lunedì 20 ottobre 2025

SPORT E CALCIO FEMMINILE

Lo sport, sia esso professionale che amatoriale, è un fenomeno che coinvolge per lo meno tutto il mondo occidentale uomini e donne. A lungo caratterizzato da un netto predominio maschile, anche perché commercialmente e socialmente. Ed anche perché considerato uno sport ludico riferito a pochi. La differenza fra i due coinvolgimenti veniva riportata a differenze di origina forti i primi e sedentarie e remissive la le seconde. La radicale differenza fra i due sessi non è stata ancora convalidata dalla medicina moderna, ora in via di ripensamento. Poiché il corpo è il più evidente simbolo della differenza fra uomini e donne e lo sport è un’arena in cui esso vene messo in gioco in modo specifico, lo sviluppo dell’attività sportiva fra le donne è indubbiamente un importante segnale di emancipazione femminile. Laddove lo sforzo atletico, tradizionalmente associato alla virilità, diviene a poco a poco disponibile anche alle donne, queste sembrano sottrarsi alla femminilità più tradizionale che la voleva passiva e sedentaria. La sviluppo dello sport femminile deve fare i conti con i diffusi atteggiamenti che considerano le attività fisico-psico sportive come essenzialmente e naturalmente dominio dei maschi. Esperite come un’idea ovvia e di senso comune, la nozione che esistano delle innate differenze biologiche e psicofisiche fra i sessi riunita allo stereotipo incorreggibile della professione medica della fragilità e delicatezza del femminile, si configura come una forma di sessismo che limita fortemente la partecipazione femminile alle attività sportive fisiche ricreative. Gli uomini cioè devono apparire muscolosi forti, privi di emozioni, freddi, competitivi, in modo rigido orientati alla vittoria, talvolta di contatto e di aggressività. Mentre le donne devono mostrarsi disinteressate, vestire abiti sgargianti, enfatizzando la propria femminilità, capelli lunghi, e lunghissime unghie finte. Per alcuni Maomettani religiosi si devono rispettare le regole ed i codici etici. Nella cultura islamica conservatrice ed integralista l’esibizione della donna in alcuni casi importanti i modelli sportivi sono sconsigliabili e malvisti, come ad esempio la mostra eccesiva del proprio corpo, il farsi riprendere dalla televisione e la pubblicità di fronte spettatore prettamente maschile. Fortunatamente sempre più si può salutare l’accesso a questo sport femminile. Uno sguardo comunque al progresso in questo ambito si impone per quanto concerne due nazioni a noi stanno viciniore: Svizzera-Italia. La stampa oggi si sbizzarrisce a descrivere la lunga marcia della nazionale elvetica per il pareggio internazionale che le ha permesso di qualificarsi al campionato europeo. Si è evoluta dal 1970 e il suo calcio è diventato più fisico, più tattico, più sofisticato: le pioniere del pallone fronteggiano e resistono istituzionalmente. All’inizio le atlete sono state accoppiate in maggior parte delle ragazze minorenni. Nel 1988 perdono contro la Germania per 10 a 0. Il motivo e che la AST non aveva investito per molto tempo nelle giovani svizzere Ma oggi è da tutti riconosciuto come la nazionale sia esportatrice di giovani talenti in tutta Europa. La prima partecipazione del 2015 è stata una pietra miliare del suo sviluppo. Con la qualificazione 2015 e con la quella del 2017 hanno potuto partecipato per la prima volta al torneo europeo. In questi mondiali la Svizzera ha affrontato le campioni del mondo in carica e vennero eliminate dalla Spagna per 5 a1. Ma negli ultimi anni si prevede un enorme sviluppo considerando le bambine che giocano con passione negli oratori e nelle feste popolari e nei tornei di paese. Gli articoli sui giornali riguardano con soddisfazione che lo sport oggi è donna. E qui saranno gli stereotipi meno lunghi a morire. Il progresso invece del calcio femminile italiano si è appoggiato su un motivo che muoversi non solo è utile per il proprio benessere del corpo ma anche per scacciare lo stress e la tensione. Le donne che in Italia praticano lo sport sono quasi 18 milioni ovvero il sessanta per cento il quarantotto per cento della nazione. Nel 2018 le donne tesserate al calcio sono state 240 mila, mentre vent’anni prima risultavano 80. Troppo deboli, troppo emotive, poco comprensive: queste le caratteristiche attribuite al gentil sesso. Ma i valori dello sport sono stati riconosciuti anche dalla nostra costituzione italiana la quale dice con la modifica del settembre 2023” la Repubblica Italiana riconosce il senso ed il valore educativo, Sociale e promozionale per il benessere psicofisico in tutte le sue forme”. Se per i ragazzi maschi lo sport costituisce ancora in rito di passaggio per le femmine esso può diventare non tanto una svirilizzazione del gentil sesso quanto una molteplice varietà dell’atletica nel mondo. Elenchiamo per completezza quali sono oggi gli sport già praticati o in via di sviluppo. Ginnastica ritmica, calcio, pallavolo, pallacanestro, pallamano, sci, tennis, nuoto, fitness ed altri minori. Indubbiamente si tratta di sviluppare strutture palestre e quant’altro secondo motto di Giavenale” mens sana in corpore sano” e viceversa.

Autore: Albino Michelin 10.09.2025
albin.michel@live.com

I VERSETTI PERICOLOSI DELLA BIBBIA

 Il termine versetti pericolosi del contesto del vangelo si riferisce a passaggi biblici che hanno un messaggio diverso o interpretazioni che possono essere considerate difficoltose o provocazioni difficili da comprendere ed accettare. Questi versetti spesso mettono in discussione le norme sociali, le tradizioni religiose o la stessa immagine Dio creando scandali e disagi a diverse persone. Versetti pericolosi sono talvolta provocazioni anche scandalose alla gerarchia ecclesiastica e dei valori non negoziabili della tolleranza zero. D’accordo che è una scienza giovane quella della traduzione di libri sacri de della bibbia è verso ribaltone. Che cosa ci vorrebbe a fare una traduzione corrispondente alla nostra mentalità. È quello che la chiesa non fa o con troppa lentezza. Tutto nasce da 1600 anni fa quando la chiesa è diventata con Costantino una chiesa di stato che da allora si è costretto la gente ad incollarsi discipline, atteggiamenti penitenziali, mortificazione con tremore e paura che nemmeno si comprendono. Per di più la bibbia è stata tradotta da Gerolamo (320-400 d Cr) con diversi errori che adesso si sono potuti appurare e che in pratica ogni traduzione se non si sta attenti diventa tradimento. Quindi ad un certo punto il Padre Maggi, direttore della scuola biblica di Montefano (Macerata) con un gruppo di biblisti ed una fra le tante cose si è preso l’incarico di un più adeguata traduzione della Bibbia e del vangelo di Luca, quello riconosciuto della misericordia di Dio. Vediamone alcuni brani principali.
Nascita di Gesù (Luca gloria a Dio nell’alto dei cieli 2 ,14)
I pastori sono sempre stati una figura simbolica nella capanna di Betlemme. I pastorelli che danzano gloria a Dio in carole nell’alto dei cieli. A dire il vero non immaginiamo quello che rappresentano i pastori. Gente abbruttita, che vivevano fuori nella campagna, nessun contatto sociale, nessun rapporto con gli uomini e molto con il bestiame, ritenuti impuri, che non beneficiavano della purezza legale nella sinagoga. Vivevano di espedienti ed omicidi. Ecco che dal paradiso arriva uno stuolo di angeli con a capo Michele, nessuna spada fiammeggiante, nessuno sfratto dal paradiso dai nostri progenitori. Niente di tutto questo, danzano nel cielo portando la nuova novella. Pace in terra agli uomini che Dio ama. La traduzione però risultava errata, la vecchia traduzione “pace in terra agli uomini di buona volontà”. Quindi Dio non amerebbe quelli di cattiva volontà. Ecco la muova traduzione. “Pace agli uomini che egli ama.” Il verbo sotto inteso è all’indicativo a significare che Dio ama tutti gli uomini. Siamo arrivati da 1600 anni con questa stortura che Dio avrebbe amato gli uomini secondo la sua volontà. La fede consiste da parte nostra nel lasciarci amare da Dio e corrispondere al suo amore. Eppure da 1600 anni abbiamo diviso gli uomini in buoni e cattivi.
Chiesa universale e non solo quella dei cattolici “Giovanni capo X versetto 16”
S. Girolamo (342-400) ha tradotto erroneamente un passo di Giovanni sopra citato. Il testo che recitava che Gesù bramava costruire un recinto sotto un solo pastore. Egli tradusse con Gesù che bramava costruire un solo ovile sotto un solo pastore. Ma con recinto si trattava di costudire le pecore dai lupi. E questa traduzione di Gesù per una svista venne erroneamente interpretata dal copista un “solo ovile con un solo pastore”. Dicono che “Verba volant et scripta manent” Le parole volano e gli scritti restano. Questo è vero da parte di S Gerolamo che incorre in una svista grossolana con una storica verità. Ma da 1600 anni la chiesa è fatta solo per i cattolici e di cattolici. Solo essi hanno il diritto ed il dovere di entrarci, e di farne parte. La chiesa composta solo di cattolici battaglieri e senza remissione a fare micidiali battaglie religiose, e più delle guerre civili. Una traduzione di questo risultato che divenne tradimento e con quali conseguenze. Rispettiamo che le diverse lingue come le diverse fede religiose facciano il loro corso. Poi quando sarà il tempo, con la collaborazione eventuale di tutte le religioni si avrà un solo ovile ed un solo Pastore.
Il merito. (Matteo 5,46) a chi va il merito.
Gesù cita “amerai il tuo prossimo ed odierai il tuo nemico” Gesù risponde “siate figli del Padre vostro che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti e fa spendere il suo sole sui reprobi e su buoni”. Chi pensava che come il popolo ebreo che Gesù facesse distinzione tra i buoni che saranno premiati ed i cattivi castigati verrà smentito. Dio è amore e richiamerà nell’ amore tutto gli uomini. Egli non fa distinzione nell’accettazione di persone.
Il buon samaritano (Luca 10, 25-37)
Un uomo incappò nei ladroni scendendo da Gerusalemme a Gerico fu vittima di ladron e fu lasciato mezzo morto sul ciglio della strada. Passò un sacerdote del tempio, un levita seminarista e tutti tirarono diritto. Ma un samaritano, uomo religioso nemico, si fermò e lo portò all’ albergo. Per Gesù non esistono stranieri, profughi, rifugiati, politici poiché tutti figli dello stesso Padre. Diverse lingue. Diverse lingue ma tutti figli di uno stesso genere umano.
La peccatrice in casa del fariseo Luca (7,36-50) la donna è il patriarcato.
Una donna peccatrice nella casa del fariseo Simone. Avvicinatosi a Gesù gli asciugo i capelli con olio di balsamo. E Gesù le disse “a lei sono stati perdonati molti peccati perché molto ha amato” L’uomo che la peccatrice aveva cercato finalmente l’aveva trovato. Qui l’amore di Dio si riversa su tutte le donne e abbatte ogni discriminazione, ogni ingiustizia sociale. E pensare che per diversi secoli questi 12 versetti sono stati censurati dalla chiesa cattolica e ne venne che la donna fu per secoli umiliata.
Zaccheo (Luca 19,1-10)
Gesù entrato in una città incontrò Zaccheo giovane, pubblicano, un impuro, un ricco. Tre affermativi indigesti per Gesù. E Zaccheo proruppe: oggi in questa casa è entrato il maestro ed io dò la metà dei miei beni ai poveri. E Gesù che aveva proclamato il giorno prima essere più facile che un ricco passi per la cruna di un ago anziché andare nel regno dei cieli lo elogiò e disse che oggi il regno di Dio è entrato in questa casa. Gesù vuole dire che c’è una differenza fra un ricco ed un signore. Il ricco è colui che si trattiene tutto per sé. Il signore è colui che condivide con gli altri. Gesù qui dà una lezione sulla fame del mondo. Egli che aveva moltiplicato i pani ed i pesci conosceva bene la miseria della sua gente.
Il fariseo ed il pubblicano (Luca 18,9-13)    
Il fariseo è colui che si sente separato in tutto tra gli altri. Il pubblicano è il peccatore seduto in fondo al tempio. Il fariseo si vanta di tutto e su tutto, impettito davanti all’altare. Gesù non invita ad essere santi perché la preghiera, l’osservanza delle regole, la precettistica religiosa, essere santi divide per apparire più degli altri. E Gesù dichiara appunto che il fariseo è uscito più peccatore di prima, mentre il pubblicano fu perdonato perché misericordioso.
La mortificazione (Colossesi 3.5-7)
La nostra religione è fatta per i penitenti. Pensiamo che la nostra vita sia una sofferenza sull’esempio di quanto leggiamo in certe vite dei santi che si infliggevano delle sofferenze perché quello era il modo migliore per amare Dio, espiare i propri peccati, salvare le anime de purgatorio, essere fedeli alle necessita professionali, evitare i vizi cui ciascuno è portato o per eliminare le bruttezze di questo mondo. Ma avremo tanti sacrifici da fare per essere fedeli alle nostre necessità al nostro lavoro, alle nostre situazioni impensate, alle circostanze della vita inaspettate, alla nostra quotidianità. Ci sono tanti sacrifici da fare perché innestati nella vita. Che non occorre andare a cercare quelle dei Santi padri. Un minimo di piacere non può essere bandito dalla nostra vita. In questo senso Gesù non vuole sacrifici ma misericordia.
 
