lunedì 2 giugno 2025

LA PAURA DELLO STRANIERO

Si dice che già nel bambino il più profondo sentimento sia quello dell’offesa, altri quello dell’attacco. Forse sono complementari. Ma certamente tanto ancestrali è l’affermare essere “la persona dello straniero” fondamentale nell’intimo dell‘essere umano. ll va e vieni dei barconi in avaria si allineano a quelli degli emigranti carichi di sdegno. Con programmi di tolleranza nazionale in televisione votati all’ostracismo. Sarebbe interessante conoscere i pregiudizi che ci stanno alla base. L’unico rimedio alla paura dello straniero è la cultura. La paura non è una scelta personale ma una risposta poco governabile e naturale. In genere i psicologi che se ne intendono la collocano tra le cinque primarie emozioni universali che fanno seguito alla felicità, la tristezza, l’ira e la repulsione. La si definisce come stato psicologico, fisiologico, e componente indotto negli animali e negli esseri umani da una minaccia che rende attuale e potenziale al proprio benessere ed alla propria sopravvivenza. Alla paura dinanzi al diverso l’animale risponde con una certa strategia variabile. La strategia passiva che arriva soltanto quando alla minaccia non si si può sottrarre. La scelta tra l’una e l’altra dipende dalla valutazione del momento. La paura degli umani non sembra molto dissimile. Verso i sei mesi il bambino comincia a distinguere le persone famigliari dagli estranei e reagisce in modo differenziato. Ai primi con simpatia agli altri con un certo esitazione. Un fatto a dimostrazione di ciò, già il bambino prova in istinto di difesa per il modo di inserimento tra fratelli nei confronti dei genitori. Se questi preferiscono l’uno dei fratelli nei confronti dell’altro creano delle ostilità. Una considerazione che proviene da Freud è che se la madre ha avuto problemi nella vita intrauterina può darsi che essa ne risenta o i genitori nel prosieguo nella adolescenza o nella vita matura. Si parla dell’influsso che la mente può avere nel fisico e quindi la paura che può causare nel cervello la paura dello straniero. Quanto potrebbe essere di vero in queste affermazioni? Si sa che alcuni mettono a repentaglio proprio vita, altri il battito cardiaco, altri la pressione, altri la sudorazione, altri la dilatazione delle pupille, altri l’affaticamento della regione del cervello agmidaIe. In verità questi non vengono considerati degli attacchi di terrore, perché ci riferiamo a fenomeni più benigni, ma più continui. Nelle società democratiche stanno scivolando lungo questa china diversa negli anni. E le immagini degli emigrati incatenati, recentemente dalle autorità americane, avallano questo salto di livello. Parole come deportazione, remigazione, pulizia etnica. D’onde nasce questo odio? La ricerca neuroscientifica dimostra che il cervello umano registra una alterazione fisiologica di fronte a volti percepiti come estraneo al proprio gruppo. Alle volte c’è dunque uno stimolo ancestrale che distingue il simile dal dissimile. Il problema è l’elaborazione culturale di questo stimolo che va sempre di più nella direzione del razzismo e della xenofobia. Esiste anche una mentalità chiamata xenofilia la quale consiste nell’amore e nella passione per i viaggi. Per esempio della seta fra veneziani e cinesi. L’ interesse per le culture diverse, il desiderio di esplorare nuovi orizzonti. Nella storia gli scambi commerciali rappresentano un esempio di integrazione fra culture diverse basate su reciproco scambio di bene e di conoscenze. Scambi commerciali in cui si intrecciavano le varie do ut de. Quindi l’assetto d’occupazione delle terre avevano tutt’altri scopi politici ed altre motivazioni. Pensiamo a quello tra Paride. Elia, Menelao, fatti per costruire le discendenze storiche. Questa la potremo chiamare xenofilia. Oggi si oltrepassano le frontiere e le si invadono per altro scopo: la fame, la guerra. Viene in mente qui l’abate Franzoni “la Terra è Dio” pubblicato il 19.6.73 un Dio parlava del giubileo. Nella intenzione di Dio era palese parlare attraverso il profeta Osea 770 anni prima di Cristo che proclamava avere la terra diritto al riposo per un anno allo scopo di restate incontaminata nella prossima stagione. Per questo dovevano essere lasciati liberi gli schiavi e ci sarebbe stato il paradiso per tutti. Ma oggi purtroppo si sono occupati agli stranieri, agli emigrati, ai rifugiati politici le terre del petrolio e dei giacimenti di materia prime, delle loro fabbisogno vitale. E la logica, il diritto è del più forte, Lampedusa e Messico possono attendere. Ci si appella al “Gott mit uns”, o la Patria della libera America, o Paese del progresso, o Dio Patria e famiglia. Per coerenza si lasci il nome di Dio, diversamente cadiamo nel Dio violente del Vecchio Testamento. Ognuno ha il diritto della propria incolumità ma salari da capolarato è uno sfruttamento per chiunque esso sia. Temiamo per la xenofobia perché essa una affermazione esagerata della propria superiorità culturale, una denuncia della propria, una fragilità piuttosto che una forza. Potremmo illuderci ma gli stranieri, gli emigrati, i rifugiati politici saranno sempre più un fatto consistente. Quindi la xenofobia non potrà che accrescere di dimensioni. Una questione senza tempi quella dell’immigrazione. Da sempre l’uomo si è spostato alla ricerca di una vita migliore. Una vita sicura da ribattezzare la sua “casa”. Lo straniero fa parte della comunista dei Noi. La pena rimetterci al passo o continueremo sempre ad aver paura dello straniero.

 
Autore: Albino Michelin 23.05.2025
albin.michel@live.com

PIETAS UMANA SULLA MORTE DI PAPA BERGOGLIO PAPARAZZI E COMPLOTTI

 Scherzi con i fanti e lascia stare i santi, cui aggiungiamo noi le salme sono le virtù dei trapassati. Deludente e quasi scandalistica è stata l’iniziativa di Fabrizio Corona ex paparazzo, esperto nelle cose di gossip, (da non con confondere la giornalista Berlinguer) destinato ai social ed all’opinione pubblica sulla morte e sepoltura di Papa Bergoglio. “Il Vaticano c’è l’ha tenuta nascosta.” Qui si tratta di una faccenda seria, seppure sbandierata ai quattro venti, sulla fine e l’occultamento di un sommo pontefice, ed è deviante. In questo caso c’è la carenza anche per quel senso di rispetto che a tutti conviene e che nessuno vuole che dopo la sua morte venga profanato. Diciamo che i complotti e le confabulerie si sono sempre state. E sempre per l’informazione agli accesi dibattiti fra i cardinali e gli addetti ai lavori di ipotizzare un papa secondo le loro aspirazioni. Basti pensare alla congiura dei Pazzi “1450 circa” quando venne ucciso un Medici e si optò per una persona di Girolamo Riario. O quando un secolo dopo venne preferito un Benedetto Accoldi, figlio illegittimo omonimo cardinale. E per venire verso di noi quando le bufere ed i conflitti vaticani venivano arrestati e sospesi per qualche tempo in vista dalle elezioni. Ma qui si trattava di una mancanza di pietas nei confronti di un Papa ammalato ma non da morir, si trattava di far morire una persona anzitempo. E nemmeno ci interessa qui il giudizio che si fanno sui diversi papi. Che per un cristiano i papi siano un Dio in terra, che per un laico si chieda quante divisione ha il Papa o che per un non credente il Papa sia un idolo cui vengano legati le mani affinché la gente gli baci i piedi. Che nel caso va fatto un discorso sulla storia dei papi. Il Papa che attualmente ha 87 anni, all’età di 21 anni è stato operato in un lobo polmonare ed è per quello che può essere soggetto a diverse crisi di bronchiti. Di fatto il Papa è stato ricoverato il 14 marzo all’ospedale Gemelli di Roma e si fece vedere in piazza S. Pietro per celebrare una messa a S. Marta il 6 di aprile. In fondo è la fede che il Papa vive ed è vivo. Si perché nelle ore del costante dubbio è la resa del complotto. Si passa più ore nel dibattito che nel dubbio. Si pretende che la morte di papa Francesco ci fa ripiombare a cinque anni fa, quando i negazionisti del covid sostenevano con convinzione che la pandemia fosse una strategia delle super potenze mondiali per controllare le masse, o peggio ancora un’invenzione per favorire gli affari milionari delle case farmaceutiche. L’abitudine di istillare il dubbio, a ritenere tutto o quasi, ad alimentare il sospetto per il puro gusto di sedersi dalla parte controversa della storia è la figlia dei media che sono totalmente in crisi soppiantati dall’anticonformismo più spinto e pericoloso. Non si crede più a niente e si finisce il credere a tutto. Il paradosso dei tempi moderni, per cui il Papa è morto ai Gemelli, e Moana Pozzi è ancora viva e si nasconde in qualche parte del mondo. Sacro e profano l’importante è dubitare. Dubitare sempre. Ed ecco qui la d’escalation a cui si abbandona Fabrizio Corona quasi a raccontare un suo mantra. Qualche giorno dopo che il Papa è stato ricoverato ecco il primo mantra “il Papa è morto ma il Vaticano lo vuole nascondere”. O dicono la verità o io mi dimetto. Dopo d’avere rilanciato il secondo mantra:” il Papa è vivo?” perché non parla? Il fatto è che il Papa si è riprodotto con l’intelligenza artificiale. Quindi è un sosia, un virtuale, un avatar. Quando il Vaticano avrà sistemato tutto comunicherà la morte. Lo ha detto il cinquantunenne amico del complotto. Il penultimo delirio è stato quando il Papa è comparso in piazza S. Pietro. Allora il terzo mantra. Se il Papa fra due mesi non dice la verità della sua figura papale io fra altrettanti mesi mi dimetterò. E qui per un po' di tempo si tacque il paparazzo. Una riflessione sulla pietà dei morti. Nella tradizione romana la pietas era la colonna portante del rapporto fra l’uomo ed i suoi simili e la dimensione divina. L’obbedienza che l’uomo dava al destino (che allora si chiamava il fato) riconoscendole come elemento più grande di lui erano le leggi che sfuggono per la loro intrinseca natura alla comprensione dei mortali. È che ciò nonostante bisogna rispettare. Poiché queste leggi hanno disciplinato in questa nostra dimensione dai primi uomini, sono state alla stella polare delle grandi civiltà che ci hanno tramandato gli elementi più nobili della nostra cultura e continueranno a condizionare quando non ci saremmo più. D’altronde non spetta all’uomo della tradizione degli esseri umani né condurre il popolo verso il sol dell’avvenire: deve vivere con pienezza il mondo che lo circonda, consapevole della presenza di un complesso di leggi che costituiscono la nostra esistenza. All’interno di queste leggi non scritte figura il rispetto dei morti. Sentimento che nasce dalla constatazione dell’inevitabile e dalla convinzione che, ferme, restando le legittime opinione che si debbono conservare nei confronti di quello che il defunto ho fatto in vita, egli sia passato oltre ed abbia compiuto il proprio destino. Il mito e la storia ci offrono una infinità di spunti al riguardo, testimonianze di rispetto verso la morte. Basti pensare ad Achille, che dopo avere fatto colpevolmente scempio del corpo di Ettore, pentito lo rende al re Priamo affinché venga sepolto con tutti li onori. O a Marco Aurelio che sui campi di Filippi copre il corpo di Bruto con la toga di porpora segno di rispetto. La morte impone gravitas, quel valore intraducibile nella nostra lingua che potremmo definire la sintesi della nostra dignità, serietà ed autocontrollo. Alcuni fra i cattolici infuriati ed anche fra i non credenti non perdonano che il proprio Papa venga così calunniato di vilipendi. Come in tanti casi di querele in cui ha superato il Rubicone e ha pagato le sue parcelle. Ma il papa buon uomo e “misericordioso” usa le parole di Striscia la Notizia.” Fabrizio, vamme a saluta’ tu sorella”.

