Sabato 12 maggio 2007 un milione ed oltre di italiani hanno manifestato
per le vie di Roma a favore della famiglia fondata sul matrimonio e contro le
coppie di fatto, etero ed omosessuali,
nonché gridato la loro esigenza affinché il Governo elargisca sostegni adeguati a favore dei
figli, sia per la quantità come per la qualità. Facciamo più figli, e diamo più
soldi per la loro istruzione e educazione. Giusto: ben detto. Ma da dove li prendiamo
sti benedetti soldi? Una sola risposta c'è: dal contributo fiscale di tutti
cittadini. Si comincia da qui creando alla base una coscienza civica e legalità
sia da parte della chiesa, come da parte della politica. Battere tamburo pro
Family-day mettendo in processione donne col pancione, fantolini con pampers e
biberon, neonati imbottiti dentro gli zainetti portati sulle spalle dei loro
babbi è tutto folclore turistico.
Una
chiesa troppo muta di fronte alla illegalità diffusa.
Qui si colloca l'intervista di
Romano Prodi, capo del Governo e “cattolico adulto" agli inizi di agosto
apparsa sulla rivista "Famiglia Cristina" il 5.08.07. Come punto di riferimento per questa tematica vale la pena citarla
anche qui. "Un terzo degli italiani
evade le tasse, e questo è inammissibile.
Per cambiare mentalità occorre che tutti a partire dagli educatori
facciano la loro parte, scuola e chiesa comprese. Perché quando vado a messa
questo tema non è quasi mai toccato nelle omelie? Eppure ha una forte
carica etica. Possibile che su 40
milioni di contribuenti solo trecentomila dichiarano più di 100 mila euro
all'anno? Facciamo tutti il nostro dovere e tutti potremo pagare di meno e la
comunità avrà le risorse necessarie per dare sollievo e slancio all'Italia specie alle classi e alle istituzioni più disagiate, cioè aggiungiamo
noi alle famiglie, ai pensionati, alla sanità, ai giovani, alla scuola, ecc. Se
un terzo degli italiani sono evasori ed un terzo lucra servizi a sbaffo, come
di fatto risulta, vuol dire che i tanti o pochi servizi sociali sono possibili
perché gli altri due terzi pagano per tutti.” All'intervista di Prodi, apriti o
cielo, si è scatenata l'ira di mezza Italia e anche la gerarchia cattolica è
entrata in fibrillazione. Qui non ci interessa l'affermazione di un politico,
quanto piuttosto l'affermazione di un credente. Perché se ci perdiamo nel
dibattito politico non se ne esce più.
E' scontato che l'intervista non
sia stata digerita dalle destre cattoliche né dai parlamentari della UDC (che
nel nostro caso potrebbe tradursi con "Unione divorziati cattolici"),
la maggior parte dei quali vivono con le famiglie di origine allo sfascio ma
feroci oppositori alle coppi di fatto. Per dire quanta ipocrisia circoli nel
cattolicesimo italiano. Tipo Elisabetta Gardini, che conoscerà lo statuto
del Grande Fratello più dei dettami del Vangelo, e che ti va ad ironizzare sul
fatto che il cattolico adulto Prodi si permetta di dare lezioni di etica
persino alla chiesa e dettare regolette ai prete per la buona omelia. La gentile
divorziata o convivente Elisabetta si legga il Diritto canonico e i documenti del
Concilio Ecumenico e vi troverà dei buoni consigli per esprimere la propria
opinione alla chiesa in merito alla sua competenza e ai suoi legittimi
desideri. Più costruttivo ci sembra l'intervento di un lettore inviato dalla
stampa: "Anch'io come tanti andiamo in chiesa ed effettivamente di fronte
a certe insopportabili colate di melassa sentimentale-teologica verrebbe voglia
di suggerire al predicatore di leggere la lettera di Paolo ai Romani (13,7): "Rendete
a ciascuno ciò che è dovuto, a chi il tributo il tributo, a chi le tasse le
tasse, a chi il rispetto il rispetto ".