Autore: Albino Michelin 19.08.2025
albin.michel@live.com

DIO ASSOLVE IL LITIGIOSO MA NON UN PARTNER INNAMMORATO?

 Su circa 8 miliardi e più di persone abitanti in questo mondo sarebbe opportuna fare un breve excursus sulla confessione per vedere la loro incidenza sul senso morale e religioso, Oppure se qualche volta nella stesura sui sacri testi sia apparsa qualche incertezza. Senza di alle modalità di espressione se si tratti di ministri del culto cattolico, se musulmano, iraniana, o stregoni africani. Si tratta di conversione, la capacita di riferirsi a Dio come astraendo se il Dio e dei cattolici, dei musulmani, degli iraniani ecc. E in un contesto intendiamo di conversione, più precisamente” come entrare in sé per uscire da sé” all’altro rapporto col creatore attraverso un esame dei propri errori, dei propri incubi, e delle proprie infedeltà secondo la morale vigente delle loro spiritualità. Ed ecco ora una breve approssimazione numerica. Cattolici (2 miliardi quattrocento milioni) Procedura della chiesa cattolica dopo il suo fondatore, Gesu ha delineato i sette sacramenti ma non la quantità, la qualità dei ministeri o per il culto. Ci si confessava una volta all’anno tenendo a mente che Gesu aveva concesso 5 possibilità di rimettere i peccati. Verso il VI secolo sono iniziate le confessioni auricolari per opera dei missionari irlandesi e verso l’VIII la confessione tariffaria (il feudale pagava il suo castaldo per la remissione dei peccati). Fino al 1415 e qui si passo con il Concilio Laterano IV dalla assoluzione dei peccati, che fino allora assolveva anche un laico, per passare al ministro del culto. Finalmente verso il 1650 con il concilio tridentino si si ebbe la configurazione. Preste consacrato, recitata di tutti i peccati per specie e quantità. Finché nel 1972 si passo a chiamarla sacramento della riconciliazione, ma oltre il nome non cambio più di tanto. Musulmani (1 miliardo 9oo milioni). Non hanno ministri del culto e nemmeno i sacramenti, saranno direttamente confessati da Dio, ma in caso eccezionale fanno penitenza di fronte ad una comunità di sacra giuria. Per loro vale il perdono, dove si prenda coscienza dei propri errori. Non è detto che il confessarsi a Dio direttamente sia un problema di comodo. Per loro Dio è più importante della volontà di un uomo. Buddismo (500-850 milioni) Non vi è tra i Buddisti la concezione di un Dio personale. Quindi non esistono fra loro sacramenti né ministri del culto. La loro confessione viene dichiara ad un monaco. Taoismo (200-900 milioni) Il numero dei correligionari varia tra gli adepti e gli influenzati. Si danno convegno in monastero alcuno volte in vita per lunghi momenti di riflessione. Ebrei (15 milioni) dieci giorno dopo il capo d’anno si celebra la festa principale: è il kippur con penitenza in cui gli ebrei offrono a Dio l’espiazione dei peccati con l’elemosina e chiedono perdono Confucianesimo (7 mila). Preghiera per la propria colpa. Africani (1,550 milioni). La spiritualità è molto più profonda da quella che si dice o si pensa, non ci si può fermare agli stregoni. Essa può riferirci ai un monde immateriale che va fino a scoprire le profondità del loro essere interiore. Sulla confessione nel mondo è importante fare a questo punto la connessione di Gesu che ammonisce “per chi non perdona non c’è perdono da parte di Gesu”. Specialmente nel Padre nostro e in altre parabole ricollega il perdono che riceviamo da Dio al perdono che noi concediamo agli altri. Questo non significa perdono a prestito, ma una condizione per vivere secondo la misericordia di Dio. Egli è geloso della sua umanità. Infatti con una espressione ad alto livello nel proclamare “quante volte tu Pietro deve perdonare, sette volte? No, ma settante volte sette” Ed ancora Gesu:” amate i vostri nemici che vi ingiuriano e chiedete perdono Se infatti amate quelli che vi amano, anche i pubblicani fanno questo. Siate perfetti che come è perfetto il padre vostro nei cieli”. Il perdono è la parte soggettiva di colui che chiede il per dono. Per-dono dell’uomo interiore che si riconcilia. Si dona due volte facendo violenza sul proprio sottile egoismo e perdonando e dimenticando. Ma l’apice della misericordia sta in quell’annuncio.” Se ti accorgi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta e vai a riconciliarti con tuo fratello”. E Gesu considera questa persona riconciliata, confessione senza ministro del culto. Si ricollega questo pronunciamento a tutt’uno con l’atro: come Gesu ha assolto il litigioso della parabola già citata, cosi Dio accoglie chi va alla comunione senza confessarsi. dal prete. Considerando che Gesu ritiene che la carne e debole anche se lo spirito è vigile. Quindi per lui è da considerare il peccato della carne di minor entità. Sul decalogo di Mosè che gli è stato ingiunto di compiere un atto selvaggio e di lasciare la compagna sulla strada per prepotenza del patriarcato maschilista. Anche in questo caso non sarebbe meno colpevole del violento della parabola anche se tradimento fra marito e moglie ci fu. Dopo tante riforme operate dalle chiesa cattolica per la riforma della confessione urge altra riforma senza girandoli, senza pleonasmi, senza capriole sul vero pensiero di Gesu circa la confessione.

Autore: Albino Michelin 04.08.202
albin.michel@live.com

DAL SENSO DI COLPA AL SENSO DI RESPONSABILITÀ

Quando una persona e interessata al senso di responsabilità e nel contempo al senso di colpa fare attenzione all’atteggiamento mentale e la disposizione d’animo. Una persona responsabile è affidabile, consapevole ed empatica. Queste qualità sono innate ma possono essere sviluppate attraverso l’esperienza e il senso di responsabilità è accettare le conseguenze delle proprie azioni siano esse positive o negative. E’ senso della responsabilità accettare le conseguenze delle proprie azioni ed agire in modo consapevole e coerente. Allo scopo di abbracciare non un settore particolare ma la vita nella sua interezza, essa include i seguenti aspetti o sfere che interagiscono la tipologia della responsabilità. Cioè che noi non siamo responsabili per noi stessi, ma per come influenziamo gli altri e nel modo attorno noi. Il termine deriva dal latino “responsabilis” che s significa capace di rispondere con parole, con le proprie scelte e le proprie relazioni. La differente tipologia della responsabilità potrebbe essere le seguenti. Responsabilità ambientale: si riferisce alla raccolta indifferenziata delle risorse e del risparmio energetico. Responsabilità civica: si riferisce alla vigilanza sul rispetto della viabilità del traffico. Responsabilità legale: rispetto dei diritti altrui conforme alle norme giuridiche. Responsabilità morale comportamento secondo i principi valori condivisi. Responsabilità professionale: assunzione dei propri doversi nell’esercizio di una professione. Responsabilità sociale: intervento sulle disuguaglianze amministrative. Per quanto riguarda il senso di colpa sociale: anche questa ha la sua importanza soprattutto per quanto riguarda la società civile. Senso di colpa e responsabilità sono due concetti distanti ma anche correlati. Il senso di colpa è una emozione negativa per quanto complessa. Aver compiuto un’azione sbagliata o dannosa di fronte alla propria responsabilità o entourage causa talvolta sintomo psicosomatici con relativi sentimenti di vergogna, di dolore, e quindi di pensieri di rimorso per al mal di testa o al mal di stomaco. Spesso si sente dire che nessuno oggi crede al sentimento di colpa. Tanto si può rubare una mela e si può ammazzare una persona. Tutto con la stessa lucidità è egal si dice. Tanto si può andare alla messa poi farsi bellamente atti sessuali: tutto è egal. Si può frodare oggi al fisco migliaia di euro e ci si considera innocenti: tutto è egal. Anche se non si può negare che pure la chiesa abbia eccessivamente abusato sul senso della colpa. Ma l’abuso non toglie l’uso. E qui c’à da fare un lavoro su sé stessi. Accettare che l’errore sia stato compiuto dal colpevole stesso, ammettere di avere sbagliato fino a tormentarsi e a ruminarsi dentro, sino a quando non ritiene che l’errare sia stato espiato. Altro rimedio, quello di elaborare sul senso di colpa prendendo sul serio le proprie emozioni. In particolare è necessario portare alla luce a livello conscio i meccanismi dell’insuccesso e riconoscerli. Alimentandoli, che vuol dire evidenziarli nel malessere esistenziale o inquietudine profonda. Quella che si muove in un modo indefinito profondo del mondo interiore. E assumersi dei sentimenti che vuol dire abitare fino in fondo se fosse stessi quando vi fosse un’offesa da riparare o aspettative da affrontare. Bisogna essere consapevoli che si può tornare. Ciò significa indietro e comportarsi diversamente. Continuare a rivangare il passato diventa fine a sé stesso. Bisogna imparare a ricostruire sé stessi senza censure alle proprie responsabilità. Non significa non riconoscere i propri errori ma farli propri ed imparare a perdonarsi, il che deriva dalla consapevolezza di essere fallibili. Imparando che significa ricostruire sé stessi senza censure alle proprie responsabilità-A margine esiste anche un senso di colpa e può diventare patologico a partire dai due anni quando il bambino costruitosi in primo senso di sé può pensare alla propria persona nel contesto sociale e avvertire su di sé il giudizio degli altri. Anche il senso di colpa è un’emozione universale che può diventare patologica quando assume i connotati di una emozione negativa costante sproporzionata rispetta ai gesti commessi od ommessi comprendenti la qualità della vita. Gli individui che sono assorbiti in maniera patologica da questa emozione finiscono per centralizzare la loro vita di essa. In definitiva avremo il senso di responsabilità che si accresce con il senso della colpa e quello della colpa che si accresce con il senso della responsabilità. Avremo probabilmente l’umo più sano, meno atono, meno insensibile con il quale proseguire sulla strada della civilizzazione.

Autore: Albino Michelin 25.07.2025
albin.michel@live.com

CREDI TU AL DESTINO?

 Veramente questo sarebbe un articolo dei due mondi. Si tratta cioè di valicare il mondo dalla parte opposta. Questa ti attende che la vita biologica sia il termine e quella che inizia la vita spirituale. Quella che accede al regno di Dio e quella che ancora termina di consumarsi. Quella della vita effimera e questa della vita immortale. Quella della predestinazione e questa della vita soprannaturale. Secondo il poeta 1817 -1834 che dice all’ombra dei cipressi e dentro l’urna compianta e forse il suono della morte e meno doloroso e qui si fa riferimento assoluto che il destino appartiene a questo mondo il fondamentalismo è una concezione teologica che rimane sotto il significato della vita. Accettare passivamente i corsi della storia vuol dire modificare lo status quo. La cultura antica specie la tragedia greca sostiene che Ananche il dio del destino è la divinità che personifica il fato e non può sfuggire a nessuno la necessità del destino che è identico per tutti. Non vale quanto egli dice a ragione che la preghiera non può cambiare il corso della vita neppure Dio anche Ananche ha il dovere di sottomettersi a tutto. L’uomo è un essere fisico legato alla natura universale sottomessa alle leggi di tutti gli esseri umani. La nostra vita è una linea retta che la natura conduce e traccia sulla terra le vere necessità. Nessuno sente il bisogno di uscire dalla teoria del destino e quelli che lo fanno si mettono contro alla modificazione delle cause che regola la vita nascosta degli esseri umani e qui non si tratta tanto della volontà di uscirne. Ed è stata questa la volontà del fatalismo. Credi tu al destino? Quando si parla a destra ed a sinistra è pericoloso fare due aspetti che sarebbero essenziali. Il primo avviene con l’accrescere dell’incerto e quella le domandò se era a conoscenza della fine del mondo. Fino dopo che il destino si tacque. Ed è una figura che sottostà all’impegno del sacro e per questo il disorientamento è all’ordine del giorno. Avevamo la teoria del destino che non viene a addomesticare le attività della persona o si richiamano in tal senso le tre posizioni ufficiali: primo il fondamento del controllo si crea un legame della realtà con il fattore inconscio, secondo da parte della trascendenza è un fatto di normale importanza se non si arrischia in profondità. Ed è tipico sapere che il destino non può essere di approvazione a parte di tutti. Ed è nel caso una preghiera che è la sana da parte di tutti. Affrontare e comprendere che la vita di ogni giorno è suscettibile di miglioramento ma non è certo perché il destino ti sfugge di mano. Come è allora la possibilità del destino? È una realtà invincibile a tutte le persone. Purtroppo bisogna rassegnarsi e trovare dalla forza vitale la soluzione dei propri problemi. Credere che nella proposta sia tutto certo è andare incontro a delle delusioni formidabili e si trova il senso equivoco della delusione in parecchie difficoltà della vita. In questo senso si può dire che il senso del destino rimane nelle mani Dio e si può supporre come dice Alessandro Manzoni che ogni sofferenza della vita avrà un premio maggiore nell’aldilà però in tutta la nostra esistenza non vale la pena di mettersi al sicuro quasi che noi avessimo la certezza di avere Dio in nostro possesso.