Autore: Albino Michelin 16.05.2025
albin.michel@live.com

IL DIO TRIBALE DI TRUMP

Abbiamo il primo papa nord american e il presidente Ronald Trump attribuisce all’intervento divino il provvidenziale evento della sua mancata uccisione. Accadde nell’attentato che lo fece prendere di mira in Pennsylvania il 14 luglio dell’anno scorso 2014. Questa è un’auto investitura della Provvidenza da parte di Trump che si si sente predestinato a grandi imprese salvifiche, che per noi italiani non è una novità. E’ importante riflettere su questa impresa perché questo rappresenta uno dei massimi poteri di tirare in ballo la religione dotarsi di una investitura sovrumana erigendosi a difensori nello stesso tempo (della) loro religione e dei suoi intangibili valori. (Vedi la donna-madre-cristiana-per Giorgia Meloni.) Anche se siamo nel 2050, non è solo Trump ad usare il sacro per fini di potere. La commistione tra religione e potere tre secoli abbondanti dopo la nascita dell’illuminismo e ancora tremendamente diffusa e parecchio nel mondo. Guardiamo Trump ed al suo orgoglio che ai vanta di essere scampato per l’autorità voluta da Dio. A essere precisi, dietro il dio protestante dei padri Pellegrini, colonia fondatrice nel 1600 degli Usa, dobbiamo riconoscere l’ombra del dio dei massoni, veri artefici della statualità americana. In un modo o nell’atro e sempre in nome e per conto di Dio che anche in America il potere politico celebra sé stesso: per non dire del potere del dollaro, l’arma micidiale di dominio guaio universale dell’economia planetaria. C’è scritto nel dollaro americano che in Dio è la nostra consolazione. Un Dio cinico, un feroce, o soltanto un cinico, ma che non ha avuto la gentilezza di salvare 20.000 bambini in quel di Gaza dalle le bombe di Israele. Possiamo definirlo il Dio di Trump, il Dio tribale usato per proteggere solo famiglia. Entra in conclave Probst futuro, ci si accorge di un plebiscito nei confronti degli americani. Ma c’è il blocco degli africani, c’è il blocco degli asiatici, e c’è il blocco dei cinesi che attendono l’evangelizzazione religiosa. Con costoro si può soprassedere. Per l’America il bisogno di ridare un’anima. Ecco i dati anagrafici di Probst: nato nel 1957 a Chicago (Usa), nonno di Settimo Rottfreno (To), nonna spagnola, parla diverse lingue, nato da sana famiglia, entra nel seminario degli agostiniani, laureato in matematica, fisica, diritto, per 20 anni missionario in Peru, Cardinale nel dicastero della scelta dei vescovi, polietnico, poli culturale, cosmopolita In effetti nell’introduzione all’enciclica del-15-5-1891 sotto scritta dal predecessore Leone XIII si legge” I portentosi progressi dell’industria l’essersi in poche mani accumulata la ricchezza e largamente estesa la povertà, oltre ai peggiori costumi, hanno fatto scoppiare il conflitto”. È un messaggio particolarmente forte ed innovativo. l’America di Trump, della falsa modernità. America dei muri, deportati con catene. l’America della riduzione dei diritti civili e poi c’è l’America di quei cardinali che si sono battuti per i diritti, per allargare lo sguardo, per costruire ponti. E l’altra America non il presenzialismo di Trump. Il primo pontefice americano che si permette di salutare il progetto egemonico di questa oligarchia americana. Sabotare, meglio annullare con rispettosa passione, è in questo caso la migliore risposta all’America. E per questo vi sono messaggi in un mondo che muore di fame, per un mondo sfigurato dalle guerre, con alle porte emigrati e rifugiati politici in particolare dei messicani. L’America che esercita il suo diritto della forza più che la forza del diritto. L’America caput mundi. In questi ultimi decenni fece fortuna l’espressione del Vangelo “date a Dio quello è di Dio”, e si intendeva di non fare politica né quella sfacciata né quella subdola, ma di stare ben lontani dalle cose della terra. Oggi si è capovolto tutto con il “date a cesare quello che è di cesare “A leggere il Dio dei nostri Padri si analizza l’inedito ruolo della religione dell’amministrazione Trump, tra uffici della fede, preghiere collettive e teologia della prosperità: politica ridotta a strumento della religione Per rimanere solo a casa nostra. America e Italia non sono secondi a nessuno. Il discorso è sempre il solito. Chi è nell’abbondanza ha da condividere con chi si trova in stato di bisogno. Questa è morale naturale, morale civile, morale umana, morale del cittadino del modo

Autore: Albino Michelin 09.05.2025
albin.michel@live.com

IL CORPO GRAMMATICA DI DIO

Noi siamo un corpo, nasciamo con il nostro corpo, dal corpo di nostra madre e prima ancora dell’amore di due corpi. È attraverso il corpo che impariamo a realizzare l’altro per raggiungerlo con un sorriso, con un abbraccio, per accettarlo, o per accoglierlo o respingerlo. La vita biologica come quella razionale nasce dall’incontro di due corpi. Viviamo con il nostro corpo e attraverso il nostro corpo. Il senso di questa mistica rimanda alla relazione con colui che si è incarnato Gesù di Nazareth e ha vissuto con pienezza nella corporeità umana. Tuttavia sebbene questa mistica sia vicino, in qualche modo continua ad essere ancora sconosciuto. Ci si chiede allora se il corpo umano possa essere la via di accesso che con noi comunica e noi con Dio. È il cristianesimo ad avere sollevato tale questione del rapporto con Dio, dal momento che si è fatto carne. In questo senso Ireneo e Tertulliano nei primi secoli della chiesa si sono opposti allo gnosticismo che considerava il corpo e la materia (la ciccia) cose cattive e spregevoli. E si sono allontanati dalla teoria di Platone nella quale si professava un dualismo fra due mondi: da una parte quella del corpo e dall’altra quella dello spirito. Oggi si ritiene che il corpo e anima sono energia unitaria, e non distinzione di corpo e anima. Capita infatti che alcuni concetti siano capaci nella storia e cultura di resistere per secoli e millenni, improntando il modo di pensare di molte generazioni: alcuni paradigmi di pensiero insomma viaggiano nel tempo senza essere mai messi veramente in discussione. Diventano assiomi indiscussi del linguaggio e dell’immaginario collettivi, obbligano intere comunità a pensare in quel certo modo, a vedere l’esistenza attraverso quelle lenti. E possono essere lenti che deformano, offuscano, ingannano la nostra visione. Eppure queste sono ancora oggi le lenti che spesso condizionano la nostra visione del mondo quando usiamo parole ed immagini legati alle questioni religiose. Viene qui in aiuto aiuto il vangelo di Giovanni all’inizio quando dice in stile greco ellenistico che il Logos si è fatto carne. Il termine dice l’aspetto materiale più concreto e fisico dell’essere umano. Indica una reale sua sensibilità, la sua fragilità, la sua gentilezza e sofferenza. Ciò significa che nella situazione diversa della storia personale di ciascuno, attraverso alcune attenzioni di fondo, e l’ascolto intellettuale, Dio è capace di assumere la carne umana. Come l’uomo di assumere quella di Dio. Nella generazione fino alla morte e nella rigenerazione dopo la morte. Anche Paolo di Tarso dice: Cristo ha avuto una carne vera e non apparente mediante la quale egli è entrato nella nostra umanità. Egli dirà pure: “non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo. Voi non appartenete più a voi stessi. Glorificate Dio nei vostri cuori.” Essere vissuti per secoli e secoli immersi in un continua dualismo e separazione carne/spirito, anima/corpo, divino/umano ci ha fatto perdere il contatto con la nostra natura più profonda. In parole semplici Gesù non è un santone, un ciarlatano, un imbonitore in cerca del proprio successo personale. Egli annuncia invece che il regno di Dio è in mezzo a voi. Invia l’uomo e la donna malati, incerti, affaticati, disperati a percepire la presenza di una novità radicale di salvezza, e una nuova energia vitale scaturisce nelle persone mentre queste aderiscono al suo invito a fare spazio dentro di sé. Dio per l’uomo sarebbe disincarnato o separato che sta da un’altra parte e lo si raggiunge con la mente, l’idea, Il pensiero. Sembra paradossale, ma la fede in un Dio incarnato avrebbe partorito un Dio disincarnato. E per poter far esperienza sarebbe necessario rifuggire dai sensi, magari consumandosi nel tentativo di trasformarsi in angelo. I nostri cinque sensi sono la nostra fonte di conoscenza, son finestre aperte sul mondo che può così fare irruzione in noi del divino e verso il quale ci permettono di esprimere la nostra interiorità. E poi giunge la scienza a dirci che in realtà tutto è energia e la materia come la intendiamo noi non esiste. Che cosa si perde quando si subordina il corpo all’anima, lo spirituale al materiale? Si perde di fatto la fede biblica. Nell’antropologia biblica la creatura può vivere solo nella piena unità tra corpo e l‘anima. Si pensi solo ai termini con cui si allude all’unità tra il corpo e l’anima. Si pensi solo ai termini a quelli che communente chiamiamo anima con rimando al corpo, alla gola, alla voce, al respiro. Dio ci salva prima di tutto i nostri corpi, tocca. Li tocca, ascolta, chiama, guarisce. Salvezza e salute hanno una radice in comune. Anche la salvezza ultima attesa con la resurrezione che non ha nulla a che vedere con la con l’immortalità dell’anima e la distruzione dei corpi. Se siamo energia siamo salvati come corpo e come spirito, Pure qui uno sguardo mistico e non dualistico sulla nostra esistenza. Ci può entrare qui anche un discorso sulla sessualità con il corpo di Cristo. La sessualità è spesso pensata come conseguenza del peccato d’origine. Invece è una creatura benedetta da Dio, una cosa bella, per strappare l’uomo: dalla solitudine, “non è bene che l’uomo resti da solo”. La sessualità à il dono che supera questo male. Senza la sessualità non c’è relazione reciproca non c’è esperienza umana. Bisogna procedere al definitivo congedo dal pensare che l’esperienza sessuale possa sottrarre qualcosa a Dio. La Bibbia è esperienza di corpi sessuati. Infatti in essa esiste una parola” toledot” che tradotto in italiano significa “Storie partorite” o delle partorienti. La grammatica di Dio nell’uomo significa anche la grammatica dell’uomo in Dio.
 