I
distinguo della chiesa italiana
Inizialmente nel dibattito che ne
scaturì abbiamo registrato una posizione pro-fisco (rappresentata da don
Mazzi), con pochi aderenti. Una contraria, rappresentata da don Baget Bozzo, ed
una né bianca né nera, cioè grigia, rappresentata dal Vescovo di Chieti Mons. Forte, nei confronti della quale non si è
registrato nessun dissenso da parte dei prelati italiani. Don Mazzi: "noi
preti dovremmo essere più attenti ai problemi del paese. Se noi cattolici facessimo sempre il nostro
dovere, certo che l’Italia sarebbe migliore". Don Baget Bozzo, consigliere spirituale di Berlusconi: "evadere le
tasse per un cristiano non è peccato, non si infrange nessun precetto. E'
giusto che la chiesa inviti a pagare i tributi, ma questo resta nella libertà
di arbitrio dei cristiani. E' il
cattolico a dire quanto è giusto, secondo lui pagare per aiutare la comunità.
Lo stato non può imporre niente. La chiesa non si può trasformare nell'agenzia
del Ministero delle Finanze". Ma qui siamo in pieno relativismo, è un
invito a nozze per metterci il turbo alla fantasia degli italiani evasori.
Posizione grigia e latitante resta quella di Mons. Forte: "La nostra gente
ha una fondamentale onestà che vorrebbe però vedere riflessa a livello di
leggi: La chiesa è cauta nel condannare l'evasione in quanto l'uso delle
imposte non risulta equo al cittadino''.
Sulla stessa posizione il Cardinal Bertone, Segretario di Stato Vaticano
(versione prima) il quale tende a scaricare sui parlamentari. Si sono aumentati
il loro stipendio. Sperperi per enti fasulli e per realtà parassitarie. Oppure
lo stesso Cardinale (versione seconda, il 26 agosto al Meeting di Rimini per Comunione e
Liberazione): "Tutti dobbiamo fare il nostro dovere e pagare le tasse
secondo Ieggi giuste a favore dei poveri e dei più deboli". Qui la
risposta andrebbe data per parti. Intanto parla una chiesa italiana che gode di
tutti i privilegi inimmaginabili e possibili, tacitamente sostenuta dagli
italiani contribuenti, fra cui anche una percentuale di non cattolici. Ad
esempio: gli immobili della Chiesa sono esenti dall'Ici (bonus del Governo
Berlusconi), gli enti commerciali pure perché fatti passare sotto finalità di
culto. Cioè basta che un supermercato della chiesa si costruisca una cappellina
all'ingresso o nel retro dello stabile per essere esente dal fisco. Nel contesto
di Rimini il Card. Bertone non dice di 6 miliardi di euro elusi al fisco in
agevolazioni fiscali dagli enti ecclesiastici. Bello sarebbe stato sentire un
Cardinale che avesse detto: "Ragazzi le tasse dobbiamo pagarle tutti, da
domani incominciamo anche noi''. La solita versione un po' sbiadita del Vangelo,
niente che riverberi la sua tempra "sovversiva" e il suo potente
spirito di solidarietà. Una chiesa che mette e toglie gli insegnanti di
religione con l'obbligo allo Stato di stipendiarli, però esclude nello stesso
tempo il finanziamento agli insegnanti di altre religioni. Una chiesa che
gestisce il gettito tasse 0,8 per mille, circa un miliardo di euro l'anno, con
resoconti a tutto tondo e con impieghi talvolta discutibili, vedi interessi
parapolitici. Una chiesa che mette sulla
groppa dello Stato italiano 1.230 cappellani militari con lo stipendio da
ufficiali, più un vescovo con il mensile da Generale d'armata, quando basterebbe
un sacerdote del luogo dove è funzionante una caserma per espletare le richieste
pastorali. Si dà cioè qui l'impressione che la chiesa una volta sistemata la
sua "bottega" non si cura più di tanto di costruire nell'ambiente una
vera coscienza sociale. Di qui si capisce anche il motivo per cui parecchi
cattolici cominciano a devolvere lo 0,8 per mille ad altre istituzioni sociali,
come i Valdesi. L'affermazione poi "pagare le tasse secondo leggi
giuste" diventa un po' riduttiva se si riferisce ad una classe (ingiusta) di
politici corrotti. Il dovere fiscale dovrebbe essere assoluto,
indipendentemente dai governati di turno, in quanto questi sono espressione
della mentalità e della coscienza (pulita o sporca) dei cittadini. Cioè i
nostri capi frodano perché escono da un popolo abituato a frodare. E se così fosse
si dovrebbe da parte della chiesa insegnare e testimoniare una legalità a tutto
campo, in alto fra gli onorevoli e in basso fra la gente, nelle istituzioni
ecclesiastiche e nella società laica. Se
no con questo ragionamento non si dovrebbe allora nemmeno fare più le offerte
in chiesa in quanto, vacci a vedere se il clero le usa secondo leggi giuste. La
chiesa cattolica nordamericana ha sprecato miliardi di dollari per sanare le piaghe
dei preti pedofili, allorché a risarcire avrebbero dovuto essere i colpevoli
stessi. Sarebbe corretto usare le offerte dei fedeli a questo scopo? Lo stesso
ragionamento andrebbe fatto in politica al riguardo del fisco. Ma qui si nicchia,
c'è troppa latitanza. Persino Vittorio
Missori, amplificatore mediatico della tradizione cattolica dà ragione ad una certa
chiesa con l’affermazione: "il cattolico ha diritto alla legittima difesa.".
