Fornisce la lista di tutti gli articoli pubblicati sul BLOG fino alla data 28 marzo 2016 (Totale 381 articoli). Eventuali articoli pubblicati succesivamente sono elencati in “Archivio blog“.
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Titolo Articolo è il Titolo dell’articolo così come riportato nel BLOG
Data è la data di prima pubblicazione dell’articolo sui media (giornali etc.)
Nr. Titolo Articolo Data
1 Tutti gli uomini hanno una fede 15.06.1982
2 Diritto di voto agli stranieri nella chiesa 01.05.1982
3 Sulla confessione degli italiani 06.09.1982
4 Inizia il centro stranieri di Uster 26.06.1982
5 La rivalutazione di Lutero tra gli emigranti 12.11.1983
6 Italiani del nord e italiani del sud 28.01.1984
7 Benvenuto il papa in Svizzera 05.05.1984
8 Enrico Berlinguer: L'Italia degli onesti 30.06.1984
9 Sono svizzera o italiana 02.08.1985
10 Perché non ho battezzato mio figlio 18.03.1985
11 Convegno di chiesa in Italia 04.05.1985
12 Reagan Gorbaciov piccolo passo per un lungo viaggio 30.11.1985
13 Il segreto di Fatima 25.05.1991
14 Chiesa e mafia 05.09.1992
15 La Chiesa e Galileo 29.12.1992
16 Chiesa e tangentopoli 27.03.1993
17 La chiesa e la donna 29.05.1993
18 C'era una volta la Democrazia Cristiana 04.09.1993
19 I pentimenti della Chiesa 25.03.1994
20 Tutti abbiamo una coscienza sporca 25.01.1995
21 Guillot il vescovo degli omosessuali 28.01.1995
22 Lo spretato 27.01.1995
23 Amore e isteria verso la natura 02.09.1995
24 La psicologia e la paura dello psicologo 09.09.1995
25 Romanzo di un prete calabrese 27.01.1996
26 Siciliani ribellatevi! 28.03.1991
27 Morire senza prete 29.03.1997
28 Le scuole dei preti e delle suore 31.05.1997
29 Un giubileo del 2000 anche per i missionari in Svizzera 09.07.1997
30 Non uccidere Caino 22.10.1997
31 Tutti a Berna il 23 Novembre per l'Unità d'Italia 12.11.1997
32 Prelati, Porporati e Babbo Natale 10.12.1997
33 Clericalismo di ritorno 14.01.1998
34 Il nuovo vescovo di Coira-Zurigo nelle mani dello Spirito santo 11.02.1998
35 Diritti umani per tutti anche per gli ex preti 04.03.1998
36 Diritti umani per tutti anche per gli ex preti (una testimonianza) 25.03.1998
37 Diritti umani per tutti, anche per cani e gatti 28.03.1998
38 Seconda guerra mondiale: la mia esperienza 09.05.1998
39 Torino e la sindone:"lasciate che gli abortisti vengano a me" 15.05.1998
40 A chi dovrebbe credere il cattolico? 01.04.1998
41 A proposito di ex preti … intolleranza e solidarietà 27.05.1998
42 Una chiesa di soli maschi 03.06.1998
43 Contro le unioni matrimoniali tradizionali di fatto è ormai guerra santa 26.08.1998
44 Al nuovo vescovo di Coira-Zurigo "Ricordati che sei un uomo" 09.09.1998
45 Sulla lettera diretta al vescovo di Coira-Zurigo 16.09.1998
46 Il caso del cardinale Giordano e il denaro del popolo di Dio 04.11.1998
47 Gesù, un ebreo antistraniero? 28.11.1998
48 L'italiano e i protestanti 02.12.1998
49 Benessere della vita: il Vangelo come terapia 03.03.1999
50 Dacia Valent la negra di Palermo 11.03.1999
51 Servizi e disservizi 09.09.1999
52 Rivoluzione non violenta 27.01.1990
53 Anticomunismo e postcomunismo dei cattolici 17.03.1990
54 Siamo tutti colpevoli 26.01.1991
55 Italiani salviamoci la pelle (popolo in estinsione?) 15.10.1991
56 La morale dei giovani 23.11.1991
57 Sulla fede, dibattito tra credenti e laici 23.10.2009
58 Io missionario cavaliere? No, grazie 24.03.1999
59 Sacramenti e investimenti 02.06.1999
60 Beati i costruttori di giustizia 30.06.1999
61 L'importanza delle messe (se pagate?) 28.10.1999
62 Perché non mi sono fatto svizzero 27.11.1999
64 Italia cattolica e parità scolastica: patti chiari, amicizia lunga 20.01.2000
65 Un occasione mancata: le dimissioni del papa 10.02.2000
66 Incontro sul Giubileo 2000 a Zurigo. Valdesi e cattolici alla ricerca dell'unità 30.03.2000
67 Dalla religione degli italiani all'Italia delle religioni 27.04.2000
68 Ancora tabù e sessuofobia nella chiesa: i contraccettivi 11.05.2000
69 Prete uomo di Dio o uomo fra gli uomini? 01.06.2000
70 Convegno delle missioni e persistenza di chiese parallele 22.06.2000
71 Manifestazioni omosessuali alla Roma del Giubileo 2000 07.09.2000
72 Precedenza alla chiesa o alla propria coscienza? 19.10.2000
73 Solo la chiesa cattolica è una chiesa DOC? 23.11.2000
74 Il controgiubileo degli oppressi 30.10.2000
75 Lettera aperta al cardinale Tonini 07.12.2000
76 Abolito Dio dalla costituzione europea 18.01.2001
77 Padre Pio di Pietralcina e le donne 25.01.2001
78 L'intransigenza della chiesa garanzia di successo? 01.02.2001
79 I preti dell'Irpinia alzano la testa 08.02.2001
80 Casato e blasone genealogico di Gesù 12.02.2001
81 Contro i musulmani un nuovo muro di Berlino 26.04.2001
82 Che cosa sperare oggi: evoluzione o apocalisse? 04.05.2001
83 Missionanarietà è anche linguaggio 15.05.2001
84 Protestanti penuria di santi: deitrich Bonhoeffer 01.06.2001
85 Il tempo della coscienza: I pirati della strada 15.06.2001
86 Il prete oggi: vocazione o professione? 07.09.2001
87 Electrosmog vaticano, invasione di campo 14.09.2001
88 Milingo story: non solo telenovella 21.09.2001
89 Perché sono andato a Genova social forum 12.10.2001
90 Nel sud Italia preti cattolici sposati 19.10.2001
91 Un'altra guerra per il crocefisso 07.12.2001
92 Per non sentirsi stranieri nella chiesa zurighese 14.12.2001
93 Buon Natale Afghani 21.12.2001
94 Quando i talebani eravamo noi 01.02.2002
95 Giovani e disaffezione alla messa 08.02.2002
97 Berlusconi l'Italia sono io 22.02.2002
98 Il vescovo di Caserta delegittimato da Cossiga 15.03.2002
99 Preti pedofili traditori della Chiesa 19.04.2002
101 Da Lourdes una contestazione 23.05.2002
102 Shalom, quale pace fra Israele e Palestina 08.06.2002
103 Gli 82 anni di Wojtyla: Dimissioni? 13.06.2002
104 Don Oreste Benzi: un prete, Una Chiesa contro la prostituzione 20.06.2002
105 Papa Giovanni tra fiction televisive ed esami di maturità 27.06.2002
106 Tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la mia chiesa 21.08.2002
107 Da Pietro a Ratzinger: Chiesa monarchia quasi inossidabile 05.09.2002
108 La tradizione e le tradizioni della chiesa 19.09.2002
109 Radio Maria tutto vero? 26.09.2002
110 Fra gli italiani ritorna di moda il cattolico 10.10.2002
111 Milingo e il Vaticano 18.10.2002
112 Chi ha paura di un nuovo concilio ecumenico? 25.10.2002
113 I bambini confrontati con la morte 15.11.2002
115 Festa dei popoli e delle religioni: anche fra cattolici ed ebrei 29.02.2002
116 Miss Mondo in Nigeria: una sfilata nel sangue 06.12.2002
117 Il fascino ambiguo della magia 13.12.2002
118 Pace sulla terra: la risposta è dentro di noi 20.12.2002
119 Un natale con presepi provocazione 24.01.2003
120 Sui preti pedofili: in difesa del cardinale Law 31.01.2003
121 Padre Alex Zanotelli alle ACLI di Basilea 14.02.2003
122 Come ti invento un mussulmano 21.02.2003
123 In Puglia lo sciopero della messa 28.02.2003
124 L'anno dell'acqua del rosario e della Bibbia 07.03.2003
125 Quale digiuno per la pace? 14.03.2003
126 Aborto individuale e omicidio di massa 21.03.2003
127 Tra vangelo e denaro 04.04.2003
128 Divorzio separarsi senza distruggersi 09.05.2003
129 Padre Pio il Santo dei dollari e dei dolori 16.05.2003
130 Ruolo della stampa italiana in Svizzera 25.05.2003
131 Le mogli dei preti: un disagio, una risposta 06.06.2003
132 Solo la Svizzera tedesca non ama i disabili? 13.05.2003
133 Armi italiane verso gli "Stati canaglia" 20.06.2003
134 Come parlare della guerra ai bambini 27.06.2003
135 Preghiere per la Meteo 29.08.2003
136 Siamo tutti intelligenti: ma la scienza non è sempre coscienza 05.09.2003
137 Bentornato Marcel Lefebvre 12.09.2003
138 Il papa in Svizzera, un'occasione da non perdere 19.09.2003
139 La cacciata dei poveri dalla piazza dei signori 26.09.2003
140 I cibi transgenici Veleni per tutti i gusti 03.10.2003
141 Padre Puglisi. Una speranza per la Sicilia 16.10.2003
142 Bambine chierichettate? Lontane dall'altare 24.08.2003
143 A una donna islamica il Nobel per la Pace 31.10.2003
144 Crocefisso: sfollagente degli islamici? 07.11.2003
145 Sull'anima e sull'aldilà 14.11.2003
146 Manipolazione di massa 21.11.2003
147 Marco d'Aviano: un beato a difesa della friulianità 28.11.2003
148 Dai martiri cristiani ai kamikaze mussulmani 05.12.2003
149 Colpo basso al vescovo di Caserta 12.12.2003
150 Non speculiamo sui morti di Nassiryah 12.12.2003
151 Anche nel 2003 non ci fu posto per loro 16.01.2004
152 Celibato e donne preti, il sinodo di Lucerna non demorde 30.01.2004
153 Giornata della memoria fra vittimismo e discriminazioni 06.02.2004
154 Alla ricerca della spiritualità perduta 20.02.2004
155 "Il crac dei cattolici" Parmalat, Cirio, e Cragnotti 27.02.2004
156 Guerre dimenticate 05.03.2004
157 Preti per quale futuro? 12.03.2004
158 Dal film la passione di Cristo alla messa cattolica 19.03.2004
159 Ha senso parlare ancora di famiglia? 26.03.2004
160 Le inquietudini morali del nostro tempo 02.04.2004
161 Cattolici e protestanti, un rapporto dovuto 23.04.2004
162 Fede oggi: convertirsi alla gioia 07.05.2004
164 All'ostaggio Quattrocchi rispetto, ma senza retorica 04.06.2004
165 Politica gradita alle chiese: proibita alle moschee 11.06.2004
166 Il Papa in Svizzera: successore di Pietro o di Paolo? 18.06.2004
167 Costituzione europea: radici non solo cristiane 25.06.2004
168 Dalla forza della ragione alla violenza dell'insulto: Oriana Fallaci 03.09.2004
169 Mettete fiori nei vostri cannoni 10.09.2004
170 Insegnante di religione, licenziata perché ragazza madre 17.09.2004
171 Ipotesi di pace: uccidere capi di governo? 24.09.2004
172 Consumismo religioso 01.10.2004
173 Bush un cristiano fondamentalista 08.10.2004
174 Eroismo siciliano: La verità vive 15.10.2004
175 Dal senso di colpa al senso di responsabilità 12.11.2004
176 Cattolici con la sindrome di persecuzione 26.11.2004
177 In Svizzera presto seminari per gli iman islamici? 10.12.2004
178 La guerra dei presepi: cristianesimo identità cercasi 17.12.2004
179 Maremoto nel Sud-est asiatico: guai a voi, poveri! 08.01.2005
180 Giovanni Palatucci di Montella martire per la causa ebraica 11.02.2005
181 Nell'anno dei rifugiati, a parma occupata una chiesa 25.02.2005
182 Cari lettori di Rinascita, perché vi scrivo? 04.03.2005
183 Berlusconismo: una filosofia di vita 11.03.2005
184 Strumentalizzazione: restare in trincea? 18.03.2005
185 Un parroco di Calabria: caro Papa, dimettiti 01.04.2005
186 Confessione sacramentale e consulenza morale 08.04.2005
187 Che cosa desiderare dal nuovo Papa 28.04.2005
188 Quando la morte non è uguale per tutti 15.05.2005
189 Referendum procreaziome assistita: l'astensione è pirateria 27.05.2005
190 Manipolazione dello Spirito Santo 03.06.2005
191 Oppido di Calabria, la protesta delle donne incatenate 10.06.2005
192 Strategia della disinformazione 24.06.2005
193 Per la chiesa italiana non tutti i bambini sono uguali 07.10.2005
194 Il Codice da Vinci, bestseller del secolo 21.10.2005
195 Sinodo dei vescovi: l'importanza di prendere la parola 07.11.2005
196 Ai cattolici italiani ancora proibito capire 08.11.2005
197 Natale: l'uomo prima di tutto 09.12.2005
198 Natale 2005: Gesù nasce fra i mercanti del tempio 23.12.2005
199 Come leggere la Bibbia senza perdere la fede 20.01.2006
200 Radio Maria troppa maleducazione 30.02.2006
201 A Berlusconi divorziato la comunione in mondovisione 17.02.2006
202 I nipoti di Adami, figli di incesti? 03.03.2006
203 Abuso della religione a scopo politico 07.03.2006
204 Mafia e relativismo dei cattolici 24.03.2006
205 Cattolici Islamici e la reciprocità 14.04.2006
206 Persistenza della religione malgrado tutto 05.05.2006
207 Noi siamo il nostro corpo 26.05.2006
208 La sinistra al potere: clericalismo di ritorno 08.06.2006
209 Utili le provocazioni del Codice da Vinci? 21.06.2006
210 Lo scandalo dell'estate 2006: Zapatero non va alla messa del Papa 07.09.2006
211 La pace sia con voi 29.09.2006
212 Papa Ratzinger nella polveriera islamica 13.10.2006
213 La dodicenne stuprata dal marocchino 27.10.2006
214 La dodicenne stuprata: di chi la colpa? 17.11.2006
215 Dopo la morte sopravvivenza o fine delle illusioni? 01.12.2006
216 Preti sposati figli di un Dio minore 15.02.2007
217 Papa Ratzinger sulla dittatura del relativismo 09.03.2007
218 Prima di alzare la voce contro gli omossessuali 23.03.2007
219 In Italia ricca la chiesa povero lo stato 19.04.2007
220 Gesù di Nazaret: vangelo secondo Joseph Ratzinger 18.05.2007