Autore: Albino Michelin 12.07.2025
albin.michel@live.com

lunedì 28 luglio 2025

SPORT E FEDE

Il giorno 6 aprile ogni anno si celebra la giornata dello sport internazionale e questa volta il 15 giugno si abbino l’evento organizzando in piazza S. Pietro l’anno giubilare. Il giorno precedente si era anche costruito il villaggio dello sport nella Piazza del Popolo per varie manifestazioni pubblicitarie onde sensibilizzare l’opinione pubblica. E venne celebrata-in quella domenica dal Papa una messa per gli sportivi dal punto di vista evangelico, culturale, sociale dedicato anche alla pace del mondo. In modo particolare si è inserita in questa manifestazione delle attualità religiose come la parità di genere, l’integrazione sociale. Ovviamente il sacro rito è stato seguito con la massima attenzione da sportivi e Federazioni di tutto il mondo. L’evento era collegato alla memoria delle olimpiadi iniziate nel 1896, in effetti proveniva molto da lontano. Da quando nella sua decima satira Giovenale (poeta romano 60-127 d.C.) aveva tentato di dimostrare la vanità dei valori e dei beni (vedi: come ricchezza, fama, onori) che gli uomini cercano con ogni mezzo di ottenere. Solo il sapiente si rende conto che tutto ciò è effimero e talvolta anche dannoso. Soltanto, secondo lui, la sanità dell’anima e la salute del corpo vanno prima di tutto ricercate. “Mens sana in corpore sano”. Essa dovrebbe essere la ricchezza per pregare la divinità che, sottolinea il poeta, sa di che cosa ha bisogno l’uomo. Nell’uso moderno si attribuisce la frase nel senso che per avere sana la mente bisogna anche trovare il corpo nell’unione psicofisica. Tale locazione è divenuta molto nota nelle diverse polisportive “Mens sana in corpore sano” di Siena, altre in Europa ed all’estero. E vi è una varietà scientifica di studi che avvalorano su ciò. Oggigiorno sono sorte diverse discipline che spiegano il perché dello sport, e perché esiste lo sport e la neuroscienza. Le quali tutte sostengono l’importanza del pensiero di Giovenale, dell’equilibrio fra il benessere fisico e mentale per raggiungere il proprio benessere generale. Per avere una buona mente è necessario spendersi anche per il proprio corpo e viceversa. Vale la pena preoccuparsi di migliorare le proprie prestazioni per raggiungere il proprio potenziale sia a livello agonistico che amatoriale. Si possono analizzare i valori dello sport che sono positivi in quanto qualità e specie: dall’altruismo alla prudenza, alla saggezza, alla speranza. E c è anche lo sport più esigente, tipo maratone presenti in vari paesi. Che sono potenti fattori di socialità promozionale attraverso lo sviluppo della personalità, l’altruismo e la consapevolezza, la tolleranza contro ogni deviazione. Basti pensare a quanti gesti di cameratismo avvengono quando qualcuno accelera il passo o si attarda per la stanchezza. E si arriva ad un altro sport in maggioranza fatto dalle federazioni calcistiche, di ciclismo, di rugby, di pallacanestro di altri ancora. A questo riguardo ci è una statistica dell’anno 2023 -2024. I giocatori stranieri della serie A italiana erano il 65%, mentre i giocatori italiani raggiungevano solo il 35 %. Ed identico era pressappoco anche la partecipazione degli altri stranieri nelle altre discipline. È la prima breccia che si apre per l’internazionalizzazione dello Sport. Lo sport è il primo anche se debole ingresso nel mondo di uguali. E’ una speranza di pace, dalla guerra alla competizione di valori. Certo qui vi è un lungo cammino da fare. Perché ad esempio non vi sono parità fra sesso maschile e femminile per quanto riguarda gli stipendi. Il patriarcato è duro a morire. Il problema più grave nasce quando si parla di stipendio degli star dell’atletismo. Sempre statistiche alla mano al vertice abbiamo con Ronaldo, calcio (275 milioni). Pugilato con 146 milioni (Fury,). Basket 136 milioni (Pesot), Golf 100 milioni (Rohn) Hamilton (automobilismo) 80 milioni ed altri milionari. Costoro possono a Dio piacendo finanziarsi multinazionali a beneficio dei poveri del mondo. Sta di fatto però che lo sport privato, o amatoriale, o ufficiale può essere uno stimolo a che la gente si affratelli sempre di più, ma un’occasione anche per uomini di ogni colore a sentire il Signore nella diversità dei popol e delle nazioni. E questo è anche un contributo per la pace.
 

Autore: Albino Michelin 01.07.2025
albin.michel@live.com

PER 75 ANNI DA ZURIGO ALLO STADIO MENTI

Forse questa potrebbe essere una delusione per l’imperdonabile promozione dalla serie B. Questa potrebbe essere la sottovalutazione di società nei confronti di oltre diecimila spettatori Questa potrebbe essere l’osservazione ad una citta che non riesce ad incanalare un po’ di aggregazione giovanile versa più spirabili auree. Niente di tutto questo, forse un po' di tutto questo. il sottoscritto Albino Michelin di professione missionario per gli italiani all’estero in Svizzera, classe 1932, sempre amante dei dieci chilometri al giorno, con tempo ventoso o piovoso, memore dell’antico adagio “mens sana in corpore sano” si permette di dire la sua esperienza. In principio vale a dire a 18 anni mi sono appassionato al calcio Vicenza, è nel giugno 1948 ho saltato il muro di cinta dello stadio per assistere al campionato di Vicenza-Livorno, vinto quattro a uno con una tripletta di Alfonso Santagiugliana. Ebbi da allora a conoscere stimati presidenti: il S Griggio, P Maltauro, D Giacometti, G. Farina, fino a PA Dalle Carbonare ed oltre. Ebbi la fortuna di conoscere altrettanti allenatori come A. Vicini, M, Campatelli, G.B Fabbri, R Ulivieri, F Guidolin. Ebbi la fortuna di apprezzare giocatori come quelli del museo storico: A Santagiugliana, S. Campana, L Vinicio, L Menti, GC. Salvi, P. Rossi, R, Baggio, M. Di Carlo e S. Schochw. Assistei a due grossi eventi: la seconda classificata LR dietro la Juve nel 1978. La vittoria della coppa Italia del 1987.contro il Napoli. La mia professione non è stata intaccata dalla mia passione. Partivo alla domenica dopo la messa delle ore 11.15 e coprivo 450 Vicenza km. Menti, talvolta con ritardo. Arrivavo a domicilio con 900 km nello stesso giorno. Circa 15 discese ogni annata. Il mio tempo libero non ne ha sofferto se è vero che ho potuto pubblicare nel tempo alcuni libri, duemila pagine in 20 fascicoli “Conoscere Sovizzo” ed un libro di teologia dal titolo “Interrogativi dell’esistenza umana”. Però il sano appetito viene mangiando. Trovai con il tempo che questo viaggio era troppo egocentrica e personalistica e non fosse totalmente a vantaggio sociale. Mi chiedevo come rendere possibile anche il fenomeno calcio attraverso altre attività periferiche socialmente utili. Così nel 1996 organizzai la prima marcia propiziatrice in favore della salute degli atleti. Mio aiutante era dal signor Torresan di Aargau, organizzatore degli stendardi. All’inizio del campionato si faceva una sfilata in campo, con circa una trentina di tifosi. Si trattava di una marcia l’incirca di trenta km-da S. Antonio di Padova, da Poleo, dalla Madonnetta di Lonigo sino a Monte Berico. Dal che momento che “motus in finem velocior” arrivava anche un’altra iniziata pure nel natale1996, chiamata appunto Natale biancorosso. L’organizzazione prevedeva un concerto natalizio, uno sport a misura d’uomo, con messa, alla fine cioccolata calda per tutti. E qui sarebbe da ricordare Roberto Fioretto direttore del coro ed alcuni collaboratori come: Marisa Terzo, Luigi ed Emmanuele Arena, M. Salamoni, Bruno Mietto, alcuni nel tempo defunti. Marce ed attività del buon Natale seguirono fino al 2020 causa il Covid, per ben 24 anni. Ma in futuro queste manifestazioni possono continuare. Questo articolo è stato scritto per l’ultima delusione endemica, l’ennesima mancata promozione. È vero che gli approcci decisivi sono stati sempre falliti. Anche per l’ambiente vicentino che sopravaluta questa squadra più del necessario. Sempre gasata e sempre un flop. O anche perché la società cosi è contenta di possedere una sua squadra Cenerentola in serie C.
 

Autore: Albino Michelin 23.06.2025
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NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE

È questa un’espressione tolta dalla bibbia (Ecclesiastico 1.10) L’autore del IV secolo a. A.C lamenta della monotonia del tempo e che nulla cambia o potrà mai cambiare. È il periodo del tempo che si pensava ciclico ripetitivo mentre noi oggi si ha il tempo che “viene”. Comunque il tempo attuale, senza abusare di pessimismo, annovera una grande massa insoddisfatti, di depressi, di abusati sessuali che la società futura dovrà farsene carico. Facendo un discorso di anticipo, potrà un domani la nostra società-prevenire gli eventuali problemi che porteranno con sé l’Intelligenza artificiale. (IA)? A parte i vantaggi ecco quali potrebbero essere tali inconvenienti. Riduzione della domanda di lavoro. Il traporto, la costruzione, il commercio e l’attività alberghiera basata su compiti manuali e amministrativi figurano i più vulnerabili. I lavoratori saranno invitati ad adottare quelle iniziative per sviluppare mutazioni tecnologiche, per nuove conquiste e per la formazione continuata. Questo fenomeno rappresenta una sfida maggiore per il suo sistema evolutivo e i centri di formazione. Disuguaglianza e divisione del mercato di lavoro creando una società di lavoratori liberi e no. L ’utilizzo di questa intelligenza per sorvegliare le intenzioni criminali, terroriste che hanno origine nella prossimità dei servizi e possono lanciare cyberattacchi per contrastare atti di guerra. L’AI può essere interiorizzata per creare agenti virtuali per simulare e rimpiazzare le azioni umane. Essa potrebbe diventare incontrollabile, imprevedibile, ostile ponendo così una minaccia esistenziale per la specie. Passiamo alla gente eternamente infelice e complessata perché mai soddisfatta. L’insoddisfazione cronica è uno stato di malessere persistente e profondo che impedisce di godere appieno della vita. Chi ne soffre esperimenta una costante mancanza di soddisfazione sia personale che relativa al mondo esterno, spesso senza riuscire ad identificare le cause esatte. Questo stato può manifestarsi con demotivazione, noia, umore instabile e in casi più gravi può portare a conseguenze negative sulla salute mentale e fisica. Ci si riferisce a quelli che non sono mai contenti del proprio corpo e passano alla chirurgia estetica. Dei seni, delle labbra, del naso, del lato B, del massillaggio e non fanno altro che arrivare all’irrequietezza della vita. E qui non è il caso di riferirci ad una società di insoddisfatti cronici, al solito tipo di educazione permissiva. Come se non vi esistesse anche una logica dell’agire contro se stessi. Ci si sente sempre frustrati. Ma questa esperienza avviene dopo che si è rinnegato quel messaggio: che la persona non è nemmeno in grado di vedere chi la circonda e che cosa di positivo esiste nel suo percorso. Spesso l’insoddisfazione cronica tende ad entrare nella di vita e proprio per questo motivo non lascia spazio a nessun altro. I pensieri si focalizzano solo su questo problema e non se ne esce più. In parte la società odierna non contribuisce più se non alla insoddisfazione perché tende sempre a rimandare la persona al domani. Il fallimento dovrebbe lasciare il posto alla educazione interiore. Ma ci manca anche l’aspetto religioso, quello che a suo tempo era un fattore di stimolo per superare ogni esperienza balorda di vita. Per cui si sentono un po’ soli. L’ultimo aspetto è la violenza sessuale, un crimine che lascia il segno per tutta la vita, anche se l’abusatore è severamente punito dalla legge. Questo lascia nell’anima del paziente o della paziente una profonda ferita, e di notte provano infiniti incubi. Per completezza diciamo che esiste anche il complesso di Edipo un mito greco che si chiama attrazione morbosa del padre verso la minorenne o della madre verso il minorenne di sesso opposto. Qualche morboso rapporto oggi viene compiuto anche dagli ecclesiastici per i quali la legge è diventata sempre più intransigente. Pero è statisticamente dimostrato che tale crimine avviene soprattutto fra uomini e donne regolarmente sposati o celibi. Il minore, anzitutto per la sua età, rimane vittima per pudore o per vergogna, non parla, delle volte si chiude su se stesso, si vergogna perfino di portare alla memoria tale dramma, è incapace di soluzioni adeguate, di trovarsi un lavoro. Tipico depresso e traumatizzato. Qualche paziente viene sottoposto ad esorcismo, ma soprattutto se è donna lascia il posto oltre che alla vergogna anche all’offesa. Perché si dimostra che la colpa sarebbe sempre delle donne, in quanto sesso debole. Una cura si potrebbe incominciare con un famigliare di fiducia, attraverso le forze dell’ordine, e quindi verso la tutela di un consultorio famigliare. Una cura psicologica, e la psicologia ha un rapporto immediato con la religione, potrà riceverne diversi benefici. In definitiva è una società che dovrà fare i conti con gli insoddisfatti, con i complessati, con gli abusati e avrà sempre bisogno di terapie necessarie al suo benessere sociale.

