Celentano,
il cantante è un mestiere che Va alla grande. Canta da Dio. Ma se si mette a
fare il predicatore in pubblico, il benefattore dei poveri suscita un vespaio,
un mondo di indignazioni. Butta la pietra nello stagno e divide l'Italia in due
schieramenti: gli uni contro gli altri chiaramente distinti. È successo al
Festival di S. Remo 2012 in occasione delle serate dal 14 al 18 febbraio. La
Rai l’ha ingaggiato a ragion veduta. Con il molleggiato, successo e share di
ascolti sono garantiti. Infatti il picco di ascolti con lui è arrivato ai 14
milioni. Mai avvenuto. Con l'ingaggio ovvero il maxingaggio di 350 mila euro la
serata, il che significa 700 mila euro per la manifestazione in toto. Ma due
episodi hanno sollevato una bufera di piazza: l'annuncio che egli destinò
l'ammontare in beneficenza: 200 mila a Emergency, e 400 mila da distribuirsi a
25 famiglie povere di sette città, individuate dai rispettivi sindaci. Milano
Pisapia, Verona Tosi, Firenze Renzi, Roma Alemanno, Napoli De Magistris, Bari
Emiliano, Cagliari Zedda, ribattezzati dal nostro "i magnifici 7". Di
sua tasca vi aggiunse la relativa tassa fiscale. Qui dovremmo prendere il toro
per le corna, ma un corno per volta. Diamo la priorità a quello della
beneficenza conclamata e divulgata. E qui esce la schiera di moralisti, anche
per vendicarsi di questo predicatore che ci ha messi tutti a nudo. Costoro ti
infilano anche una serie di citazioni evangeliche, dal momento che, fra l'altro,
Celentano si definisce un credente adulto. Ne elenchiamo alcune: "Guardate
dal praticare le vostre opere buone davanti agli uomini per essere da loro
ammirati. Quando dunque fai l'elemosina non suonare la tromba davanti a te come
fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere dagli uomini
lodato ... Quando invece tu fai l'elemosina non sappia la tua sinistra ciò che
fa la tua destra" (Mt. 6,1-5). Qui un chiaro elogio della privacy. Oppure
ancora: "quando tu preghi entra nella tua camera, chiudi la porta e prega
il Padre tuo che è nel segreto" (Mt 16,6). Oppure: "Ciò che è
esaltato davanti agli uomini è detestabile davanti a Dio" (Lc 16-15).
Quando parlare e quando tacere nei gesti di altruismo e della propria
fede religiosa.
Citando
e controcitando passi della Bibbia ci si potrebbe anche divertire a suon di
quiz, ma non si va molto lontano. In effetti, ecco qui alcuni altri brani che
sembrano provare tutto l'opposto. "Voi siete la luce del mondo. Non si
accende una lampada per metterla sotto il moggio. Così risplenda la vostra luce
davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al
Padre Vostro che è nei cieli” (Mt. 5, 14). Ed ancora: mentre Gesù, stava a
mensa giunse una donna con dell'olio profumato e lo versò sul capo del Maestro.
Ed egli disse: "Essa ha fatto ciò che era in suo potere. Dovunque in tutto
il mondo sarà annunziato il Vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che
essa ha fatto” (Mc.14,3-10). Ed ancora: un uomo ricco di nome Zaccheo
arrampicatosi su di una pianta cercava di vedere Gesù e riuscì ad invitarlo a
casa sua. E Zaccheo: "Ecco, Signore io do la metà dei miei beni ai poveri,
e se ho frodato qualcuno restituisco quattro volte tanto". Ed ancora:
"quanto detto all'orecchio sarà annunziato sui tetti" (Lc. 12,3). Ed
infine un brano di Paolo: "in mezzo ad una generazione maligna e perversa,
voi risplendete come astri nel cielo" (Fil.2,15). In queste sentenze si
passa dalla privacy alla pubblicità. Per non confondere il lettore qui
necessita una parentesi. Ogni dato della Bibbia va interpretato nel suo
insieme. Volendolo estrapolare ed assolutizzare si può finire in confusione
mentale. Bisogna vedere "Chi" ha fatto quella determinata affermazione
(Gesù oppure lo scrittore 50 anni dopo la morta di Gesù?). Ed ancora vedere
"per chi" l'ha fatta, e "a chi", e in "quale
circostanza" (i tedeschi chiamano quest'ultimo: "Sitz im Leben"),
cioè contestualizzazione nell'ambiente del tempo degli uditori. E poi altro
aspetto: se l'affermazione è rivelazione storica (cioè valida per un certo
periodo storico in quanto ne rispecchia usi e costumi) oppure se è rivelazione
universale e perenne. Uno fra i tanti esempi: la purificazione delle puerpere,
cioè delle donne che avevano partorito e dovevano presentarsi al tempio per
liberarsi dall'impurità (Lc. 2,22) oggi non esiste più. Un controsenso pensare
ad una madre che dà alla luce un figlio sia sporca ed immorale. Quella era una
rivelazione di Dio storica disciplinare, cioè legata a quel pezzo di storia
umana. Mentre invece l'amore del prossimo è rivelazione di un messaggio
universale, non legato ad un periodo storico, ma trasversale nel tempo e nelle
diverse civiltà.
Da
Celentano un segnale forte.
E
allora quei messaggi, più impropri che tali, pervenuti sul web a biasimo di
Celentano che si sarebbe fatto solo pubblicità, che la beneficenza si fa in
silenzio, che la carità non va esibita, che della generosità non si fa uno
show, vanno tutti analizzati. Perché un aspetto morale è chiaro: inaccettabile
l'esibizione della preghiera, della elemosina, del digiuno dettata da un
intento promozionale mondano. Ma chi può giudicare se l'intenzione di Celentano
fosse quella di farsi propaganda? E ne avrebbe bisogno, proprio lui che già
intasca milioni di euro con la vendita delle sue produzioni musicali? Ci
sarebbero tanti altri fatti pubblici di cui dubitare a maggior ragione. Magdi
Allan che la notte di Pasqua del 22.4.08 si fa battezzare dal Papa in S.