221 Quando la prima comunione divide la famiglia 01.06.2007
222 Disfattismo le critiche alla gerarchia cattolica? 15.06.2007
223 Ai giovani cosa interessa di Gesù Cristo 29.06.2007
224 Cara chiesa cattolica organizzaci un fisco-day 14.09.2007
225 Il ritorno alle messe in latino: meglio credere senza capire 05.10.2007
226 Dignitas: morire con dignità 19.10.2007
227 Sotto assedio la chiesa di papa Ratzinger 02.11.2007
228 L'uomo amico o re degli animali? 16.11.2007
229 La nuova Bibbia a Zurigo 30.11.2007
230 Il beato Rosmini e le cinque piaghe della chiesa 14.12.2007
231 La cultura della pace 02.01.2008
232 Università la Sapienza: oltraggio al Papa? 31.01.2008
233 Beati 498 spagnoli, una memoria di parte 14.02.2008
234 Trasferito il vescovo Bregantini. Un'altra Calabria è ancora possibile 23.03.2008
235 Le spoglie di Padre Pio lasciatele in pace 13.03.2008
236 Elezioni italiane: votare per il partito dei vescovi? 28.03.2008
237 L'islamico Magda Allam si converte con un battesimo show 18.04.2008
238 Papa Ratzinger, gli USA, la pena di morte 09.05.2008
239 A Zurigo con il nuovo vescovo nuove tensioni 06.06.2008
240 Divorziati, la chiesa usa misericordia con voi? 20.06.2008
241 Il cardinale Martini sulla vanità della chiesa 04.07.2008
242 Ogni sei ore nel mondo un libro su Gesù Cristo 01.09.2008
243 Compie più di 60 anni la carta dei diritti umani 25.09.2008
244 Nella civiltà del benessere portare la propria croce 09.10.2008
245 Quanti i popoli distrutti dall'Europa cristiana? Una recenzione 24.10.2008
246 Croce e delizia: beato anche papa Pio XII? 07.11.2008
247 I miracoli? Li fanno anche i comuni mortali 05.12.2008
248 Le Sante Messe che Dio ignora 19.12.2008
249 Le ragioni del malcostume italiano 23.01.2009
250 La chiesa toglie la scomunica a Lefebvre e seguaci: una delusione 06.02.2009
251 Terremoto in Abruzzo, ricostruzione e considerazioni morali 29.05.2009
252 Igiene mentale: dal rosario al mantra 12.06.2009
253 Nella Bibbia di tutto e il contrario di tutto? 26.06.2009
254 A 500 anni dalla morte di Calvino: attualità 25.09.2009
255 In Italia crisi tra chiesa e politica 09.10.2009
256 Dagli atei devoti ai credenti: tutti siamo religiosi 23.10.2009
257 Quando il parroco annuncia di avere un figlio 06.11.2009
258 Corrado Alvaro: da San Luca un riscatto per la Calabria 20.11.2009
259 Europa dalle radici cristiane e commercio delle armi 04.12.2009
260 Nascita, vita, morte dei simboli. Faziosa polemica sul Crocifisso 08.12.2009
261 Papa Ratzinger nella sinagoga ebraica: malintesi 29.01.2010
262 Mafia, tra vangelo e lupara 05.03.2010
263 Perché accusare Dio del male del mondo? 26.03.2010
264 Chiesa e pedofilia del clero: lunghi silenzi, interventi tardivi 16.04.2010
265 Il "dilagare" della sessualità: repressione o formazione? 30.04.2010
266 Adro ci fa paura. In Italia non diminuisce il razzismo 21.05.2010
267 Se Dio non esiste, tutto è permesso: proprio vero? 04.06.2010
268 Tonache nere in aumento, preti in calo 18.06.2010
269 Cari cattolici, riconosciamo i nostri peccati 02.07.2010
270 Siamo esseri spirituali o frutto del caso? 30.09.2010
271 Papa Ratzinger denuncia il carrierismo nella chiesa 19.02.2010
272 Bestemmie in TV la chiesa fra testo e contesto 26.11.2010
273 La coscienza prima di tutto 17.12.2010
274 Comunione e liberazione: la lobby di Dio 18.02.2011
275 Il parroco di Affoltern a.A. (Zurigo) lascia: "scelgo la famiglia" 11.03.2011
276 Atei anche per sfiducia verso la chiesa 01.04.2011
277 Terremoto e Tsunami in Giappone. Ipotesi cattolica: La vendetta di Dio 29.04.2011
278 Papa Wojtyla santo subito: perché tanta fretta 20.05.2011
279 Moralità e moralismo 10.06.2011
280 Cominciare prima dalla terra e poi dal cielo 29.06.2011
281 Prossima la fine del mondo? Madonne misericordiose, Madonne minacciose 25.11.2011
282 Tempo di crisi o di benessere: la chiesa rinunci ai suoi privilegi 09.12.2011
283 Prima viene l'etica poi la religione 23.12.2011
284 Don Verzé, l'elogio dell'ambiguità 27.01.2012
285 Neo ministro Ricciardi: non c'indurre in contraddizione! 17.02.2012
286 Celentano cantante e predicatore 09.03.2012
287 La Madonna e le donne 30.03.2012
288 L'Italia è ancora cattolica? 27.04.2012
289 Quando le religioni sono creazioni degli uomini 09.06.2012
290 Un Vaticano per chi e per cosa? Corvi e fuga di documenti 29.06.2012
291 La spiritualità degli atei 29.09.2012
292 L'infedele Gad Lerner veste i panni del fedele 17.10.2012
293 Cinquantenario del concilio ecumenico. 2400 maschi, 23 donne 19.12 2012
294 Sul sacerdozio delle donne discorso superfluo 02.01.2013
295 L'ipocrisia cattolica die parlamentari comunione e liberazione 01.02.2013
296 Costantino imperatore: libertà religiosa solo per i cristiani (313-2013) 15.02.2013
297 Rinuncia o denuncia? Le dimissioni di papa Ratzinger 08.03.2013
298 Papa Francesco, forse è la volta buona 28.03.2013
299 Civiltà di cambiamento 19.04.2013
300 Maternità: un figlio a tutti i costi? 24.05.2013
301 Un linguaggio pubblico ironico ed offensivo 06.11.2013
302 Maradona, il fisco, il gesto dell'ombrello 15.11.2013
303 Parità dei sessi: donne cardinali 20.11.2013
304 Non rubare allo stato per dare alla chiesa 27.11.2013
305 Figli di mafiosi: due reazioni opposte 04.12.2013
306 Dalle Filippine alla Sardegna: castighi di Dio? 11.12.2013
307 Le guerre si fanno per vendere le armi 18.12.2013
308 L'uomo non separi ciò che Dio ha unito 08.01.2014
309 Con Papa Francesco è scomparso il peccato? 15.01.2014
310 Sparito il titolo di monsignore 22.01.2014
311 Il bisogno di eroi quotidiani 29.11.2014
312 Aumentano gli esorcisti e gli scocciadiavoli 05.02.2014
313 Suor Roxanna: "mi sento più mamma che suora" 12.02.2014
314 La devozione degli omossessuali alla madonna di Montevergine 19.02.2014
315 Dal Veneto alla Svizzera per il suicidio assistito 30.02.2014
316 In memoria di G.Bruno 05.03.2014
317 Matrimoni falliti per causa del mammismo 12.03.2014
318 La legge sull'aborto non obbliga nessuna donna ad abortire 19.03.2014
319 Hoeness, leggenda del calcio tedesco evasore pentito 26.03.2014
320 L'ultimo libro di Ferrara 02.04.2014
321 I parlamentari italiani alla messa del Papa 09.04.2014
322 Scuola italiana sotto tutela confessionale 16.04.2014
323 L'indipendenza del Veneto: una storia dimenticata 23.04.2014
324 Per il battesimo di un bambino: intervento della corte europea 30.04.2014
325 Qualche interrogativo sui due papi santi Roncalli e Wojtyla 07.05.2014
326 La chiesa non perseguiti i suoi profeti 14.05.2014
327 Funzione sociale della religione 21.05.2014
328 Ecoambiente, dopo di noi il diluvio? 28.05.2014
329 Una basilica romana occupata dai senza tetto 04.04.2014
330 Orgoglio veneto: si dimettano corrotti e corruttori della serenissima 11.06.2014
331 La tragedia di Cevo: disabile schiacciato dalla croce di papa Wojtyla 18.06.2014
332 Don Milani: una riabilitazione tardiva ma dovuta 25.06.2014
333 A Padova ritorna la contesa sul crocifisso 02.07.2014
334 Centenario della prima guerra mondiale: rielaborare l'inutile strage 09.07.2014
335 L'inchino della Madonna ai mafiosi ha precise origini 16.07.2014
336 Berlusconi assolto: festa nazionale, elogio all'indecenza 23.07.2014
337 26 donne chiedono l'abolizione del celibato dei preti 30.07.2014
338 Plati, cuore della 'ndrangheta semi di speranza 20.08.2014
339 Cronache celesti: inflazione di apparizione mariane 20.08.2014
340 Perdonare fa bene anche al cuore 27.08.2014
341 Spaventi e rumori notturni 03.09.2014
342 Donne martiri anonime 10.09.2014
343 Sulla famiglia: 5 cardinali in aperto dissenso con papa Francesco 17.09.2014
344 Assassini hanno ammazzato l'orsa Daniza 24.09.2014
345 "Chi sono io per giudicare un gay?" 01.10.2014
346 La chiesa sta cambiando linguaggio 08.10.2014
347 L'abbazia di Einsideln alloggia gli asilanti eritrei 15.10.2014
348 L'Islam condanna l'Isis 22.10.2014
349 Bergoglio provocazione: io papa comunista? 29.10.2014
350 Lettera aperta al cardinale A.Scola di Milano 05.11.2014
351 Vito Mancuso a Zurigo: ripensare la teologia cattolica 12.11.2014
352 Sessualità non è solo provocazione 19.11.2014
353 L'ignoranza dei cattolici italiani: qualche motivo 26.11.2014
354 Giornata della violenza contro le donne 03.12.2014
355 Slot machine, i prezzi per messe e sacramenti 10.12.2014
356 Inaugurata a Berna la casa delle religioni 17.12.2014
357 Il burqa delle islamiche offende il diritto delle donne 24.12.2014
358 Strage di Parigi e libertà di satira 14.01.2015
359 Quando l'aereo diventa "l'ex cattedra" papale 21.01.2015
360 Gigi Buffon: "L'Italia un paese di bigotti" 04.02.2015
361 Io sto con Stacchio: ha sparato in nome dell'Italia 18.02.2015
362 Quaresima, Ramadam, digiuno e benessere mentale 18.02.2015
363 Francesco un Papa per il nostro tempo 25.02.2015
364 ROM siete la feccia della società 04.03.2015
365 Resto cristiano anche se scelgo di morire 11.03.2015
366 Confessione e conversione 18.03.2015
367 La violenza nella Bibbia e nel Corano 01.04.2015
368 Disoccupazione e precariato: malattie dell'anima 08.04.2015
369 Santi e meritocrazia 15.04.2015
370 Dio ci ha creato gratis 22.04.2015
371 Anno santo 2016: da Roma alle periferie del mondo 29.04.2015
372 Europa unita: Rivedere gli inni nazionali 29.05.2015
373 Oscar Romero: "Risorgerò nel mio popolo" 30.05.2015
374 Matteo Salvini: un populismo diseducativo 31.05.2015
375 I corpi dei santi nelle urne, i corpi dei profughi in fondo al mare 31.05.2015
376 Irlanda cattolica: lo strappo omosessuale 03.06.2015
377 Miracoli: possibili anche senza impegnare i santi 10.06.2015
378 Odifreddi:"Il cattolicesimo è la religione dei poveri di spirito" 17.06.2015
379 Corruzione: in Italia ci è mancato il protestantesimo 24.06.2015
380 Ingresso in chiesa vietato ai razzisti 25.08.2015
381 Frenesia di visibilità: video dell'omicidio sul WEB 28.08.2015
382 Karol, gli eroi stranieri non fanno notizia 29.08.2015
383 Bagarre istituzionale per la preghiera dell'alpino 30.08.2015
384 Dal Natale cattolico al Natale multietnico: stordito anche il bambino Gesù 07.12.2015
385 La salma di padre Pio a Roma: fascino di santi o strategia? 01.03.2016
386 Al Comites di Zurigo:dopo la delusione la proposta 18.03.2016
lunedì 28 marzo 2016
AL COMITES DI ZURIGO: DOPO UNA DELUSIONE UNA PROPOSTA
Sabato 12 marzo u.s. ha avuto luogo a Dübendorf nel locale della Colonia Libera Italiana una conferenza su “Mafia e Antimafia”, già tenuta nelle serate precedenti nella Svizzera Romanda. Il sottoscritto ha appreso la notizia da un breve e minuscolo annuncio apparso su di un settimanale italiano in Svizzera. Considerando l’importanza del tema si è fatto i non eccessivi 40 km di distanza e ha voluto parteciparvi.
Delusione totale. Oltre ai 4 relatori, due dei quali provenienti dall’Italia come Monica Usai e dalla Francia come Fabrizio Rizzoli, certamente meritevoli di ben altro uditorio, eravamo nove intervenuti quali uditori. Non facciamoci la solita ironia del “pochi ma buoni.” A domicilio ho voluto più tardi nell’internet controllare il sito Comites, ma a sorpresa costatai non esservi acclusa nessuna notizia concernente questa serata.
Personalmente ritengo vadano molto apprezzate le attività del Comites in favore degli italiani, specie degli anziani per quanto riguarda assicurazioni, tasse, previdenze sociali, escursioni, soggiorni marini, le varie sagre del radicchio, della polenta e baccalà, della porchetta, della castagna, delle spaghettate, della taranta, delle associazioni regionali, ma sembra riduttivo non assumersi in prima persona un adeguato impegno, sensibilizzazione e pubblicità per le varie tematiche culturali di più ampio respiro come la su citata. Al limite una rappresentanza del Comites alla serata avrebbe testimoniato un interesse anche al di là delle manifestazioni tradizionali e scontate. Tanto più che i referenti non si sono dilungati sulle solite filippiche e condanne contro crimini mafiosi, metastasi diffuse in tutto il mondo, Svizzera compresa, da Frauenfeld, Zurigo fino al Vallese. Quanto piuttosto hanno condotto un discorso in positivo, ciò come educare ed educarsi dalla base e nel quotidiano contro la malavita sia essa mafia, ‘ndrangheta, camorra, sacra corona unita, e quant’altro. Purtroppo lo spirito mafioso e furbesco aleggia in parte quale smog nel nostro DNA italico, anche se nessuno di noi accetterà mai di essere definito boss, picciotto, affigliato alle cosche.