Autore: Albino Michelin 16.06.2025
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CIELI E TERRA TUTTA LODATE IL SIGNORE

La preghiera di un salmo: oggi abbiamo poco tempo per la solidarietà, per la gratitudine, la bellezza e tutto quello che ci sta attorno. Se ci fa il bel tempo, oppure se invece nevica o fa il temporale non cambia il mondo. Pochi ad esempio pensano alle sette meraviglie della nostra natura, alle meraviglie del nostro corpo, al movimento dei pianeti attorno al sole. Tre realità sulle quali varrebbe la pena soffermarsi fra le tante immense glorie che narrano magnificenza del Signore. Ma questo discorso noi facciamo con poca o nulla importanza. Diciamo subito che per sé non ha molta rilevanza credere in un Dio legislatore, quando tutto ne parla attraverso la sua creazione. Per esempio facciamo attenzione al cervello. Esso ha ottantasei milioni di neuri complessi programmati che mediante centomila trilioni di sinapsi avverte, difende e protegge il nostro essere qui attraverso l’informazione e l’emozione. Eppure questo cervello ha costruito le meraviglie del mondo antico che sono fra l’altro la piramide di Cheope fino al colosso di Rodi. Innumerevoli opere d’arte fino anche al tempo moderno. Novità che a noi sfuggono. Come ad esempio il nostro tallone d’Achille che può sopportare il peso di 150 kg. Come il cervello maschile più grande di circa 10 cm di quello femminile, ma quest’ultimo funziona meglio. Come Il nostro naso può riconoscere fino a mille miliardi di odori diversi. Come Il nostro corpo che ha da solo 100 mila di capillari sanguigni abbastanza per circumnavigare la terra due colte e mezzo. Tutte manifestazioni con cui Dio avrebbe dato l’intelligenza perché la si sfrutti per il bene dell’umanità. Una seconda esperienza è allorché noi ci si trova di fronte ad un corpo malato: tutto il corpo è mobilitato per la salute da difendere. In parole semplici, quando il corpo è malato tutto si mette a disposizione per riparare le perdite ed il danno subito. Tutto si convoglia là dove il corpo ha bisogno di salvezza. Cavalieri, guerrieri, fanteria anticorpi, tutti accorrono là dove il fisico viene minacciato. Anche se si tratti di una puntatura insignificante. Un vero esercito di difesa: tutto è collaborazione. Entriamo nel discorso dei pianeti: la collaborazione fra i pianeti ed il sistema solare. Non è una collaborazione umana, ma dinamica e interdipendente basata su forze naturali e meccaniche come la gravità. Nel 1801 si è progressivamente scoperto un migliaio di corpi di dimensione sub planetarie, orbitanti attorno al sole. Pianeti che fanno un grande ballo cosmico e danzano attorno al sole e per milioni di anni non uscirono dalla loro orbita. Una riflessione che forse non ci disturba: oggi possiamo trovarci di fronte ad un libero pensatore il quale non crede ad un Dio legislatore assoluto come nel caso della Bibbia dei cristiani, non crede al Dio pantocrate, giudice e meticoloso, pignolo e tanto meno al suo inferno. A costui non potremmo obbiettare “non è folle pensare che non esiste il nulla assoluto piuttosto che qualche cosa”, che vi sia qualcheduno che dirige, conservi, mantenga tutto questo universo? Questo mondo è frutto di collaborazione, tutto un legame che unisce i vari pezzi, vedi il cervello umano, vedi le meraviglie del creato, vedi l’organizzazione planetaria e solare? Che non si sia qualche cosa o qualcheduno che lo porti a destinazione? Il mondo non è caos, ma tutto è regolato come un orologiaio che pensa a tutti i dettagli e nessuno gli sfugge. Possibile che non ci sia nessuno o quel qualchecosa che regge tutto l’universo? È probabile che un essere superiore sia così perfetto da lasciare a noi l’incombenza di portare avanti quella parte di mondo che è in nostro potere è ma che abbiamo difficoltà a gestirlo? Non è necessario far capitolare nessuno. Il dubbio comunque è onesto e ci rimane.
 

Autore: Albino Michelin 10.06.2025
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DALLO SCHIAFFO A GESÙ UNA PROPEDEUTICA AL PERDONO

 Gesù amava molto la natura. Si può dire che i messaggi più belli egli gli abbia comunicato all’aperto poiché era noto che parlava non tanto ai singoli, ma in un ambiente della comunità di quel tempo. Che predicava la dottrina senza particolari strutture o sinagoghe poiché era suo impegno spargere in un ambiente bucolico ed arcadico: ecco il discorso sulla montagna. Forse non era precisamente un luogo collinare ma piuttosto un luogo teologico, a significare che il suo discorso era molto elevato, apparteneva ai primi abc del suo messaggio. Si trattava del perdono che si dovrebbe avere con i nemici. Ora ecco il suo preciso discorso: “voi avete sentito dire occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico non contrastare il maligno. Ma se vi percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra” (Matteo 5,38-39). Ora si è Gesù trovato tre anni dopo al processo di Pilato, e ivi sorse un parapiglia fra le guardie del procuratore e uno gli diede uno scapaccione in faccia. Al che Gesù gli rispose con compostezza chiedendole una ragione alla guardia: “se ho parlato male dimostramelo, ma se ho parlato bene perché mi percuoti?”. Sta di fatto che Gesù non gli ha risposto porgendoli l’altra guancia. Qui è il principio di un litigio, di una scaramuccia che se può lo diventa una grande guerra, un grave offesa. Questo atteggiamento di Gesù è una battaglia di tutti i pacifisti e lo sapeva anche Tertulliano che sosteneva non essere lecito a cristiani fare il servizio militare perché avrebbero dovuto impugnare le armi. Dobbiamo ammettere che il proprio modo di porgere l’altra guancia ha fatto sorgere una serie di luoghi comuni sino al punto che il pregiudizio sullo stesso cristianesimo può essere accusato di religione dei deboli, dei perdenti, della passività, della rassegnazione e della sopportazione. Gesù non si scusò per avere detto la verità, ne accusò direttamente che era il colpevole. Ma egli chiede conto delle parole e delle azioni che gli fanno torto. È un appello alla responsabilità. Gesù tiene conto delle parole e delle azioni. Taglienti nei confronti del peccato ma senza ostilità nei confronti delle persone. È la forza della non violenza, della disarmante forza e lucidità de pensiero. Gesù non chiede a nessuno di essere lo zerbino della storia, ma di inventarsi qualche cosa, un gesto una parola, che possa disarmare e disarmarsi. Porgi vuol dire fai tu il primo passo. Si tratta di scegliere liberamente di non fare proliferare male attraverso il perdono che strappa dai circoli viziosi, strappa la catena della colpa e della vendetta, di risentimento e dell’odio. La sofferenza dello schiaffo non è la sofferenza esterna ma interna. Ma è quella interna che ti fa subire una squalifica ed un’umiliazione. Ora sarebbe il caso di fare collegamento con i nostri battibecchi, sino ai nostri risentimenti, sino alle nostre violenze, sino alle nostre guerre. Chi della guerra dice che un argomento troppo complesso e oggetto di dibattiti. Altri argomentano che la guerra è in un certo modo necessaria a ridefinire i confini, per proteggere gli interessi nazionali, per difendere i diritti umani. Altri l‘abborriscono del tutto, perché è sempre una sconfitta: che la pace è l’obbiettivo più importante. E che a questo scopo la diplomazia sarebbe di estrema importanza per risolvere una belligeranza, come d’altronde aveva fatto Gesù al processo di Pilato. Le maniere in cui si esprime le varie forme di aggressività sono molteplici in quanto si identificano con in vari momenti della vita umana, nella scuola, nelle polemiche che vedono schierati in campo avverso i partiti polititi. Forme di aggressività sono presenti nelle leggende e nelle favole dei bambini sin dalla primissima infanzia. Tensioni si possono trovare nel nostro rancore, nel più profondo del cuore, col il desiderio di distruttività o di fuga dal prossimo. In questo caso per noi la pace sarebbe molto lontana, quasi un’utopia.
 

Autore: Albino Michelin 01.06.2025
albin.michel@live.com

lunedì 2 giugno 2025

LA PAURA DELLO STRANIERO

Si dice che già nel bambino il più profondo sentimento sia quello dell’offesa, altri quello dell’attacco. Forse sono complementari. Ma certamente tanto ancestrali è l’affermare essere “la persona dello straniero” fondamentale nell’intimo dell‘essere umano. ll va e vieni dei barconi in avaria si allineano a quelli degli emigranti carichi di sdegno. Con programmi di tolleranza nazionale in televisione votati all’ostracismo. Sarebbe interessante conoscere i pregiudizi che ci stanno alla base. L’unico rimedio alla paura dello straniero è la cultura. La paura non è una scelta personale ma una risposta poco governabile e naturale. In genere i psicologi che se ne intendono la collocano tra le cinque primarie emozioni universali che fanno seguito alla felicità, la tristezza, l’ira e la repulsione. La si definisce come stato psicologico, fisiologico, e componente indotto negli animali e negli esseri umani da una minaccia che rende attuale e potenziale al proprio benessere ed alla propria sopravvivenza. Alla paura dinanzi al diverso l’animale risponde con una certa strategia variabile. La strategia passiva che arriva soltanto quando alla minaccia non si si può sottrarre. La scelta tra l’una e l’altra dipende dalla valutazione del momento. La paura degli umani non sembra molto dissimile. Verso i sei mesi il bambino comincia a distinguere le persone famigliari dagli estranei e reagisce in modo differenziato. Ai primi con simpatia agli altri con un certo esitazione. Un fatto a dimostrazione di ciò, già il bambino prova in istinto di difesa per il modo di inserimento tra fratelli nei confronti dei genitori. Se questi preferiscono l’uno dei fratelli nei confronti dell’altro creano delle ostilità. Una considerazione che proviene da Freud è che se la madre ha avuto problemi nella vita intrauterina può darsi che essa ne risenta o i genitori nel prosieguo nella adolescenza o nella vita matura. Si parla dell’influsso che la mente può avere nel fisico e quindi la paura che può causare nel cervello la paura dello straniero. Quanto potrebbe essere di vero in queste affermazioni? Si sa che alcuni mettono a repentaglio proprio vita, altri il battito cardiaco, altri la pressione, altri la sudorazione, altri la dilatazione delle pupille, altri l’affaticamento della regione del cervello agmidaIe. In verità questi non vengono considerati degli attacchi di terrore, perché ci riferiamo a fenomeni più benigni, ma più continui. Nelle società democratiche stanno scivolando lungo questa china diversa negli anni. E le immagini degli emigrati incatenati, recentemente dalle autorità americane, avallano questo salto di livello. Parole come deportazione, remigazione, pulizia etnica. D’onde nasce questo odio? La ricerca neuroscientifica dimostra che il cervello umano registra una alterazione fisiologica di fronte a volti percepiti come estraneo al proprio gruppo. Alle volte c’è dunque uno stimolo ancestrale che distingue il simile dal dissimile. Il problema è l’elaborazione culturale di questo stimolo che va sempre di più nella direzione del razzismo e della xenofobia. Esiste anche una mentalità chiamata xenofilia la quale consiste nell’amore e nella passione per i viaggi. Per esempio della seta fra veneziani e cinesi. L’ interesse per le culture diverse, il desiderio di esplorare nuovi orizzonti. Nella storia gli scambi commerciali rappresentano un esempio di integrazione fra culture diverse basate su reciproco scambio di bene e di conoscenze. Scambi commerciali in cui si intrecciavano le varie do ut de. Quindi l’assetto d’occupazione delle terre avevano tutt’altri scopi politici ed altre motivazioni. Pensiamo a quello tra Paride. Elia, Menelao, fatti per costruire le discendenze storiche. Questa la potremo chiamare xenofilia. Oggi si oltrepassano le frontiere e le si invadono per altro scopo: la fame, la guerra. Viene in mente qui l’abate Franzoni “la Terra è Dio” pubblicato il 19.6.73 un Dio parlava del giubileo. Nella intenzione di Dio era palese parlare attraverso il profeta Osea 770 anni prima di Cristo che proclamava avere la terra diritto al riposo per un anno allo scopo di restate incontaminata nella prossima stagione. Per questo dovevano essere lasciati liberi gli schiavi e ci sarebbe stato il paradiso per tutti. Ma oggi purtroppo si sono occupati agli stranieri, agli emigrati, ai rifugiati politici le terre del petrolio e dei giacimenti di materia prime, delle loro fabbisogno vitale. E la logica, il diritto è del più forte, Lampedusa e Messico possono attendere. Ci si appella al “Gott mit uns”, o la Patria della libera America, o Paese del progresso, o Dio Patria e famiglia. Per coerenza si lasci il nome di Dio, diversamente cadiamo nel Dio violente del Vecchio Testamento. Ognuno ha il diritto della propria incolumità ma salari da capolarato è uno sfruttamento per chiunque esso sia. Temiamo per la xenofobia perché essa una affermazione esagerata della propria superiorità culturale, una denuncia della propria, una fragilità piuttosto che una forza. Potremmo illuderci ma gli stranieri, gli emigrati, i rifugiati politici saranno sempre più un fatto consistente. Quindi la xenofobia non potrà che accrescere di dimensioni. Una questione senza tempi quella dell’immigrazione. Da sempre l’uomo si è spostato alla ricerca di una vita migliore. Una vita sicura da ribattezzare la sua “casa”. Lo straniero fa parte della comunista dei Noi. La pena rimetterci al passo o continueremo sempre ad aver paura dello straniero.