Cioè di esentarsi dalle tasse. Si nicchia perché se il nr. 2409 del nuovo
catechismo condanna l'evasione fiscale è talmente scritto in piccolo che
bisogna inforcare gli occhiale per trovarne la citazione. E poi non basta
scrivere lettera morta, per obbligo formale. Bisogna anche battersi come si fa
contro l 'aborto, contro l'eutanasia, contro le coppie di fatto. Allora si
svegliano le coscienze e il confronto si fa vivace. Trapela che anche il papa
pubblicherà un enciclica sull'evasione fiscale. Adesso cominciano a muoversi un
po' tutti, perché sollecitati da altri fronti, che non sono quelli interni alla
chiesa stessa. Meglio così, meglio tardi che mai.
Gli
evasori fiscali sono i veri killer dello Stato
Anche Gesù ha pagato le tasse senza tanti distinguo
(Mt 17,27). Certo da allora i tempi sono cambiati, ma su quel comportamento si
fonda l'obbligo fiscale, più che non sulle esternazioni del “cattolico
adulto" Prodi. E quindi sì auspica una nuova pedagogia pastorale da parte
della chiesa. Ci si aspetta cioè che quando ogni prete fa l'esame di coscienza
ai suoi fedeli non continui a chiedere: "ti sei masturbato e quante
volte?" ma cominci con la domanda delle domande: "hai evaso le tasse
e di quanti euro?". Discorsi del genere sono quasi superflui in Svizzera.
Perché da una parte esiste una democrazia del "tutti per uno e uno per
tutti", che quando propone un referendum per l 'aumento delle tasse viene
accolto plebiscitariamente. E poi, cosa importante, perché la religione
protestante ci ha abituati (pure noi cattolici italiani) a cominciare dalla
coscienza personale, dal rispetto verso tutti anche pagando le tasse. I
protestanti svizzeri ci sorridono spesso: "Ah, voi avete la confessione e
quindi evadete frequente e vi confessate più frequente. E poi cominciate da
capo"· Quando c'è una vera coscienza non la si può barare. Con la
coscienza all'italiana invece si può sempre e senza tanti scrupoli. Di qui si
passa allo Stato che deve andar giù di brutto contro gli evasori. In una ricca
città del nord sono stati chiusi due negozi per mancata emissione di scontrini
fiscali. Dopo qualche giorno l'emissione è aumentata del 100%. In un baleno
rientrati 10 milioni di euro. In due comuni del bresciano un agente finanziario
ha fatto rientrare dagli evasori in un anno 250 mila euro. E poi tolleranza
zero contro i mega scandali dei vari Valentino Rossi, campioni dello sport,
gente dello spettacolo. Infine per scuotere l'ambiente ci auguriamo
l'organizzazione di un grande "Fisco-day" a livello nazionale sul
modello del "Family-day" del 12.5.07. Così ricuperiamo tanti soldini
anche a beneficio delle famiglie fondate sul matrimonio. Una bella
manifestazione promossa dai vari Pezzotta, Binetti, Buttiglione, Casini,
Berlusconi, col tam-tam di Radio Maria. Tutti a sfilare, anche i vescovi,
ovviamente senza mitra e senza pastorale, senza auto di scorta, guardie del
corpo e buttafuori, ma con tanta convinzione. La convinzione di chi vuole
gridare a tutti che l'evasione fiscale è uno dei peccati sociali più gravi
dell'Italia attuale.
Autore:
Albino Michelin
14.09.2007
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