Autore: Albino Michelin 30.04.2025
albin.michel@live.com

FRATELLO SOLE SORELLA LUNA

È morto un Papa e ovviamente se ne fa un altro. Al di la di quello che sarà il futuro successore importa vedere di quale messaggio è stato portatore. Fra queste senz’altro anche quello dell’ecologia. Questo papa ha appreso ed interiorizzato il grido che viene dalla terra, dal suolo, dall’agricoltura, dall’acqua e dall’ambiente che sembrava lontano dal nostro vestito, che invece fa addirittura parte della nostra vita. Il linguaggio della terra è il primo che ci concerne perché noi siamo fatti da elementi chimici, acqua, di sole. Perché Dio Padre o l’essenza che ci ha originati ha messo come avamposto la morale della terra. Non c’è bisogno di un profeta e di una morale eteronoma, ma morale autonoma che ci viene dettata da una legge nei nostri cromosomi. Una legge morale naturale per cui non c’è obbligo di nessun che ci comandi: come non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, o trattare il coniuge come oggetto di possesso anziché relazione. Ma una morale abitativa senza che nessun Dio che ci costringa o ci castiga. Bergoglio ha sentito subito il richiamo della casa comune, dell’ambiente e l’ha professato. Per dare a ciascuno la sua paternità fu Ernesto Haechel, fondatore o meglio fautore della ecologia che nel 1866 si interesso dell’ambiente, e più precisamente di tutta la scala della vita, dal momento che anche i batteri fanno l’ecologia e relativo contra colpo a beneficio della vita umana. Con questa introduzione va reso ad uno che si è prodigato in primis ad una difesa dell’ambiente, del suolo, della terra, dell’acqua non ostante i molti interessi di parte: Papa Franceso. Per completezza passiamo dal territorio italiano a quello mondiale e viceversa La terra è il nostro hardware, sito concreto, bacino di utenza. Sotto i nostri piedi palpita un corpo vivo. Un ettaro del suolo contiene 15 tonnellate di organismi, pari ad un chilo e mezzo di vita e al metro quadrato. Avvengono nel mondo cose che fanno del suolo il sistema senza dubbio il più complesso della terra. Qualcosa che ci sostiene, che ci nutre, che ci fa respirare. Un numero impressionante si traduce in una cifra che ha dell’interdetto. Ma dal 2013 al 2015 sono andati persi 250 Km quadrati di territorio al ritmo di 4 metri al secondo. Dal 1971 al 2010 quasi 5 milioni di ettari di superfice agricola utilizzata è andata ugualmente perduta. Una grande area insieme come la Lombardia, Liguria e ’Emilia è stata dissestata da un disastro idrogeologico per opera di capannoni, supermercati e aree di cemento. La terra svolge molte mansioni e non è sostituibile da nessun altro supporto. È l’ambiente su cui girano molti sistemi operativi e senza di essa molte delle nostre attività cesserebbero all’istante. Parliamo della funzione più produttiva del suolo agricolo: la funzione produttiva primaria, la produzione di biomasse vegetali, la produzione del cibo per gli esseri viventi. Nel 1991 avevamo un’autonomia alimentare, pari al 92 per cento, in vent’anni l’abbiamo vista continuamente scendere. Inoltre l’Italia è il terzo paese in Europa, il quinto nel mondo nella classifica del deficit del suolo. Oggi non disponiamo di meno 13 milioni di ettari, pertanto ce ne mancano 49 milioni per coprire il fabbisogno. La popolazione del modo è in costante aumento. Le stime del 2050 arrivano a quasi nove miliardi di abitanti. Numeri che mettono in difficoltà per sfamare tutti i propri governati. Riguardo all’Italia dobbiamo aggiungere un indicatore di tipo qualitativo strettamente connesso con il cibo: le terre italiane sono le più fertili del pianeta ed il loro prodotto potrebbe essere di qualità eccezionale. Quindi le esperienze del suolo ne potrebbero guadagnare. Il radicchio rosso di Treviso ha bisogno della terra, della chimica, del clima e delle proposte del suolo che si trovano in quello viciniore. Il formaggio Parmigiano Reggiano che avrebbe avuto bisogno di una irrigazione appropriata si vede disseminata da raccordi stradali, dai soliti baracconi. L’importanza della biodiversità: ricchezza sulla terra. Milioni di piante, di animali, di micro organismi, geni che fanno l’ecosistema. Lo scozzese Alexander Fleming (1881-1955) nel 1928 notò da un batuffolo di muffa inibiva la crescita batterica di cultura contaminata. È fu l’avvento della penicillina. La muffa è biodiversità. È la biodiversità ha salvato milioni di vite umane. Extrativismo, alto appellativo riferito alla terra. E’ un neologismo che ci viene dall’America Latina, dove facilmente alligna e in cui Bergoglio è di casa, là dove il fenomeno ha raggiunto forme estreme. Il grosso errore è di considerare l’extra attivismo un tipo di società affine al capitalismo. L’economia estrattiva è un’economia di devastazioni ambientali, una conquista, un furto, una rapina del capitalismo nella sua fase più avanzata. Significa quindi capitalismo con molte cose: estrazione di ricchezze naturali dal sottosuolo, materiale con relativo esaurimento della fertilità del suolo, monoculture iniziative senza riposo di terra, deforestificazione per produrre cellulosa. Il marmo di Carrara in Italia celebrato per i suoi calcari si palesa fatale nelle industrie che per cinque milioni di tonnellate vengono estratte ogni anno. Nella Pianura di Lucca per le industrie cartarie il numero dei tumori polmonari cresce perché la falda acquifera si deteriora sempre di più. La chimica italiana ha lasciato in cimitero di morti, avvelenati negli anni del boom. Senza terra non ci sarebbe né coltivazione né cibo. Abbiamo bisogno di tenere e di coltivare luoghi vivibili. La cementificazione ha eroso aree di pianura che rappresentano il 25 per cento dell’intera superfice del nostro paese, un quarto esatto, pensare che un pezzo di cemento impiega migliaia di anni per tornare suolo fertile. Lungo sarebbe discorso sulla estrazione del petrolio e carburanti e che diverse guerre hanno causato. Lodato si mio signore per sorella nostra acqua. L’accesso all’acqua ed alla terra è legato in modo preponderante alla qualità della vita. Oggi 200 milioni di ettari di terra sono soggetti a processi di accaparramento che rappresentano diritti della maggioranza di agricoltori, degli abitanti dell’insediamento urbani e rurali, dei pastori e dei nomadi spogliati delle terre e sussistenza per intimidazioni e torture. L’OCSE nel 2030 prevede che due terzi che l’umanità vivrà in grande centro urbani e in particolare per quanto riguarda la distribuzione dei servizi sarà un problema destinato a crescere e costituirà un fenomeno senza precedenti. La tragedia dell’accorpamento dell’acqua non colpisce solo le regioni più povere e vulnerabili del pianeta, ma anche le regioni più industriali. Pure nel sud Italia si è trattato nel 2017 nel convegno di Avellino la stessa carenza idrica. Nei prossimi 15 anni non si è assunti a livello di Nazioni Unite nessun impegno per garantire il diritto all’acqua. Anche con Papa Bergoglio si è avviato un movimento popolare a Roma accompagnato da proposte con il diritto alla terra, al lavoro, alla casa. Erano alcuni messaggi dall’ecologia all’ambiente che questo Papa ha tentato di sollevare. Più un atto di riconoscimento che un atto di omaggio. Ecco altri messaggi cui egli non è riuscito e restano fra i più importanti: la misericordia di Dio, la fame nel mondo, contro la guerra, per i rifugiati, per gli emigranti, per i carcerati. Un santo per i credenti e per i cristiani? Ma i santi piuttosto che pregarli vanno imitati. Un grande uomo dalla sensibilità umana? Ognuno può completare di Papa Francesco rimasta incompiuta.
 
