Questa
faccenda dalla fine gennaio 2012 si è talmente infuocata da occupare ogni
giorno i primi spazi nei Media e TV. Il discorso va affrontato evitando gli
estremismi. Da una parte i crociati, fondamentalisti cattolici per i quali la
chiesa gerarchica ha sempre ragione, va difesa e omaggiata d'incenso.
Dall'altra gli anticlericali, per i quali la chiesa va sempre denigrata. Ci
sono degli scandali? Si analizzi chi li fa, chi li subisce, chi li sfrutta. Vi
sono degli errori? Ebbene, gli errori possono puzzare di fogna o profumare di
bucato. Ma inscenare una canea da entrambe le parti non serve alla verità. Non
ci interessa qui discutere i fatti e gli eventuali sviluppi, fermiamo le
lancette dell'orologio. Facciamo invece qualche considerazione a tutto campo.
Con uno spirito di disagio e di mortificazione interiore, perché la mia e la
nostra chiesa gerarchica tende ad affrontare questi problemi con supponenza,
sorrisi di superiorità, lasciandoci in una rassegnazione cronica nella vita
quotidiana di credenti. Ma dobbiamo anche avvalerci del canone 212,3 del
diritto ecclesiastico che suona: "è diritto e dovere di notificare il proprio
pensiero nella chiesa e di renderlo pubblico". In sintesi: qualche mese fa
Mons. Viganò, autorità del Governatorato vaticano scrive una documentazione al Papa
e al segretario di Stato Cardinal Bertone denunciando corruzione e malaffare
all'interno dei sacri Palazzi, e che fare pulizia è urgente. La notizia esce
con tutti i suoi dettagli e fatta pervenire ai Media. Il Prelato viene
trasferito a Washington nel lontano Usa. Una domanda: se parlò bene perché non
trattenerlo a bonificare l'ambiente, se parlò male perché promuoverlo ad una
sede in capo al mondo? Il tsunami non si arresta. Il 24 maggio Gotti Tedeschi,
presidente dello Jor (Istituto Opere Religione), banca vaticana, viene
sfiduciato e licenziato su due piedi, proprio come un ladro da pollaio. Due
anni fa era stato voluto a quella sede da J. Ratzinger e da T. Bertone.
Ultimamente perdette cotanta protezione perché intendeva, secondo le direttive
europee, allineare la banca alle regole della trasparenza ed inserirla nella
lista dei paesi virtuosi. Il giorno seguente il maggiordomo, cameriere del
Papa, Paolo Gabriele detto "Paoletto", trafuga i documenti privati
della segreteria di Stato e li divulga pure lui ai giornalisti. Mentre Gotti
confessa di temere per Ia sua vita, il Gabriele sconta la pena del furto nelle
galere pontificie. Tutti questi casi, ed altri innumerevoli, vengono raccolti
da G.L. Nuzzi, che ne fa oggetto di dibattito negli "Intoccabili", e
pubblica un libro dal titolo "Sua Santità", al primo posto nel
settore saggistica del tempo. Personalmente non ho letto il volume e non intendo
leggerlo in quanto la vicenda è stata dibattuta in tutti i salotti televisivi e
perché la parabola ascendente o discendente vaticana (dipende dal punto di
vista), dopo il Concilio Ecumenico terminatosi nel 1965, la si può conoscere
attraverso diverse pubblicazioni laiche uscite negli ultimi 50 anni. Esse
dimostrano purtroppo come questa assemblea mondiale dei cattolici sia stata una
bella iniziativa di Papa Giovanni nel 1962, ma con il tempo finita negli annali
dell'archeologia. Se qualche lettore desiderasse ampia documentazione in
materia, che pure a me ha dato sufficienti informazioni, consulti: A) I
Mercanti del Tempio 1998 autore M. Guerino. B) Via col vento, 1999, autore
"I millenari", (gruppo di prelati all'interno del vaticano. C) G.
Galli, 2004 "Finanza bianca". D) G. Ballardini 2011 "Gesù e i
saldi di fine stagione". E) M. Politi, 2011, "J. Ratzinger e la crisi
di un Papato".
Non
identificare il vaticano con la chiesa
Vaticano
deriva da "Vaticinium" e risale al periodo dell'impero romano allorché
i sacerdoti pagani esprimevano i loro vaticini o presagi leggendo il volo degli
uccelli o le viscere degli animali. E ciò avveniva su di un colle accanto ad un
piccolo tempio che all'avvento del cristianesimo fu abbattuto e sostituito da
una cappellina cristiana. Si dice, ma non è documentato che lì sia stato
sepolto l'apostolo Pietro. E così ebbe inizio la permanenza del papato in Roma.
Ma non è dogma di fede che la sede del pontefice debba essere quella, può
venire trasferita anche altrove. In effetti, sappiamo che dal 1309 al 1376 la
residenza della curia papale fu Avignone, città della Francia di proprietà del
Papa stesso. Allorché S. Caterina da Siena scrisse una lettera a Gregorio Xl ingiungendogli
di tornare a Roma, pensava ad una corte papale paradisiaca invece "si
percepiscono fetori di vizi dell'inferno". Parole della santa. Certo se il
Papa fosse rimasto all'estero, la nostra storia avrebbe avuto altro sviluppo.
