriamo anzitutto chi ha scritto la bibbia e perché le risposte più comuni (Dio, Gesù, gli apostoli) siano errati. È ben distante dalle mani di un solo uomo e di un’epoca soltanto. La bibbia è ispirata da Dio (Timoteo 3.16) ma non è stata dettata da Dio, perciò è espressa in modi umani, quindi limitata. Nel caso viene ritratto colui che ordina guerre (Dio), pianifica gli stermini, che ordina i genocidi (sempre Dio). Tutte queste ignominie vengono attribuite a Dio in quanto la mentalità del tempo gli si addebitava tutto, anche le più orrende iniquità. Progressivamente ci si è accorti che la nequizia umana era di ciò responsabile. Non è che poi la bibbia si la porti avanti con questi discorsi. La maggior parte riguardano la libera guarigione, la grandezza di Dio, la liberazione da ogni tormento umana che erano in suo potere. Non si dimentichi, come detto, che la bibbia è stata scritta nell’arco di 1500 anni. Che è stata redatta in grande spazio di tempo, in aramaico, in ebraico, in greco, in Koinè. Che alcuni sono in pubblicati in contesto storico, altre in contesto euforico per le gesta compiute da Israele in epoca preistorica, altre in contesto apocalittico, altre contesto sapienziale. Quando di parla di bibbia non si può mettere tutto nello stesso sacco. Per molti credenti è un dogma di fede, è autorevole, e capace di profonda interiorità. Ma anche con un certo margine di errore. Di trascrizione, di traduzione, per esempio di dittografia (notte per note), per omofonia (l’oro invece di loro), per metastasi (torta per trota). Talvolta per difficoltà di traduzione, per esempio in Samuele 24, si legge che per accampamento vengono spesi 600 sicli, mentre nelle Cronache si legge per 50 Scicli. Ed un altro esempio di città storiche che in Giosue sembravano 29, mentre nelle Cronache risultavano 26. Altre volte si devono mettere in conto qualche pisolino che prendevano gli amanuensi stanchi del proprio lavoro. Si trovano nella bibbia circa 82 parole sconnesse, ma che Adel Schmidt ne abbia trovato 500, forse per una questione di prestigio. È per una ricerca equilibrata ci sono 98.5 di vocali imprecise. Il mondo fino alla nostra epoca (verso il 1950) non ha cambiato l’idea di Dio perché egli camminava con le gambe della gente. E’ stata proibita la lettura biblica da parte della chiesa fino ad epoca recente, quando un Papa Bergoglio si mette a parlare di un Dio misericordioso. Prima la bibbia era tabu dei libri proibiti, e da quando Dio si era pentito da aver fatto l’uno e la donna già nel Paradiso terreste. Ed ecco allora alcune espressioni pronunciate da Dio (o a Dio “violento” messigli in bocca) tolte da libri dell’antico Testamento Gioele, Samele, Numeri e Cronache. Dice il Dio di Israele: “ognuno di voi si metta la spada al fianco, percorrendo l’accampamento dall’uno all’altro verso, e uccidere ciascuno il suo fratello, ciascuno il suo amico, il suo vicino.  I figli di Levi eseguiranno nell’ordine. In quel giorno caddero del popolo circa tremila uomini. Cosicché egli ha posto oggi su di voi la sua benedizione… Ogni maschio tra i bambini, uccidete ogni donna che ha avuto rapporti sessuali, ma tutte le fanciulle che non hanno avuto rapporti sessuali con uomini lasciatele in pace   Dice il Signore: prendi tutti i capi del popolo e fagli appendere in faccia al sole per il Signore e l’ira del Signore si ritirerà da Israele. Ed ecco la nascita di Gesù. Che cosa rappresenta? Un aggiustamento, una virata, un completamento? Egli si presenta alla sinagoga e compare la bontà e l’umanità del Santo di Dio, come lo chiama l’evangelista. Sono venuto a portare la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, la libertà ai prigionieri e grazia per tutti. Il tempo della misericordia è iniziato. E venne la buona novella. Ci ha parlato in genere dell’inferno che ci pare una grave antinomia e che fa pensare (Vangelo 25-41 di Matteo). Quado disse: avevo fame e non mi avete dato da mangiare, avevo sete e non mi avete dato da bere, ero prigioniero e non mi avete visitato, andate voi pure nel fuoco eterno dove è stato preparato dagli angeli suoi e dal diavolo. E qui nasce il grande dibattito sull’inferno. Alcuni dicono che si tratti di un inferno simbolico, il fuoco che bruciava nella valle di Gerusalemme per smaltire i rifiuti. Il fatto si è che anche sul credo è rimasto il dogma di fede. Sull’inferno molta gente pensa che si tratti di qua, così per Sartre per cui l’inferno sono gli altri. O come tanti teologi che parlano si che l’inferno c’è ma è vuoto. O che l’inferno c’è come intensità ad tempus ma non come continuità nel tempo. Altri teologi che parlano dell’ultima opzione in cui Dio si manifesterà dopo la morte proponendo l’inferno l’ultima scelta e nessuno vi aderir, perché un ergastolo eterno sarebbe impensabile. Altri pensano alla pecora smarrita o il l’adrone sulla croce. Se noi siamo figli di Dio l’inferno eterno non ha senso. Se lo fosse, rappresenterebbe una sconfitta di Dio. Allora non vale parlare del castigo eterno di Dio, perché Dio sarà misericordioso e tutta l’umanità sarà salvata.