Autore: Albino Michelin 22.04.2025
albin.michel@live.com  

domenica 20 aprile 2025

SOLIDARIETÀ, UNA UTOPIA NECESSARIA

Parole che sembrano perdute nel discorso pubblico, e tra queste risulta una utopia. Solidarietà fra queste. Non più fatta di un discorso benevolente, ma delitto appunto di solidarietà quando il comportamento necessario sarebbe dell’amore verso la solidarietà. Era un cammino irregolare ad esempio quando venivano considerati illegittimi e si prevedevano addirittura penali allorché uno si presentava contro le istituzioni. Ma la ragione che consente a tutti di andare contro le ostilità è un principio non costituito dalla legge. Ma un contratto del principio di solidarietà che guida l’azione pubblica si presenta come criterio atto d’arbitrio come amputazione giuridica. Esso infatti compare a più riprese nel contratto di Lisbona. Potremmo quasi dire che nell’unione convivono ormai due costituzioni che incarnano un conflitto che dipende il futuro dell’Europa. La vicenda storica del conoscere molti momenti di difficoltà. Si esige una riflessione che venga il tempo della consapevolezza che incarni la solidarietà come può essere fondamentalmente legata ma che tuttavia permane un riferimento fortemente obbligato. È necessario appunto riprendere con determinazione il tema ed i principi. O questa è una pretesa anacronistica intrappolata nel sociale che diventa liquido o i principi appartengono al principio che fu delle grandi civiltà antiche. Non a caso la storia qualifica della solidarietà con principi come sociali che è stata nei tempi più recenti affiancata dal riferimento della solidarietà democratica. Un trasparente riferimento a quel che aveva detto nel 1916 alla costituente la Rosa Luxemburg, quando disse: “O socialità o barbarie “e si è confusa con solidarietà o barbarie. Vero è che i tragitti della solidarietà conoscono rifiuti e fortune. Dobbiamo concludere che è solo la difficoltà che stiamo vivendo, che è la virtù troppo difficile. Per quanto la solidarietà concernente i diritti ed i doveri vale la pena ricordare quello che avvenne a Parigi nel 1789 quando l’assemblea costituente si trova a discutere ed affiancare una dichiarazione dei doveri e la dichiarazione dei diritti. A proposito venne respinta contro 439, ma è rilevante il dato quantitativo quello diverso da contenuto. Sarà schema tipico di quella corrente, di quella italiana in particolare che si trovò senza motivi economici e quella riguardante l’iniziativa economica prima di quella privata. La riflessione diverrà più opportuna quando i diversi soggetti verranno più ripensati. Compaiono così doveri della rianimazione degli ostacoli di ordine economico e sociale. Vengono poi individuati come gratuiti agli indigenti ed in più è stato il servizio sanitarti ed sull’istituzione sanitaria in genere. Ci sono poi doveri direttamente riferiti alla persona individuale, come al dovere dei genitori all’istruzione dei figli, come la solidarietà per quanto riguarda le persone nella tutela generale della salute, per quanto riguarda il sistema pensionistico, tra i beni ambientali, tra le generazioni del passato e del futuro. Una solidarietà quasi intergenerazionale interregionale. Riservata sulla famiglia fondata sul matrimonio, con esclusione ai matrimoni di fatto, ci troviamo di fronte ad una solidarietà escludente. Quasi in contradizione con la solidarietà includente si fa una ricerca abissale. Cominciare forse con un accenno sui trapianti che provocano un argomento discusso. Si vuole evitare che da un atto di generosità corrompa il diritto alla riconoscenza, sia verso il colui che ne è il beneficiario ed anche alla comune parentela. La riflessione può ancora indicarci la giusta direzione e dare ragione del perché oggi sembrerebbe essere chiusa la parentesi con la solidarietà, che ritrova la sua forza autonoma una volta registrata l‘impossibilità di trovare il suo interlocutore nella logica del mercato? Quel che merita di essere messo evidenza è il modo con cui diversamente si congiungono spinte culturali e sociali molteplici. Maurizio Corona ha giustamente parlato di modelli di solidarietà mettendo l’accento sulle loro molteplicità e ricostruendo le diverse manifestazioni nella quale ci si esprimeva tra volere occupazionale e quello universalistico. Ma non si esaurisce qui la vicenda culturale della solidarietà, che si arricchisce variamente, diviene terreno di incontro di tradizioni diverse come la fratellanza cristiana e il pensiero socialista. Soprattutto ci distacca sempre più nettamente dalla matrice caritativa. Quando si fa solidarietà per gli oppressi che lottano per il loro cambiamento si sprigiona una forza che la trascina oltre la fraternita. Con quale ambito e quali direttive? Si pone così il limite alla individualizzazione e torniamo a prendere le funzioni giuridiche per costruire un articolato sistema di valori sociali. Proprio la differenza fra il consolidarsi del terzo settore e la presentazione del non profit impone un chiarimento sul modo in cui deve essere ricostruito il rapporta gratuità e solidarietà. L’enfasi così posta sulla solidarietà permette un carico di logica diversa di tipo assistenzialismo che non dovrebbero essere i più deboli a pagarne il prezzo.

Autore: Albino Michelin 07.04.2025
albin.michel@live.com

LA PARABOLA DAL DIO "VIOLENTO" AL GESÙ MISERICORDIOSO

 Può darsi che articolo del genere non godano il più ampio dei consensi, perché potrebbe essere anacronistico. La bibbia è senza dubbio uno dei libri più letti al mondo. Tramandato di generazione in generazione, ha un valore storico, altre volte religioso altre volte letterario da quando Gutenberg ha stampato il primo libro il 23 febbraio 1453. Nei secoli ha subito subito moltissime modifiche che lo fanno più complesso. Scopriamo anzitutto chi ha scritto la bibbia e perché le risposte più comuni (Dio, Gesù, gli apostoli) siano errati. È ben distante dalle mani di un solo uomo e di un’epoca soltanto. La bibbia è ispirata da Dio (Timoteo 3.16) ma non è stata dettata da Dio, perciò è espressa in modi umani, quindi limitata. Nel caso viene ritratto colui che ordina guerre (Dio), pianifica gli stermini, che ordina i genocidi (sempre Dio). Tutte queste ignominie vengono attribuite a Dio in quanto la mentalità del tempo gli si addebitava tutto, anche le più orrende iniquità. Progressivamente ci si è accorti che la nequizia umana era di ciò responsabile. Non è che poi la bibbia si la porti avanti con questi discorsi. La maggior parte riguardano la libera guarigione, la grandezza di Dio, la liberazione da ogni tormento umana che erano in suo potere. Non si dimentichi, come detto, che la bibbia è stata scritta nell’arco di 1500 anni. Che è stata redatta in grande spazio di tempo, in aramaico, in ebraico, in greco, in Koinè. Che alcuni sono in pubblicati in contesto storico, altre in contesto euforico per le gesta compiute da Israele in epoca preistorica, altre in contesto apocalittico, altre contesto sapienziale. Quando di parla di bibbia non si può mettere tutto nello stesso sacco. Per molti credenti è un dogma di fede, è autorevole, e capace di profonda interiorità. Ma anche con un certo margine di errore. Di trascrizione, di traduzione, per esempio di dittografia (notte per note), per omofonia (l’oro invece di loro), per metastasi (torta per trota). Talvolta per difficoltà di traduzione, per esempio in Samuele 24, si legge che per accampamento vengono spesi 600 sicli, mentre nelle Cronache si legge per 50 Scicli. Ed un altro esempio di città storiche che in Giosue sembravano 29, mentre nelle Cronache risultavano 26. Altre volte si devono mettere in conto qualche pisolino che prendevano gli amanuensi stanchi del proprio lavoro. Si trovano nella bibbia circa 82 parole sconnesse, ma che Adel Schmidt ne abbia trovato 500, forse per una questione di prestigio. È per una ricerca equilibrata ci sono 98.5 di vocali imprecise. Il mondo fino alla nostra epoca (verso il 1950) non ha cambiato l’idea di Dio perché egli camminava con le gambe della gente. E’ stata proibita la lettura biblica da parte della chiesa fino ad epoca recente, quando un Papa Bergoglio si mette a parlare di un Dio misericordioso. Prima la bibbia era tabu dei libri proibiti, e da quando Dio si era pentito da aver fatto l’uno e la donna già nel Paradiso terreste. Ed ecco allora alcune espressioni pronunciate da Dio (o a Dio “violento” messigli in bocca) tolte da libri dell’antico Testamento Gioele, Samele, Numeri e Cronache. Dice il Dio di Israele: “ognuno di voi si metta la spada al fianco, percorrendo l’accampamento dall’uno all’altro verso, e uccidere ciascuno il suo fratello, ciascuno il suo amico, il suo vicino.  I figli di Levi eseguiranno nell’ordine. In quel giorno caddero del popolo circa tremila uomini. Cosicché egli ha posto oggi su di voi la sua benedizione… Ogni maschio tra i bambini, uccidete ogni donna che ha avuto rapporti sessuali, ma tutte le fanciulle che non hanno avuto rapporti sessuali con uomini lasciatele in pace   Dice il Signore: prendi tutti i capi del popolo e fagli appendere in faccia al sole per il Signore e l’ira del Signore si ritirerà da Israele. Ed ecco la nascita di Gesù. Che cosa rappresenta? Un aggiustamento, una virata, un completamento? Egli si presenta alla sinagoga e compare la bontà e l’umanità del Santo di Dio, come lo chiama l’evangelista. Sono venuto a portare la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, la libertà ai prigionieri e grazia per tutti. Il tempo della misericordia è iniziato. E venne la buona novella. Ci ha parlato in genere dell’inferno che ci pare una grave antinomia e che fa pensare (Vangelo 25-41 di Matteo). Quado disse: avevo fame e non mi avete dato da mangiare, avevo sete e non mi avete dato da bere, ero prigioniero e non mi avete visitato, andate voi pure nel fuoco eterno dove è stato preparato dagli angeli suoi e dal diavolo. E qui nasce il grande dibattito sull’inferno. Alcuni dicono che si tratti di un inferno simbolico, il fuoco che bruciava nella valle di Gerusalemme per smaltire i rifiuti. Il fatto si è che anche sul credo è rimasto il dogma di fede. Sull’inferno molta gente pensa che si tratti di qua, così per Sartre per cui l’inferno sono gli altri. O come tanti teologi che parlano si che l’inferno c’è ma è vuoto. O che l’inferno c’è come intensità ad tempus ma non come continuità nel tempo. Altri teologi che parlano dell’ultima opzione in cui Dio si manifesterà dopo la morte proponendo l’inferno l’ultima scelta e nessuno vi aderir, perché un ergastolo eterno sarebbe impensabile. Altri pensano alla pecora smarrita o il l’adrone sulla croce. Se noi siamo figli di Dio l’inferno eterno non ha senso. Se lo fosse, rappresenterebbe una sconfitta di Dio. Allora non vale parlare del castigo eterno di Dio, perché Dio sarà misericordioso e tutta l’umanità sarà salvata.

Autore: Albino Michelin 29.03.2025
albin.michel@live.com

GESÙ UOMO DEI MIRACOLI O DEI SEGNI?

