In
data 19 febbraio 2011 il parroco cattolico di questa comunità, Pius Blaetter,
scrive nel Forum, quindicinale della diocesi di Zurigo-Coira: "Cari
parrocchiani, dal 2007 sono incaricato di questa porzione di chiesa. Devo con
dispiacere comunicarvi che per la fine di febbraio 2011 dovrò lasciarvi. Sono
diventato padre di un bambino, e voglio assumere la responsabilità di questo
nuovo ruolo di capofamiglia. Purtroppo in base all'attuale diritto
ecclesiastico non mi è consentito di esercitare la precedente professione di
sacerdote. La decisione per me non è stata facile: sofferenza e lacrime. Il
vescovo ha accettato le mie dimissioni, che comunicai pure all'amministrazione
finanziaria della parrocchia e al team pastorale. E' mia preoccupazione darvi
anche un commiato personale. L'occasione è fissata per domenica 27 febbraio
alle ore 10 nella chiesa cattolica di Affoltern. Mantengo un buon ricordo di
tutti e auguro che Dio vi accompagni sempre. Adios, goodbye,
ufwiederluege" (Pius Blaetter). All'articolo l'amministrazione della
chiesa aggiunge una nota: "Siamo rammaricati ma rispettiamo la
scelta.
Pius è cresciuto con noi e ci ha fatto crescere come sacerdote e come uomo. Gli
auguriamo ogni bene per il futuro della sua famiglia". Ugualmente in altro
articolo il team pastorale (composto da 8 membri fra sacerdoti, teologhe,
assistenti) lo ha ringraziato per il lavoro svolto nella comunità. La sua capacità
di animazione e di comunicazione rimarrà nel cuore di tutti. La sua spontaneità
e la sua improvvisazione musicale (Pius animava spesso le sue messe suonando il
sassofono) rendevano vivaci le celebrazioni: una felice esperienza. Lo
accompagniamo con la preghiera: "la mano del tuo Signore sia sempre sul
tuo capo e la sua luce ti illumini ovunque andrai". (Team pastorale)
Per
gli abitanti di questo comune è stata una notizia triste. Ma nessuno ha scagliato
la pietra del linciaggio, nessun scandalo, nessun giudizio di tradimento. Anzi
ci ha indotto tutti ad aprire (o a riaprire) il solito discorso sul perché di
una legge di chiesa che rende impossibile ad un prete di esercitare il ministero
anche se sposato.
Per
completezza di cronaca diremmo che la stessa scelta anche se nel 1995 è stata
fatta dal vescovo di Basilea H.J. Vogel, e attorno a noi dal parroco della
città di Baden P. Wettstein, dal parroco di Bülach R.Haefliger, da J. Kuzar,
parroco di Wollerau che pure annunciò di avere un figlio, e aveva dall’alto
ricevuto il permesso di continuare a condizione di non convivere con il bambino
stesso e con la madre di suo figlio.
Perché fra
italiani non viene accettato un prete sposato?
Anzitutto
una constatazione. In Italia, nei nostri paesi di origine un caso del genere
avrebbe avuto strascichi penalizzanti, umilianti per l'interessato. Nessun
prete mai intanto si sognerebbe di annunciare in pubblico la sua eventuale
paternità. Ricordo che nel mio territorio d'infanzia recentemente un prete ha
chiesto un anno sabbatico, cioè di ripensamento. Che vociferò la gente?
Scomparso con una donna, s'è fatto un figlio con l'amante. In realtà poi nulla
di tutto questo. Ma la fantasia e la pruderia popolare in Italia in tale
settore è veramente disinformata, malevola, ipocrita. Per cui un prete che
decide di farsi una famiglia deve fuggire alla macchia nottetempo, o
nascondersi tra le foibe, o difendersi con polemiche plateali in TV. Nel caso
nostro invece di Affoltem, di Pius Blaetter, va ammirata la sincerità e
l'onestà. Si è rammaricato di non poter fare il prete come sposato e padre di
famiglia e quindi si è attenuto alla legge della chiesa, anche se non
condivisa, dimettendosi.
L’ultima messa di commiato.
Domenica
27 febbraio la chiesa cattolica di Affoltern era stipata in ogni ordine di
posti. Abolite tutte le messe di orario e della periferia, si visse in una
grande ed unica comunità un'eccezionale esperienza di chiesa, un evento di
forte emozione. Non si deve parlare di trionfo, perché queste sono occasioni di
testimonianza e non di contestazione. Anche se, come conseguenza, questa può
implicitamente scaturire da quella. Tutta la liturgia sviluppò lo stesso
messaggio, sia attraverso gli interventi dei sacerdoti presenti, come dei vari
gruppi di chiesa, come dell'animazione musicale. Le linee marcanti erano le
seguenti: non possiamo più dare risposte antiche alle domande di oggi, il
messaggio del Concilio Ecumenico del 1965 concernente il rinnovamento della
Chiesa si è smarrito per strada, tutto è rientrato nel preconcilio, il Concilio
deve ricominciare ogni giorno, anche oggi stesso. E per questa comunità il
messaggio da dare è il seguente: nessun prete dovrebbe venire escluso dal suo
ufficio perché sceglie il matrimonio. La chiesa è ritornata ad una inerzia istituzionale:
cambia qualche dettaglio e mantiene la struttura. Pone dei principi e non tira
le conseguenze. Indubbiamente si è trattato di messaggio caldo e avvincente,
non certo piatto e bolso. Come coinvolgimento pratico è stata lanciata una
petizione per l'abolizione dell'obbligo del celibato sacerdotale. Al termine
della messa sono state raccolte 150 firme, e distribuite 250 schede per eventuali
persone interessate, non presenti. Il tutto verrà inviato alla conferenza
episcopale tedesca entro il 14 marzo, data in cui si aprirà la sessione di primavera.