 
Autore: Albino Michelin 23.05.2025
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PIETAS UMANA SULLA MORTE DI PAPA BERGOGLIO PAPARAZZI E COMPLOTTI

 Scherzi con i fanti e lascia stare i santi, cui aggiungiamo noi le salme sono le virtù dei trapassati. Deludente e quasi scandalistica è stata l’iniziativa di Fabrizio Corona ex paparazzo, esperto nelle cose di gossip, (da non con confondere la giornalista Berlinguer) destinato ai social ed all’opinione pubblica sulla morte e sepoltura di Papa Bergoglio. “Il Vaticano c’è l’ha tenuta nascosta.” Qui si tratta di una faccenda seria, seppure sbandierata ai quattro venti, sulla fine e l’occultamento di un sommo pontefice, ed è deviante. In questo caso c’è la carenza anche per quel senso di rispetto che a tutti conviene e che nessuno vuole che dopo la sua morte venga profanato. Diciamo che i complotti e le confabulerie si sono sempre state. E sempre per l’informazione agli accesi dibattiti fra i cardinali e gli addetti ai lavori di ipotizzare un papa secondo le loro aspirazioni. Basti pensare alla congiura dei Pazzi “1450 circa” quando venne ucciso un Medici e si optò per una persona di Girolamo Riario. O quando un secolo dopo venne preferito un Benedetto Accoldi, figlio illegittimo omonimo cardinale. E per venire verso di noi quando le bufere ed i conflitti vaticani venivano arrestati e sospesi per qualche tempo in vista dalle elezioni. Ma qui si trattava di una mancanza di pietas nei confronti di un Papa ammalato ma non da morir, si trattava di far morire una persona anzitempo. E nemmeno ci interessa qui il giudizio che si fanno sui diversi papi. Che per un cristiano i papi siano un Dio in terra, che per un laico si chieda quante divisione ha il Papa o che per un non credente il Papa sia un idolo cui vengano legati le mani affinché la gente gli baci i piedi. Che nel caso va fatto un discorso sulla storia dei papi. Il Papa che attualmente ha 87 anni, all’età di 21 anni è stato operato in un lobo polmonare ed è per quello che può essere soggetto a diverse crisi di bronchiti. Di fatto il Papa è stato ricoverato il 14 marzo all’ospedale Gemelli di Roma e si fece vedere in piazza S. Pietro per celebrare una messa a S. Marta il 6 di aprile. In fondo è la fede che il Papa vive ed è vivo. Si perché nelle ore del costante dubbio è la resa del complotto. Si passa più ore nel dibattito che nel dubbio. Si pretende che la morte di papa Francesco ci fa ripiombare a cinque anni fa, quando i negazionisti del covid sostenevano con convinzione che la pandemia fosse una strategia delle super potenze mondiali per controllare le masse, o peggio ancora un’invenzione per favorire gli affari milionari delle case farmaceutiche. L’abitudine di istillare il dubbio, a ritenere tutto o quasi, ad alimentare il sospetto per il puro gusto di sedersi dalla parte controversa della storia è la figlia dei media che sono totalmente in crisi soppiantati dall’anticonformismo più spinto e pericoloso. Non si crede più a niente e si finisce il credere a tutto. Il paradosso dei tempi moderni, per cui il Papa è morto ai Gemelli, e Moana Pozzi è ancora viva e si nasconde in qualche parte del mondo. Sacro e profano l’importante è dubitare. Dubitare sempre. Ed ecco qui la d’escalation a cui si abbandona Fabrizio Corona quasi a raccontare un suo mantra. Qualche giorno dopo che il Papa è stato ricoverato ecco il primo mantra “il Papa è morto ma il Vaticano lo vuole nascondere”. O dicono la verità o io mi dimetto. Dopo d’avere rilanciato il secondo mantra:” il Papa è vivo?” perché non parla? Il fatto è che il Papa si è riprodotto con l’intelligenza artificiale. Quindi è un sosia, un virtuale, un avatar. Quando il Vaticano avrà sistemato tutto comunicherà la morte. Lo ha detto il cinquantunenne amico del complotto. Il penultimo delirio è stato quando il Papa è comparso in piazza S. Pietro. Allora il terzo mantra. Se il Papa fra due mesi non dice la verità della sua figura papale io fra altrettanti mesi mi dimetterò. E qui per un po' di tempo si tacque il paparazzo. Una riflessione sulla pietà dei morti. Nella tradizione romana la pietas era la colonna portante del rapporto fra l’uomo ed i suoi simili e la dimensione divina. L’obbedienza che l’uomo dava al destino (che allora si chiamava il fato) riconoscendole come elemento più grande di lui erano le leggi che sfuggono per la loro intrinseca natura alla comprensione dei mortali. È che ciò nonostante bisogna rispettare. Poiché queste leggi hanno disciplinato in questa nostra dimensione dai primi uomini, sono state alla stella polare delle grandi civiltà che ci hanno tramandato gli elementi più nobili della nostra cultura e continueranno a condizionare quando non ci saremmo più. D’altronde non spetta all’uomo della tradizione degli esseri umani né condurre il popolo verso il sol dell’avvenire: deve vivere con pienezza il mondo che lo circonda, consapevole della presenza di un complesso di leggi che costituiscono la nostra esistenza. All’interno di queste leggi non scritte figura il rispetto dei morti. Sentimento che nasce dalla constatazione dell’inevitabile e dalla convinzione che, ferme, restando le legittime opinione che si debbono conservare nei confronti di quello che il defunto ho fatto in vita, egli sia passato oltre ed abbia compiuto il proprio destino. Il mito e la storia ci offrono una infinità di spunti al riguardo, testimonianze di rispetto verso la morte. Basti pensare ad Achille, che dopo avere fatto colpevolmente scempio del corpo di Ettore, pentito lo rende al re Priamo affinché venga sepolto con tutti li onori. O a Marco Aurelio che sui campi di Filippi copre il corpo di Bruto con la toga di porpora segno di rispetto. La morte impone gravitas, quel valore intraducibile nella nostra lingua che potremmo definire la sintesi della nostra dignità, serietà ed autocontrollo. Alcuni fra i cattolici infuriati ed anche fra i non credenti non perdonano che il proprio Papa venga così calunniato di vilipendi. Come in tanti casi di querele in cui ha superato il Rubicone e ha pagato le sue parcelle. Ma il papa buon uomo e “misericordioso” usa le parole di Striscia la Notizia.” Fabrizio, vamme a saluta’ tu sorella”.

Autore: Albino Michelin 16.05.2025
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IL DIO TRIBALE DI TRUMP

Abbiamo il primo papa nord american e il presidente Ronald Trump attribuisce all’intervento divino il provvidenziale evento della sua mancata uccisione. Accadde nell’attentato che lo fece prendere di mira in Pennsylvania il 14 luglio dell’anno scorso 2014. Questa è un’auto investitura della Provvidenza da parte di Trump che si si sente predestinato a grandi imprese salvifiche, che per noi italiani non è una novità. E’ importante riflettere su questa impresa perché questo rappresenta uno dei massimi poteri di tirare in ballo la religione dotarsi di una investitura sovrumana erigendosi a difensori nello stesso tempo (della) loro religione e dei suoi intangibili valori. (Vedi la donna-madre-cristiana-per Giorgia Meloni.) Anche se siamo nel 2050, non è solo Trump ad usare il sacro per fini di potere. La commistione tra religione e potere tre secoli abbondanti dopo la nascita dell’illuminismo e ancora tremendamente diffusa e parecchio nel mondo. Guardiamo Trump ed al suo orgoglio che ai vanta di essere scampato per l’autorità voluta da Dio. A essere precisi, dietro il dio protestante dei padri Pellegrini, colonia fondatrice nel 1600 degli Usa, dobbiamo riconoscere l’ombra del dio dei massoni, veri artefici della statualità americana. In un modo o nell’atro e sempre in nome e per conto di Dio che anche in America il potere politico celebra sé stesso: per non dire del potere del dollaro, l’arma micidiale di dominio guaio universale dell’economia planetaria. C’è scritto nel dollaro americano che in Dio è la nostra consolazione. Un Dio cinico, un feroce, o soltanto un cinico, ma che non ha avuto la gentilezza di salvare 20.000 bambini in quel di Gaza dalle le bombe di Israele. Possiamo definirlo il Dio di Trump, il Dio tribale usato per proteggere solo famiglia. Entra in conclave Probst futuro, ci si accorge di un plebiscito nei confronti degli americani. Ma c’è il blocco degli africani, c’è il blocco degli asiatici, e c’è il blocco dei cinesi che attendono l’evangelizzazione religiosa. Con costoro si può soprassedere. Per l’America il bisogno di ridare un’anima. Ecco i dati anagrafici di Probst: nato nel 1957 a Chicago (Usa), nonno di Settimo Rottfreno (To), nonna spagnola, parla diverse lingue, nato da sana famiglia, entra nel seminario degli agostiniani, laureato in matematica, fisica, diritto, per 20 anni missionario in Peru, Cardinale nel dicastero della scelta dei vescovi, polietnico, poli culturale, cosmopolita In effetti nell’introduzione all’enciclica del-15-5-1891 sotto scritta dal predecessore Leone XIII si legge” I portentosi progressi dell’industria l’essersi in poche mani accumulata la ricchezza e largamente estesa la povertà, oltre ai peggiori costumi, hanno fatto scoppiare il conflitto”. È un messaggio particolarmente forte ed innovativo. l’America di Trump, della falsa modernità. America dei muri, deportati con catene. l’America della riduzione dei diritti civili e poi c’è l’America di quei cardinali che si sono battuti per i diritti, per allargare lo sguardo, per costruire ponti. E l’altra America non il presenzialismo di Trump. Il primo pontefice americano che si permette di salutare il progetto egemonico di questa oligarchia americana. Sabotare, meglio annullare con rispettosa passione, è in questo caso la migliore risposta all’America. E per questo vi sono messaggi in un mondo che muore di fame, per un mondo sfigurato dalle guerre, con alle porte emigrati e rifugiati politici in particolare dei messicani. L’America che esercita il suo diritto della forza più che la forza del diritto. L’America caput mundi. In questi ultimi decenni fece fortuna l’espressione del Vangelo “date a Dio quello è di Dio”, e si intendeva di non fare politica né quella sfacciata né quella subdola, ma di stare ben lontani dalle cose della terra. Oggi si è capovolto tutto con il “date a cesare quello che è di cesare “A leggere il Dio dei nostri Padri si analizza l’inedito ruolo della religione dell’amministrazione Trump, tra uffici della fede, preghiere collettive e teologia della prosperità: politica ridotta a strumento della religione Per rimanere solo a casa nostra. America e Italia non sono secondi a nessuno. Il discorso è sempre il solito. Chi è nell’abbondanza ha da condividere con chi si trova in stato di bisogno. Questa è morale naturale, morale civile, morale umana, morale del cittadino del modo