Gesù di Nazareth ha un vantaggio rilevante che non si presenta come un capo popolo che vuole sconfiggere i propri avversari, né qualche potente per debellarlo ai suoi scopi, ma semplicemente quale uomo per cui Dio si è fatto tutto per tutti, per i quali ha usato tanta misericordia e con i quali deve soffrire per portare avanti il suo regno di salvezza per tutti. Ripugna quindi si faccia mago e stregone per soggiogare con miracoli prodigi e portenti fino all’ossessione tale da costringere anche un incredulo alla fede. E qui sta un dosaggio fra ciò che si intende miracolo oppure segno. Fra i due termini c’è una distanza abissale, come oggi convengono gli esegeti ed i teologi attuali, per i quali la cultura di duemila anni fanno storia. Uno degli ultimi di questi esegeti si chiama Robert Bultmann (1984-1976 a C) secondo la sua teoria poi diffusasi ampiamente su tutti gli altri autori del vangelo. E specialmente su Giovanni andrebbero utilizzati quali fonti di tradizione orale ed un racconto di manoscritti miracolosi di Gesù. E sarebbero sarebbe stati indipendenti dagli scritti degli evangelisti da questi utilizzati. La sua teoria risulta accettata da quasi tutti, o in parte ed è una teoria di alcuni più rilevanti. Ed in questi casi che la teoria va discussa se Gesù è l’uomo dei miracoli o dei segni. Il concetto di miracolo è altrettanto vago come quello di rivoluzione. Si parla di miracolo della natura, di miracolo economico, di miracolo della tecnica. Miracoli tutti questi compiuti dalla natura ma non da Dio. Una frana che provoca in una miniera una decina di morti dovrebbe essere paragonata allo stato di stregua di minatori salvatisi? Per quale ragione si attribuiscono i casi fortunati e non gli si addebitano anche le disgrazie? Si viene a svuotare completamente il concetto di miracolo. Considerando il miracolo nel suo significato strettamente moderno in violazione delle leggi naturali da parte di Dio simili interventi soprannaturali sono concepibili? Certa gente non gli trattiene dal prendere tutti i miracoli alla lettera, come si fossero verificati allo stesso modo in cui vengono descritti. Chiamarli così illusi si offenderebbero ma è la pura verità. La storia dei miracoli nel loro complesso (non i singoli casi) fa parte del substrato della tradizione. Quella di Gesù non è una critica di principio ai miracoli. Non è la fede del miracolo quella che respinge, ma è la sete del miracolo. Non il miracolo in sé stesso, ma nella sua spettacolarità e nella sua teatralità. Il pensiero scientifico e quello storico non erano ancora arrivati. Mezzi espressivi come il mito, la saga non avrebbero dovuto presentarsi come opera di Dio? Gli evangelisti non vogliono penetrare l’evento ma riferirlo. Non una spiegazione ma una trasfigurazione. Va fatta una premessa per i racconti sui miracoli. Essi non sono un reportage, ne protocolli storici, né medici. Sono racconti popolareschi inseriti nei dettagli scritti con lo scopo di provare uno stupore da tradurre in atteggiamenti di fede. E l’errore consiste nel mettere su uno stesso piano tutti i racconti di miracoli, ancorché ci si trovi nella maggior parte delle malattie allora non conosciute. Febbre, paralisi, sordomutismo, idropisia. Tutti riescono da tutti questi casi uscirne fuori. Con un tocco da parte di Gesù, con un bacio, con la saliva, con il lasciarsi abbracciare. Ovvio che tanti miracoli non sono avvenuti così. Nemmeno si sa quanti Gesù ne ha compiuto. Che parla di una trentina e chi di 124. Comunque prendiamo i più salienti e più manifesti all’opinione pubblica. Gesù ha camminato sulle acque: simbolico. Significa che Gesù è il re vedi morte. Gesù alle nozze di Cana non intendeva farsi la cooperativa del vino. Al là del messaggio spirituale sacramentale Gesù desiderava vivere una gioia con gli sposi in un giorno di letizia, lui era venuto a portare la gioia e che la gioia è il principio di ogni creazione. Gesù infestato dai diavoli e dai demoni. Anche lui è stato apostrofato che era un figlio di Belzebù capo dei demoni. Questa mentalità tipica degli indemoniati ed era sorta storicamente quando il popolo ebraico rimasto dal 532 al 391 a, Ch. era vissuto in Assiria e da quella zona aveva recepito anche la cultura religiosa e ove esistevano due principi: il male ed il bene. Qualsiasi ammalato di carattere psichico veniva considerato indemoniato. Anche il caso della Maddalena posseduta da sette demoni. Sette era il simbolo ebraico della totalità, il che significa che Maria di Magdala era piena di demoni. Eternamente depressa, a dirla con la psicologia moderna. Ecco che al seguito di Gesù ha trovato la sua guarigione diventando una sua seguace. La risurrezione di Lazzaro. L’ultimo miracolo che Gesù ha compiuto prima della sua passione ed è anche il miracolo più discutibile. Anche il cardinale Ravasi dubita che il testo di Giovanni l’abbia tradotto lui e seguendo i di lui principi teologici. Anche per il fatto che secoli prima esisteva in Grecia ad Epidauro un santuario ad Asclepiade dove si registravano guarigioni di ogni sorta, resurrezioni dai morti comprese. Alla luce di queste considerazioni, possiamo affermare che Gesù non era semplicemente l’uomo dei miracoli, bensì dei segni. I suoi gesti non erano spettacoli per stupire, ma messaggi di fede e di trasformazione interiore. Egli era più di un uomo straordinario: era il Figlio di Dio, venuto non per dimostrare potere, ma per rivelare il volto autentico dell’amore divino.

Autore: Albino Michelin 20.03.2025
albin.michel@live.com

sabato 19 aprile 2025

È PREFERIBILE UNA RAGAZZA MADRE O UNA MADRE LESBICA?

Qualche anno fa mi ero trovato a Provaglio d’Iseo per una conversazione-conferenza sull’argomento in testata. Per casa mi arrivano dentro due signore facendo le loro meraviglie e con una tranquillità disarmante. ” oh anche noi siamo di loro” Ho pensato si trattasse, dalla foggia del vestito, a due aderenti alla squadra di calcio femminile allora emergenti della vicina Brescia. Ed invece si erano annunciate come due lesbiche. Personalmente ero abbastanza stanco di tutto questo vociare che si faceva attorno a questo arcobaleno e non mi sembrava vera anche l’occasione di fare un discorso al di là delle solite circostanze. Personalmente ero abbastanza stanco che queste lesbiche fossero da schifare e ho pensato che ormai era anche giunto il momento di ascoltare queste persone di cui si sentiva tanto parlare. E con l’atteggiante di ben pensanti. Ero rimasto molto sui banchi della scuola nel senso che non andavo più in la di qualche notiziola, ad esempio che le femmine avevano cromosomi il 26 xx e i maschi il 26xy, che questa erano le componenti del nostro destino futuro. Che era una variante della normale sessuale e nulla di più. Che nostra casa comune era identica Infatti noi abbiamo lo stesso scheletro, gli stessi muscoli, gli stessi organi respiratori degli altri animali. E si suppone che secondo una stima non siano molte di più un migliaio di persone con tale attitudine. E che non esiste alcuna terapia curativa, nessuna terapia di conversione. Che l’impresa è praticamente senza successo per trasformare un omossessuale in etero perché essa non è una malattia. Conosciamo queste brevi come, dicevo nozioni, sui banchi della scuola. Ma il sacrificio che fanno queste donne noi non lo mettiamo in conto. Noi continuiamo a dire che è una pagliacciata e che queste manifestazioni mai sapremo quanto siano umiliante per il loro spirito e per il loro corpo. Ora facciamo un po’ di conti con l’ambiente attorno a noi. In Italia abbiamo 51 milioni di donne e il 28 per cento con tendenza al lesbismo omosessuale, o bisessuale. Matrimonio civile o religioso (2022) arrivano al 4,8 pe cento. Le cifre europee in continua diminuzione uguagliano l’italiana. Ci sono molte ragazze che preferiscono non farsi un figlio. E qui mi riferisco a quelle nubili, a quelle che non vogliono il figlio, a quelle che accettano solo protezione giuridica per il figlio, e hanno il coraggio di mantenersi da sole. Questa per fare un limite alla nostra ricerca a quelle che, detto con brutta espressione, in poco tempo licenziano il marito, se mai l’abbiano avuto. E di queste ve ne sono molte. Esistono altre alternative. Si pensi agli animali domestici, a un amico a quattro zampe. Si pensi anche al turismo, alla moda delle escursioni. Quindi diminuito l’intesse per il matrimonio sia civile come religioso. Alla base ci si sposa alquanto alla leggera senza conoscere il proprio partner, quel agnoscere te ipsum, quel conoscere te stesso e che comprende anche la conoscenza del partner. E che spesso vale di più del conoscere con se stessi. Non si pensa al domami, al bastone della vecchiaia. E qui si aggiunge anche lo stato sociale che spesso non collabora con le famiglie. Una serie di fattori che incidono sul farsi un figlio. Attraverso l’educazione di scuola nasce anche l’amore psicologica, per cui si diventa culturalmente omosessuali. Si va in Olanda al banco dello sperma. Si farà la prova di fertilità. Nel caso sarà possibile accordarsi con il donatore affinché vi sia il consenso di entrambe le parti. E si troverà il modo più psicologico e più adatto per farsi chiamare papi o mami. E di qui che lesbiche ed omosessuali si troveranno sempre un di più vivere la famiglia insieme. Di quelli che vivono la famiglia in senso pieno. Che non lasciano il bambino in mezza ad una strada o non lo parcheggiarlo dai nonni. Ed in ultimo, come viene giudicata dalla società questa eventuale esperienza? Non tutte le vacche sono grasse non tute sono magre. Vi son gente per bene, sposati in chiesa e praticanti il cui figlio di butta dalla finestra o quella ragazza che si impicca per un difetto al naso o perché non obbedisce al codice estetico ed altri che vivono tranquillamente la loro esistenza. Il professor Baiocco all’università di Roma fece una ricerca su 70 ragazzi omo ed etero e costatò che i risultati si equivalevano. Simili risultati si ebbero anche nella vicinia Germania dove anni fa venivano sterminati padri e figli arcobaleno. A Parigi altra ricerca su 50-50. Pochi risultavano vittime di un sentimento di colpa o di discriminazione. Tutto sta nella cultura del rispetto. Non basta appiccicare sulle tribune dello stadio o nei rioni di periferia o sull’avambraccio degli sportivi. Ci vuole un cambio di mentalità. A nulla servono quegli slogan di politici che schiamazzano sulle strade: “Dio ci ha creato per un papa ed una mamma” Se a questo punto dovessimo chiederci: ma Dio che preferisce? La ragazza madre o la madre lesbica? La risposta è che Dio non preferisce nessuno e che tutti ha in predilezione. Ma se dovessimo passare attraverso gli uomini, sono essi a garantirci che i genitori avranno cura di questo bambino. Che verrà amato nella permanenza e nel tempo nella gioia e nella sofferenza. In questo caso si avvera quanto Dio dice nel Cantino dei Cantico. Che i due amanti si amino con tutto il cuore, indipendentemente dalla loro gioventù o dalla vecchiaia. Che dio è il donatore della vita e della morte, che Dio è l’autore di quella vita e quel bambino.