Pietro: un giornalista musulmano che si converte in mondo visione, che prima
denigrava i cattolici con astio incontenibile ed ora convertitosi al
cattolicesimo denigra con altrettanto astio i suoi ex correligionari?
Sacramento o autocelebrazione? E Paolo Brosio, folgorato eccellente a
Medjugorje, da ateo dello spettacolo che diventa paladino del turismo devozionale
mariano sempre con la cinepresa alle calcagna? Questi, o solo questi sarebbero
i "testimoni" della fede? Perché quello di Celentano non potrebbe
essere un segnale forte in questa società che pensa solo ad evadere il fisco,
ai falsi in bilancio, alle bancarotte e quant'altro? Questo gesto brucia il
fondoschiena dei nostri politicanti, manager, ministri, parlamentari, qualcuno
dei quali arriva a 7 milioni di reddito annui, mentre tanti Lazzari cercano
delle briciole sotto la tavola dei loro ricchi epuloni. Facciano anche loro
gesti eclatanti in favore dei disoccupati e dei giovani precari. La beneficenza
di Celentano ha avuto sì qualche pubblico riconoscimento e giova citarlo. M.
Renzi, sindaco di Firenze: "credo che il suo gesto sia molto bello.
Firenze ringrazia". Anche Dario Fo, uomo d'arte di estrazione marxista che
ha devoluto il premio in denaro del Nobel per sostenere persone con handicap,
ha espresso il suo encomio: "conosco l'umanità e la buona fede di
Celentano, è l'unica cosa che conta. Il resto lo lascio ai pessimisti, sono gli
stessi che non muovono un dito per nessuno". Pensiamo in definitiva che in
tutta questa ridda di opinioni rimanga la sostanza, ciò che conta. Il modo poi,
se compiuto per apparire o per indurre altri a seguirne l'esempio, qui non ci
interessa più di tanto.
Un po’ show quando Celentano si mette a
predicare
Nel
festival di S. Remo 2012 non abbiamo assistito soltanto alla diatriba sulla
beneficenza di Celentano ma anche al suo predicozzo contro la chiesa. E tanto
per restare all'intento sopra citato di prendere il toro per le corna, questo
sarebbe il secondo corno. I suoi strascichi però forse sono destinati a
lasciare il segno per diverso tempo. Con lunghe pause, non si sa se studiate
per creare suspense ad arte o perché in apnea di pensiero, black out di memoria,
così sentenziò il buon Adriano: "La chiesa oggi non parla più del valori
della vita, del senso della vita. Ripete solo che siamo nati per morire. Pensa
troppo al denaro, al potere, alla politica. E poi ha due giornali cattolici:
"Avvenire" dei vescovi e il settimanale "Famiglia
Cristiana" che dovrebbero essere chiusi o cambiare testata. Perché fanno
la politica dei loro interessi e non la politica di Gesù". Apriti o cielo.
In Italia toccare la chiesa è come toccare i fili ad alta tensione. Si resta fulminati.
E subito alla riscossa un altro battaglione di opinionisti cattolici
"Celentano a S. Remo? Una selva di baggianate, colossali idiozie. Fesserie
celentanesche. Predicatore demenziale. Da che pulpito viene la predica. Fa del
suo analfabetismo la sua forza". L'agenzia dei vescovi e la Redazione di
Famiglia Cristiana protestano alla dirigenza Rai. "Ci attendiamo scuse.
Celentano ha dimostrato il vuoto che è dentro di lui. Fine esegeta della morale
cristiana, che sfrutta la Tv per esercitare le sue vendette private”. La prima
fila dei papaveri a S. Remo alla fine del vaniloquio avrebbero dovuto tirargli
addosso ortaggi invece che alzarsi in piedi ad applaudirlo. Capito? Solo la
chiesa ha l'incarico di predicare alla gente, ma non la gente viceversa alla
chiesa. Perché in questo caso, e specie in questi tempi, qualche osservazione
alla chiesa alta, al suo Governatorato vaticano, alla fuga di documenti e
contro documenti, alla convivenza di talpe e corvi nel suo seno, alla sua politica
di privilegi economici, qualche consiglio le si potrebbe pure dare. La chiesa,
secondo Gesù, non è solo maestra ma anche discepola. I suoi prelati non sono
intoccabili. Certo conosciamo la solita citazione fondante: "Chi ascolta
voi ascolta me"(Lc. 10, 16), rivolta da Gesù agli apostoli. Allora per
restare in tema tiriamo fuori un'altra controcitazione Gesù disse: "Ti
ringrazio o Padre che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai
rivelate ai piccoli" (Lc. 10,21 ). Qui Gesù fa intendere che nella chiesa
esiste anche un magistero carismatico, di pensiero e di buon senso accanto a
quello di governo. E che perciò anche la gente del popolo, non teologa, non
laureata in diritto canonico, sente nel profondo del cuore la verità. Se la
sente ha anche il dovere di esprimerla. Così cresce la chiesa, cresce l'onestà
nel mondo. Celentano cantante, eroe, furbo, farneticante, anticlericale,
solidale con i poveri? Ciò che resta del baraccone di S. Remo 2012 è
quest'ultimo aspetto: Emergency, e il gruppo di 25 famiglie che, grazie al
gesto donazione di 700 mila euro, si sono sentite non solo simbolicamente, ma
anche realmente sollevate dalla loro povertà.
Autore:
Albino
Michelin
09.03.2012
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