Autore: Albino Michelin 09.05.2025
albin.michel@live.com

IL CORPO GRAMMATICA DI DIO

Noi siamo un corpo, nasciamo con il nostro corpo, dal corpo di nostra madre e prima ancora dell’amore di due corpi. È attraverso il corpo che impariamo a realizzare l’altro per raggiungerlo con un sorriso, con un abbraccio, per accettarlo, o per accoglierlo o respingerlo. La vita biologica come quella razionale nasce dall’incontro di due corpi. Viviamo con il nostro corpo e attraverso il nostro corpo. Il senso di questa mistica rimanda alla relazione con colui che si è incarnato Gesù di Nazareth e ha vissuto con pienezza nella corporeità umana. Tuttavia sebbene questa mistica sia vicino, in qualche modo continua ad essere ancora sconosciuto. Ci si chiede allora se il corpo umano possa essere la via di accesso che con noi comunica e noi con Dio. È il cristianesimo ad avere sollevato tale questione del rapporto con Dio, dal momento che si è fatto carne. In questo senso Ireneo e Tertulliano nei primi secoli della chiesa si sono opposti allo gnosticismo che considerava il corpo e la materia (la ciccia) cose cattive e spregevoli. E si sono allontanati dalla teoria di Platone nella quale si professava un dualismo fra due mondi: da una parte quella del corpo e dall’altra quella dello spirito. Oggi si ritiene che il corpo e anima sono energia unitaria, e non distinzione di corpo e anima. Capita infatti che alcuni concetti siano capaci nella storia e cultura di resistere per secoli e millenni, improntando il modo di pensare di molte generazioni: alcuni paradigmi di pensiero insomma viaggiano nel tempo senza essere mai messi veramente in discussione. Diventano assiomi indiscussi del linguaggio e dell’immaginario collettivi, obbligano intere comunità a pensare in quel certo modo, a vedere l’esistenza attraverso quelle lenti. E possono essere lenti che deformano, offuscano, ingannano la nostra visione. Eppure queste sono ancora oggi le lenti che spesso condizionano la nostra visione del mondo quando usiamo parole ed immagini legati alle questioni religiose. Viene qui in aiuto aiuto il vangelo di Giovanni all’inizio quando dice in stile greco ellenistico che il Logos si è fatto carne. Il termine dice l’aspetto materiale più concreto e fisico dell’essere umano. Indica una reale sua sensibilità, la sua fragilità, la sua gentilezza e sofferenza. Ciò significa che nella situazione diversa della storia personale di ciascuno, attraverso alcune attenzioni di fondo, e l’ascolto intellettuale, Dio è capace di assumere la carne umana. Come l’uomo di assumere quella di Dio. Nella generazione fino alla morte e nella rigenerazione dopo la morte. Anche Paolo di Tarso dice: Cristo ha avuto una carne vera e non apparente mediante la quale egli è entrato nella nostra umanità. Egli dirà pure: “non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo. Voi non appartenete più a voi stessi. Glorificate Dio nei vostri cuori.” Essere vissuti per secoli e secoli immersi in un continua dualismo e separazione carne/spirito, anima/corpo, divino/umano ci ha fatto perdere il contatto con la nostra natura più profonda. In parole semplici Gesù non è un santone, un ciarlatano, un imbonitore in cerca del proprio successo personale. Egli annuncia invece che il regno di Dio è in mezzo a voi. Invia l’uomo e la donna malati, incerti, affaticati, disperati a percepire la presenza di una novità radicale di salvezza, e una nuova energia vitale scaturisce nelle persone mentre queste aderiscono al suo invito a fare spazio dentro di sé. Dio per l’uomo sarebbe disincarnato o separato che sta da un’altra parte e lo si raggiunge con la mente, l’idea, Il pensiero. Sembra paradossale, ma la fede in un Dio incarnato avrebbe partorito un Dio disincarnato. E per poter far esperienza sarebbe necessario rifuggire dai sensi, magari consumandosi nel tentativo di trasformarsi in angelo. I nostri cinque sensi sono la nostra fonte di conoscenza, son finestre aperte sul mondo che può così fare irruzione in noi del divino e verso il quale ci permettono di esprimere la nostra interiorità. E poi giunge la scienza a dirci che in realtà tutto è energia e la materia come la intendiamo noi non esiste. Che cosa si perde quando si subordina il corpo all’anima, lo spirituale al materiale? Si perde di fatto la fede biblica. Nell’antropologia biblica la creatura può vivere solo nella piena unità tra corpo e l‘anima. Si pensi solo ai termini con cui si allude all’unità tra il corpo e l’anima. Si pensi solo ai termini a quelli che communente chiamiamo anima con rimando al corpo, alla gola, alla voce, al respiro. Dio ci salva prima di tutto i nostri corpi, tocca. Li tocca, ascolta, chiama, guarisce. Salvezza e salute hanno una radice in comune. Anche la salvezza ultima attesa con la resurrezione che non ha nulla a che vedere con la con l’immortalità dell’anima e la distruzione dei corpi. Se siamo energia siamo salvati come corpo e come spirito, Pure qui uno sguardo mistico e non dualistico sulla nostra esistenza. Ci può entrare qui anche un discorso sulla sessualità con il corpo di Cristo. La sessualità è spesso pensata come conseguenza del peccato d’origine. Invece è una creatura benedetta da Dio, una cosa bella, per strappare l’uomo: dalla solitudine, “non è bene che l’uomo resti da solo”. La sessualità à il dono che supera questo male. Senza la sessualità non c’è relazione reciproca non c’è esperienza umana. Bisogna procedere al definitivo congedo dal pensare che l’esperienza sessuale possa sottrarre qualcosa a Dio. La Bibbia è esperienza di corpi sessuati. Infatti in essa esiste una parola” toledot” che tradotto in italiano significa “Storie partorite” o delle partorienti. La grammatica di Dio nell’uomo significa anche la grammatica dell’uomo in Dio.
 
Autore: Albino Michelin 30.04.2025
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FRATELLO SOLE SORELLA LUNA

È morto un Papa e ovviamente se ne fa un altro. Al di la di quello che sarà il futuro successore importa vedere di quale messaggio è stato portatore. Fra queste senz’altro anche quello dell’ecologia. Questo papa ha appreso ed interiorizzato il grido che viene dalla terra, dal suolo, dall’agricoltura, dall’acqua e dall’ambiente che sembrava lontano dal nostro vestito, che invece fa addirittura parte della nostra vita. Il linguaggio della terra è il primo che ci concerne perché noi siamo fatti da elementi chimici, acqua, di sole. Perché Dio Padre o l’essenza che ci ha originati ha messo come avamposto la morale della terra. Non c’è bisogno di un profeta e di una morale eteronoma, ma morale autonoma che ci viene dettata da una legge nei nostri cromosomi. Una legge morale naturale per cui non c’è obbligo di nessun che ci comandi: come non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, o trattare il coniuge come oggetto di possesso anziché relazione. Ma una morale abitativa senza che nessun Dio che ci costringa o ci castiga. Bergoglio ha sentito subito il richiamo della casa comune, dell’ambiente e l’ha professato. Per dare a ciascuno la sua paternità fu Ernesto Haechel, fondatore o meglio fautore della ecologia che nel 1866 si interesso dell’ambiente, e più precisamente di tutta la scala della vita, dal momento che anche i batteri fanno l’ecologia e relativo contra colpo a beneficio della vita umana. Con questa introduzione va reso ad uno che si è prodigato in primis ad una difesa dell’ambiente, del suolo, della terra, dell’acqua non ostante i molti interessi di parte: Papa Franceso. Per completezza passiamo dal territorio italiano a quello mondiale e viceversa La terra è il nostro hardware, sito concreto, bacino di utenza. Sotto i nostri piedi palpita un corpo vivo. Un ettaro del suolo contiene 15 tonnellate di organismi, pari ad un chilo e mezzo di vita e al metro quadrato. Avvengono nel mondo cose che fanno del suolo il sistema senza dubbio il più complesso della terra. Qualcosa che ci sostiene, che ci nutre, che ci fa respirare. Un numero impressionante si traduce in una cifra che ha dell’interdetto. Ma dal 2013 al 2015 sono andati persi 250 Km quadrati di territorio al ritmo di 4 metri al secondo. Dal 1971 al 2010 quasi 5 milioni di ettari di superfice agricola utilizzata è andata ugualmente perduta. Una grande area insieme come la Lombardia, Liguria e ’Emilia è stata dissestata da un disastro idrogeologico per opera di capannoni, supermercati e aree di cemento. La terra svolge molte mansioni e non è sostituibile da nessun altro supporto. È l’ambiente su cui girano molti sistemi operativi e senza di essa molte delle nostre attività cesserebbero all’istante. Parliamo della funzione più produttiva del suolo agricolo: la funzione produttiva primaria, la produzione di biomasse vegetali, la produzione del cibo per gli esseri viventi. Nel 1991 avevamo un’autonomia alimentare, pari al 92 per cento, in vent’anni l’abbiamo vista continuamente scendere. Inoltre l’Italia è il terzo paese in Europa, il quinto nel mondo nella classifica del deficit del suolo. Oggi non disponiamo di meno 13 milioni di ettari, pertanto ce ne mancano 49 milioni per coprire il fabbisogno. La popolazione del modo è in costante aumento. Le stime del 2050 arrivano a quasi nove miliardi di abitanti. Numeri che mettono in difficoltà per sfamare tutti i propri governati. Riguardo all’Italia dobbiamo aggiungere un indicatore di tipo qualitativo strettamente connesso con il cibo: le terre italiane sono le più fertili del pianeta ed il loro prodotto potrebbe essere di qualità eccezionale. Quindi le esperienze del suolo ne potrebbero guadagnare. Il radicchio rosso di Treviso ha bisogno della terra, della chimica, del clima e delle proposte del suolo che si trovano in quello viciniore. Il formaggio Parmigiano Reggiano che avrebbe avuto bisogno di una irrigazione appropriata si vede disseminata da raccordi stradali, dai soliti baracconi. L’importanza della biodiversità: ricchezza sulla terra. Milioni di piante, di animali, di micro organismi, geni che fanno l’ecosistema. Lo scozzese Alexander Fleming (1881-1955) nel 1928 notò da un batuffolo di muffa inibiva la crescita batterica di cultura contaminata. È fu l’avvento della penicillina. La muffa è biodiversità. È la biodiversità ha salvato milioni di vite umane. Extrativismo, alto appellativo riferito alla terra. E’ un neologismo che ci viene dall’America Latina, dove facilmente alligna e in cui Bergoglio è di casa, là dove il fenomeno ha raggiunto forme estreme. Il grosso errore è di considerare l’extra attivismo un tipo di società affine al capitalismo. L’economia estrattiva è un’economia di devastazioni ambientali, una conquista, un furto, una rapina del capitalismo nella sua fase più avanzata. Significa quindi capitalismo con molte cose: estrazione di ricchezze naturali dal sottosuolo, materiale con relativo esaurimento della fertilità del suolo, monoculture iniziative senza riposo di terra, deforestificazione per produrre cellulosa. Il marmo di Carrara in Italia celebrato per i suoi calcari si palesa fatale nelle industrie che per cinque milioni di tonnellate vengono estratte ogni anno. Nella Pianura di Lucca per le industrie cartarie il numero dei tumori polmonari cresce perché la falda acquifera si deteriora sempre di più. La chimica italiana ha lasciato in cimitero di morti, avvelenati negli anni del boom. Senza terra non ci sarebbe né coltivazione né cibo. Abbiamo bisogno di tenere e di coltivare luoghi vivibili. La cementificazione ha eroso aree di pianura che rappresentano il 25 per cento dell’intera superfice del nostro paese, un quarto esatto, pensare che un pezzo di cemento impiega migliaia di anni per tornare suolo fertile. Lungo sarebbe discorso sulla estrazione del petrolio e carburanti e che diverse guerre hanno causato. Lodato si mio signore per sorella nostra acqua. L’accesso all’acqua ed alla terra è legato in modo preponderante alla qualità della vita. Oggi 200 milioni di ettari di terra sono soggetti a processi di accaparramento che rappresentano diritti della maggioranza di agricoltori, degli abitanti dell’insediamento urbani e rurali, dei pastori e dei nomadi spogliati delle terre e sussistenza per intimidazioni e torture. L’OCSE nel 2030 prevede che due terzi che l’umanità vivrà in grande centro urbani e in particolare per quanto riguarda la distribuzione dei servizi sarà un problema destinato a crescere e costituirà un fenomeno senza precedenti. La tragedia dell’accorpamento dell’acqua non colpisce solo le regioni più povere e vulnerabili del pianeta, ma anche le regioni più industriali. Pure nel sud Italia si è trattato nel 2017 nel convegno di Avellino la stessa carenza idrica. Nei prossimi 15 anni non si è assunti a livello di Nazioni Unite nessun impegno per garantire il diritto all’acqua. Anche con Papa Bergoglio si è avviato un movimento popolare a Roma accompagnato da proposte con il diritto alla terra, al lavoro, alla casa. Erano alcuni messaggi dall’ecologia all’ambiente che questo Papa ha tentato di sollevare. Più un atto di riconoscimento che un atto di omaggio. Ecco altri messaggi cui egli non è riuscito e restano fra i più importanti: la misericordia di Dio, la fame nel mondo, contro la guerra, per i rifugiati, per gli emigranti, per i carcerati. Un santo per i credenti e per i cristiani? Ma i santi piuttosto che pregarli vanno imitati. Un grande uomo dalla sensibilità umana? Ognuno può completare di Papa Francesco rimasta incompiuta.
 