In riferimento a ciò è piaciuto il taglio scelto dai relatori: rendere visibile ciò che di positivo si fa per creare una vera coscienza sociale. Di conseguenza faccio mia, e modestamente rilancio la loro proposta per renderla di pubblico dominio. Il Comites, magari iniziando da quello di Zurigo, non potrebbe organizzare di tanto in tanto o annualmente nelle varie Case d’Italia o Centri italiani una mostra di prodotti provenienti dai territori confiscati alla mafia e metterli in commercio o almeno alla visibilità di tutti? Magari una mostra itinerante, a turno fra i diversi Comites in tutta la Svizzera, non tanto per riempire i supermercati, ma un modo, più efficace delle conferenze teoriche, più coinvolgente per partire dal basso e creare una sensibilità collettiva anticrimine e anticorruzione. Allo scopo di supportare tale progetto invio per conoscenza una decina di articoli, che io pure ho divulgato sulla stampa da un ventennio a questa parte, anche ai quattro relatori e a due intervenuti che hanno contribuito con proposte di interesse comune. Ciò a supporto del loro lavoro, affinché non rimanga solo accademico e velleitario. Inoltre a nostra riflessione, per non restare unicamente in atteggiamento di disinteresse o di vaga condanna. Si sorriderà alla solita utopia, tanto il mondo è sempre stato, e sempre sarà dei corrotti, dei corruttori e dei corruttibili. Nulla cambierà. Ma questo è una resa alla connivenza, un’autoconsegna all’omertà. Lo dimostrano ad esempio anche le 1.600 associazioni aderenti a “Libera” esistenti in Italia ed una oggi anche in Svizzera, e la loro decisione di riservare il 21 marzo come giornata della memoria dei sin ora 900 assassinati dalle varie mafie. Come pure la prospettiva di costruire “Ponti della memoria e luoghi di impegno”. Siamo in troppi ad andare in giro con le mani pulite solo perché le teniamo in tasca. Spargere anche qualche piccolo seme di speranza forse sarebbe la strada giusta per migliorare, sia pure nel poco, la nostra difficile realtà attuale nell’ambito Mafia e Antimafia. Con gli auguri di una felice primavera.
Autore:
Albino Michelin
18.03.2016
Delusione totale. Oltre ai 4 relatori, due dei quali provenienti dall’Italia come Monica Usai e dalla Francia come Fabrizio Rizzoli, certamente meritevoli di ben altro uditorio, eravamo nove intervenuti quali uditori. Non facciamoci la solita ironia del “pochi ma buoni.” A domicilio ho voluto più tardi nell’internet controllare il sito Comites, ma a sorpresa costatai non esservi acclusa nessuna notizia concernente questa serata.
Personalmente ritengo vadano molto apprezzate le attività del Comites in favore degli italiani, specie degli anziani per quanto riguarda assicurazioni, tasse, previdenze sociali, escursioni, soggiorni marini, le varie sagre del radicchio, della polenta e baccalà, della porchetta, della castagna, delle spaghettate, della taranta, delle associazioni regionali, ma sembra riduttivo non assumersi in prima persona un adeguato impegno, sensibilizzazione e pubblicità per le varie tematiche culturali di più ampio respiro come la su citata. Al limite una rappresentanza del Comites alla serata avrebbe testimoniato un interesse anche al di là delle manifestazioni tradizionali e scontate. Tanto più che i referenti non si sono dilungati sulle solite filippiche e condanne contro crimini mafiosi, metastasi diffuse in tutto il mondo, Svizzera compresa, da Frauenfeld, Zurigo fino al Vallese. Quanto piuttosto hanno condotto un discorso in positivo, ciò come educare ed educarsi dalla base e nel quotidiano contro la malavita sia essa mafia, ‘ndrangheta, camorra, sacra corona unita, e quant’altro. Purtroppo lo spirito mafioso e furbesco aleggia in parte quale smog nel nostro DNA italico, anche se nessuno di noi accetterà mai di essere definito boss, picciotto, affigliato alle cosche.
In riferimento a ciò è piaciuto il taglio scelto dai relatori: rendere visibile ciò che di positivo si fa per creare una vera coscienza sociale. Di conseguenza faccio mia, e modestamente rilancio la loro proposta per renderla di pubblico dominio. Il Comites, magari iniziando da quello di Zurigo, non potrebbe organizzare di tanto in tanto o annualmente nelle varie Case d’Italia o Centri italiani una mostra di prodotti provenienti dai territori confiscati alla mafia e metterli in commercio o almeno alla visibilità di tutti? Magari una mostra itinerante, a turno fra i diversi Comites in tutta la Svizzera, non tanto per riempire i supermercati, ma un modo, più efficace delle conferenze teoriche, più coinvolgente per partire dal basso e creare una sensibilità collettiva anticrimine e anticorruzione. Allo scopo di supportare tale progetto invio per conoscenza una decina di articoli, che io pure ho divulgato sulla stampa da un ventennio a questa parte, anche ai quattro relatori e a due intervenuti che hanno contribuito con proposte di interesse comune. Ciò a supporto del loro lavoro, affinché non rimanga solo accademico e velleitario. Inoltre a nostra riflessione, per non restare unicamente in atteggiamento di disinteresse o di vaga condanna. Si sorriderà alla solita utopia, tanto il mondo è sempre stato, e sempre sarà dei corrotti, dei corruttori e dei corruttibili. Nulla cambierà. Ma questo è una resa alla connivenza, un’autoconsegna all’omertà. Lo dimostrano ad esempio anche le 1.600 associazioni aderenti a “Libera” esistenti in Italia ed una oggi anche in Svizzera, e la loro decisione di riservare il 21 marzo come giornata della memoria dei sin ora 900 assassinati dalle varie mafie. Come pure la prospettiva di costruire “Ponti della memoria e luoghi di impegno”. Siamo in troppi ad andare in giro con le mani pulite solo perché le teniamo in tasca. Spargere anche qualche piccolo seme di speranza forse sarebbe la strada giusta per migliorare, sia pure nel poco, la nostra difficile realtà attuale nell’ambito Mafia e Antimafia. Con gli auguri di una felice primavera.
Autore:
Albino Michelin
18.03.2016
DAL NATALE CATTOLICO AL NATALE MULTIETNICO: STORDITO ANCHE IL BAMBINO GESÙ
Ogni anno in Italia nel periodo natalizio deve innescarsi una polemica da ring circa i simboli religiosi, e non tanto per il loro riferimento a Gesù Cristo (che a molti interessa poco o non interessa più), quanto per mettere all’angolo le minoranze etniche e religiose nel nostro paese. Come dicono tanti bravi cattolici:” non bisogna darla vinta a quelli là.” E’ il nostro virus ideologico a scadenza annuale fissa. Forse vale la pena questo problema “integrazione” metterlo a confronto con esperienze della vicina Svizzera, con il suo 22% di stranieri, (in cui lo scrivente risiede da anni), e il processo avvenuto, non ancora terminato dal dopo guerra 1950 circa ad oggi. Questo non tanto per sterile concorrenza, quanto per uno scambio di esperienze. Per evitare dispersione conviene limitarsi al “Natale nelle scuole”, tralasciando presepio e crocefisso e relativa celebrazione nelle chiese. E qui va subito fatta una premessa: la scuola in Italia è laica e tale deve restare. Ma organizzare una conferenza in una struttura parrocchiale su questo tema si arrischia grosso, perché il pubblico ti si solleva contro ribattendo:” falso, la scuola in Italia è cattolica perché cattolico è lo Stato italiano”. Dispiace, ma qui siamo sul falso del falso. In effetti la Costituzione italiana promulgata il 27.12.1947 dice:” Tutti i cittadini hanno pari dignità senza distinzione di sesso, razza, religione (art.1). Lo Stato e la chiesa cattolica sono ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani (art.7)”. Bisogna ritornare a Benito Mussolini, pieno fascismo, 11 febbraio 1929, in cui il nostro capopolo decretò:” la religione cattolica apostolica romana è la sola religione di Stato. ” Ovvio il nostro presidente del tempo aveva in testa la purezza della razza italiota, e quindi con le sue leggi antisemite bando agli ebrei, e bastardi barbari del genere. Peccato che anche Papa Pio XI ci cascò e sottoscrisse con il concordato. Ma la Costituzione italiana 18 anni più tardi invalidò tale decreto. Scuola laica non significa abolizione del sacro, ma aperta e accogliente a tutte le varie espressioni del sacro. E qui già salta fuori un equivoco: la scuola italiana ha nel suo programma un’ora di religione (anche se libera a certe condizioni), nella quale l’insegnante è pagato dallo stato ma scelto e controllato dalla chiesa: deve insegnare catechismo cattolico o altre problematiche attraverso l’ottica cattolica. Indicato per una integrazione delle minoranze sarebbe invece un’ora obbligatoria di „Cultura delle religioni” in cui ogni etnia e confessione senza proselitismo apprende quella degli altri, diversa dalla sua, così si impara a conoscersi, rispettarsi e lentamente integrarsi. Invece per gli aspetti specifici della propria religione in altro orario i cattolici potranno andare in chiesa, i musulmani nella moschea, gli ebrei nella sinagoga, i buddisti nella pagoda. Ma la scuola deve dare voce a tutte le religioni, paritaria anche per quelle delle minoranze.
I casi di Sassari e di Padova.
Per quanto riguarda le mani sulla scuola da parte dell’autorità ecclesiastica, scalpore ha fatto il diniego degli insegnanti al Vescovo Paolo Atzei di fare la visita pastorale natalizia 2015 a San Donato di Sassari. Motivo addotto: gli scolari cattolici sono 128, gli stranieri 124. Gli insegnanti sono riusciti a raggiungere un certo equilibrio multietnico per non radicalizzare la reciproca convivenza, ed un prelato cattolico potrebbe metterlo a rischio o richiedere magari la visita paritetica del rabbino, dell’iman, e di altri ancora, e la processione non finirebbe più. La risposta del Vescovo:” un becero modo di pensare che appartiene a decenni ancora fermi a 50 anni fa”. La difficoltà di questo Pastore a recepire la laicità e l’autonomia della scuola e il suo ruolo per l’integrazione. Un secondo motivo per il diniego al Natale multietnico risiede nella reciprocità. Così espressa: questi stranieri e arabi vengono qui da noi e vogliono abolire le nostre tradizioni religiose. Ma a noi nei loro paesi non è concesso altrettanto, anzi ci proibiscono tutti i simboli e ci perseguitano. Si risponde che il paragone non tiene più di tanto. Nel senso che loro sono venuti qui perché noi avevamo bisogno di mano d’opera specie per i lavori più umili (pulizie), inquinanti (concerie), pesanti (raccolta di agrumi). E perché questi lavori noi non li si voleva fare, ma specialmente perché con loro si aumentava il nostro benessere economico. Per i soldi insomma, braccia sì uomini no. Gli arabi invece non ci hanno mai chiamati a lavorare nei loro territori, noi ci siamo andati a colonizzare, convertire, sfruttare. Magari ci abbiamo stretto anche amicizia che continua bellamente ancora con molti stati per venderci le armi e acquistarci il petrolio. Non si dimentichi che il mercato d’armi in quei paesi ammonta a oltre 8 miliardi e che noi siamo i primi esportatori d’armi alla Siria, che poi per contrabbando vengono rivendute all’Isis. E così il terrorismo ci viene in casa nostra e ci sbanca con le nostre armi. Quale reciprocità? Ed ancora “no al Natale multietnico” causa le moschee. Perché loro vogliono costruirsi le moschee dove predicano l’odio contro di noi? Intanto venirci incontro permettendo loro preghiera e ramadan è un modo per non peggiorare i reciproci rapporti. E’ premessa per una migliore convivenza. Anche i mussulmani pagano le tasse, anzi non le evadono come gli italiani, aumentano il nostro Pil. Non dimentichiamo che molte missioni cattoliche italiane in Svizzera sono state costruite anche con i soldi dei cantoni locali, vedi Basilea ed altre. Nelle moschee predicano l’odio? La cosa va controllata. Ricordo che negli anni 1975-80, nel periodo delle brigate rosse in Italia, gli svizzeri temevano ci fosse qualche infiltrazione segreta fra loro e noi italiani di qui. La Sicurezza elvetica ha programmato una serie di controlli nelle associazioni e nelle missioni cattoliche, intercettazioni telefoniche comprese. Ad esempio ogni domenica per un certo periodo venivano due operatori alla messa che si celebrava in italiano per rispetto alla nostra cultura, con registratori, documentavano tutto dalla A alla Z e riportavano nei loro uffici per la traduzione. Io stesso alla fine venni a sapere che alla mia messa per due anni fui controllato dal segno di croce iniziale all’andate in pace. La stessa cosa andrebbe fatta nelle moschee italiane, dove per rispetto alla loro cultura va predicato in arabo. Per la traduzione si possono assumere degli interpreti a conoscenza dell’arabo, e non dei nostri politici prevenuti. Chi semina odio lo si manda a casa. Ma le generalizzazioni a sproposito sono solo polemica pretestuosa, intolleranza del diverso, sono razzismo. Il seme ideologico in versione cattolica del terrorismo Isis. Chiarite tali premesse si arriva agli episodi contro il Natale multietnico del dicembre 2015. Tutto orchestrato ovviamente dagli adulti, dai genitori i cui bambini, puri da equivoci, imparano già il virus dell’intolleranza. Un mal di pancia continuo nei media e in TV fomentato da certa politica. Quelli là vogliono azzerare le nostre tradizioni, questa è un’altra guerra santa, non dobbiamo tradire il nostro passato, guai a fare passi indietro. Altro caso va qui citato: il neo vescovo di Padova Claudio Cipolla ebbe a dire:” nelle nostre tradizioni natalizie possiamo fare anche qualche passo indietro per non urtare eccessivamente la sensibilità dei nostri ospiti”. Subito il governatore del Veneto Zaia, novello Mosè e l’Unto del Signore, a bacchettarlo e tentare di indurlo a ritirare, come se il vescovo non conoscesse il vangelo o la parabola del Buon Samaritano o le parole di Gesù alla straniera Siro-fenicia.
I casi di Rozzano (Milano) e di Romano d’Ezzelino (Vicenza)
A Rozzano in provincia di Milano il preside non permette che durante la pausa del pranzo a che due maestre insegnino ai bambini canti religiosi natalizi. Subito dei genitori danno l’allarme, qualche giorno dopo si raduna davanti alla scuola mezzo parlamento italiano, con l’on. Gelmini cantare con voce garrula al cancello “Tu scendi dalle stelle”, l’on. Salvini, supporter della Lega (nata pagana nel dio Po, invecchiata vaticana a scopi elettorali), distribuire minipresepi e ruspette, donne regalare a tutti un bambinello Gesù di peluche. Sembrava la famiglia Brambilla, il coro meneghino, una macchietta in cui ci mancava solo la buon’anima di Totò. Loro mestiere invece sarebbe se costoro protestassero perché nella scuola di Rozzano i bagni sono senza porte, e le pareti mancano di intonaci. A Romano d’Ezzelino(Vicenza), peggio ancora. Ritorno ai tempi dell’inquisizione, sorta con Papa Lucio III al concilio di Verona, ma in pieno medioevo nel 1186, mica l’altro ieri. La preside delle Medie Montegrappa decide per un Natale multietnico sul tipo dell’anno precedente. Un canto italiano, uno arabo, uno ungherese, uno ebraico, uno africano. Incontro musicale multicolore che ai bambini piace un mondo e ai ragazzi delle medie pure, se ancora non completamente istigati e aizzati dai genitori. Siamo stati spettatori delle solite risse tra i fondamentalisti cattolici e gli altri aperti ad una sana laicità. Il sindaco Rossella Olivo chiede la scaletta dei canti e, quale neopapessa delle crociate natalizie, qua censura, là mette all’indice, là depenna, là concede il nulla osta. Difficile introdurre il concetto che un Natale multietnico nelle scuole non significa gettare il guanto e resa di fronte ai bambini stranieri, ma condivisione con loro di un’esperienza canora musicale, dal momento che Gesù non è nato solo per i veneti e i lombardi, ma per tutti gli uomini del mondo. Da rimarcare: non si rinuncia a nulla, nessun passo indietro, ma si condivide. Se non ora, a questa età, quando si preparerà all’integrazione? Ciò non esclude un concerto di Natale confessionale che i bambini cattolici e di altre etnie disponibili possono eseguire nella chiesa parrocchiale davanti al grande crocefisso e al presepio con genitori, familiari e il paese tutto.