La celebrazione è terminata con il saluto eseguito al sassofono dal parroco
dimissionario e da un aperitivo familiare con una partecipazione totale.
Perché un buon padre di
famiglia non può essere un buon prete?
Qui
non si vorrebbe ripetere le solite obbiezioni e le solite risposte. Però dispiace
allorché le risposte che vengono date non rispondono a realtà e continuano a
confondere la gente. Tutti abbiamo diritto alla verità e se, ignoranti, abbiamo
diritto alla pazienza che ci venga spiegata e non occultata. Ad esempio: che
Gesù non era sposato, quindi il prete deve seguirlo per la stessa strada. Il
primo aspetto è esatto, il secondo no. Gesù ha accettato pure apostoli (cioè
preti) sposati, e Paolo, organizzatore della chiesa delle origini, dopo la
morte di Gesù ha raccomandato ai vescovi di tenersi una sola donna per moglie.
Altra obbiezione: il celibato dei preti è sorto con la chiesa. Calma, questa è
una bufala, spacciata persino recentemente in TV da Missori, scrittore
cattolico dell'Opus Dei. La prima norma sul celibato data nel 1139, Concilio
Laterano II. Altra obbiezione: nel matrimonio gli sposi si giurano fedeltà in
eterno, così ha da essere anche per i preti nel celibato. Vita natura durante.
Adagio per favore, il paragone non calza. Due persone si sposano per esercitare
un diritto di natura, il prete invece assume il celibato come eccezione al
diritto di natura. Sui diritti di natura si può giurare fedeltà, sulle
eccezioni al diritto di natura il discorso cambia. Essendo ogni uomo fatto di
carne e di cuore può anche subire nella vita non solo deterioramento morale, ma
anche evoluzione e maturazione. Altra obbiezione: il libero celibato dei preti
va introdotto per una decisione universale di tutta la chiesa. Non si danno
eccezioni. Anche qui ci si consenta: eccezioni ce ne sono e da secoli e un po'
dovunque a macchia di leopardo. Esempi: i preti "cattolici" di rito
orientale sono sposati. I preti "cattolici" di Romania sono sposati.
Non intendiamo ortodossi. Si vada alla loro messa anche oggi nelle comunità in
Italia.
I
preti "cattolici" di Calabria (Firmo, Castroregio, S. Polo Albanese)
sono sposati. Sarà come premio per il fatto che i loro antenati alla fine del 500
si sono convertiti dagli ortodossi, di fatto sono parroci sposati. I preti
anglicani che oggi passano a "cattolici" possono convivere con
moglie, figli e famiglia. Permetteteci di non continuare nell'elenco delle eccezioni.
E' come un vestito pieno di sbreghi. Con il Card. Martini e diversi altri
membri influenti della gerarchia siamo dell'opinione che si dovrebbe oggi offrire
un ventaglio di soluzioni a condurre le parrocchie cattoliche: preti celibi per
scelta, preti sposati con figli e famiglia, diaconi coniugati. Niente di
sovversivo se pensiamo che nel 1969 Il Cardinal Ratzinger scrisse: ”la Chiesa
del futuro sarà piccola, conoscerà anche nuove forme di ministero e ordinerà sacerdoti
cristiani sperimentati anche se esercitano una loro propria professione”. Per
oggettività di cronaca dobbiamo aggiungere che una volta diventato Papa scrisse
nel 2005: ”Il celibato dei preti è una grande benedizione per la chiesa. Io
sono per mantenere questo vincolo”. E’ un’affermazione di carattere funzionale
alla struttura chiesa, ma non può escludere quella precedente più consona al
vangelo di Gesù.
Dal corpo delle donne ai diritti delle
donne.
E
poi perché non ristudiare in futuro il sacerdozio anche delle donne? Non
buttiamola sulle quote rosa, però una sensibilità femminile accanto ad un
ossessionante potere maschile ci regalerebbe un tocco materno, di cui questa
società prosciugata e pragmatica avrebbe tanto bisogno. E' così forse che la
chiesa potrà avere semi di speranza. Diversamente si continuerà a piangersi
addosso per le "defezioni" del clero maschile, e lo sparuto gregge
dei praticanti continuerà a scandalizzarsi per il ''tradimento" dei preti
che si sposano. Ci auguriamo tutti che la chiesa possa così riprogettarsi: qui
né Gesù né l'apostolo Paolo glielo impedirebbero.
Autore:
Albino
Michelin
11.03.2011
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