Autore: Albino Michelin 22.04.2025
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domenica 20 aprile 2025

SOLIDARIETÀ, UNA UTOPIA NECESSARIA

Parole che sembrano perdute nel discorso pubblico, e tra queste risulta una utopia. Solidarietà fra queste. Non più fatta di un discorso benevolente, ma delitto appunto di solidarietà quando il comportamento necessario sarebbe dell’amore verso la solidarietà. Era un cammino irregolare ad esempio quando venivano considerati illegittimi e si prevedevano addirittura penali allorché uno si presentava contro le istituzioni. Ma la ragione che consente a tutti di andare contro le ostilità è un principio non costituito dalla legge. Ma un contratto del principio di solidarietà che guida l’azione pubblica si presenta come criterio atto d’arbitrio come amputazione giuridica. Esso infatti compare a più riprese nel contratto di Lisbona. Potremmo quasi dire che nell’unione convivono ormai due costituzioni che incarnano un conflitto che dipende il futuro dell’Europa. La vicenda storica del conoscere molti momenti di difficoltà. Si esige una riflessione che venga il tempo della consapevolezza che incarni la solidarietà come può essere fondamentalmente legata ma che tuttavia permane un riferimento fortemente obbligato. È necessario appunto riprendere con determinazione il tema ed i principi. O questa è una pretesa anacronistica intrappolata nel sociale che diventa liquido o i principi appartengono al principio che fu delle grandi civiltà antiche. Non a caso la storia qualifica della solidarietà con principi come sociali che è stata nei tempi più recenti affiancata dal riferimento della solidarietà democratica. Un trasparente riferimento a quel che aveva detto nel 1916 alla costituente la Rosa Luxemburg, quando disse: “O socialità o barbarie “e si è confusa con solidarietà o barbarie. Vero è che i tragitti della solidarietà conoscono rifiuti e fortune. Dobbiamo concludere che è solo la difficoltà che stiamo vivendo, che è la virtù troppo difficile. Per quanto la solidarietà concernente i diritti ed i doveri vale la pena ricordare quello che avvenne a Parigi nel 1789 quando l’assemblea costituente si trova a discutere ed affiancare una dichiarazione dei doveri e la dichiarazione dei diritti. A proposito venne respinta contro 439, ma è rilevante il dato quantitativo quello diverso da contenuto. Sarà schema tipico di quella corrente, di quella italiana in particolare che si trovò senza motivi economici e quella riguardante l’iniziativa economica prima di quella privata. La riflessione diverrà più opportuna quando i diversi soggetti verranno più ripensati. Compaiono così doveri della rianimazione degli ostacoli di ordine economico e sociale. Vengono poi individuati come gratuiti agli indigenti ed in più è stato il servizio sanitarti ed sull’istituzione sanitaria in genere. Ci sono poi doveri direttamente riferiti alla persona individuale, come al dovere dei genitori all’istruzione dei figli, come la solidarietà per quanto riguarda le persone nella tutela generale della salute, per quanto riguarda il sistema pensionistico, tra i beni ambientali, tra le generazioni del passato e del futuro. Una solidarietà quasi intergenerazionale interregionale. Riservata sulla famiglia fondata sul matrimonio, con esclusione ai matrimoni di fatto, ci troviamo di fronte ad una solidarietà escludente. Quasi in contradizione con la solidarietà includente si fa una ricerca abissale. Cominciare forse con un accenno sui trapianti che provocano un argomento discusso. Si vuole evitare che da un atto di generosità corrompa il diritto alla riconoscenza, sia verso il colui che ne è il beneficiario ed anche alla comune parentela. La riflessione può ancora indicarci la giusta direzione e dare ragione del perché oggi sembrerebbe essere chiusa la parentesi con la solidarietà, che ritrova la sua forza autonoma una volta registrata l‘impossibilità di trovare il suo interlocutore nella logica del mercato? Quel che merita di essere messo evidenza è il modo con cui diversamente si congiungono spinte culturali e sociali molteplici. Maurizio Corona ha giustamente parlato di modelli di solidarietà mettendo l’accento sulle loro molteplicità e ricostruendo le diverse manifestazioni nella quale ci si esprimeva tra volere occupazionale e quello universalistico. Ma non si esaurisce qui la vicenda culturale della solidarietà, che si arricchisce variamente, diviene terreno di incontro di tradizioni diverse come la fratellanza cristiana e il pensiero socialista. Soprattutto ci distacca sempre più nettamente dalla matrice caritativa. Quando si fa solidarietà per gli oppressi che lottano per il loro cambiamento si sprigiona una forza che la trascina oltre la fraternita. Con quale ambito e quali direttive? Si pone così il limite alla individualizzazione e torniamo a prendere le funzioni giuridiche per costruire un articolato sistema di valori sociali. Proprio la differenza fra il consolidarsi del terzo settore e la presentazione del non profit impone un chiarimento sul modo in cui deve essere ricostruito il rapporta gratuità e solidarietà. L’enfasi così posta sulla solidarietà permette un carico di logica diversa di tipo assistenzialismo che non dovrebbero essere i più deboli a pagarne il prezzo.

Autore: Albino Michelin 07.04.2025
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LA PARABOLA DAL DIO "VIOLENTO" AL GESÙ MISERICORDIOSO

 Può darsi che articolo del genere non godano il più ampio dei consensi, perché potrebbe essere anacronistico. La bibbia è senza dubbio uno dei libri più letti al mondo. Tramandato di generazione in generazione, ha un valore storico, altre volte religioso altre volte letterario da quando Gutenberg ha stampato il primo libro il 23 febbraio 1453. Nei secoli ha subito subito moltissime modifiche che lo fanno più complesso. Scopriamo anzitutto chi ha scritto la bibbia e perché le risposte più comuni (Dio, Gesù, gli apostoli) siano errati. È ben distante dalle mani di un solo uomo e di un’epoca soltanto. La bibbia è ispirata da Dio (Timoteo 3.16) ma non è stata dettata da Dio, perciò è espressa in modi umani, quindi limitata. Nel caso viene ritratto colui che ordina guerre (Dio), pianifica gli stermini, che ordina i genocidi (sempre Dio). Tutte queste ignominie vengono attribuite a Dio in quanto la mentalità del tempo gli si addebitava tutto, anche le più orrende iniquità. Progressivamente ci si è accorti che la nequizia umana era di ciò responsabile. Non è che poi la bibbia si la porti avanti con questi discorsi. La maggior parte riguardano la libera guarigione, la grandezza di Dio, la liberazione da ogni tormento umana che erano in suo potere. Non si dimentichi, come detto, che la bibbia è stata scritta nell’arco di 1500 anni. Che è stata redatta in grande spazio di tempo, in aramaico, in ebraico, in greco, in Koinè. Che alcuni sono in pubblicati in contesto storico, altre in contesto euforico per le gesta compiute da Israele in epoca preistorica, altre in contesto apocalittico, altre contesto sapienziale. Quando di parla di bibbia non si può mettere tutto nello stesso sacco. Per molti credenti è un dogma di fede, è autorevole, e capace di profonda interiorità. Ma anche con un certo margine di errore. Di trascrizione, di traduzione, per esempio di dittografia (notte per note), per omofonia (l’oro invece di loro), per metastasi (torta per trota). Talvolta per difficoltà di traduzione, per esempio in Samuele 24, si legge che per accampamento vengono spesi 600 sicli, mentre nelle Cronache si legge per 50 Scicli. Ed un altro esempio di città storiche che in Giosue sembravano 29, mentre nelle Cronache risultavano 26. Altre volte si devono mettere in conto qualche pisolino che prendevano gli amanuensi stanchi del proprio lavoro. Si trovano nella bibbia circa 82 parole sconnesse, ma che Adel Schmidt ne abbia trovato 500, forse per una questione di prestigio. È per una ricerca equilibrata ci sono 98.5 di vocali imprecise. Il mondo fino alla nostra epoca (verso il 1950) non ha cambiato l’idea di Dio perché egli camminava con le gambe della gente. E’ stata proibita la lettura biblica da parte della chiesa fino ad epoca recente, quando un Papa Bergoglio si mette a parlare di un Dio misericordioso. Prima la bibbia era tabu dei libri proibiti, e da quando Dio si era pentito da aver fatto l’uno e la donna già nel Paradiso terreste. Ed ecco allora alcune espressioni pronunciate da Dio (o a Dio “violento” messigli in bocca) tolte da libri dell’antico Testamento Gioele, Samele, Numeri e Cronache. Dice il Dio di Israele: “ognuno di voi si metta la spada al fianco, percorrendo l’accampamento dall’uno all’altro verso, e uccidere ciascuno il suo fratello, ciascuno il suo amico, il suo vicino.  I figli di Levi eseguiranno nell’ordine. In quel giorno caddero del popolo circa tremila uomini. Cosicché egli ha posto oggi su di voi la sua benedizione… Ogni maschio tra i bambini, uccidete ogni donna che ha avuto rapporti sessuali, ma tutte le fanciulle che non hanno avuto rapporti sessuali con uomini lasciatele in pace   Dice il Signore: prendi tutti i capi del popolo e fagli appendere in faccia al sole per il Signore e l’ira del Signore si ritirerà da Israele. Ed ecco la nascita di Gesù. Che cosa rappresenta? Un aggiustamento, una virata, un completamento? Egli si presenta alla sinagoga e compare la bontà e l’umanità del Santo di Dio, come lo chiama l’evangelista. Sono venuto a portare la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, la libertà ai prigionieri e grazia per tutti. Il tempo della misericordia è iniziato. E venne la buona novella. Ci ha parlato in genere dell’inferno che ci pare una grave antinomia e che fa pensare (Vangelo 25-41 di Matteo). Quado disse: avevo fame e non mi avete dato da mangiare, avevo sete e non mi avete dato da bere, ero prigioniero e non mi avete visitato, andate voi pure nel fuoco eterno dove è stato preparato dagli angeli suoi e dal diavolo. E qui nasce il grande dibattito sull’inferno. Alcuni dicono che si tratti di un inferno simbolico, il fuoco che bruciava nella valle di Gerusalemme per smaltire i rifiuti. Il fatto si è che anche sul credo è rimasto il dogma di fede. Sull’inferno molta gente pensa che si tratti di qua, così per Sartre per cui l’inferno sono gli altri. O come tanti teologi che parlano si che l’inferno c’è ma è vuoto. O che l’inferno c’è come intensità ad tempus ma non come continuità nel tempo. Altri teologi che parlano dell’ultima opzione in cui Dio si manifesterà dopo la morte proponendo l’inferno l’ultima scelta e nessuno vi aderir, perché un ergastolo eterno sarebbe impensabile. Altri pensano alla pecora smarrita o il l’adrone sulla croce. Se noi siamo figli di Dio l’inferno eterno non ha senso. Se lo fosse, rappresenterebbe una sconfitta di Dio. Allora non vale parlare del castigo eterno di Dio, perché Dio sarà misericordioso e tutta l’umanità sarà salvata.

Autore: Albino Michelin 29.03.2025
albin.michel@live.com

GESÙ UOMO DEI MIRACOLI O DEI SEGNI?