Il caso di Monza.
Presso l’Ente cattolico professionale frequentato da fedi diverse il parroco don Marco Oneta decide di tralasciare la messa di Natale e programmare un incontro di riflessione con preghiere, canti, proiezioni a contenuto religioso. Passo indietro non digerito da alcuni insegnanti che parlano di deriva natalizia a cui il parroco risponde che la messa sta diventando un atto di culto troppo forte anche per dei cattolici che a messa ci vanno sempre meno, o non ci vanno proprio più. Quindi meglio una sostituzione più significativa. In definitiva la polemica di molti italiani che gli stranieri “devono” integrarsi sa di neocolonialismo. La nostra identità nel futuro globale che viene non sta nell’arroccarsi nel proprio mondo antico, ma conviverci che l’identità è inclusiva del “diverso” e che l’integrazione del diverso va preparata e accompagnata anche con qualche nostra rinuncia. Non è rinnegare il passato, non è privazione, ma condivisione e arricchimento.
Autore:
Albino Michelin
07.12.2015
I casi di Sassari e di Padova.
Per quanto riguarda le mani sulla scuola da parte dell’autorità ecclesiastica, scalpore ha fatto il diniego degli insegnanti al Vescovo Paolo Atzei di fare la visita pastorale natalizia 2015 a San Donato di Sassari. Motivo addotto: gli scolari cattolici sono 128, gli stranieri 124. Gli insegnanti sono riusciti a raggiungere un certo equilibrio multietnico per non radicalizzare la reciproca convivenza, ed un prelato cattolico potrebbe metterlo a rischio o richiedere magari la visita paritetica del rabbino, dell’iman, e di altri ancora, e la processione non finirebbe più. La risposta del Vescovo:” un becero modo di pensare che appartiene a decenni ancora fermi a 50 anni fa”. La difficoltà di questo Pastore a recepire la laicità e l’autonomia della scuola e il suo ruolo per l’integrazione. Un secondo motivo per il diniego al Natale multietnico risiede nella reciprocità. Così espressa: questi stranieri e arabi vengono qui da noi e vogliono abolire le nostre tradizioni religiose. Ma a noi nei loro paesi non è concesso altrettanto, anzi ci proibiscono tutti i simboli e ci perseguitano. Si risponde che il paragone non tiene più di tanto. Nel senso che loro sono venuti qui perché noi avevamo bisogno di mano d’opera specie per i lavori più umili (pulizie), inquinanti (concerie), pesanti (raccolta di agrumi). E perché questi lavori noi non li si voleva fare, ma specialmente perché con loro si aumentava il nostro benessere economico. Per i soldi insomma, braccia sì uomini no. Gli arabi invece non ci hanno mai chiamati a lavorare nei loro territori, noi ci siamo andati a colonizzare, convertire, sfruttare. Magari ci abbiamo stretto anche amicizia che continua bellamente ancora con molti stati per venderci le armi e acquistarci il petrolio. Non si dimentichi che il mercato d’armi in quei paesi ammonta a oltre 8 miliardi e che noi siamo i primi esportatori d’armi alla Siria, che poi per contrabbando vengono rivendute all’Isis. E così il terrorismo ci viene in casa nostra e ci sbanca con le nostre armi. Quale reciprocità? Ed ancora “no al Natale multietnico” causa le moschee. Perché loro vogliono costruirsi le moschee dove predicano l’odio contro di noi? Intanto venirci incontro permettendo loro preghiera e ramadan è un modo per non peggiorare i reciproci rapporti. E’ premessa per una migliore convivenza. Anche i mussulmani pagano le tasse, anzi non le evadono come gli italiani, aumentano il nostro Pil. Non dimentichiamo che molte missioni cattoliche italiane in Svizzera sono state costruite anche con i soldi dei cantoni locali, vedi Basilea ed altre. Nelle moschee predicano l’odio? La cosa va controllata. Ricordo che negli anni 1975-80, nel periodo delle brigate rosse in Italia, gli svizzeri temevano ci fosse qualche infiltrazione segreta fra loro e noi italiani di qui. La Sicurezza elvetica ha programmato una serie di controlli nelle associazioni e nelle missioni cattoliche, intercettazioni telefoniche comprese. Ad esempio ogni domenica per un certo periodo venivano due operatori alla messa che si celebrava in italiano per rispetto alla nostra cultura, con registratori, documentavano tutto dalla A alla Z e riportavano nei loro uffici per la traduzione. Io stesso alla fine venni a sapere che alla mia messa per due anni fui controllato dal segno di croce iniziale all’andate in pace. La stessa cosa andrebbe fatta nelle moschee italiane, dove per rispetto alla loro cultura va predicato in arabo. Per la traduzione si possono assumere degli interpreti a conoscenza dell’arabo, e non dei nostri politici prevenuti. Chi semina odio lo si manda a casa. Ma le generalizzazioni a sproposito sono solo polemica pretestuosa, intolleranza del diverso, sono razzismo. Il seme ideologico in versione cattolica del terrorismo Isis. Chiarite tali premesse si arriva agli episodi contro il Natale multietnico del dicembre 2015. Tutto orchestrato ovviamente dagli adulti, dai genitori i cui bambini, puri da equivoci, imparano già il virus dell’intolleranza. Un mal di pancia continuo nei media e in TV fomentato da certa politica. Quelli là vogliono azzerare le nostre tradizioni, questa è un’altra guerra santa, non dobbiamo tradire il nostro passato, guai a fare passi indietro. Altro caso va qui citato: il neo vescovo di Padova Claudio Cipolla ebbe a dire:” nelle nostre tradizioni natalizie possiamo fare anche qualche passo indietro per non urtare eccessivamente la sensibilità dei nostri ospiti”. Subito il governatore del Veneto Zaia, novello Mosè e l’Unto del Signore, a bacchettarlo e tentare di indurlo a ritirare, come se il vescovo non conoscesse il vangelo o la parabola del Buon Samaritano o le parole di Gesù alla straniera Siro-fenicia.
I casi di Rozzano (Milano) e di Romano d’Ezzelino (Vicenza)
A Rozzano in provincia di Milano il preside non permette che durante la pausa del pranzo a che due maestre insegnino ai bambini canti religiosi natalizi. Subito dei genitori danno l’allarme, qualche giorno dopo si raduna davanti alla scuola mezzo parlamento italiano, con l’on. Gelmini cantare con voce garrula al cancello “Tu scendi dalle stelle”, l’on. Salvini, supporter della Lega (nata pagana nel dio Po, invecchiata vaticana a scopi elettorali), distribuire minipresepi e ruspette, donne regalare a tutti un bambinello Gesù di peluche. Sembrava la famiglia Brambilla, il coro meneghino, una macchietta in cui ci mancava solo la buon’anima di Totò. Loro mestiere invece sarebbe se costoro protestassero perché nella scuola di Rozzano i bagni sono senza porte, e le pareti mancano di intonaci. A Romano d’Ezzelino(Vicenza), peggio ancora. Ritorno ai tempi dell’inquisizione, sorta con Papa Lucio III al concilio di Verona, ma in pieno medioevo nel 1186, mica l’altro ieri. La preside delle Medie Montegrappa decide per un Natale multietnico sul tipo dell’anno precedente. Un canto italiano, uno arabo, uno ungherese, uno ebraico, uno africano. Incontro musicale multicolore che ai bambini piace un mondo e ai ragazzi delle medie pure, se ancora non completamente istigati e aizzati dai genitori. Siamo stati spettatori delle solite risse tra i fondamentalisti cattolici e gli altri aperti ad una sana laicità. Il sindaco Rossella Olivo chiede la scaletta dei canti e, quale neopapessa delle crociate natalizie, qua censura, là mette all’indice, là depenna, là concede il nulla osta. Difficile introdurre il concetto che un Natale multietnico nelle scuole non significa gettare il guanto e resa di fronte ai bambini stranieri, ma condivisione con loro di un’esperienza canora musicale, dal momento che Gesù non è nato solo per i veneti e i lombardi, ma per tutti gli uomini del mondo. Da rimarcare: non si rinuncia a nulla, nessun passo indietro, ma si condivide. Se non ora, a questa età, quando si preparerà all’integrazione? Ciò non esclude un concerto di Natale confessionale che i bambini cattolici e di altre etnie disponibili possono eseguire nella chiesa parrocchiale davanti al grande crocefisso e al presepio con genitori, familiari e il paese tutto.
Il caso di Monza.
Presso l’Ente cattolico professionale frequentato da fedi diverse il parroco don Marco Oneta decide di tralasciare la messa di Natale e programmare un incontro di riflessione con preghiere, canti, proiezioni a contenuto religioso. Passo indietro non digerito da alcuni insegnanti che parlano di deriva natalizia a cui il parroco risponde che la messa sta diventando un atto di culto troppo forte anche per dei cattolici che a messa ci vanno sempre meno, o non ci vanno proprio più. Quindi meglio una sostituzione più significativa. In definitiva la polemica di molti italiani che gli stranieri “devono” integrarsi sa di neocolonialismo. La nostra identità nel futuro globale che viene non sta nell’arroccarsi nel proprio mondo antico, ma conviverci che l’identità è inclusiva del “diverso” e che l’integrazione del diverso va preparata e accompagnata anche con qualche nostra rinuncia. Non è rinnegare il passato, non è privazione, ma condivisione e arricchimento.
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Albino Michelin
07.12.2015
KAROL, GLI EROI STRANIERI NON FANNO NOTIZIA
Sabato 29 agosto 2015 due malviventi fanno irruzione presso un supermercato a Castello di Cisterna in provincia di Napoli a scopo rapina e si avvicinano alla cassa, armi in pugno. Uno fra gli innumerevoli clienti lì vicino, certo Karol Anatoly, operaio edile di origine ucraina, si precipita per immobilizzarli e salvare l’impiegata. Al che i due gli sparano, gli affibbiano due coltellate e lo stramazzano al suolo. Accanto aveva con sé il carrello della spesa e insieme la figlioletta di due anni, spettatrice terrorizzata. L’operaio lascia la moglie e un altro figlio di 14 anni. Partito anche lui anni fa dalla sua terra in cerca di speranza è stato barbaramente derubato dei sui progetti e dei suoi sogni. E’ morto da eroe mostrando quel volto dell’emigrazione che fingiamo di non voler vedere, o al quale non sentiamo il bisogno di conferire attenzione, ma al quale dobbiamo tributare un profondo omaggio. E’ morto da eroe quando avrebbe potuto tornarsene a casa e passare il fine settimana con la famiglia, a farsi i fatti suoi. A parte qualche veloce lancio in TV e qualche riga sui giornali, nessun commento importante. Certo il paese di quello spicchio di Napoli ha dimostrato più cuore di quanto si pensasse: subito una sottoscrizione per la costituzione di un fondo a favore della famiglia, una raccolta di firme per il conferimento della medaglia d’onore al valore civile, una giornata di lutto cittadino in sua memoria. Desolante però è il pensare che se a rapinare fosse stato un ucraino, un profugo, un extracomunitario saremmo ancora lì a sbraitarci contro per settimane in tutti i canali televisivi. Non andiamo troppo lontano con il tempo. Quando agl’inizi di febbraio di quest’anno nel paese di Nanto in provincia di Vicenza un giostraio vicentino, Alberto Cassol, appartenente ai rom, tentò una rapina in una gioielleria e la vita dell’impiegata correva seri pericoli, certo Stacchio benzinaio accanto gli sparò col fucile da caccia e lo tolse dalle spese. Non si disse che il criminale fu un vicentino, ma un rom, cioè la feccia della terra. Una sarabanda mediatica che dura ancora oggi. Si precipitarono a congratularsi con il salvatore della patria i politici per la maggiore, Salvini, Meloni, Zaia, Moretti. Il sindaco di un paese vicino, Joe Formaggio detto sceriffo, organizzò turbolenti riunioni con gli amministratori del territorio e cortei di protesta a dimensione regionale. E tutto perché l’assassino era un rom, un extracomunitario, secondo la loro ignoranza, chiedendo venia per l’attributo. Vicino a Karol accostiamo anche un altro degli innumerevoli casi di stranieri che salvano degli italiani. E cioè a Lendinara di Rovigo il 21.7.2015 prese a bruciare la casa di una coppia di novantenni. Due giovani maghrebini si sono lanciati tra le fiamme per salvarli e ci riuscirono. Ma i vicini di casa non mossero un dito. Eroismo sobrio, ma innegabile. Però solo qualche straccio di notizia. Il “Resto del Carlino” di Bologna si limitò a titolare a mezza voce: ”merito di una sorta di miracolo questo salvataggio ”. Cioè merito del Padre Eterno e non dei due stranieri: miopia inaccettabile. Lunga sarebbe la serie di immigrati eroi. Tempo fa Dragan Cigani bosniaco ti va a salvare due bambini italiani che stavano per annegare nel mare di Jesolo, capitale della Lega. Lui purtroppo muore ma i bambini vengono tratti alla riva. Nessuno ne ha parlato, neanche il prete in chiesa si è ricordato di una preghiera per il povero defunto. Si sa, era uno straniero, ha compiuto un atto dovuto. Iris Palacio, ventisettenne badante honduregna, nel mare dell’Argentario mette in salvo un bambina affidata alla sua custodia, ma lei non ce la fa, scompare tra i flutti. All’inizio di quest’anno una donna in auto sbanda e finisce nel fiume Bacchiglione di Vicenza. Un rom accortosi si tuffa vestito invernale nella corrente gelida e limacciosa e la estrae. Ai tentativi di ringraziamento risponde:” era un mio dovere come uomo”. Ma per lui solo un trafiletto nel quotidiano locale. Però quando a compiere un gesto insano è uno straniero, allora sono guai. Lo si suona e lo si canta, si fa parlare la pancia nazionale e montare l’odio collettivo, non la si smette più. Vedi il caso di Palagonia di Catania, successo recentemente, dove un diciottenne ivoriano uccide una coppia di pensionati, all’anagrafe Solano. Non solo la figlia Rosita, e lo si può capire, ma tutti i politici con a capo il ruspante Salvini al ritornello:” Colpa dello Stato assente, qui deve rispondere”. Più convincente invece il discorso del Vescovo Peri alla cerimonia funebre:” Quando il male arriva è perché gli onesti dormono”. E di un caso come questo la fantasia popolare si sbizzarrisce e caccia su internet siterelli tipo:” Tutti i crimini degli immigrati”, inventando le bufale più impensate come quella di uno straniero che stupra una bambina di 7 anni, il padre gli taglia i testicoli e glieli fa ingoiare. Tutto fa brodo per amplificare o inventare notizie che mettono in cattiva luce lo straniero, nascondendo invece quelle che dimostrano le ricchezze e i valori da lui apportati. Un’osservazione non ci deve sfuggire: vi è una buona parte dell’opinione pubblica che di fronte a casi come quello di Karol alza le spalle:” poteva farsi i fatti suoi”. Il farsi i fatti propri talora può essere segno di viltà di fronte al bene comune, perché non aiuta a ribaltare l’immagine negativa. Queste sono testimonianze che vanno valorizzate. Il farsi carico degli altri è costitutivo della sensibilità e dell’etica umana. Dio alle origini ha chiesto a Caino dove fosse suo fratello Abele. Al che la risposta:” sono forse io il custode di mio fratello”? (Gen.4,9). E nella parabola del samaritano (Lc.9,26) su quel tale caduto nel fosso, Gesù dice che un sacerdote lo scorge, passa oltre e fa i fatti suoi. Così un secondo, un religioso passa e va oltre per i fatti suoi. Ma un terzo, uno straniero, ha compassione, si ferma, lo carica sul cavallo e lo porta all’albergo. Non ignoriamo certo che gli immigrati sono maggiormente tentati alla micro e macro criminalità dei residenti, e che nelle carceri il 36% dei detenuti sono stranieri a fronte del 7% di connazionali. Lo stesso però succedeva a New York da parte dei primi immigrati italiani alla fine del 1800. Ma con adeguate leggi e con il necessario tempo di convivenza le due etnie sono diventate un solo popolo solidale.