Ma nulla vieta che oggi la curia vaticana possa trasferirsi al terzo mondo, o
nell'America Latina, dove esiste la concentrazione più alta dei cattolici,
supponiamo a S. Paolo del Brasile. Certo un'utopia, ma pure continuando la
permanenza in Italia, dovrebbe sempre restare valido il principio di Gesù:
"essere in questo mondo, ma non di questo mondo". Cioè di questo
mondo non condividere la logica, la brama del denaro, la sete di potere, gli
intrighi di carriera. Invece a Roma il Vaticano rischia di cedere alla
tentazione del patteggiamento politico, privilegi, esenzioni, invadenza,
teocrazia, cioè imporre il catechismo come legge dello stato. II contenitore di
una chiesa che dovrebbe essere universale, rappresentativa, in ascolto di tutte
le voci ed istanze, rimane invece una chiesa all'italiana, anzi alla romana.
Quindi vi alloggiano prelati di color nero, giallo, olivastro, con l'obbligo
anticipato però di studiarsi l'italiano e lentamente "ragionare"
all'italiana. Ma tutto ciò porta alla lunga a conflitti latenti nel suo interno.
Che poi la stampa, i talk show, i media parlino di guerra dei coltelli, di
cricche, di caste, di intrallazzi, di congiure, di bande, di faide è loro
mestiere. Ma il nostro compito non sarebbe quello di perdere tempo a rispondere
con le stesse armi, quanto piuttosto di riformarci al nostro interno.
E
veniamo al primo punto: il Vaticano è uno Stato. Esatto. La chiesa invece è la
comunità universale dei credenti, la cui leadership abbisogna di un territorio
e di edifici ad hoc. Ovvio che la chiesa di Gesù esisterebbe anche se vi
mancasse la leadership. Ricorda lo scisma d'occidente del 1378-1415,
trentasette anni senza papi. Ma spesso noi per comodità di linguaggio
identifichiamo vaticano con chiesa. Lo stato del vaticano è sorto nel 1929 con
il concordato Pio XI-Benito Mussolini, 44 km quadrati, e circa un migliaio di
residenti o poco più. Si chiama Stato, ma è una fictio juris, cioè facciamo finta
che sia uno stato. Dipende dalle "convenienze". L'ambiguità fra Stato
Vaticano e chiesa andrebbe riformata, se esso vuole essere uno stato deve
soggiacere alle leggi di tutti gli altri stati, non fuggire per la tangente con
la prerogativa che la chiesa altra legge non ha, se non quella di Dio. E se l'Europa
chiede che la banca Jor del Vaticano deve rendere trasparenti i suoi conti, non
riciclare denaro sporco o mafioso, esso ha da attenersi. Gotti è stato
sfiduciato per questo. Allora la gerarchia faccia un esame di coscienza e metta
in ordine conti, bilanci, transazioni ecc. E probabilmente i corvi spariranno.
C'è stato quel buon uomo di Papa Luciani, vissuto in Vaticano solo un mese, che
aveva intenzione di riformare la situazione finanziaria, perciò Il 28.9.1978
decide di destituire Marcinkus da segretario dello Jor. Il mattino seguente il
pontefice viene trovato cadavere. II successore Papa Wojtyla ripromuove
Marcinkus a cardinale. II 18.6.1982 Calvi, direttore del Banco Ambrosiano,
viene trovato impiccato sotto il ponte di Londra. L'Italia vuole processare
Marcinkus, ma il Vaticano non glielo consegna. Finché il 19.6.1989, (dopo 10
anni di intrighi), Wojtyla lo spedisce negli Usa. Perché tanto ritardo?
L'articolo 14 del Concordato del 18.2.1984 (Governo Craxi-Vaticano) dice
testualmente: ”Lo Stato italiano non può decidere nessuna modifica ai patti (=
privilegi finanziari) senza l'approvazione del Vaticano”. Dunque la prima
riforma da fare, a tanti anni dal Concilio è abolire questa clausola e lo
spirito che le fa da supporto.
Clima di carrierismo nella corte
papale.