Autore: Albino Michelin 29.03.2025
albin.michel@live.com

GESÙ UOMO DEI MIRACOLI O DEI SEGNI?

Gesù di Nazareth ha un vantaggio rilevante che non si presenta come un capo popolo che vuole sconfiggere i propri avversari, né qualche potente per debellarlo ai suoi scopi, ma semplicemente quale uomo per cui Dio si è fatto tutto per tutti, per i quali ha usato tanta misericordia e con i quali deve soffrire per portare avanti il suo regno di salvezza per tutti. Ripugna quindi si faccia mago e stregone per soggiogare con miracoli prodigi e portenti fino all’ossessione tale da costringere anche un incredulo alla fede. E qui sta un dosaggio fra ciò che si intende miracolo oppure segno. Fra i due termini c’è una distanza abissale, come oggi convengono gli esegeti ed i teologi attuali, per i quali la cultura di duemila anni fanno storia. Uno degli ultimi di questi esegeti si chiama Robert Bultmann (1984-1976 a C) secondo la sua teoria poi diffusasi ampiamente su tutti gli altri autori del vangelo. E specialmente su Giovanni andrebbero utilizzati quali fonti di tradizione orale ed un racconto di manoscritti miracolosi di Gesù. E sarebbero sarebbe stati indipendenti dagli scritti degli evangelisti da questi utilizzati. La sua teoria risulta accettata da quasi tutti, o in parte ed è una teoria di alcuni più rilevanti. Ed in questi casi che la teoria va discussa se Gesù è l’uomo dei miracoli o dei segni. Il concetto di miracolo è altrettanto vago come quello di rivoluzione. Si parla di miracolo della natura, di miracolo economico, di miracolo della tecnica. Miracoli tutti questi compiuti dalla natura ma non da Dio. Una frana che provoca in una miniera una decina di morti dovrebbe essere paragonata allo stato di stregua di minatori salvatisi? Per quale ragione si attribuiscono i casi fortunati e non gli si addebitano anche le disgrazie? Si viene a svuotare completamente il concetto di miracolo. Considerando il miracolo nel suo significato strettamente moderno in violazione delle leggi naturali da parte di Dio simili interventi soprannaturali sono concepibili? Certa gente non gli trattiene dal prendere tutti i miracoli alla lettera, come si fossero verificati allo stesso modo in cui vengono descritti. Chiamarli così illusi si offenderebbero ma è la pura verità. La storia dei miracoli nel loro complesso (non i singoli casi) fa parte del substrato della tradizione. Quella di Gesù non è una critica di principio ai miracoli. Non è la fede del miracolo quella che respinge, ma è la sete del miracolo. Non il miracolo in sé stesso, ma nella sua spettacolarità e nella sua teatralità. Il pensiero scientifico e quello storico non erano ancora arrivati. Mezzi espressivi come il mito, la saga non avrebbero dovuto presentarsi come opera di Dio? Gli evangelisti non vogliono penetrare l’evento ma riferirlo. Non una spiegazione ma una trasfigurazione. Va fatta una premessa per i racconti sui miracoli. Essi non sono un reportage, ne protocolli storici, né medici. Sono racconti popolareschi inseriti nei dettagli scritti con lo scopo di provare uno stupore da tradurre in atteggiamenti di fede. E l’errore consiste nel mettere su uno stesso piano tutti i racconti di miracoli, ancorché ci si trovi nella maggior parte delle malattie allora non conosciute. Febbre, paralisi, sordomutismo, idropisia. Tutti riescono da tutti questi casi uscirne fuori. Con un tocco da parte di Gesù, con un bacio, con la saliva, con il lasciarsi abbracciare. Ovvio che tanti miracoli non sono avvenuti così. Nemmeno si sa quanti Gesù ne ha compiuto. Che parla di una trentina e chi di 124. Comunque prendiamo i più salienti e più manifesti all’opinione pubblica. Gesù ha camminato sulle acque: simbolico. Significa che Gesù è il re vedi morte. Gesù alle nozze di Cana non intendeva farsi la cooperativa del vino. Al là del messaggio spirituale sacramentale Gesù desiderava vivere una gioia con gli sposi in un giorno di letizia, lui era venuto a portare la gioia e che la gioia è il principio di ogni creazione. Gesù infestato dai diavoli e dai demoni. Anche lui è stato apostrofato che era un figlio di Belzebù capo dei demoni. Questa mentalità tipica degli indemoniati ed era sorta storicamente quando il popolo ebraico rimasto dal 532 al 391 a, Ch. era vissuto in Assiria e da quella zona aveva recepito anche la cultura religiosa e ove esistevano due principi: il male ed il bene. Qualsiasi ammalato di carattere psichico veniva considerato indemoniato. Anche il caso della Maddalena posseduta da sette demoni. Sette era il simbolo ebraico della totalità, il che significa che Maria di Magdala era piena di demoni. Eternamente depressa, a dirla con la psicologia moderna. Ecco che al seguito di Gesù ha trovato la sua guarigione diventando una sua seguace. La risurrezione di Lazzaro. L’ultimo miracolo che Gesù ha compiuto prima della sua passione ed è anche il miracolo più discutibile. Anche il cardinale Ravasi dubita che il testo di Giovanni l’abbia tradotto lui e seguendo i di lui principi teologici. Anche per il fatto che secoli prima esisteva in Grecia ad Epidauro un santuario ad Asclepiade dove si registravano guarigioni di ogni sorta, resurrezioni dai morti comprese. Alla luce di queste considerazioni, possiamo affermare che Gesù non era semplicemente l’uomo dei miracoli, bensì dei segni. I suoi gesti non erano spettacoli per stupire, ma messaggi di fede e di trasformazione interiore. Egli era più di un uomo straordinario: era il Figlio di Dio, venuto non per dimostrare potere, ma per rivelare il volto autentico dell’amore divino.