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Albino Michelin
29.08.2015
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Albino Michelin
29.08.2015
FRENESIA DI VISIBILITÀ: VIDEO DELL'OMICIDIO SUL WEB
Mercoledì 26 agosto nella cittadina di Moneta in Virginia (Usa) il reporter V.Falmagan ha ucciso con otto colpi di arma da fuoco la giornalista A. Parker mentre eseguiva un’intervista per una trasmissione in diretta nella TV locale, e il suo cameraman A.Ward. L’assassino ha ripreso il doppio omicidio con lo smartphone per rilanciarlo su FB e Twitter. Quindi è fuggito, si è autoripreso ancora con il suo smartphone e si è suicidato. Così omicidio e suicidio hanno fatto il giro del mondo. Inutile e quasi impossibile trovare le motivazioni: forse una resa di conti con gli ex compagni di lavoro, forse una vendetta contro quel bianco che il 17 giugno precedente aveva compiuto la strage di Charleston massacrando nove neri in una chiesa del Sud Carolina, forse delusione come afroamericano della politica verso la gente di colore da parte del presidente Obama pure afroamericano. Un mix ed un melange di motivazioni, tutti pezzi di un mosaico importante: la TV, la rete, i selfie, i social, il razzismo, la diretta, il narcisismo, la paranoia. Il vero movente probabilmente è nella convergenza di tutti questi elementi, che i delitti di questo tipo cercano pubblicità e notorietà. Per affermare ciò si collega anche ad altri episodi del genere. Come quello di Tolosa in Francia nel 2013 dove i killer avevano acquistato una videocamera indossabile per immortalare i colpi esplosi verso le vittime. Oppure quello di Parigi nel gennaio di quest’anno quando Coulibaly ha assaltato il supermercato ebraico dopo la strage di Charly Hebdo. Il nostro omicida-suicida della Virginia era consapevole che il suo film dell’orrore avrebbe toccato tutti, sarebbe arrivato ovunque, tanto più oggi che tutti hanno un cellulare con la videocamera in tasca. L’assassinio in diretta TV racconta il tempo della follia esibizionista, c’è una ricerca patologica di pubblicità in un massacro del genere. Non basta uccidere, si vuole condividere con tutti il misfatto, la bravata. Voglia senz’altro, non solo di apparire ma di sincerarsi di essere al centro della scena. Questo si desume dal fatto che V.Flamagan si è creato tutto questo montaggio con lo smartphone. Se avesse voluto semplicemente vendicarsi non lo faceva con tutto questo apparato pubblicitario. L’episodio spogliato dalla sua efferatezza estrema e non comune può rappresentare però la punta dell’iceberg ed essere emblematico anche per il nostro mondo quotidiano comune, dove la visibilità sta diventando non tanto un bisogno, ma una psicosi. Non ci interessa qui la visibilità quale fattore normale biologico, professionale, culturale-religioso. Cioè escludiamo quella della psicologia evolutiva: ogni bambino tende a salire sulla sedia ed essere il centro dell’attenzione degli adulti. Escludiamo quella professionale: ogni artigiano ha bisogno di réclame e di pubblicità per non venir tagliato fuori dalla concorrenza. Escludiamo anche quella culturale–religiosa, cioè attinente alla diffusione di una cultura o di una religione secondo il consiglio di Gesù quanto vi ho detto all’orecchio voi annunziatelo sopra i tutti (Mt.10,27). Oppure l’altro: “andate il tutto il mondo e predicate ad ogni creatura … “(Mc.16,15). Ci riferiamo qui e ci limitiamo alla visibilità personale legata alla tecnologia moderna. La convinzione che se qualcosa accade o passa in TV o nei media è più vero del vero, più vero della vita stessa, meglio della vita reale. E quindi se vuoi essere qualcuno, se vuoi valere, se vuoi influire devi diventare visibile in questo tipo di tecnologia. Ai tempi nel 1600 Cartesio diceva: “penso quindi, sono, esisto “. Oggi no: “sono visibile, quindi esisto”. Un tempo si diceva: non è importante avere, ma essere. Oggi si ribalta: “non è importante essere, ma essere visibili “. La nostra è una società dell’esibizione, dove il sapere, la cultura è diventata farsi vedere.
La visibilità investe tutto, nessuno ne resta immune. Dagli adolescenti fino alla terza e quarta età la visibilità attraverso i media, TV, twitter, blog e altri canali di rete ti fanno sentire vivo, attivo, influente. Per gli adolescenti, periodo fragile, disponibile a tutte le dipendenze e trasgressioni, è vetrina per mettersi in mostra e nel modo più becero. Ingstram dove le ragazzine 12-14 anni „postano„ le loro foto per farsi giudicare, per vincere una estenuante gara di bellezza. Se vengono cancellate si apre una piaga per tutta la vita. Con il cyber bullismo sempre in agguato, quel tipo di attacco continuo, ripetuto e sistematico, attuato mediante la rete, dove in breve la propria reputazione può uscirne danneggiata. “Maschietto nasconditi, sei senza muscoli. Femminuccia, sei già troppo grassoccia e chiattona, sparisci “. E talvolta con il cyber bullismo gli adolescenti finiscono anche per gettarsi dalla finestra o impiccarsi in cantina: conseguenze della mancata visibilità. Siamo in un mutamento antropologico che investe tutto e tutti. Anche e soprattutto i politici. Specie in Italia dove i politici (vedi Berlusconi) fanno persino i comici, e i comici (vedi Grillo) fanno i politici. E tutti sgomitano per farsi largo e trovarsi uno spazio. E poi in TV o nella rete, traboccanti di visibilità, non ti propongono un progetto politico che sia tale, ma basta loro garantirsi la notorietà. Basta che si parli, purché si parli, comunque si parli di loro. Anche i malandrini, carcerati, mafiosi, prostitute, attori di cento amori, pornostar, tutti in fibrillazione per essere intervistati ed acquisire visibilità. La voglia di apparire non conosce limiti alle volgarità nella esposizione delle proprie emozioni, sentimenti, del proprio corpo. L’uscita dalla scena mediatica per molti è la morte civile. Unica eccezione sembra quella di Papa Ratzinger, che sia pure dopo le dimissioni a vita privata, passa ancora sugli schermi, forse perché ha infranto le regole della ritualità. Un pericolo tuttavia in questo culto della propria immagine e visibilità oggi resta sempre in agguato ed è l’emulazione: cioè la voglia, il bisogno, la frenesia di ripetere per se stessi e a se stessi quanto si vede sia nel bene come nel male realizzato dagli altri, creando così nuove dipendenze a scapito della propria libertà e dei propri valori.
Autore:
Albino Michelin
28.08.2015
La visibilità investe tutto, nessuno ne resta immune. Dagli adolescenti fino alla terza e quarta età la visibilità attraverso i media, TV, twitter, blog e altri canali di rete ti fanno sentire vivo, attivo, influente. Per gli adolescenti, periodo fragile, disponibile a tutte le dipendenze e trasgressioni, è vetrina per mettersi in mostra e nel modo più becero. Ingstram dove le ragazzine 12-14 anni „postano„ le loro foto per farsi giudicare, per vincere una estenuante gara di bellezza. Se vengono cancellate si apre una piaga per tutta la vita. Con il cyber bullismo sempre in agguato, quel tipo di attacco continuo, ripetuto e sistematico, attuato mediante la rete, dove in breve la propria reputazione può uscirne danneggiata. “Maschietto nasconditi, sei senza muscoli. Femminuccia, sei già troppo grassoccia e chiattona, sparisci “. E talvolta con il cyber bullismo gli adolescenti finiscono anche per gettarsi dalla finestra o impiccarsi in cantina: conseguenze della mancata visibilità. Siamo in un mutamento antropologico che investe tutto e tutti. Anche e soprattutto i politici. Specie in Italia dove i politici (vedi Berlusconi) fanno persino i comici, e i comici (vedi Grillo) fanno i politici. E tutti sgomitano per farsi largo e trovarsi uno spazio. E poi in TV o nella rete, traboccanti di visibilità, non ti propongono un progetto politico che sia tale, ma basta loro garantirsi la notorietà. Basta che si parli, purché si parli, comunque si parli di loro. Anche i malandrini, carcerati, mafiosi, prostitute, attori di cento amori, pornostar, tutti in fibrillazione per essere intervistati ed acquisire visibilità. La voglia di apparire non conosce limiti alle volgarità nella esposizione delle proprie emozioni, sentimenti, del proprio corpo. L’uscita dalla scena mediatica per molti è la morte civile. Unica eccezione sembra quella di Papa Ratzinger, che sia pure dopo le dimissioni a vita privata, passa ancora sugli schermi, forse perché ha infranto le regole della ritualità. Un pericolo tuttavia in questo culto della propria immagine e visibilità oggi resta sempre in agguato ed è l’emulazione: cioè la voglia, il bisogno, la frenesia di ripetere per se stessi e a se stessi quanto si vede sia nel bene come nel male realizzato dagli altri, creando così nuove dipendenze a scapito della propria libertà e dei propri valori.
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Albino Michelin
28.08.2015
martedì 15 marzo 2016
LA SALMA DI PADRE PIO A ROMA: FASCINO DI SANTI O STRATEGIA?
Nella prima settimana di marzo di quest’anno 2016 la salma di P.Pio da Pietrelcina è stata trasportata a Roma da S. Giovanni Rotondo per assecondare la devozione popolare in occasione dell’anno giubilare della Misericordia. Unitamente ai resti di San Leopoldo Mandic di Castelnovo, pure cappuccino sepolto nel convento di Padova, entrambi avendo dedicato molta parte della loro vita alla distribuzione della misericordia attraverso la confessione privata. Dal 3 al 12 febbraio u. s. moltitudini di gente ovviamente sono andate in delirio, specie alla vista delle reliquie di P.Pio, strofinando sulla teca santini, indumenti, banconote, per ottenere prodigi e miracoli. Da premettere subito che nessuno mette in discussione il rispetto dovuto a queste figure, testimoni della loro vocazione e del loro dovere. Discussioni invece e reazioni parecchie sono sorte circa l’idea, il modo, la gestione di questa sacra tournée. Anzitutto l’idea si inserisce nel quadro più ampio del giubileo della misericordia, indetto da Papa Francesco nel marzo del 2015, con inizio l’8 dicembre e chiusura il 20 novembre 2016. Anche per evitare emotività da entrambe le parti di segno opposto, cioè dagli adoratori e dai contestatori, va detto che papa Francesco ha annunciato l’iniziativa espressamente come giubileo diffuso. Cioè non si tratta di una sagra romanocentrica, ma un’occasione di far passare l’evento a tutte le periferie del mondo. In effetti, secondo sue precise intenzioni, il giubileo o indulgenza plenaria si può lucrare ovunque anche davanti alla porta di casa, in tutte le diocesi e santuari ad hoc deputati. Un giubileo centrifugo e non centripeto. Tant’è vero che la prima porta santa non è stata aperta in San Pietro, come da ormai millenaria tradizione, ma nel Centro dell’Africa il 29 novembre, cioè una settimana prima dell’inizio ufficiale. In coerenza con il suo pontificato ciò significa che egli volle dare un segnale chiaro, di non ripetere sfarzi e folclore dell’anno santo 2000 sotto papa Wojtyla. Bergoglio diede anche l’incarico di coordinare il tutto a Mons.Fisichella, presidente della “nuova” evangelizzazione. Questi, non ostante il desiderio di Bergoglio di decentralizzare, annunciò subito a tutto il mondo via etere che la città eterna è pronta e apporterà nuove adeguate strutture per accogliere pellegrini dai quattro angoli della terra. Così Roma, mafia capitale infetta ne approfitterà per rifarsi dal malaffare e dal collasso. Che avrebbe dovuto fare Bergoglio? Molti su twitter hanno fatto circolare espressioni le più svariate, di cui una sintesi: ”trovo di dubbio gusto questa esposizione romana (siamo tornati alle superstizioni medievali di rivalsa antiprotestante). Molto dispiaciuto del teatro attorno a P.Pio e al suo cadavere: indegno, superstizione, maleducazione per i credenti. Da Papa Francesco mi aspettavo di meglio. Fa dubitare che il suo rinnovamento sia solo fumo che cerca il consenso della gente e facile popolarità”. Tentiamo una risposta che ci sembra più consona alla coerenza di Francesco. Si sa che non si possono fare riforme subito, tutte e su tutto. Bisogna pur concedere qualcosa per non rompere e non perdere tutto. Sono noti i dissensi all’interno della Curia vaticana (lo disse più volte egli stesso) nei confronti delle sue riforme, come dei cardinali, di molti vescovi, di buona parte del clero e dei tanti cattolici integralisti. Bergoglio certo vuole fare la sua strada, ma in modo soft senza irritare la parte conservatrice della chiesa. Ciò premesso, la commissione Fisichella escogitò forme di richiamo, la prima quella di organizzare una sacra passerella-corteo con le due salme imbalsamate per le vie di Roma e nel massimo tempio della cristianità. Frutto anche di una pressione dei gruppi di preghiera di P.Pio, sparsi un po’ in tutto il mondo, che coordinati dal cappuccino P.Morra lanciò per primo l’idea di un “Padre-Pioday”. Certo, il papa se l’aggregò e ovviamente la caldeggiò come propria. Ma anche qui che cosa avrebbe dovuto rispondere? Deludere tutti questi cattolici osannanti e gasati? Consigliarli di pellegrinare nel luogo della sua tomba in quel di S.Giovanni Rotondo? Ovviamente esiste anche una rilevante aliquota fra gli stessi devoti del Santo, come sopra accennato, i quali hanno considerato inopportuno disturbo questa iniziativa. Scherza con i fanti e lascia stare i santi. E qui osservazioni e critiche si sprecano.