Autore: Albino Michelin 07.03.2025
albin.michel@live.com

CALUNNIATE, CALUNNIATE QUALCHE COSA RESTERÀ

 È questa una massima di Voltaire- Bacone proferita verso il 1716. Opera messa in piedi da G. Rossini il secolo seguente. Interpretata da Don Basilio, eseguita dal Barbiere di Siviglia dice testualmente “La calunnia è un venticello assai gentile, un’Auretta che leggermente, dolcemente incomincia, incomincia a sussurrar “……… Questo vuol dire che la calunnia, come le fake news, come le bugie, le menzogne fanno il giro mondo o si respirano con l’acqua. Forse per questo è stata scoperta anche la macchina della verità, un nuovo metodo di analisi delle risposte fornite da soggetti per separare la verità dalle della menzogne. Antica quanto il mondo se è vero che questo interdetto di non imbrogliare il prossimo esisteva già nell’antico Testamento “con proibizione non dire falsa testimonianza.” Sta di fatto che la calunnia nel suo gigantesco apparato o nella sua Auretta nacque come si dice un’ora prima di noi. Un convegno tenuto all’università di Padova portava il titolo “Comunicare il vero ed il falso”. Affronta con approccio multidisciplinare “dalla filosofia, all’etica, alla teologia” il tema della comunicazione in un’epoca segnata dal disinteresse per la verità. Un uso massiccio delle fake news (falsità), come strumento di condizionamento dell’opinione pubblica, della irrilevanza istituzione deputata alla trasmissione del sapere e della verità (come la religione, la famiglia, la scuola). E dalla denigrazione della scienza e della statistica come strumento di conoscenza in modo accettabile. Perché la scienza e persino la memoria oggi vengono messe in discussione, denigrate per finalità comunicative-propagandistiche-ideologiche? Come mai hanno perso di autorità? Perché dietro la sacrosanta difesa del valore assoluto di ogni persona umana, essa finisce in realtà per difendere il diritto all’ignoranza di fronte alla conoscenza scientifica. E dall’altra parte la ricaduta sociale della conquista tecnico scientifica riguarda una popolazione sempre più deprivata sul piano culturale. Ma la povertà culturale dimostra che è una povertà culturale etica. Considerando un residuo di passato anacronistico c’è la spudoratezza dell’affermazioni di sé. Della propria attività del gruppo o del gruppo sociale o del proprio popolo come unico valore. Il vento del popolo soffia sempre più verso una parte non certo coinvolgendo anche gruppi sociali, che da questo sono danneggiati. In questo contesto risalta puntualmente la grande perdita della memoria si se. Che oggi colpevolizza molti giovani esperti infinitamente nel campo sociale. Sono strumenti di propaganda. Come funzionano le fake news nella manipolazione emotiva dell’opinione pubblica? Pare che anche questa sia una notizia clamorosamente sbagliata, sentito comunque l’effetto per infiammare le piazze. Dato che questa menzogna è vecchia quanto l’uomo potremmo essere pronti a considerare che le fake news non rappresentino un fenomeno nuovo, ma si sottolinea che rappresentino un fenomeno del tutto innovativo legato alla comunicazione digitale. Tutti abbiamo letto sui giornali come gli hacker utilizzati da alcune nazioni per influenzare risultati delle elezioni politiche operate su larga scala. E sui media per attestare l’inflazione ed i risultati delle elezioni favorendo i candidati legati ad un regime del paese. Tale operazione non presenta attualmente studi scientifici credibili e accettabile sul modo dei social media e dell’intelligenza artificiale. E questo quanto alla produzione dei contenuti e notizie che non hanno la verità come faro. Riconosciuta e vantaggiosa nel proprio interesse. In fondo si tratta di non lasciare alle macchine ormai capaci si separare la verità dalla menzogna la decisione fondamentale del nostro destino ultimo. E in più con l’aggiunta della volontà dell’uomo che, superata la calunnia, la fax news, la bugia, la menzogna, la falsa testimonianza, potrebbe in questo mondo guadagnarsi in po’ di pace.

Autore: Albino Michelin 28.02.2025
albin.michel@live.com

mercoledì 26 febbraio 2025

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LA CONFESSIONE

 Se si pensa che la spiritualità fosse l’ultimo baluardo immune dall’invasione tecnologica, la Svizzera ce lo farà ricredere. Nella parrocchia di San Peterskichen, la chiesa di S. Pietro di Lucerna, il confessionale ha fatto un salto nel futuro. Al posto del classico prete, troveremo un ologramma di Gesù (un grande Gesù tridimensionale), avatar prodotto dalla tecnologia cioè un virtuale, un alter ego, un simulatore a rispondere ai dubbi delle anime, promettendo consigli e conforto come spiega la chiesa. I fedeli possono avere un’esperienza intima e sono con Cristo virtuale che ascolta e risponde dietro la grata di un classico confessionale. Tra i fori della grata è possibile è vedere il volto del figlio di Dio. In duemila anni di storia la chiesa e i fedeli ne avevano visto mai il cyber Gesù (Gesù guida) che confessa il fedele e che mancava finora. Il progetto artistico in piedi da due mesi e chiamato temporaneamente deus ex machina prevede sia Gesù proprio a confessare i fedeli grazie ad una intelligenza artificiale creata da informatici e da teologi dell’università di Lucerna. Questa viene addestrata sia sul piano del vecchio testamento, sia sulle verità quelle più indiscusse della chiesa, sia sul futuro del mondo che verrà e vivrà evitando deviazioni future e apocalissi. Il signore vi saluta tutti e con il buon giorno con” sia lodato Gesù Cristo”, vi risponde con la vostra lingua, vi precede nel vostro dire. Ognuno se ne esce consolato più che mortificato. Nulla di eretico, nulla di deviante. Nulla di intentato da intentato da parte umana, niente di abborracciato, Un semplice cartello di indicazione alla porta della Capella, una luce verde per entrare, la sistemazione di un computer e la cosa è fatta. In modo più veloce, completo e personalizzato di un agente umano.
I vantaggi della confessione: intelligenza artificiale.
Il miracolo dell’intelligenza artificiale è che Gesù sia direttamente il confessore. Come Gesù possa adattarsi ad essere rappresentato da un sacerdote e non potrebbe essere rappresentato da un avatar? Sono sempre persone limitate, o reali o virtuali, che rappresentano Dio! Dio però non si identifica con nessuna immagine. Dio è altro. Ma Dio è l’aldilà. Il fatto più terra a terra è che per esempio un penitente abita in una zona lontana poco accessibile e quindi può trovare una chiesa che ha un’istallazione ad oc. Altro elemento è che una chiesa sarebbe a disposizione sette giorni su sette mentre con un prete sarebbe un po' difficoltoso. Ci si addentra di più quando si pensa all’anonimato e ci può essere chi si vergogna di essere riconosciuto. O chi desidera avere un supporto migliore con un esame di coscienza più dettagliato perché qualche prete dalla messa frettolosa si scarica in breve tempo come oggetti da buttare e non da curare. O peggio ancora persone deboli o donne passibile o possibile di abusi.
Gli svantaggi della confessione con l’intelligenza artificiale.
Anzitutto manca l’empatia quella stima reciproca fra il penitente ed il sacerdote. La conversazione la fiducia. Non viene data l’assoluzione ameno che non si tratti delle modalità previste nel mio blog del 28.8.2015. Vi è anche qualche caso di Privacy che costituirebbe un pericolo. L’accessibilità dei fedeli per cui non tutti sarebbero d’accordo con questa confessione preferendo la tradizione con il sacerdote confessore. Indubbiamente ad altri campi che non si attengono alla confessione artificiale ci sono alcuni aspetti positivi e anche negativi che esulano come ad esempio il nuovo modello occupazionale, il trattamento dei servizi sanitari, l’aumento delle efficienze lavorative, la capacità di apprendimento continuo, l’agilità e la documentazione mentale. Ma anche dai pericoli non siamo esenti: come la permanenza nel lavoro, i licenziamenti, la violazione dei diritti umani. Ogni passione tecnologica è carica di dipendenza. L’uomo pensa e la macchina no. Questo è un discorso che si amplia e va oltre la confessione ad intelligenza artificiale. Per rientrare nel tema: i visitatori nei due mesi che hanno preceduto l’inizio hanno registrato in una forma anonima di avere sollevato temi come questi a Gesù confessore: il vero amore, l’aldilà, i sentimenti di solitudine, la guerra e la disgrazia, la solidarietà, la sofferenza nel mondo, la sessualità e l’omosessualità. La maggior parte si è descritta come appartenente ai cristiani, agli atei, agli agnostici, ai musulmani, ai buddisti, ai taoisti. Facendo un resoconto sempre anonimo un terzo dei convenuti era di lingua tedesca, inglese, ungherese, cinese, russa. La chiesa con Papa Francesco offrì il suo placet auspicando che resti sempre nelle mani dell’uomo. Vi sono pure accanto all’Avatar ed alla confessione con l’intelligenza artificiale diverse applicazioni. Programmi che fra l’altro decidono un progetto per uscire dalle diverse dipendenze. È quello di Victori che detiene il miglioramento e le battute di arresto per tali anomalie a significare che tutto è studiato al benessere comune. Il teologo parroco Marco Schmidt con la sua equipe di esperti auspicò che l’esperienza continuerà e non avrà preoccupazione di essere bloccata. L’idea era di riconoscere l’importanza crescente dell’Intelligenza artificiale nella confessione religiosa. I risultati parlano di una superiorità alle previsioni: qualcosa di Dio entra nel cuore di questa umanità.
 