Autore: Albino Michelin 20.03.2025
albin.michel@live.com

sabato 19 aprile 2025

È PREFERIBILE UNA RAGAZZA MADRE O UNA MADRE LESBICA?

Qualche anno fa mi ero trovato a Provaglio d’Iseo per una conversazione-conferenza sull’argomento in testata. Per casa mi arrivano dentro due signore facendo le loro meraviglie e con una tranquillità disarmante. ” oh anche noi siamo di loro” Ho pensato si trattasse, dalla foggia del vestito, a due aderenti alla squadra di calcio femminile allora emergenti della vicina Brescia. Ed invece si erano annunciate come due lesbiche. Personalmente ero abbastanza stanco di tutto questo vociare che si faceva attorno a questo arcobaleno e non mi sembrava vera anche l’occasione di fare un discorso al di là delle solite circostanze. Personalmente ero abbastanza stanco che queste lesbiche fossero da schifare e ho pensato che ormai era anche giunto il momento di ascoltare queste persone di cui si sentiva tanto parlare. E con l’atteggiante di ben pensanti. Ero rimasto molto sui banchi della scuola nel senso che non andavo più in la di qualche notiziola, ad esempio che le femmine avevano cromosomi il 26 xx e i maschi il 26xy, che questa erano le componenti del nostro destino futuro. Che era una variante della normale sessuale e nulla di più. Che nostra casa comune era identica Infatti noi abbiamo lo stesso scheletro, gli stessi muscoli, gli stessi organi respiratori degli altri animali. E si suppone che secondo una stima non siano molte di più un migliaio di persone con tale attitudine. E che non esiste alcuna terapia curativa, nessuna terapia di conversione. Che l’impresa è praticamente senza successo per trasformare un omossessuale in etero perché essa non è una malattia. Conosciamo queste brevi come, dicevo nozioni, sui banchi della scuola. Ma il sacrificio che fanno queste donne noi non lo mettiamo in conto. Noi continuiamo a dire che è una pagliacciata e che queste manifestazioni mai sapremo quanto siano umiliante per il loro spirito e per il loro corpo. Ora facciamo un po’ di conti con l’ambiente attorno a noi. In Italia abbiamo 51 milioni di donne e il 28 per cento con tendenza al lesbismo omosessuale, o bisessuale. Matrimonio civile o religioso (2022) arrivano al 4,8 pe cento. Le cifre europee in continua diminuzione uguagliano l’italiana. Ci sono molte ragazze che preferiscono non farsi un figlio. E qui mi riferisco a quelle nubili, a quelle che non vogliono il figlio, a quelle che accettano solo protezione giuridica per il figlio, e hanno il coraggio di mantenersi da sole. Questa per fare un limite alla nostra ricerca a quelle che, detto con brutta espressione, in poco tempo licenziano il marito, se mai l’abbiano avuto. E di queste ve ne sono molte. Esistono altre alternative. Si pensi agli animali domestici, a un amico a quattro zampe. Si pensi anche al turismo, alla