Rischi di feticismo e mercato delle reliquie
Per allargare la visuale, un po’ di sobrietà sarebbe necessaria su questa infinità di teschi, crani e mandibole sotto gli altari delle chiese, della lingua di S.Antonio, del sangue di S.Gennaro, dei trecento chiodi della croce di Gesù, delle centinaia di spine del suo capo sparse nel mondo, del latte della Madonna e delle piume dell’angelo Gabriele conservate nella chiesa di Misinto, in provincia di Milano, e chi più ne ha più ne metta. Spesso un mercato irriverente. Forse una strategia per trattenere i creduli e le anime semplici? Sarebbe uno stato di salute del cattolicismo un po’ precario. Lutero, di cui il prossimo anno si celebra il quinto centenario della sua riforma, pure sfavorevole a reliquie e indulgenze, non aveva poi tutti i torti. Nemmeno tutti i torti aveva lo scrittore della Bibbia (Esodo 20,6), quando ingiungeva: ”non ti farai idolo e immagine alcuna che è lassù nel cielo e quaggiù sulla terra. Non ti prostrerai davanti a loro perché io sono il tuo Dio, un Dio geloso”. Una seconda motivazione, che potrebbe sottostare al richiamo di pellegrini a Roma con l’esposizione della salma dei nostri due santi confessori, potrebbe essere appunto il ricupero e il rilancio della confessione e della figura del prete in quanto confessore. Tutti costatano che il ruolo di quest’ ultimo è in calo e la confessione lo è ancor di più. La gente oggi preferisce o non confessarsi a nessuno, eccetto in TV, o confessarsi direttamente a Dio, o preferisce conversare dei propri problemi di coscienza con un psicologo o con un teologo, in quanto si sente maggiormente capita e a proprio agio, senza giudizi e senza rampogne. E nella indizione dell’anno della Misericordia di Papa Francesco da parte di molti si tende a fare un decalage. Cioè mentre egli sottolinea soprattutto di passare dalla misericordia di Dio verso di noi alla misericordia nostra verso i poveri, gli sfruttati, i profughi, gli emigrati, i disoccupati, i torturati, i senza tetto, contro le guerre, cc. Una certa parte di chiesa tende a ridurre tutto questo alla confessione privata presso un sacerdote e connessa con l’indulgenza plenaria che si acquisterebbe alla visita di una chiesa o santuario. Papa Francesco disse che pure lui si confessa spesso, ma qui è legittimo fare una distinzione tra confessione libera scelta a scopo devozionale ad incremento della propria spiritualità e confessione obbligata al raggiungimento di uno scopo, sia esso il perdono dei peccati o l’acquisizione dell’indulgenza. Anziché confessione oggi si preferisce chiamarla riconciliazione, però è solo cambiamento di vocabolo, di contenitore, mentre i contenuti rimangono gli stessi. In effetti questa sarebbe una decisione che permette pure qualche domanda: che senso avrebbe per quest’anno un perdono a sottoprezzo, quando si viene dal passato o si ritornerà l’anno prossimo ad un perdono sovraprezzo? Esempio tipico: la donna che ha abortito, cioè la scomunicata (canone ecclesiastico 1398) per ottenere l’assoluzione prima del giubileo doveva presentarsi al vescovo o ad un suo incaricato, entro un mese. Quest’anno invece basta si confessi al primo pretino o fraticello per sentirsi assolta, senza tanto pellegrinare dal vescovo o da chi per lui. Ma terminato il giubileo dovrà tornare a ripetere la maratona di sempre. Come si può concepire una remissione degli stessi peccati a, oggi a tutto sconto, domani con una sovrattassa? Questa autoreferenzialità della chiesa non lascia un po’ perplessi sul ruolo ridimensionato della propria coscienza, sullo spazio sottratto a Dio, che solo può perdonare, e sulla mediazione indispensabile del clero in materia? E’ una domanda che si pongono pure molti teologi qualificati, di cui già è nota la risposta. Anzi c’è di più: Papa Francesco potrebbe decidere quest’anno (cosa che curia e clero non gli consentirebbero) di ritenere valida e sacramentale l’assoluzione comunitaria prima di ogni messa, o alla fine di riunioni penitenziali di gruppo in cui si premette un esame e una formazione di coscienza, dopo di che il prete impartisce l’assoluzione generale come rappresentante della comunità. E chi fosse pentito viene perdonato, e chi non lo fosse se ne ritorna a casa come prima. Questa forma penitenziale un vantaggio ce l’ha: quello di riscoprire l’importanza della coscienza, che specie per i cattolici italiani è un’araba fenice. In effetti per molti è più semplice una confessione dal prete, una recita mnemonica di routine e si ritorna e vivere bellamente con i propri vizi e virtù di sempre. Quando Gesù disse “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi” (Giov.20,23) intendeva anche l’assoluzione di gruppo oppure un tribunale privato (definito poi così dal concilio di Trento nel 1560), in cui il penitente diventa il reo e il prete diventa il giudice? Anche questa è una domanda che si potrebbe indirizzare all’autoreferenzialità della chiesa. A conferma di ciò non si dimentichi che lo stesso Canone ai nr.961-2-3 ammette l’assoluzione generale in casi di necessità, come potrebbe essere, e non solo, a un battaglione di soldati prima di un assalto al fronte. In mancanza di tempo il cappellano militare impartisce come in passato l’assoluzione comunitaria. Certo il giudizio di necessità è soggettivo, basterebbe anche il giudizio di opportunità come su citato. Nel qual caso potrebbe anche essere concesso dai singoli vescovi, tanto che Bergoglio nella sua “Evangelii Gaudium” prospetta una maggiore decentralizzazione delle diocesi e considera i vescovi muniti anche di autorità dottrinale.
Questi potrebbero essere (fra gli altri) tre motivi dell’esposizione della salma di Padre Pio a Roma, per cui da un giubileo per le periferie voluto da Bergoglio si è tornati ad un giubileo romanocentrico: la rivalutazione della città eterna e papale, che attende escursioni a gogò, il ricupero della confessione, il ruolo del prete. Applicazioni un po’ troppo riduttive per un anno giubilare dalla dimensione di misericordia universale.
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Albino Michelin
01.03.2016
Rischi di feticismo e mercato delle reliquie
Per allargare la visuale, un po’ di sobrietà sarebbe necessaria su questa infinità di teschi, crani e mandibole sotto gli altari delle chiese, della lingua di S.Antonio, del sangue di S.Gennaro, dei trecento chiodi della croce di Gesù, delle centinaia di spine del suo capo sparse nel mondo, del latte della Madonna e delle piume dell’angelo Gabriele conservate nella chiesa di Misinto, in provincia di Milano, e chi più ne ha più ne metta. Spesso un mercato irriverente. Forse una strategia per trattenere i creduli e le anime semplici? Sarebbe uno stato di salute del cattolicismo un po’ precario. Lutero, di cui il prossimo anno si celebra il quinto centenario della sua riforma, pure sfavorevole a reliquie e indulgenze, non aveva poi tutti i torti. Nemmeno tutti i torti aveva lo scrittore della Bibbia (Esodo 20,6), quando ingiungeva: ”non ti farai idolo e immagine alcuna che è lassù nel cielo e quaggiù sulla terra. Non ti prostrerai davanti a loro perché io sono il tuo Dio, un Dio geloso”. Una seconda motivazione, che potrebbe sottostare al richiamo di pellegrini a Roma con l’esposizione della salma dei nostri due santi confessori, potrebbe essere appunto il ricupero e il rilancio della confessione e della figura del prete in quanto confessore. Tutti costatano che il ruolo di quest’ ultimo è in calo e la confessione lo è ancor di più. La gente oggi preferisce o non confessarsi a nessuno, eccetto in TV, o confessarsi direttamente a Dio, o preferisce conversare dei propri problemi di coscienza con un psicologo o con un teologo, in quanto si sente maggiormente capita e a proprio agio, senza giudizi e senza rampogne. E nella indizione dell’anno della Misericordia di Papa Francesco da parte di molti si tende a fare un decalage. Cioè mentre egli sottolinea soprattutto di passare dalla misericordia di Dio verso di noi alla misericordia nostra verso i poveri, gli sfruttati, i profughi, gli emigrati, i disoccupati, i torturati, i senza tetto, contro le guerre, cc. Una certa parte di chiesa tende a ridurre tutto questo alla confessione privata presso un sacerdote e connessa con l’indulgenza plenaria che si acquisterebbe alla visita di una chiesa o santuario. Papa Francesco disse che pure lui si confessa spesso, ma qui è legittimo fare una distinzione tra confessione libera scelta a scopo devozionale ad incremento della propria spiritualità e confessione obbligata al raggiungimento di uno scopo, sia esso il perdono dei peccati o l’acquisizione dell’indulgenza. Anziché confessione oggi si preferisce chiamarla riconciliazione, però è solo cambiamento di vocabolo, di contenitore, mentre i contenuti rimangono gli stessi. In effetti questa sarebbe una decisione che permette pure qualche domanda: che senso avrebbe per quest’anno un perdono a sottoprezzo, quando si viene dal passato o si ritornerà l’anno prossimo ad un perdono sovraprezzo? Esempio tipico: la donna che ha abortito, cioè la scomunicata (canone ecclesiastico 1398) per ottenere l’assoluzione prima del giubileo doveva presentarsi al vescovo o ad un suo incaricato, entro un mese. Quest’anno invece basta si confessi al primo pretino o fraticello per sentirsi assolta, senza tanto pellegrinare dal vescovo o da chi per lui. Ma terminato il giubileo dovrà tornare a ripetere la maratona di sempre. Come si può concepire una remissione degli stessi peccati a, oggi a tutto sconto, domani con una sovrattassa? Questa autoreferenzialità della chiesa non lascia un po’ perplessi sul ruolo ridimensionato della propria coscienza, sullo spazio sottratto a Dio, che solo può perdonare, e sulla mediazione indispensabile del clero in materia? E’ una domanda che si pongono pure molti teologi qualificati, di cui già è nota la risposta. Anzi c’è di più: Papa Francesco potrebbe decidere quest’anno (cosa che curia e clero non gli consentirebbero) di ritenere valida e sacramentale l’assoluzione comunitaria prima di ogni messa, o alla fine di riunioni penitenziali di gruppo in cui si premette un esame e una formazione di coscienza, dopo di che il prete impartisce l’assoluzione generale come rappresentante della comunità. E chi fosse pentito viene perdonato, e chi non lo fosse se ne ritorna a casa come prima. Questa forma penitenziale un vantaggio ce l’ha: quello di riscoprire l’importanza della coscienza, che specie per i cattolici italiani è un’araba fenice. In effetti per molti è più semplice una confessione dal prete, una recita mnemonica di routine e si ritorna e vivere bellamente con i propri vizi e virtù di sempre. Quando Gesù disse “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi” (Giov.20,23) intendeva anche l’assoluzione di gruppo oppure un tribunale privato (definito poi così dal concilio di Trento nel 1560), in cui il penitente diventa il reo e il prete diventa il giudice? Anche questa è una domanda che si potrebbe indirizzare all’autoreferenzialità della chiesa. A conferma di ciò non si dimentichi che lo stesso Canone ai nr.961-2-3 ammette l’assoluzione generale in casi di necessità, come potrebbe essere, e non solo, a un battaglione di soldati prima di un assalto al fronte. In mancanza di tempo il cappellano militare impartisce come in passato l’assoluzione comunitaria. Certo il giudizio di necessità è soggettivo, basterebbe anche il giudizio di opportunità come su citato. Nel qual caso potrebbe anche essere concesso dai singoli vescovi, tanto che Bergoglio nella sua “Evangelii Gaudium” prospetta una maggiore decentralizzazione delle diocesi e considera i vescovi muniti anche di autorità dottrinale.
Questi potrebbero essere (fra gli altri) tre motivi dell’esposizione della salma di Padre Pio a Roma, per cui da un giubileo per le periferie voluto da Bergoglio si è tornati ad un giubileo romanocentrico: la rivalutazione della città eterna e papale, che attende escursioni a gogò, il ricupero della confessione, il ruolo del prete. Applicazioni un po’ troppo riduttive per un anno giubilare dalla dimensione di misericordia universale.
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Albino Michelin
01.03.2016
SUOR ROXANNA: "MI SENTO PIÙ MAMMA CHE SUORA"
Oggi nel mondo nascono migliaia di bambini, miracolo della natura che non fa notizia. Notizia invece ne ha fatta molta e circolata in tutta Italia, un po’ secondo il nostro stile, il caso di Suor Roxanna, una religiosa del Convento delle piccole discepole di Gesù a Rieti, che qualche settimana fa diede alla luce un bambino cui pose il nome di Francesco Sandrino. E poi tutto il contorno di fantasia e realtà: non sapeva di essere incinta, le consorelle non avevano mai notato la sua gravidanza, stante la struttura corporea grossa e piccola di statura. Arrivata in Italia da oltre 13 anni da San Salvador, forse aveva conosciuto il padre del nascituro laggiù quando era scesa nel marzo 2013 per un periodo di vacanza. Il giorno successivo al parto le consorelle le portarono borsoni di biancheria e poi scomparvero dalla scena. Il parroco dell’ospedale voleva benedire il bambino, ma la neomamma rifiutò di riceverlo. Forse vergogna, forse reazione a tabù sessuali ancestrali, sensi di colpa, sessuofobia, profanazione di un corpo “consacrato” dal voto di castità, o altre motivazioni inconsce che non sarà mai dato conoscere. Comunque caso chiuso. È stato invece riaperto in forma eclatante il 25 gennaio nella trasmissione “Le amiche del sabato”. Avrebbe potuto essere un dibattito culturale religioso, invece si trasformò in una rissa o giù di lì. Invitati dalla conduttrice Lorella Landi: da una parte certo Don Mario, rappresentante di una Chiesa che non esiste più o sempre meno. Vociante, aggressivo, ogni momento ad interrompere l’interlocutore e togliergli la parola di bocca. Dall’altra Vittorio Feltri, editorialista, scrittore, pacato e discorsivo con le sue assennate argomentazioni anche se ateo dichiarato. Anziché dare un resoconto a frammenti del concitato dialogo, vale la pena citare le posizioni complessive e conclusive dei due opposti schieramenti, che poi rappresentano la mentalità attuale della nostra società. Posizione Feltri: anzitutto tanto rumore perché si tratta di una suora, che se fa l’amore, il frutto finisce in modo visibile in una culla. Diversamente invece per un prete che può deviare tutte le conseguenze. È una forma di maschilismo che ancora esiste e fa le sue vittime. Poi si deve notare che Gesù aveva fra i suoi apostoli anche degli uomini sposati. Inoltre S.Paolo affermava che è meglio sposarsi piuttosto che bruciare. Da non dimenticare il fattore umano: certo uno può fare i suoi tre voti di povertà, castità, ubbidienza convinto di restare fedele a questa decisione. Ma possono comparire più tardi problemi e situazioni nuove, diverse, conflittuali, del tutto impreviste ed inattese. Il percorso di maturazione della persona non è mai arrivato a termine. Da non dimenticare poi situazioni di stanchezza, di una routine che ha perso lungo la strada le motivazioni iniziali. Per cui nessun tradimento. Dopo tutto il primo comandamento di Gesù è l’amore del prossimo. Questa suora poteva pure abortire per salvare la faccia, e non l’ha fatto. Dall’altra parte dell’emiciclo Don Mario che professa le sue verità…di fede. Per lui Gesù non era sposato, gli apostoli erano tutti celibi, Pietro era vedovo. Gesù disse che chi pone mano all’aratro e poi si volge indietro non è degno di lui e della sua chiesa. I tre voti di povertà, castità, ubbidienza fatti dalle suore e dai religiosi sono un giuramento, chi si volta indietro e li trasgredisce compie un tradimento. Suor Roxanna ha compiuto un grave peccato, anche se non bisogna inveire contro il peccatore, in questo caso contro la peccatrice. I presenti alla trasmissioni hanno cercato di intervenire con qualche diversa opinione e dall’esterno con il sottoscritto si permettono delle precisazioni. Non sappiamo se Gesù era sposato o meno, probabilmente no, perché la sua scelta di diffondere il regno di Dio non gli consentiva altre scelte aggiuntive. Si sa che Gesù aveva avuto dei contatti con la setta degli Esseni, un gruppo di digiuno che praticava il celibato, ma non ha mai simpatizzato con esso, né mai arruolato da questo gruppo qualche seguace o apostolo. Gli scrittori del Vangelo non si sono mai preoccupati dell’anagrafe e dello stato civile degli apostoli, se singel o sposati, né se questi seguivano Gesù con mogli, figlie e bambini. Tutto è possibile perché il Vangelo guardava al cuore e non allo status sociale. Gratuito affermare che Pietro era vedovo, perché Marco e Luca parlano della suocera ammalata e mai di una eventuale moglie scomparsa, defunta o rapita. I tre voti sopra citati non sono stati imposti da Gesù, ma introdotti e istituzionalizzati nel tempo, specie con Papa Gregorio VII, Ildebrando verso il 1000 d.C. In modo particolare quello del celibato e della castità è sempre stato in discussione perché, anche se non contro natura, è un mettere la natura in una specie di parcheggio a rischio. In effetti il matrimonio è secondo natura, mentre la sua rinuncia va oltre la natura. E si sa che la natura non perdona, la corda troppo tesa salta. L’affermazione poi che ”chi pone mano all’aratro e dopo si volta indietro è un traditore”, va oltre il pensiero di Gesù, il quale in pratica voleva dirci a tutti e non solo alle suore, ai preti, ai seminaristi di non fare le banderuole, provare tutto e non scegliere nulla, mordi e fuggi: ma decidersi e impegnare la vita per un progetto utile. Non ritornare sempre a piangersi addosso! E poi su S.Paolo va dato pienamente ragione a Feltri, il quale Paolo nella prima lettera a Timoteo rincara addirittura la dose quando esorta i vescovi ad essere mariti di una moglie soltanto. È affronto alla Bibbia sostenere che il celibato “obbligatorio” dei preti e delle suore sia stato voluto e imposto da Gesù. La trasmissione su Roxanna si concluse con uno scambio di epiteti: Feltri che dà del fondamentalista e maleducato a don Mario, perché arrogante che non sa ascoltare le opinioni degli altri. Don Mario invece che dà dell’ignorante a Feltri perché non conosce la Bibbia e vuole parlare di religione, cui non crede affatto e si vanta di non essere iscritto al club cattolico. Professa la sua fedeltà alla chiesa cattolica, l’unica vera, quando parla lei è Cristo che parla. Si proclama cattolico, credente, praticante. Un consiglio però alla Rai nazionale sia lecito dare: quando si organizzano dibattiti su cultura, fede, religione vanno pure invitati studiosi preparati. In Italia come esistono gli album dei giornalisti, dei medici, degli architetti ecc., esiste anche un album dei teologi, dei biblisti, uomini, donne, laici, non necessariamente aderenti al magistero, ma ricercatori della verità che spesso più tardi diventerà pure patrimonio comune del magistero. Anche per evitare che una trasmissione come quella del 25 gennaio 2014 su Suor Roxanna si trasformi in un teatrino gossip e in una rissa da circo.