Autore: Albino Michelin 19.02.2025
albin.michel@live.com

DON GIUSEPPE DIANA UCCISO DALLA CAMORRA: NEL TRENTENNIO DEL SUO MARTIRIO

 Don Peppino Diana (Casal di Principe 6.7.1958 - 19.3.1994) è stato ucciso nella sacrestia della sua chiesa dalla camorra per il suo impegno contro la malavita. Un camorrista lo affrontò con una pistola in pugno. I cinque proiettili vanno tutti a segno. Muore all’istante. Si è tentato di depistare le indagini, accusandolo di frequentare delle prostitute, pedofilo, custode delle armi destinate ad uccidere il procuratore Cordova. Il Corriere di Caserta pubblicò in prima pagina che il camorrista era lui e trovato a letto con due donne, non come vittima della camorra ma affiliato al clan dei Casalesi. Fu Giuseppe Quadrano, autore materiale dell’omicidio che si consegnò alla polizia e ricevette una condanna a 14 anni. Lo scritto più noto di Giuseppe Diana, fu la lettera “Per amore del mio popolo non tacerò”. Distribuito alla porta di tutte le chiese dunque è con le precise parole che la gente deve conoscere, interiorizzare, per poi applicare e progettare. Questo nel natale del 1991. Il primo appello fu rivolto alle chiese: di risvegliare anzitutto contro la corruzione dilagante. Ai preti ed ai pastori di parlare chiaramente nelle omilie ed in tutte le varie occasioni in cui si richiede una testimonianza e coraggio. Il secondo appello alla camorra: è ormai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. Rappresenta come uno stato deviante rispetto a quello ufficiale: favoritismi, lungaggini. Un appello agli insegnanti: i diritti fondamentali dell’uomo sono ignorati: una casa, il lavoro, i servizi sociali, e l’istruzione aperta a tutti. Marcisce nell’assistenza e mortifica l’uomo e crea spazi per la violenza e oziosità della delinquenza. Alla società civile: che vivere e più onesto della disonestà e rappresenta un pubblico rispetto ed anche un benessere per tutti. Alle famiglie: dovete educare i figli verso la sensibilità per i poveri e verso l’aiuto reciproco. Ai giovani: voi siete esposti alla tentazione della violenza e del facile guadagno in una società che spesso vi offre esempi di violenza. Ma voi avete grandi risorse di generosità e di amore. In fine alle comunità cristiane: il fenomeno della camorra ci interroga in una maniera perentoria. Sul nostro modo di essere chiesa. Ci si chiede di essere non credenti ma credibili. Riviviamo le strade delle nostre antiche tradizioni. Agli aspetti qui sopra accennati segui con passione il suo comportamento. Per amore del suo popolo egli iniziava la sua missione. Diversa gente di chiesa, gli stava accanto per le strade del territorio per togliere i ragazzi dalla strada, e dare un lavoro per quanto si può ai disoccupati. In tutto essere coerente con il suo messaggio. Si comincia da dove si può. Qui un breve resoconto che dal 1838 ha iniziato a contaminare l’Italia fino ai nostri giorni. Mafia siciliana 2376 morti, ndrangheta 231, camorra 206, sacra corona unita 57 Stidda (Agrigento) 14, mala del Brenta 2. Circa 2900 i morti uccisi dalla malavita. 206 erano il compito di don Diana. Quando aveva iniziato il 27.7.1991 venne ucciso “per caso” un testimone di Geova, Angelo Riccardo nemmeno un suo correligionario ventenne. Fu quella morte che si scatenò il resto di un piccolo numero di manifestanti pubblicamente e apertamente contro la camorra. Don Giuseppe mise del suo e decise di scrivere ancora una volta e di distribuire a tutte le parrocchie: basta con il diktat della camorra. Il volantino fece il giro di tutte le case del casertano suscitando un forte consenso di cittadini. E fu che qui il vescovo Nogaro prese le difese dodici anni dopo l’assassinio il 25.4.2006 che don Peppino era un vero martire e che il sangue dei martiri è sempre vita delle nuove cristianità. Tanto che dopo un così lasso di tempo non si sia riusciti a venirne fuori chi fosse il mandante e chi l’autore, e chi il consigliere di quel delitto mafioso.
La sua memoria.
Nel 2003 nove anni dopo la sua morte alcune iniziative hanno costituito ed inaugurato con Libera, organizzazione di don Ciotti il ricupero di 80 ettari di terreno e che lo stato ha conferito in parte in prima linea contro il racket e lo sfruttamento degli extra comunitari. Nel 2010 è stato intitolato l’istituto di scuola superiore a Morcone, (Benevento). A Termoli l’8 11.2014 l’istituto di giurisprudenza. Nel 2013 Rai 2 un dibattito sulla camorra a lui dedicato. Nel 2014 la stessa testimonianza. Infine il libro di Raffaele Sardo: “un martire in terra di camorra”. È stato il racconto del suo impegno e del suo sacrificio. Il suo testamento spirituale “don Peppino vive”. La sua non è una conclusione ma un inizio.

Autore: Albino Michelin 05.02.2025
albin.michel@live.com

S. PAOLO APOSTOLO DELLE GENTI O ENFANT TERRIBLE

 Chi si mettesse alla ricerca delle opere su Gesù sotto forma di libro, di un fascicolo, di documento non sarebbe il caso perché infinite sono le opere su Gesù. La produzione che riguarda Paolo non sarebbe molto distante. Nell’antichità l’identità delle persone era legata a tre fattori: il genere sessuale, la discendenza e la provenienza che dava direttamente il diritto all’istruzione a patto di essere di famiglia agiata, libera, non schiava. E se possibile in zone scolastiche perché la è il luogo degli scambi culturali. Inoltre bisognava pure che i genitori fossero ambizione e disponibile ad investire nella formazione dei loro figli. Andava un po’ meglio nel giudaismo che sempre ha mirato a crescere i figli nella conoscenza della Torah. Per fare parte di questa élite bisognava ipotecare che molte condizioni favorevole si realizzassero contemporaneamente. Sesso giusto, figli giusti, genitori giusti. Paolo Ha goduto di tutta questo. Cittadino romano di nascita, tutta una formazione di qualità, Tarso era una città con scuole rinomata. Nell’impero romano il pensiero scolastico comprendeva una istruzione elementare, ginnastica, retorica, ritmica, letteratura e scrittura. Al vertice di questo sistema scolastico, oggi noi diremmo a livello universitario, si trovavano le scuole filosofiche e Tarso era orgogliosa di possedere una scuola stoica di grande prestigio. E Paolo ha ricevuto una formazione comprendente i due primi livelli che li teneva lontano da influenze pagane, una sorta di scuola privata della diaspora. Egli pensava in greco e scriveva in greco. Questa scritta torrenziale eccelle in uno stile stringato. Ricco di formule stringate, di stile forse agitato come il personaggio, ma mai volgare e pesante. La scelta di scrivere questa lingua, l’inglese dell’epoca, invece dell’aramaico che egli pure parlava, denota da parte sua la volontà di diffondere il vangelo nella lingua di tutti e non in linguaggio ecclesiastico. E a Tarso in Turchia nacque Paolo nel 4 a.C. morto a Roma decapitato sotto Nerone nel 67 d.C. Di origine ellenista, greco, fariseo, zelota, persecutore dei cristiani e poi missionario. Nel corso della vita ha cambiato il nome di Paolo in Saulo che vuole dire di piccola statura. Divenne cittadino romano perché sembra abbia venduto armi all’impero. E leggendo la sua corrispondenza noi avremmo le nostre informazioni su Paolo? Dalle lettere degli atti degli appostoli di Luca e dalle sue lettere. Ma quali lettere? La questione è complessa, sette lettere possono essere senza esitazione attribuibili a Paolo: Romani, Corinti, Galati, Filippesi, Efesini, Filemone. La seconda parte: Colossesi, Tessalonicesi, Timoteo, Tito, Ebrei. Sono tardive, ma nessuno contesta il loro valore teologico. Paolo è un convertito. Probabilmente nel 37 d.C. cambierà le sue convinzioni sulla grazia di Dio, ma non cambierà la questione della Toràh, legge del vecchio testamento. Ciò nonostante quando si parla di conversione abitualmente si racconta come è passato dal bene al male o come si è abbandonato una religione per un’altra. Ora nulla di tutto questo è avvenuto a Paolo. Egli non passa dal vizio alla virtù. Paolo non esita ad affermare di essere giunto ai massimi livelli della devozione farisaica ed è per questo che ha perseguitato i cristiani a quell’epoca come una setta marginale della grande varietà di opinioni nel giudaismo. Ciò che egli va fare a Damasco è stabilire delle misure di epurazione teologica allo scopo di bandire la parte il giudaismo superato. Il cadere dal cavallo è simbolo della sua caduta suo dal sistema dei valori. Ed ecco la prima lettera di Paolo: ai Tessalonicesi. ”False voci sulla fino del mondo. Respira soddisfazione per i suoi fedeli. Lettera ai Galati ” È la libertà interiore che Dio ci giustifica, non perché siamo buoni ma perché Dio è buono. “Lettera ai Romani, salvezza di tutta l’umanità. Come dalla venuta di Adamo è arrivata a noi la perdizione, così dalla venuta di Cristo è venuta la nostra redenzione. Lettera ai Corinti:“ la messa finestra sul mondo. Famosa per il suo tempio di Afrodite e del malcostume sociale. Dogma sulla resurrezione sulla morte. Chi va al di la si porta dietro quello che aveva al di qua. Divieto alle donne di parlare in pubblico”. Lettera agli Efesini : “in Dio è la mia pienezza. “Lettera ai Filippesi: “ringraziamenti per la cura nei confronti di Paolo. Invito alla testimonianza. “Lettera ai Colossesi: prime lettere tardive. ”Polemizza con gli eretici. ”Lettera a Timoteo: “è una pastorale. Come si conduce la chiesa che diventa istituzione. Voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio. Preghiera per i governanti. Lettera a Tito: “fedeltà all’insegnamento della chiesa. “lettera a Filemone: “il diritto alla proprietà privata. Filomone è pregato di lasciare libero lo schiavo Onesimo. “lettera agi Ebrei: la più tardiva di Paolo. “Gesù non compie il sacrificio della croce per togliere i nostri peccati ma per nostro amore. “1200 della Bibbia novanta sono lettere di Paolo. La sua autorità è ormai consolidata. Da l’impressione di essere un po' autoritario, dottrinario, conservatore, intransigente, perfino anti femminista. È lo è parte in quanto la sua foga lo porta in quella direzione, quanto Dio non distrugge le caratteristiche ed i talenti umani. Per esempio a restare in questo argomento egli dice “agli stolti galati chi mai gli ha ammaliati ….” Ai Romani:” per questo Dio vi ha abbondati a passioni infami” Ai Corinti “proibisco alle donne di parlare in pubblico. “Agli Ebrei” così ho giurato nella mia vita, non entreranno nel mio riposo.”
Gesù è l’uomo della campagna e della Palestina, Paolo l’uomo della città e dei grandi spazi. Da queste figure nascerà il cristianesimo. Gesù è l’uomo del movimento cristiano, Paolo è il suo agente sacro.
 
Autore: Albino Michelin 20.01.2025
albin.michel@live.com

CHIESA: SPELONCA DI LADRI O CASA DELLA COMUNITÀ?