Altra
importante riforma sarebbe quella della curia romana, sia nel reclutamento del
personale, sia nella nomina dei vescovi alle singole diocesi. Top segret, il
ruolo dei credenti è solo quello di pregare lo Spirito Santo affinché illumini
gli alti dicasteri addetti. Anzitutto non viene rappresentata l'universalità
della chiesa. (Cattolica significa universale). Risultato alla resa dei conti: troppe
cordate, cioè promozioni per via di amicizie. 50 anni fa, forte era la cordata romana:
ricorda i cardinali Traglia, Ottaviani, Giobbe, Fumasoni, Biondi ... Più tardi
segue la cordata romagnola: Cicognani, Silvestrini, Monguzzi, De Nicolò,
Minelli ... Recentemente la cordata piacentina (Nord Italia): Rossi, Casaroli,
Oddi, Samoré, Poggi, Tonini. Il 18 febbraio 2012 nel Concistoro, assemblea
addetta alle elezioni, abbiamo avuto 22 cardinali di cui 3 possiamo definire
della cordata piemontese sull'onda lunga di Mensa, insegnante dell'attuale Cardinal
Bertone: si tratta di Calcagno, Bertello, Versali. Su 22 gli italiani sono 7,
un 30%, quando i cattolici italiani rappresentano nel mondo il 5-7%. Sempre tendenza
verso una chiesa italiana, con metodi italioti. Ovvio che possano emergere
conflittualità, come quelle che stanno evidenziandosi: un gruppo di curiali
sarebbe per un Ratzinger bis, alla morte dell'attuale, un altro per aprire le
finestre al nuovo mondo globalizzato e sempre più internazionale. Sul modello
Onu. E per quanto riguarda la scelta dei vescovi delle diocesi: d'onde si
raccolgono informazioni? Attraverso canali politici, i cosiddetti Nunzi apostolici,
e mai attraverso le parrocchie di base. Nel 1829, ormai due secoli fa, su 646
vescovi diocesani solo 24 erano nominati dalla santa Sede, gli altri dai gruppi
dei vescovi della nazione di appartenenza. Come fa un Papa a conoscere e nominare
gli attuali 4 mila vescovi del mondo? Di qui si possono capire le reazioni dei
fedeli, vedi il caso del vescovo Zurigo-Coira, tuttora soggetto ad infinite
discussioni e divisioni. Vedi anche i fischi dei cattolici tedeschi nel
Katholikentag di Mannheim 2012, indirizzati verso i vescovi che si limitavano a
scuse superficiali in risposta alle penose situazioni attuali. Ed ancora, la
scelta dei vescovi non può restare solo nelle mani di qualche gruppo di
cattolici tradizionalisti e conservatori. Tutti conosciamo la potenza dell'Opus
Dei e di Comunione e Liberazione, sorte per essere presenza cristiana e invece
diventati potere e invadenza finanziaria. Nel libro di F. Pinotti, edito nel
2010 "La Lobby di Dio" (Cioè Comunione e Fatturazione, anziché
Liberazione) si anticipano le manovre per portare l'arcivescovo di Venezia a
Milano, in attesa di lanciarlo nel Conclave come futuro Papa. Ebbene Angelo
Scola, ciellino, a Milano ci è arrivato. Ed ora dagli stessi suoi sostenitori
si traffica affinché Formigoni, Presidente Regione Lombardia, arrivi alla
Presidenza del Governo. Forse con questo non ci arriveranno, stante la sua
situazione di indagato, come d'altronde altri di Comunione e Liberazione. Il
Concilio Ecumenico del 1965 mirava alla collegialità nella chiesa, invece si è
ritornati ad un esercizio monarchico,quasi fra amici degli amici.
E’
questa la chiesa fondata sulla roccia?
Spesso
noi cattolici ci ancoriamo dietro ad alcune affermazioni del Vangelo che
andrebbero analizzate con un certo distinguo. Per esempio: "Chiesa e
Cristianesimo fondati sulla roccia, quindi indistruttibili". Qualcuno
potrebbe rispondere: l'induismo è religione più antica del Cristianesimo, 2500
anni, senza mai parlare di roccia fondamento viaggia verso il miliardo di
adepti, poco meno del Cristianesimo, eppure anch'esso è indistruttibile. Senza
mai nemmeno una crociata od una guerra di conquista. Annoverando anch'esso pure
uomini di buona volontà, che non abbia pure questa religione l'assistenza dello
Spirito Santo, dal momento che tutti gli uomini sono immagine di Dio? Che ne
pensa in definitiva Papa Ratzinger di questo travagliato periodo? Senza
identificarlo con la chiesa, non potrebbe questo Vaticano essere fondato sulla
sabbia? Al di là dell'entourage che descrive Ratzinger addolorato, affranto,
dolente, da sostenere con la preghiera, ecco delle precise inattese
affermazioni. Il Venerdì Santo del 2005 Benedetto XVI lamentò: "quanta
sporcizia nella chiesa”. Il 18.2.2012 ai neo cardinali fece la predica: ”No ad
una chiesa mondana del potere e della gelosia". Il 24.2.2012 ai preti di
Roma: "questa vanagloria alla fine è contro di me e non mi rende
felice". Ovviamente qui si riferisce ai veleni serpeggianti in curia. Il
27.5.2012: "no alla babele". Tre giorni dopo invece: "ringrazio
e dò fiducia incondizionata ai miei collaboratori". Insomma sembra che
neanche il Papa oggi sappia da che parte voltarsi. Ostaggio del Vaticano. Per
le riforme urgenti forse non sente più il coraggio e le forze. Un augurio
sincero comunque gli viene dal suo compagno di studi, di università, di
dottorato, di insegnamento universitario, di consultore al Concilio Ecumenico,
Hans Küng con il suo ultimo libro del 2011 ''Salviamo la Chiesa". Un
invito a leggerlo.
Autore:
Albino
Michelin
29.06.2012
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