Autore:
Albino Michelin
12.02.2014
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Albino Michelin
12.02.2014
CIVILTÀ DI CAMBIAMENTO
Oggi molti si sentono smarriti per la velocità con cui cambiano le tradizioni, i costumi, le ideologie, la morale, le religioni, le comunicazioni via internet e tutto il resto. Non si sa se ci troviamo di fronte ad una civiltà in cambiamento o ad un cambiamento di civiltà. Altri al contrario si sentono orgogliosi perché sembra loro che l'uomo sia diventato il padrone del mondo, del suo destino, capace di forgiare e di rendere attuale attraverso la scienza quanto di utopico e di sognato nel passato. Gli stessi pensatori cattolici parlano di teologia assiale, cioè con spostamento dell'asse di riferimento, di rottura con il passato. Una civiltà è scomparsa o al tramonto, un'altra si è instaurata o sta affacciandosi. Un'esperienza del genere per esempio si è verificata la prima volta nel sesto-quinto secolo avanti Cristo, quando in tutto l'arco dall'Asia, alla Persia, al Medioriente, alla Palestina, alla Grecia, a Roma fece irruzione una grande mole di nuove religioni, culture, filosofie, libri sacri, ed altro. Pensiamo a Budda, Zaratustra, la formazione della Bibbia, filosofi come Platone e Aristotele, la configurazione dell'impero romano. E possiamo dare qualche esempio. Per semplificare chiamiamo cambiamento d'epoca anche se di evoluzione potrebbe in qualche caso trattarsi. E premettendo che l'analisi dei fenomeni non significa sempre giustificazione o accettazione acritica degli stessi da parte nostra.
1) Fine del geocentrismo
Un tempo si sosteneva il geocentrismo e l'antropocentrismo. Cioè la terra al centro dell'universo, l'uomo al centro di tutto. Con due pilastri a sostenere la terra stessa: uno situato allo stretto di Gibilterra, l'altro verso il sorgere del sole. Un mondo creato direttamente da Dio, secondo la Bibbia, circa sette mila anni or sono. Oggi invece siamo passati al cosmo centrismo, al centro vi sta il creato, l'universo, in cui la terra è un granellino, e l'uomo un pulviscolo di stelle. Un mondo che risale a 15 miliardi di anni fa, la vita a 4 miliardi. Cento miliardi di galassie con miliardi di stelle ciascuna, non si sa quante lune e quanti pianeti. Inoltre non si dimentichi che la creazione non è ancora terminata, ma in continuo processo. Sta esplodendo in forma accelerata, ogni giorno muoiono migliaia di astri e altrettanti ne arrivano. Il 70% dell'universo è costituito da energia oscura, di esso conosciamo solo il 4%. Cambiamento d'epoca: l'uomo non è più il padrone del mondo, ma solo il suo inquilino, cui si impone il rispetto della natura e dell'ecosistema.
2) Dal monogenismo al poligenismo.
Monogenismo significa che l'umanità avrebbe origine da una sola coppia di capostipiti (Adamo ed Eva) e questa direttamente creata da Dio. Col fango della terra il maschio, dalla costola di quest'ultimo la femmina. Oggi invece si sostiene il poligenismo, cioè l'umanità proverrebbe da diversi ceppi, in Asia i gialli, in Africa i neri, in Europa i bianchi. Teoria questa condannata nel 1943 da Pio XII, perché verrebbe a negare il dogma del peccato originale compiuto dalla prima coppia. Il poligenismo è un cambiamento d'epoca.
3) Il peccato originale.
Disubbidienza di Adamo ed Eva che mangiarono il frutto proibito e che Dio condannò alla morte e alla sofferenza con tutti i loro discendenti, quindi noi compresi. Oggi si ritiene che il peccato originale sia una descrizione mitica metaforica della Bibbia. Tentativo di spiegazione dei mali nel mondo. Metafora dell'egoismo umano persistente. Anche qui cambiamento d'epoca.
4) Altri mondi abitati
Per la dottrina della chiesa impossibile la vita umana negli altri mondi. Perché se Gesù è venuto sulla terra a salvare i discendenti di Adamo, è impossibile che sia sceso o salito anche altrove in altri mondi. Una sola incarnazione di Gesù, una sola salvezza, una sola religione. Questa teoria era stata ritenuta possibile da Giordano Bruno (1600), ma come eretico mandato al rogo. Oggi scienza e teologia sono possibiliste, anche altri umani possono esistere fra galassie e pianeti. Anche qui cambiamento di pensiero, di modelli.
5) Bibbia e scienza
A differenza della religione la scienza è più umile. Per secoli la rivelazione di Dio era il libro sacro: Bibbia, Veda, Corano. La Bibbia veniva considerata parola di Dio, uscita dalla sua stessa bocca, trascritta dall'autore sacro come dettata da Dio. Miti, leggende, episodi epici, generi letterari, tutto veniva preso alla lettera. Giosuè gridò "fermati o sole" per prolungare alla luce del giorno la sua battaglia? Allora significa che è il sole a girare attorno alla terra. Parola di Dio. E nel caso la scienza (astronomia) dica il contrario, che la terra gira attorno al sole? Galileo va imprigionato quale eretico. Oggi invece si osserva che la prima vera rivelazione di Dio è la natura, la creazione, e quindi la scienza come loro interpretazione. Certo la scienza può sbagliare, non perché Dio la inganna, ma perché l'uomo ne comprende le scoperte attraverso tentativi. Per cui oggi anche senza libri sacri, senza chiesa, ma con telescopio e microscopio l'uomo può dichiararsi "credente", anche solo attraverso le scoperte della scienza. Che poi l'uomo ne faccia cattivo utilizzo, colpa sua e disgraziatamente peggio per lui. Anche in questo caso abbiamo un cambiamento d'epoca.
6) Interventismo e silenzio di Dio nella storia.
Ieri si diceva: "non cade foglia che Dio non voglia". E si aggiungeva che Dio non è solo creatore, ma anche programmatore del mondo. Dio può operare con interventi puntuali, con gesti più o meno miracolosi e mirabolanti. Dio può far piovere e darci il sole anche contro le previsioni meteo. Può fermare un asteroide affinché non piombi sulla terra, sulla testa della gente. Basta la fede e la preghiera. Oggi si è maturato un altro concetto. Dio è sì il creatore del mondo, ma il programmatore ne è l'uomo. Dio sostiene l'evoluzione del cosmo dall'interno di esso, verso un orientamento globale, sostenuto dal suo spirito, cieli nuovi e terre nuove. Dio non programma tutti i dettagli, questi sono in mano alle creature secondo le loro potenzialità. Quindi tsunami, terremoti, inondazioni sono fenomeni di natura, delle sue leggi, sulle quali Dio non interviene. Non fa il tappabuchi. Non salta sul convoglio in corsa a sostituire il manovratore. Anche qui cambiamento d'epoca, altro piano di idee.
7) La morte di Gesù in Croce, come espiazione dei nostri peccati.
Il nostro Dio veniva presentato come adirato con l'umanità a causa del peccato di Adamo. Manda suo figlio sulla terra, a morire sulla croce, per redimere l'umanità, e da questo sangue versato sentirsi risarcito e riconciliato con noi. Come dire, non è stato Giuda o Pilato a mandare Gesù in croce, ma Dio Padre. La descrizione sembra blasfema, ma basta leggere la lettera di Paolo ai Romani e agli Ebrei. D'altronde anche la Messa è sempre stata presentata come la rinnovazione del sacrificio di Gesù sulla croce. Vittima immacolata, offerta ancora ogni giorno e ogni domenica in remissione dei nostri peccati. L'azione di Cristo sostitutiva di quella degli eventuali colpevoli, che siamo noi. La predicazione cristiana ha insistito sempre su aspetti espiatori e sacrificali. Ma oggi si obbietta: la mentalità di Paolo rispecchia quella del suo tempo e delle antiche civiltà. Era abitudine acquistare le grazie del sovrano con donazioni, sacrifici di animali e talora di persone umane, figli inclusi. Ricorda il mito di Abramo che immola il figlio Isacco. Tutto ciò contraddice anche al comportamento di Gesù che curò ogni dolore umano e disse: "misericordia voglio e non sacrifici". Anche qui altro cambiamento di modelli.
8) I morti e la morte
Il culto dei morti è sempre esistito fin dai primordi dell'umanità. Ma un tempo lo si faceva per difendersi da un loro ritorno e dalle loro minacce, più tardi con il Cristianesimo venivano ricordati con il suffragio affinché potessero riposare in pace. Oggi invece si ha paura non del dopo morte, ma della morte. Perciò si tende a rimandarla più tardi possibile con accanito giovanilismo, fitness, sport, escursioni, crociere. Altro cambio di modelli.
9) Matrimonio e sessualità
Nel 1139 al Concilio Laterano lI il matrimonio venne incluso come settimo nella lista dei sacramenti. Sacerdoti celebranti erano i due contraenti con un rito di famiglia e tra famiglie. Ogni popolo vi aveva portato il suo contributo: i romani il consenso, i franconi il contratto. Ma in fondo una realtà sempre di gestione maschilista e a scopo procreativo. La numerosa prole era simbolo di potere e di benedizione divina. La coppia sterile veniva considerata con disprezzo. Il divorzio metteva sulla strada la donna e quindi essa si guardava bene dall'alzare la testa. Ogni atto sessuale veniva permesso solo a scopo dei figli. Sant'Agostino consigliava ai coniugi la preghiera: "Signore non fo faccio per amor mio, ma per amor di Dio". Oggi invece assistiamo ad un enorme spostamento di accenti. L'idea è: meglio l'amore senza matrimonio che il matrimonio senza amore. Da legittimare anche l'unione fra coppie dello stesso sesso perché anche se non si fonda sul matrimonio, si fonda sempre sull'amore. Diminuiscono le unioni dal prete con la stola, e dal sindaco con la fascia tricolore o rossocrociata, aumentano le coppie di fatto. Anche qui un cambio di modello.
10) Schiavitù e libertà dell’uomo.
La schiavitù è esistita da sempre. Presso i romani il padrone aveva sugli schiavi diritto di vita e di morte. Si vendevano al mercato come forza lavoro. Utilizzati per costruire opere faraoniche in Egitto, la Roma imperiale, la Roma dei papi. Anche nel Cristianesimo la schiavitù era legittimata, tant'è che S. Agostino sostiene che gli schiavi sono necessari per l'equilibrio sociale. Il tutto fino al 1926 quando la schiavitù venne abolita dalla Convenzione di Ginevra, anche se continua a resistere qua e là come residuato sociale. Oggi dopo la Carta dell'Onu del 1948 è sancita la dignità dell'uomo, indipendentemente dalla razza, colore, censo, religione. Diritto primo ed inviolabile, sino al punto che se un genitore si permette di dare una sberla al figlioletto, questi può anche denunciarlo alla polizia. Anche qui cambiamento di un'epoca, di un modello. Se volete chiamatela evoluzione e non rottura assiale, ma siamo lì.
11) Bioetica e fine vita
Bioetica significa etica comportamentale o morale nei confronti di certi passaggi obbligati della vita. La nascita, la generazione dei figli, il testamento di fine vita. Si sosteneva che la vita umana era sacra indipendentemente fosse cosciente, incosciente, terminale, vegetativa. Per cui l'aborto veniva considerato omicidio (ancorché S. Tommaso sosteneva che l'embrione riceveva l'anima dopo 40 giorni circa), che la maternità non era un diritto in quanto dipendeva dalle possibilità generative della coppia, che la malattia andava accettata fino alla fine se non altro come espiazione dei propri peccati. Celebre l'intervento di papa Gregorio XVI (1832): "grave disordine morale ricorrere al vaccino per curarsi una malattia infettiva". Oggi più della vita e del rispetto ad essa dovuto, si parla della "qualità" della vita. Perciò se un concepito è malformato, indesiderato o inaccettabile si ricorre all'aborto. Se una coppia sterile desidera un figlio ricorre alla fecondazione in vitro, al seme eterologo, utero in affitto. Se una persona si considera fuori uso, in coma irreversibile, in stato vegetativo permanente, può mettere fine alla sua esistenza o per testamento biologico, o per stacco di spina o per suicidio assistito. Anche qui cambio di modello, di un'epoca.
12) Dogmi e libertà di ricerca.