 Recentemente si è tenuta un’iniziativa tanto eccezionale quanto discussa: una serata speciale organizzata in una chiesa, con hamburger, fagiolini, patatine e musica. L’evento ha riscosso un notevole successo, al di là del messaggio spirituale o religioso. Si è svolto a Trissino, nella pedemontana vicentina, nei pressi della storica chiesa di san Pietro, in occasione della festa di san Giovanni Bosco, patrono dei giovani. L’organizzazione è stata curata dall’unità pastorale giovanile locale e destinata ai ragazzi e alle ragazze delle scuole medie. La novità dell’evento ha attirato l’attenzione non solo in Italia, ma anche all’estero, tanto da essere ripresa da rai tv in Svizzera, che le hanno dedicato un ampio servizio con dibattito. Lo scopo dell’iniziativa era riavvicinare i giovani alla fede, in un momento in cui molti di loro sembrano aver smarrito il sentimento religioso. Hanno partecipato circa quattrocento ragazzi, alcuni dei quali in evidente difficoltà esistenziale, segno di un disagio giovanile sempre più diffuso. Tuttavia, non sono mancate le critiche. Fuori dalla chiesa, una trentina di persone ha protestato, invocando la misericordia di Dio per quello che consideravano un gesto sacrilego. Le loro preghiere e parole risuonavano come un monito: “la casa del signore non può tollerare tanto degrado. -avete trasformato un luogo sacro in una spelonca di ladri, profanandolo con i vostri bagordi. -Lo zelo per la casa di Dio mi divora, ma la vostra presenza è una blasfemia. -La casa di Dio ha toccato il fondo dell’oltraggio. -Chi ricorda l’episodio evangelico in cui Gesù, entrando nel tempio e vedendolo trasformato in un luogo di interesse sordido, prese una frusta e scacciò i mercanti, riaffermando la sacralità della casa di Dio “. Questa reazione ha spinto alcuni a scrivere al vescovo, se non addirittura al papa, lamentando l’abbandono della chiesa. Tuttavia, in questa necessario fare una riflessione più profonda e contestualizzare l’evento. Nella storia della chiesa, ci sono numerosi esempi di luoghi sacri adibiti a scopi sociali. San Giovanni Crisostomo, ad esempio, si ribellò allo sfarzo delle basiliche e delle cattedrali per dedicarsi ai poveri. San paolo utilizzava gli spazi sacri per rispondere ai nuovi bisogni della comunità, ricordando le parole di Gesù: “i poveri li avrete sempre con voi.” Anche san Gregorio Magno trasformò una cattedrale in un rifugio per i bisognosi. E in tempi più recenti, figure come papa Francesco, il cardinale Sepe di Napoli e don Massimo Biancalani hanno dimostrato che la chiesa può e deve aprirsi alle necessità concrete delle persone, specialmente degli ultimi. Papa Francesco, durante una visita alla cattedrale di san Petronio di Bologna, non si è vergognato di sedersi a tavola con i più emarginati, mentre il cardinale Sepe non ha esitato a ripulire i vasi dei rifiuti dopo un pasto condiviso. Don Massimo Biancalani, ancora oggi, mette a disposizione chiese, sagrati e giardini per accogliere i migranti. Persino nel medioevo, la cattedrale di Chartres del 1200, con le sue vetrate splendenti, era al servizio dei poveri. Tornando all’evento di Trissino, è importante chiedersi: questa cena in chiesa è stata davvero una profanazione o piuttosto un’opera di misericordia? I poveri non sono solo quelli materiali, ma anche quelli spirituali: giovani senza ideali, senza passioni, alla ricerca di un senso. Sono proprio loro ad aver bisogno di iniziative come questa, specialmente in un’epoca in cui molti sacerdoti faticano a comunicare con le nuove generazioni e a trasmettere la fede come un tempo. Il vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto, interpellato sulla questione, ha espresso una posizione equilibrata: “capisco che ci possa essere una reazione di difesa del sacro, che deve rimanere intoccabile. Tuttavia, dobbiamo ricordare ciò che dice il vangelo. Dal punto di vista ecclesiale, ritengo importante coinvolgere tutti, specialmente i giovani, che rappresentano una delle categorie più fragili della nostra società. Con le dovute attenzioni, anche i luoghi sacri possono diventare spazi di accoglienza. Gesù stesso fu etichettato come un mangione e un beone, ma se fosse qui oggi, credo che accoglierebbe ed approverebbe iniziative come questa”. Ed ora che rispondere allo smarrimento della gente? La chiesa anche oggi viene chiamata casa del popolo, anche se con le dovute restrizioni. Citiamo: “Gesù dice il sabato è fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato.” Anche ovunque la tua mano Signore mi condurrà. Poi viene Giovanni (i)” anche il verbo di Dio ha abitato un certo tempo in mezzo a noi. “Possiamo ancora citare Giovanni: “noi verremo presso di lui e faremo in lui dimora. “– Finalmente Paolo ci dirà “che noi siamo tempo di Dio”. Il tempio di Dio siamo noi, in primis è il nostro corpo e il nostro spirito. Fece bene il parroco di Trissino a dire che la domenica ha trovato la sua soluzione adeguata. La nostra chiesa -parrocchia costruita nel futuro per rimanere collegata attraverso strutture di comunicazione che potranno servire come utilizzo a cenacoli, concerti, mostre fotografiche, banchetti ad hoc. In quanto la parte della condivisione è separata dall’altare. La chiesa è sempre stata il luogo dell’accoglienza e dell’incontro. E cosi essa contribuirà nel futuro a rimanere luogo multiuso nel tempo per tutto ciò che è bello al di là delle pagliacciate o del mancato decoro. Perché la chiesa è casa di Dio, la casa della comunità.


Autore: Albino Michelin 09.01.2025
albin.michel@live.com

venerdì 21 febbraio 2025

LE LAMENTAZIONI DI GIOBBE

Hanno sempre fatto impressione almeno ad alcuni di noi le lamentele di Giobbe che osava interrogarsi sul Dio della bibbia e sosteneva: “doveri tu quando gettavi le fondamenta della terra. Dillo se hai tanta intelligenza? Chi ha fissato le sue dimensioni e ha steso su di essa la sua misura” (38.4). È insieme viene a conoscere che il Padre Eterno (Giov.10-30) sapeva già le origini del mondo insieme con Gesù suo figlio. Di fatto il Padre ed il figlio sono sullo stesso piano della conoscenza. Qui si vede che anche Gesù conosceva l’origine del mondo. E poi si passa la parola a Paolo: “in Lui sono state create le cose visibili nel cielo e sulla terra, visibile ed invisibili: Io sarò con voi tutti e giorni fino alla fine del mondo” (Matteo 28.16). Significa che anche Paolo conosceva come si era formato il mondo. Ora qui in Giobbe, in Gesù, in Paolo nessuna risposta da parte loro. Pure Gesù stesso che è venuto a presentare la buona novella ci ha lasciato sull‘origine del mondo nell’incertezza. E la corte celestiale ci ha al lasciato alla ricerca. Dio perché ci lascia all’oscuro? Perché questa conoscenza lasciata alla curiosità di ciascuno? Perché dobbiamo andare a naso tirando ad indovinare? Ci facciamo un breve excursus storico e vediamo quali sono le scoperte e le contro scoperte, le ipotesi e le contro ipotesi che ci hanno accompagnato finora dalle origini del mondo. L’uomo si è sempre chiesto dove sono le sue origini. Anche dal cielo stellato, anche dall’arcobaleno, anche dai picchi montuosi ma anche dai fenomeni di terremoto quale sia l’origine della nostra provenienza. Dobbiamo tentare di credere con passione a all’eventuale inizio del mondo. Esiodo (sesto secolo A.C.) sostiene che tutte le cose ebbero origine del caos e che in questa specie di vuoto è sorta Gaia, che ha avuto anche figli mitologici tra i quali Tenebroso che essa cacciò nei confini della terra. Altri figli come ad esempio Cronos popolarono la terra ed iniziò la religione fra i mortali. Sulla terra. Certamente teista, nel senso che si pregava Dio per ottenere protezione dagli agenti atmosferici. Una domanda a questo primo punto: come mai Dio coesisteva con queste divinità? Non poteva evitarle? Probabilmente ne avrebbe potuto nascere una gelosia insopportabile. Facciamo un salto nel tempo e siamo nell’eliocentrismo che vorrebbe dire che il sole è al centro di tutto. Ed allora ti risponde la terra e nel 1616 fu condannato Copernico, che tirava da quella parte, eretico ed assurdo. La terra è fondamentalmente decentrata dall’universo voluto da Dio. E nel contempo salta fuori il geocentrismo che dirà il contrario perché l’antico testamento è in una posizione centrale Facendo l’uomo apice più elevato della creazione. Un Dio che si lascia abbindolare dall’uomo, con rispetto sarebbe credibile? Un altro salto nel periodo di tempo che si sussegue. Una serie di materialisti per i quali esiste solo la materia e niente spirito. Engels e Marx ne siano due esempi. E abbiamo anche una bella fioritura di evoluzionisti per i quali se non altro escludono Dio dalla creazione o lo ignorano. Ora come possiamo conciliare gli atei con i gaudenti, gli utilitaristi, i gnostici per i quali Dio ha creato il mondo o che magari essi stessi ignorano? È un Dio che fa silenzio su questi argomenti lo si può immaginare? E il secondo che ti va a fare problema è della fisica quantistica. Va cozzare contro il vecchio Democrito, (del secolo terzo A.C.) e viene alla luce che esiste un sub atomo ed anche una particella più piccola chiamata energia ondulatoria. E che la materia sarebbe quasi un tutt’uno con l’ambiente spirituale. Sicché questo proverebbe nell’uomo una dimensione spirituale in un ambito materiale ed una dimensione materiale in un ambito spirituale? Ed ecco che la chiesa viene a dire nel 1950 che tutti siamo figli e figlie di Adamo ed Eva. Ed anche qui è una contradizione con la stessa bibbia. Ma è una contradizione apparente. Giobbe è un bellicoso che ha ragione. Dio in tutto si comporta all’origine del mondo da saggio insegnante. Lentamente, lentamente ci ha dato una testa e desidera che noi si lavori con quella. Non c’è da fare un processo a Giobbe, al mito, al caos, all’eliocentrismo, al geocentrismo, alla fisica quantistica, all’intelligenza artificiale solo purtroppo la tecnica è nelle mani dell’uomo. Lentamente abbiamo scoperto le pillole del raffreddore e siamo arrivati alla sostituzione del cuore come è avvenuto recentemente a Padova. Ma la scienza no, questa è nelle mani di Dio e anche nelle nostre mani. Dio ci ha chiamati ad una collaborazione affinché l’origine dell’universo con tante realtà che oggi ci sembrano misteriose possono essere rivelate. Non facciamo confusione con il Bing bang. Questo è una esplosione con cui il mondo si è prodotto, ma non la persona che l’ha compiuta. Le due realtà sono molto separate diversamente. E’ come quel tizio che va a curarsi dal dentista, mentre ha problemi di stomaco.

Autore: Albino Michelin 03.01.2025
albin.michel@live.com