moda delle escursioni. Quindi diminuito l’intesse per il matrimonio sia civile come religioso. Alla base ci si sposa alquanto alla leggera senza conoscere il proprio partner, quel agnoscere te ipsum, quel conoscere te stesso e che comprende anche la conoscenza del partner. E che spesso vale di più del conoscere con se stessi. Non si pensa al domami, al bastone della vecchiaia. E qui si aggiunge anche lo stato sociale che spesso non collabora con le famiglie. Una serie di fattori che incidono sul farsi un figlio. Attraverso l’educazione di scuola nasce anche l’amore psicologica, per cui si diventa culturalmente omosessuali. Si va in Olanda al banco dello sperma. Si farà la prova di fertilità. Nel caso sarà possibile accordarsi con il donatore affinché vi sia il consenso di entrambe le parti. E si troverà il modo più psicologico e più adatto per farsi chiamare papi o mami. E di qui che lesbiche ed omosessuali si troveranno sempre un di più vivere la famiglia insieme. Di quelli che vivono la famiglia in senso pieno. Che non lasciano il bambino in mezza ad una strada o non lo parcheggiarlo dai nonni. Ed in ultimo, come viene giudicata dalla società questa eventuale esperienza? Non tutte le vacche sono grasse non tute sono magre. Vi son gente per bene, sposati in chiesa e praticanti il cui figlio di butta dalla finestra o quella ragazza che si impicca per un difetto al naso o perché non obbedisce al codice estetico ed altri che vivono tranquillamente la loro esistenza. Il professor Baiocco all’università di Roma fece una ricerca su 70 ragazzi omo ed etero e costatò che i risultati si equivalevano. Simili risultati si ebbero anche nella vicinia Germania dove anni fa venivano sterminati padri e figli arcobaleno. A Parigi altra ricerca su 50-50. Pochi risultavano vittime di un sentimento di colpa o di discriminazione. Tutto sta nella cultura del rispetto. Non basta appiccicare sulle tribune dello stadio o nei rioni di periferia o sull’avambraccio degli sportivi. Ci vuole un cambio di mentalità. A nulla servono quegli slogan di politici che schiamazzano sulle strade: “Dio ci ha creato per un papa ed una mamma” Se a questo punto dovessimo chiederci: ma Dio che preferisce? La ragazza madre o la madre lesbica? La risposta è che Dio non preferisce nessuno e che tutti ha in predilezione. Ma se dovessimo passare attraverso gli uomini, sono essi a garantirci che i genitori avranno cura di questo bambino. Che verrà amato nella permanenza e nel tempo nella gioia e nella sofferenza. In questo caso si avvera quanto Dio dice nel Cantino dei Cantico. Che i due amanti si amino con tutto il cuore, indipendentemente dalla loro gioventù o dalla vecchiaia. Che dio è il donatore della vita e della morte, che Dio è l’autore di quella vita e quel bambino.

Autore: Albino Michelin 07.03.2025
albin.michel@live.com