I dogmi sono dei principi, religiosi o morali, eterni, immutabili validi per tutti gli uomini e per sempre. Quindi religione e scienza si basavano su questi. Estratti dalla Bibbia o dal libro sacro, spesso imposti pure sotto pena di morte. Ogni chiesa ha i suoi dogmi che si sosteneva provenissero da Dio, per esempio la Trinità: "Dio, una natura e tre persone. Gesù una persona due nature (umana e divina). Chiesa società perfetta. La legge di natura è eterna. Paradiso, purgatorio, inferno". Per cui fonte di verità è l'autorità della chiesa. Se essa ti impone di credere che il sole gira attorno alla terra (come citato sopra) la verità è quella e tu sei obbligato ad aderirvi. La verità viene dall'alto. Oggi invece le nuove religioni sono senza dogmi, considerate proposizioni provvisorie, rispecchianti la mentalità dei tempi passati. Nonché anche la filosofia del mondo degli antichi. La verità oggi nasce dal basso, dalla realtà, dal di dentro del mondo. Per cui se essa realtà si permette una discussione nei confronti dell’autorità di un dogma, ad essa si deve la precedenza, facendo ovviamente seguire (non anticipare) un giudizio etico o meno sulle conclusioni. Celebre e incomprensibile l'espressione di S. Ignazio: "se l'autorità della chiesa mi dice che quest'oggetto è bianco, io devo aderirvi anche se in realtà fosse nero." Per questo le religioni hanno causato ritardi e sofferenze. Intelligenza, scienza, coscienza sono oggi in pool position, mentre l'autorità viene posta in seconda fila a discernere Le nuove religioni oggi preferiscono ricercare il senso della vita, anziché precise verità astratte e prefabbricate, provenienti dall'alto e dall'esterno. Oggi non si rifiutano a priori i principi ma si sostiene che i principi, molti o pochi, vanno evoluti e sostituiti con altri principi. Cioè sono modificabili. Anche qui un cambiamento di modelli.
Ho su elencato dodici esempi fra molteplici altri in cui si sono verificati dei cambiamenti di pensiero, di civiltà: due epoche diverse. Fra le due vi può essere un'evoluzione oppure una rottura. Qui non c'interessa il modo. La realtà è che non ci si deve né spaventare, né perdere la fede, né entrare in stato confusionale. A domande diverse, risposte diverse, ma indubbiamente sensate e motivate.
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Albino Michelin
19.04.2013
1) Fine del geocentrismo
Un tempo si sosteneva il geocentrismo e l'antropocentrismo. Cioè la terra al centro dell'universo, l'uomo al centro di tutto. Con due pilastri a sostenere la terra stessa: uno situato allo stretto di Gibilterra, l'altro verso il sorgere del sole. Un mondo creato direttamente da Dio, secondo la Bibbia, circa sette mila anni or sono. Oggi invece siamo passati al cosmo centrismo, al centro vi sta il creato, l'universo, in cui la terra è un granellino, e l'uomo un pulviscolo di stelle. Un mondo che risale a 15 miliardi di anni fa, la vita a 4 miliardi. Cento miliardi di galassie con miliardi di stelle ciascuna, non si sa quante lune e quanti pianeti. Inoltre non si dimentichi che la creazione non è ancora terminata, ma in continuo processo. Sta esplodendo in forma accelerata, ogni giorno muoiono migliaia di astri e altrettanti ne arrivano. Il 70% dell'universo è costituito da energia oscura, di esso conosciamo solo il 4%. Cambiamento d'epoca: l'uomo non è più il padrone del mondo, ma solo il suo inquilino, cui si impone il rispetto della natura e dell'ecosistema.
2) Dal monogenismo al poligenismo.
Monogenismo significa che l'umanità avrebbe origine da una sola coppia di capostipiti (Adamo ed Eva) e questa direttamente creata da Dio. Col fango della terra il maschio, dalla costola di quest'ultimo la femmina. Oggi invece si sostiene il poligenismo, cioè l'umanità proverrebbe da diversi ceppi, in Asia i gialli, in Africa i neri, in Europa i bianchi. Teoria questa condannata nel 1943 da Pio XII, perché verrebbe a negare il dogma del peccato originale compiuto dalla prima coppia. Il poligenismo è un cambiamento d'epoca.
3) Il peccato originale.
Disubbidienza di Adamo ed Eva che mangiarono il frutto proibito e che Dio condannò alla morte e alla sofferenza con tutti i loro discendenti, quindi noi compresi. Oggi si ritiene che il peccato originale sia una descrizione mitica metaforica della Bibbia. Tentativo di spiegazione dei mali nel mondo. Metafora dell'egoismo umano persistente. Anche qui cambiamento d'epoca.
4) Altri mondi abitati
Per la dottrina della chiesa impossibile la vita umana negli altri mondi. Perché se Gesù è venuto sulla terra a salvare i discendenti di Adamo, è impossibile che sia sceso o salito anche altrove in altri mondi. Una sola incarnazione di Gesù, una sola salvezza, una sola religione. Questa teoria era stata ritenuta possibile da Giordano Bruno (1600), ma come eretico mandato al rogo. Oggi scienza e teologia sono possibiliste, anche altri umani possono esistere fra galassie e pianeti. Anche qui cambiamento di pensiero, di modelli.
5) Bibbia e scienza
A differenza della religione la scienza è più umile. Per secoli la rivelazione di Dio era il libro sacro: Bibbia, Veda, Corano. La Bibbia veniva considerata parola di Dio, uscita dalla sua stessa bocca, trascritta dall'autore sacro come dettata da Dio. Miti, leggende, episodi epici, generi letterari, tutto veniva preso alla lettera. Giosuè gridò "fermati o sole" per prolungare alla luce del giorno la sua battaglia? Allora significa che è il sole a girare attorno alla terra. Parola di Dio. E nel caso la scienza (astronomia) dica il contrario, che la terra gira attorno al sole? Galileo va imprigionato quale eretico. Oggi invece si osserva che la prima vera rivelazione di Dio è la natura, la creazione, e quindi la scienza come loro interpretazione. Certo la scienza può sbagliare, non perché Dio la inganna, ma perché l'uomo ne comprende le scoperte attraverso tentativi. Per cui oggi anche senza libri sacri, senza chiesa, ma con telescopio e microscopio l'uomo può dichiararsi "credente", anche solo attraverso le scoperte della scienza. Che poi l'uomo ne faccia cattivo utilizzo, colpa sua e disgraziatamente peggio per lui. Anche in questo caso abbiamo un cambiamento d'epoca.
6) Interventismo e silenzio di Dio nella storia.
Ieri si diceva: "non cade foglia che Dio non voglia". E si aggiungeva che Dio non è solo creatore, ma anche programmatore del mondo. Dio può operare con interventi puntuali, con gesti più o meno miracolosi e mirabolanti. Dio può far piovere e darci il sole anche contro le previsioni meteo. Può fermare un asteroide affinché non piombi sulla terra, sulla testa della gente. Basta la fede e la preghiera. Oggi si è maturato un altro concetto. Dio è sì il creatore del mondo, ma il programmatore ne è l'uomo. Dio sostiene l'evoluzione del cosmo dall'interno di esso, verso un orientamento globale, sostenuto dal suo spirito, cieli nuovi e terre nuove. Dio non programma tutti i dettagli, questi sono in mano alle creature secondo le loro potenzialità. Quindi tsunami, terremoti, inondazioni sono fenomeni di natura, delle sue leggi, sulle quali Dio non interviene. Non fa il tappabuchi. Non salta sul convoglio in corsa a sostituire il manovratore. Anche qui cambiamento d'epoca, altro piano di idee.
7) La morte di Gesù in Croce, come espiazione dei nostri peccati.
Il nostro Dio veniva presentato come adirato con l'umanità a causa del peccato di Adamo. Manda suo figlio sulla terra, a morire sulla croce, per redimere l'umanità, e da questo sangue versato sentirsi risarcito e riconciliato con noi. Come dire, non è stato Giuda o Pilato a mandare Gesù in croce, ma Dio Padre. La descrizione sembra blasfema, ma basta leggere la lettera di Paolo ai Romani e agli Ebrei. D'altronde anche la Messa è sempre stata presentata come la rinnovazione del sacrificio di Gesù sulla croce. Vittima immacolata, offerta ancora ogni giorno e ogni domenica in remissione dei nostri peccati. L'azione di Cristo sostitutiva di quella degli eventuali colpevoli, che siamo noi. La predicazione cristiana ha insistito sempre su aspetti espiatori e sacrificali. Ma oggi si obbietta: la mentalità di Paolo rispecchia quella del suo tempo e delle antiche civiltà. Era abitudine acquistare le grazie del sovrano con donazioni, sacrifici di animali e talora di persone umane, figli inclusi. Ricorda il mito di Abramo che immola il figlio Isacco. Tutto ciò contraddice anche al comportamento di Gesù che curò ogni dolore umano e disse: "misericordia voglio e non sacrifici". Anche qui altro cambiamento di modelli.
8) I morti e la morte
Il culto dei morti è sempre esistito fin dai primordi dell'umanità. Ma un tempo lo si faceva per difendersi da un loro ritorno e dalle loro minacce, più tardi con il Cristianesimo venivano ricordati con il suffragio affinché potessero riposare in pace. Oggi invece si ha paura non del dopo morte, ma della morte. Perciò si tende a rimandarla più tardi possibile con accanito giovanilismo, fitness, sport, escursioni, crociere. Altro cambio di modelli.
9) Matrimonio e sessualità
Nel 1139 al Concilio Laterano lI il matrimonio venne incluso come settimo nella lista dei sacramenti. Sacerdoti celebranti erano i due contraenti con un rito di famiglia e tra famiglie. Ogni popolo vi aveva portato il suo contributo: i romani il consenso, i franconi il contratto. Ma in fondo una realtà sempre di gestione maschilista e a scopo procreativo. La numerosa prole era simbolo di potere e di benedizione divina. La coppia sterile veniva considerata con disprezzo. Il divorzio metteva sulla strada la donna e quindi essa si guardava bene dall'alzare la testa. Ogni atto sessuale veniva permesso solo a scopo dei figli. Sant'Agostino consigliava ai coniugi la preghiera: "Signore non fo faccio per amor mio, ma per amor di Dio". Oggi invece assistiamo ad un enorme spostamento di accenti. L'idea è: meglio l'amore senza matrimonio che il matrimonio senza amore. Da legittimare anche l'unione fra coppie dello stesso sesso perché anche se non si fonda sul matrimonio, si fonda sempre sull'amore. Diminuiscono le unioni dal prete con la stola, e dal sindaco con la fascia tricolore o rossocrociata, aumentano le coppie di fatto. Anche qui un cambio di modello.
10) Schiavitù e libertà dell’uomo.
La schiavitù è esistita da sempre. Presso i romani il padrone aveva sugli schiavi diritto di vita e di morte. Si vendevano al mercato come forza lavoro. Utilizzati per costruire opere faraoniche in Egitto, la Roma imperiale, la Roma dei papi. Anche nel Cristianesimo la schiavitù era legittimata, tant'è che S. Agostino sostiene che gli schiavi sono necessari per l'equilibrio sociale. Il tutto fino al 1926 quando la schiavitù venne abolita dalla Convenzione di Ginevra, anche se continua a resistere qua e là come residuato sociale. Oggi dopo la Carta dell'Onu del 1948 è sancita la dignità dell'uomo, indipendentemente dalla razza, colore, censo, religione. Diritto primo ed inviolabile, sino al punto che se un genitore si permette di dare una sberla al figlioletto, questi può anche denunciarlo alla polizia. Anche qui cambiamento di un'epoca, di un modello. Se volete chiamatela evoluzione e non rottura assiale, ma siamo lì.
11) Bioetica e fine vita
Bioetica significa etica comportamentale o morale nei confronti di certi passaggi obbligati della vita. La nascita, la generazione dei figli, il testamento di fine vita. Si sosteneva che la vita umana era sacra indipendentemente fosse cosciente, incosciente, terminale, vegetativa. Per cui l'aborto veniva considerato omicidio (ancorché S. Tommaso sosteneva che l'embrione riceveva l'anima dopo 40 giorni circa), che la maternità non era un diritto in quanto dipendeva dalle possibilità generative della coppia, che la malattia andava accettata fino alla fine se non altro come espiazione dei propri peccati. Celebre l'intervento di papa Gregorio XVI (1832): "grave disordine morale ricorrere al vaccino per curarsi una malattia infettiva". Oggi più della vita e del rispetto ad essa dovuto, si parla della "qualità" della vita. Perciò se un concepito è malformato, indesiderato o inaccettabile si ricorre all'aborto. Se una coppia sterile desidera un figlio ricorre alla fecondazione in vitro, al seme eterologo, utero in affitto. Se una persona si considera fuori uso, in coma irreversibile, in stato vegetativo permanente, può mettere fine alla sua esistenza o per testamento biologico, o per stacco di spina o per suicidio assistito. Anche qui cambio di modello, di un'epoca.
12) Dogmi e libertà di ricerca.
I dogmi sono dei principi, religiosi o morali, eterni, immutabili validi per tutti gli uomini e per sempre. Quindi religione e scienza si basavano su questi. Estratti dalla Bibbia o dal libro sacro, spesso imposti pure sotto pena di morte. Ogni chiesa ha i suoi dogmi che si sosteneva provenissero da Dio, per esempio la Trinità: "Dio, una natura e tre persone. Gesù una persona due nature (umana e divina). Chiesa società perfetta. La legge di natura è eterna. Paradiso, purgatorio, inferno". Per cui fonte di verità è l'autorità della chiesa. Se essa ti impone di credere che il sole gira attorno alla terra (come citato sopra) la verità è quella e tu sei obbligato ad aderirvi. La verità viene dall'alto. Oggi invece le nuove religioni sono senza dogmi, considerate proposizioni provvisorie, rispecchianti la mentalità dei tempi passati. Nonché anche la filosofia del mondo degli antichi. La verità oggi nasce dal basso, dalla realtà, dal di dentro del mondo. Per cui se essa realtà si permette una discussione nei confronti dell’autorità di un dogma, ad essa si deve la precedenza, facendo ovviamente seguire (non anticipare) un giudizio etico o meno sulle conclusioni. Celebre e incomprensibile l'espressione di S. Ignazio: "se l'autorità della chiesa mi dice che quest'oggetto è bianco, io devo aderirvi anche se in realtà fosse nero." Per questo le religioni hanno causato ritardi e sofferenze. Intelligenza, scienza, coscienza sono oggi in pool position, mentre l'autorità viene posta in seconda fila a discernere Le nuove religioni oggi preferiscono ricercare il senso della vita, anziché precise verità astratte e prefabbricate, provenienti dall'alto e dall'esterno. Oggi non si rifiutano a priori i principi ma si sostiene che i principi, molti o pochi, vanno evoluti e sostituiti con altri principi. Cioè sono modificabili. Anche qui un cambiamento di modelli.
Ho su elencato dodici esempi fra molteplici altri in cui si sono verificati dei cambiamenti di pensiero, di civiltà: due epoche diverse. Fra le due vi può essere un'evoluzione oppure una rottura. Qui non c'interessa il modo. La realtà è che non ci si deve né spaventare, né perdere la fede, né entrare in stato confusionale. A domande diverse, risposte diverse, ma indubbiamente sensate e motivate.
Autore:
Albino Michelin
19.04.2013
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