Chi
ha letto il libro di Giosuè senz'altro sarà rimasto scioccato del fatto che
questo eroe biblico dopo aver conquistato Gerico ed acquisito la vittoria abbia
dato ordine che tutti gli abitanti venissero uccisi e sterminati.
Che
bisogno c'era di sangue se la battaglia era finita. Certo si tratta di una
cronaca, non di una giustificazione del fatto. Fortuna che Giosuè non è
Vangelo: meglio tagliar corto! Il fenomeno più sconvolgente e impensabile della
nostra storia contemporanea riguarda la rivoluzione in atto nell'Europa
orientale. I Regimi comunisti mantenuti al potere per tanti anni con il terrore
vengono spezzati via da movimenti collettivi popolari, senza violenza, senza
vendetta. I vecchi dittatori, macchiati di crimini non vengono uccisi ma solo
processati, destituiti, messi da parte, pensionati con i loro diritti civili. Unica
eccezione, ancora tutta da decifrare, quella della Romania che conferma la
regola. Il cambiamento è cominciato con la rivoluzione in Portogallo detta dei
garofani, perché la gente infilava garofani nelle canne dei fucili dei
militari. Anche in Spagna il passaggio dal regime di Franco alla democrazia è
stato pacifico, incruento. Una novità limitata per ora e purtroppo al solo
nostro continente. Al di fuori, a Salvador, Panama, Cambogia, Arzebagian,
Palestina continuano a funzionare gli schemi tradizionali dello scontro armato,
della rappresaglia, della vendetta. Per secoli e secoli nel Medioevo cristiano
- cattolico, nella Ginevra di Calvino, nella rivoluzione francese, nello
stalinismo, gli eretici, i ribelli, i fautori del dissenso venivano torturati e
uccisi. Per distruggere il pensiero si uccideva la persona che lo portava. La
storia è stata un immenso mattatoio. La vita umana non valeva nulla. Adesso,
grazie a Dio e alla buona volontà degli uomini, pare che le cose stiano
cambiando e che gli uomini debbano essere lasciati in vita qualsiasi idea
abbiano. Eventualmente controllati, limitati nell'esercizio della libertà, non
uccisi. L'uomo vivo può sempre cambiare idea. Il tentativo sbagliato, l'errore
politico, persino l'orrore può essere fonte di nuova conoscenza e nuova
coscienza. L'essenza della rivoluzione pacifica attuale consiste nella rinuncia
a punire la vecchia e classe dirigente, anzi consentendo la possibilità di
presentarsi a nuove elezioni. Le rivoluzioni del passato invece non hanno mai
applicato queste regole. Hanno cominciato subito a perseguitare i vinti
innescando la catena di vendette senza fine. La vendetta guarda solo al
passato, è ossessionata dal passato e quindi infierisce sui suoi protagonisti e
adepti. Il vero progresso dell'uomo, la vera rivoluzione comincia con un
rifiuto del passato, con una dimenticanza, con un perdono. In questo quadro
generale vi è qualcuno, tentato di sprecare tempo per attribuire il merito chi
a Wojtila, chi a Gorbaciov, per i diritti d'autore. Forma sottile e farisaica,
una trappola per inquinare il processo di unità e ritornare a nuove vecchie
divisioni, nuove guerre di prestigio e di religione. Certamente qui in questa
rivoluzione non violenta vi è presente il seme del messaggio evangelico. Il
Cristianesimo non si identifica con tutte le religioni per l'amore del
prossimo, ma si diversifica da tutte per il perdono al nemico. Il cristiano non
è colui che ha tanti amici, ma colui che non ha nessun nemico, non se lo crea,
non se lo coltiva.
Sembra
che questo principio evangelico, anche se in forma anonima e senza brevetto di
fabbrica, sia entrato nello spirito e nelle esigenze delle nostre società
dell'Est a dimostrazione che la rivoluzione non violenta è l'unica strada per
una pacifica convivenza.
Autore:
Albino
Michelin
27.01.1990
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