Gesù di Nazareth ha un vantaggio rilevante che non si presenta come un capo popolo che vuole sconfiggere i propri avversari, né qualche potente per debellarlo ai suoi scopi, ma semplicemente quale uomo per cui Dio si è fatto tutto per tutti, per i quali ha usato tanta misericordia e con i quali deve soffrire per portare avanti il suo regno di salvezza per tutti. Ripugna quindi si faccia mago e stregone per soggiogare con miracoli prodigi e portenti fino all’ossessione tale da costringere anche un incredulo alla fede. E qui sta un dosaggio fra ciò che si intende miracolo oppure segno. Fra i due termini c’è una distanza abissale, come oggi convengono gli esegeti ed i teologi attuali, per i quali la cultura di duemila anni fanno storia. Uno degli ultimi di questi esegeti si chiama Robert Bultmann (1984-1976 a C) secondo la sua teoria poi diffusasi ampiamente su tutti gli altri autori del vangelo. E specialmente su Giovanni andrebbero utilizzati quali fonti di tradizione orale ed un racconto di manoscritti miracolosi di Gesù. E sarebbero sarebbe stati indipendenti dagli scritti degli evangelisti da questi utilizzati. La sua teoria risulta accettata da quasi tutti, o in parte ed è una teoria di alcuni più rilevanti. Ed in questi casi che la teoria va discussa se Gesù è l’uomo dei miracoli o dei segni. Il concetto di miracolo è altrettanto vago come quello di rivoluzione. Si parla di miracolo della natura, di miracolo economico, di miracolo della tecnica. Miracoli tutti questi compiuti dalla natura ma non da Dio. Una frana che provoca in una miniera una decina di morti dovrebbe essere paragonata allo stato di stregua di minatori salvatisi? Per quale ragione si attribuiscono i casi fortunati e non gli si addebitano anche le disgrazie? Si viene a svuotare completamente il concetto di miracolo. Considerando il miracolo nel suo significato strettamente moderno in violazione delle leggi naturali da parte di Dio simili interventi soprannaturali sono concepibili? Certa gente non gli trattiene dal prendere tutti i miracoli alla lettera, come si fossero verificati allo stesso modo in cui vengono descritti. Chiamarli così illusi si offenderebbero ma è la pura verità. La storia dei miracoli nel loro complesso (non i singoli casi) fa parte del substrato della tradizione. Quella di Gesù non è una critica di principio ai miracoli. Non è la fede del miracolo quella che respinge, ma è la sete del miracolo. Non il miracolo in sé stesso, ma nella sua spettacolarità e nella sua teatralità. Il pensiero scientifico e quello storico non erano ancora arrivati. Mezzi espressivi come il mito, la saga non avrebbero dovuto presentarsi come opera di Dio? Gli evangelisti non vogliono penetrare l’evento ma riferirlo. Non una spiegazione ma una trasfigurazione. Va fatta una premessa per i racconti sui miracoli. Essi non sono un reportage, ne protocolli storici, né medici. Sono racconti popolareschi inseriti nei dettagli scritti con lo scopo di provare uno stupore da tradurre in atteggiamenti di fede. E l’errore consiste nel mettere su uno stesso piano tutti i racconti di miracoli, ancorché ci si trovi nella maggior parte delle malattie allora non conosciute. Febbre, paralisi, sordomutismo, idropisia. Tutti riescono da tutti questi casi uscirne fuori. Con un tocco da parte di Gesù, con un bacio, con la saliva, con il lasciarsi abbracciare. Ovvio che tanti miracoli non sono avvenuti così. Nemmeno si sa quanti Gesù ne ha compiuto. Che parla di una trentina e chi di 124. Comunque prendiamo i più salienti e più manifesti all’opinione pubblica. Gesù ha camminato sulle acque: simbolico. Significa che Gesù è il re vedi morte. Gesù alle nozze di Cana non intendeva farsi la cooperativa del vino. Al là del messaggio spirituale sacramentale Gesù desiderava vivere una gioia con gli sposi in un giorno di letizia, lui era venuto a portare la gioia e che la gioia è il principio di ogni creazione. Gesù infestato dai diavoli e dai demoni. Anche lui è stato apostrofato che era un figlio di Belzebù capo dei demoni. Questa mentalità tipica degli indemoniati ed era sorta storicamente quando il popolo ebraico rimasto dal 532 al 391 a, Ch. era vissuto in Assiria e da quella zona aveva recepito anche la cultura religiosa e ove esistevano due principi: il male ed il bene. Qualsiasi ammalato di carattere psichico veniva considerato indemoniato. Anche il caso della Maddalena posseduta da sette demoni. Sette era il simbolo ebraico della totalità, il che significa che Maria di Magdala era piena di demoni. Eternamente depressa, a dirla con la psicologia moderna. Ecco che al seguito di Gesù ha trovato la sua guarigione diventando una sua seguace. La risurrezione di Lazzaro. L’ultimo miracolo che Gesù ha compiuto prima della sua passione ed è anche il miracolo più discutibile. Anche il cardinale Ravasi dubita che il testo di Giovanni l’abbia tradotto lui e seguendo i di lui principi teologici. Anche per il fatto che secoli prima esisteva in Grecia ad Epidauro un santuario ad Asclepiade dove si registravano guarigioni di ogni sorta, resurrezioni dai morti comprese. Alla luce di queste considerazioni, possiamo affermare che Gesù non era semplicemente l’uomo dei miracoli, bensì dei segni. I suoi gesti non erano spettacoli per stupire, ma messaggi di fede e di trasformazione interiore. Egli era più di un uomo straordinario: era il Figlio di Dio, venuto non per dimostrare potere, ma per rivelare il volto autentico dell’amore divino.

Autore: Albino Michelin 20.03.2025
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sabato 19 aprile 2025

È PREFERIBILE UNA RAGAZZA MADRE O UNA MADRE LESBICA?

Qualche anno fa mi ero trovato a Provaglio d’Iseo per una conversazione-conferenza sull’argomento in testata. Per casa mi arrivano dentro due signore facendo le loro meraviglie e con una tranquillità disarmante. ” oh anche noi siamo di loro” Ho pensato si trattasse, dalla foggia del vestito, a due aderenti alla squadra di calcio femminile allora emergenti della vicina Brescia. Ed invece si erano annunciate come due lesbiche. Personalmente ero abbastanza stanco di tutto questo vociare che si faceva attorno a questo arcobaleno e non mi sembrava vera anche l’occasione di fare un discorso al di là delle solite circostanze. Personalmente ero abbastanza stanco che queste lesbiche fossero da schifare e ho pensato che ormai era anche giunto il momento di ascoltare queste persone di cui si sentiva tanto parlare. E con l’atteggiante di ben pensanti. Ero rimasto molto sui banchi della scuola nel senso che non andavo più in la di qualche notiziola, ad esempio che le femmine avevano cromosomi il 26 xx e i maschi il 26xy, che questa erano le componenti del nostro destino futuro. Che era una variante della normale sessuale e nulla di più. Che nostra casa comune era identica Infatti noi abbiamo lo stesso scheletro, gli stessi muscoli, gli stessi organi respiratori degli altri animali. E si suppone che secondo una stima non siano molte di più un migliaio di persone con tale attitudine. E che non esiste alcuna terapia curativa, nessuna terapia di conversione. Che l’impresa è praticamente senza successo per trasformare un omossessuale in etero perché essa non è una malattia. Conosciamo queste brevi come, dicevo nozioni, sui banchi della scuola. Ma il sacrificio che fanno queste donne noi non lo mettiamo in conto. Noi continuiamo a dire che è una pagliacciata e che queste manifestazioni mai sapremo quanto siano umiliante per il loro spirito e per il loro corpo. Ora facciamo un po’ di conti con l’ambiente attorno a noi. In Italia abbiamo 51 milioni di donne e il 28 per cento con tendenza al lesbismo omosessuale, o bisessuale. Matrimonio civile o religioso (2022) arrivano al 4,8 pe cento. Le cifre europee in continua diminuzione uguagliano l’italiana. Ci sono molte ragazze che preferiscono non farsi un figlio. E qui mi riferisco a quelle nubili, a quelle che non vogliono il figlio, a quelle che accettano solo protezione giuridica per il figlio, e hanno il coraggio di mantenersi da sole. Questa per fare un limite alla nostra ricerca a quelle che, detto con brutta espressione, in poco tempo licenziano il marito, se mai l’abbiano avuto. E di queste ve ne sono molte. Esistono altre alternative. Si pensi agli animali domestici, a un amico a quattro zampe. Si pensi anche al turismo, alla moda delle escursioni. Quindi diminuito l’intesse per il matrimonio sia civile come religioso. Alla base ci si sposa alquanto alla leggera senza conoscere il proprio partner, quel agnoscere te ipsum, quel conoscere te stesso e che comprende anche la conoscenza del partner. E che spesso vale di più del conoscere con se stessi. Non si pensa al domami, al bastone della vecchiaia. E qui si aggiunge anche lo stato sociale che spesso non collabora con le famiglie. Una serie di fattori che incidono sul farsi un figlio. Attraverso l’educazione di scuola nasce anche l’amore psicologica, per cui si diventa culturalmente omosessuali. Si va in Olanda al banco dello sperma. Si farà la prova di fertilità. Nel caso sarà possibile accordarsi con il donatore affinché vi sia il consenso di entrambe le parti. E si troverà il modo più psicologico e più adatto per farsi chiamare papi o mami. E di qui che lesbiche ed omosessuali si troveranno sempre un di più vivere la famiglia insieme. Di quelli che vivono la famiglia in senso pieno. Che non lasciano il bambino in mezza ad una strada o non lo parcheggiarlo dai nonni. Ed in ultimo, come viene giudicata dalla società questa eventuale esperienza? Non tutte le vacche sono grasse non tute sono magre. Vi son gente per bene, sposati in chiesa e praticanti il cui figlio di butta dalla finestra o quella ragazza che si impicca per un difetto al naso o perché non obbedisce al codice estetico ed altri che vivono tranquillamente la loro esistenza. Il professor Baiocco all’università di Roma fece una ricerca su 70 ragazzi omo ed etero e costatò che i risultati si equivalevano. Simili risultati si ebbero anche nella vicinia Germania dove anni fa venivano sterminati padri e figli arcobaleno. A Parigi altra ricerca su 50-50. Pochi risultavano vittime di un sentimento di colpa o di discriminazione. Tutto sta nella cultura del rispetto. Non basta appiccicare sulle tribune dello stadio o nei rioni di periferia o sull’avambraccio degli sportivi. Ci vuole un cambio di mentalità. A nulla servono quegli slogan di politici che schiamazzano sulle strade: “Dio ci ha creato per un papa ed una mamma” Se a questo punto dovessimo chiederci: ma Dio che preferisce? La ragazza madre o la madre lesbica? La risposta è che Dio non preferisce nessuno e che tutti ha in predilezione. Ma se dovessimo passare attraverso gli uomini, sono essi a garantirci che i genitori avranno cura di questo bambino. Che verrà amato nella permanenza e nel tempo nella gioia e nella sofferenza. In questo caso si avvera quanto Dio dice nel Cantino dei Cantico. Che i due amanti si amino con tutto il cuore, indipendentemente dalla loro gioventù o dalla vecchiaia. Che dio è il donatore della vita e della morte, che Dio è l’autore di quella vita e quel bambino.

Autore: Albino Michelin 07.03.2025
albin.michel@live.com

CALUNNIATE, CALUNNIATE QUALCHE COSA RESTERÀ

 È questa una massima di Voltaire- Bacone proferita verso il 1716. Opera messa in piedi da G. Rossini il secolo seguente. Interpretata da Don Basilio, eseguita dal Barbiere di Siviglia dice testualmente “La calunnia è un venticello assai gentile, un’Auretta che leggermente, dolcemente incomincia, incomincia a sussurrar “……… Questo vuol dire che la calunnia, come le fake news, come le bugie, le menzogne fanno il giro mondo o si respirano con l’acqua. Forse per questo è stata scoperta anche la macchina della verità, un nuovo metodo di analisi delle risposte fornite da soggetti per separare la verità dalle della menzogne. Antica quanto il mondo se è vero che questo interdetto di non imbrogliare il prossimo esisteva già nell’antico Testamento “con proibizione non dire falsa testimonianza.” Sta di fatto che la calunnia nel suo gigantesco apparato o nella sua Auretta nacque come si dice un’ora prima di noi. Un convegno tenuto all’università di Padova portava il titolo “Comunicare il vero ed il falso”. Affronta con approccio multidisciplinare “dalla filosofia, all’etica, alla teologia” il tema della comunicazione in un’epoca segnata dal disinteresse per la verità. Un uso massiccio delle fake news (falsità), come strumento di condizionamento dell’opinione pubblica, della irrilevanza istituzione deputata alla trasmissione del sapere e della verità (come la religione, la famiglia, la scuola). E dalla denigrazione della scienza e della statistica come strumento di conoscenza in modo accettabile. Perché la scienza e persino la memoria oggi vengono messe in discussione, denigrate per finalità comunicative-propagandistiche-ideologiche? Come mai hanno perso di autorità? Perché dietro la sacrosanta difesa del valore assoluto di ogni persona umana, essa finisce in realtà per difendere il diritto all’ignoranza di fronte alla conoscenza scientifica. E dall’altra parte la ricaduta sociale della conquista tecnico scientifica riguarda una popolazione sempre più deprivata sul piano culturale. Ma la povertà culturale dimostra che è una povertà culturale etica. Considerando un residuo di passato anacronistico c’è la spudoratezza dell’affermazioni di sé. Della propria attività del gruppo o del gruppo sociale o del proprio popolo come unico valore. Il vento del popolo soffia sempre più verso una parte non certo coinvolgendo anche gruppi sociali, che da questo sono danneggiati. In questo contesto risalta puntualmente la grande perdita della memoria si se. Che oggi colpevolizza molti giovani esperti infinitamente nel campo sociale. Sono strumenti di propaganda. Come funzionano le fake news nella manipolazione emotiva dell’opinione pubblica? Pare che anche questa sia una notizia clamorosamente sbagliata, sentito comunque l’effetto per infiammare le piazze. Dato che questa menzogna è vecchia quanto l’uomo potremmo essere pronti a considerare che le fake news non rappresentino un fenomeno nuovo, ma si sottolinea che rappresentino un fenomeno del tutto innovativo legato alla comunicazione digitale. Tutti abbiamo letto sui giornali come gli hacker utilizzati da alcune nazioni per influenzare risultati delle elezioni politiche operate su larga scala. E sui media per attestare l’inflazione ed i risultati delle elezioni favorendo i candidati legati ad un regime del paese. Tale operazione non presenta attualmente studi scientifici credibili e accettabile sul modo dei social media e dell’intelligenza artificiale. E questo quanto alla produzione dei contenuti e notizie che non hanno la verità come faro. Riconosciuta e vantaggiosa nel proprio interesse. In fondo si tratta di non lasciare alle macchine ormai capaci si separare la verità dalla menzogna la decisione fondamentale del nostro destino ultimo. E in più con l’aggiunta della volontà dell’uomo che, superata la calunnia, la fax news, la bugia, la menzogna, la falsa testimonianza, potrebbe in questo mondo guadagnarsi in po’ di pace.

Autore: Albino Michelin 28.02.2025
albin.michel@live.com