Ventiseimila copie vendute in tre mesi
questa è la vera sorpresa, culturale e religiosa ad un tempo, registrata nel
nostro territorio. Ovviamente si tratta di una nuova traduzione non di una
nuova opera sacra. Di ciò presenta un ampio studio e relazione il Forum, bollettino
parrocchiale cattolico del Cantone, a significare tra l'altro l'interesse al
testo registrabile tra la nostra gente. Cosa impensabile fra i cattolici
italiani per i quali le devozioni sentimentali e il turismo sacro superano di
gran lunga l'interesse ai fondamenti ragionati e razionali della nostra fede. È
una traduzione che ci riporta al tempo delle origini, ricreando sia l'ambiente
di redazione dei testi, sia l'occasione e le circostanze a cui un determinato
brano o testo vorrebbe rispondere. E quindi il tentativo di riproporre una
traduzione non tanto in letteratura antiquata, ma con attualizzazione dei
vocaboli redatti all'oggi e soprattutto alle esperienze in cui noi si vive. Si
sa che ogni traduzione dei testi antichi arrischia anche di essere un
tradimento. In effetti, i due vocaboli hanno la stessa radice: dal latino
"tradere" che significa consegnare ma anche tradire. Sempre in una
traduzione si dà a quella determinata parola un po' della nostra
interpretazione, fatta d'esperienza maturatasi nel passato. Cioè è un po' una precomprensione,
un pregiudizio, un pretesto: vale a dire noi spesso ci troviamo quello che
abbiamo deciso già in partenza di trovarci. E quindi al significato povero del
vocabolo, del proverbio, del detto antico si aggiunge anche quello arricchito
dalla storia successiva, quella pervenuta sino a noi. Qualche esempio? Una
donna del nostro tempo reagisce mettendo le mani avanti quando le capitasse di
sentire o di leggere nel Vangelo: "Usate misericordia gli uni con gli
altri affinché siate figli del Padre Vostro celeste “. Tale donna se normale,
non assente da questa società, di attenzione vigile, ribatterà:" ma io non
sono un figlio, io sono una figlia di Dio"'. E questo come mai? Perché al tempo
di Gesù la donna come i bambini non veniva all'anagrafe conteggiata. Certo, non
era colpa di Gesù, ma della mentalità. Però lui mica la poteva sovvertirla di
colpo. Quando
e come è sorta la Bibbia? Si sa che la Curia romana è intervenuta parecchie
volte negli ultimi tempi per rifiutare, specie fra cristiani, inglesi e
americani, traduzioni aggiornate nella loro lingua. Però sta di fatto che anche
la Gerarchia cattolica si vede costretta a tradurre diversamente parecchie
cosette come la frase del Padre Nostro "non c'indurre in tentazione"
con la frase "non permetterci di soccombere alla tentazione". Nonché
l'Ave Maria che va tradotta: "Rallegrati, Maria". Ed ancora: nella
messa cattolica si prega o si parla sempre di "Signore", il Signore
sia con voi, Signore pietà, ecc. La maggior parte di noi non sa che il nome di
Dio nella Bibbia era intraducibile, composto di 4 consonanti senza vocali
"JHVH", cioè impronunciabile, che praticamente significava:
"l'Esistente il Vivente, l'Eterno". Potrebbero essere realtà di poco
conto, in pratica però ci obbligano ad interrogarci sul "come" è
sorta la Bibbia, in quale lingua originale è stata scritta, quanti sono coloro
che vi hanno collaborato alla redazione o chi vi ha messo le mani più tardi,
perché sono stati esclusi alcuni libri canonici, chiamati apocrifi, cioè nascosti
, messi da parte pur essendo contemporanei ai vangeli e di grande contenuto spirituale
come il Vangelo di Tommaso, quando si è conclusa la stesura ufficiale della
Bibbia, ecc. Ed ancora: come mai le bibbie circolanti sono spesso diverse le une
dalle altre. C'è una bibbia cattolica, una bibbia protestante, una bibbia ortodossa,
una bibbia ebraica, una bibbia dei testimoni di Geova ecc. Ciò non deve indurci
allo scandalo, ma ad un confronto sui testi e sulle origini, nonché sui motivi
talvolta di partito che hanno indotto ciascuna religione a prendersi la sua bibbia
sotto il braccio, tradurla e interpretarla secondo la sua storia. Qualche
risposta, per quanto breve, è pure necessaria. Anzitutto la bibbia non è un
libro, ma una raccolta di libri, una specie di biblioteca. Ognuno dei 72, (/69
o/ 65) libri, a seconda la confessione religiosa è stato scritto in tempi e
luoghi diversi, dopo lunghi racconti, di anni e di secoli, tramandati
oralmente. Si sa che gli ebrei antichi erano un popolo nomade e attorno ai fuochi
serali si raccontavano e tramandavano il mito di Adamo, di Noè, di Abramo, di Mosè.
Solo lentamente verso l'8° secolo prima di Cristo si cominciò a mettere in
iscritto a pezzi, a brani, nemmeno con molta logica né con scrupolosa cronologia.
In effetti i libri della Bibbia non sono né testi di storia, né verbali di
fatti scientificamente controllati. La quarantina di libri che vanno fino alla
nascita di Gesù e raccontano le esperienze del popolo ebraico venne definitivamente
chiusa addirittura un secolo dopo Cristo.
Il
perché delle diversità fra i Vangeli della bibbia
Lo stesso discorso vale per i 27 o 24
libri del Nuovo Testamento, quelli cioè che riguardano la vita, l'opera, il messaggio
di Gesù. Anche qui dapprima si fecero circolare racconti orali sul Profeta di
Nazareth, poi tali racconti si iniziò a leggerli durante le celebrazioni delle
prime messe od eucaristie nelle case, infine si mandarono per iscritto. Però
ogni comunità come quella degli evangelisti Matteo, Luca, Marco, Giovanni,
Paolo ecc. misero in evidenza di Gesù aspetti che riguardavano l'interesse e la
formazione della loro comunità e ne tralasciarono altri di minor interesse. Di
qui le diversità e talvolta le contraddizioni (in genere di poco conto) che si
riscontrano nei loro libri. Ad esempio Marco (Capo x) nel suo Vangelo e nella
sua comunità presenta un Gesù radicale in favore dell'indissolubilità del
matrimonio. Matteo (Capo 19) e la sua comunità, Paolo nella seconda lettera ai
Corinti (Capo VII) sono più possibilisti per un'eventuale separazione
(matrimoniale) Il che al tempo significava seconde nozze, stante
l'inaccettabilità del celibato e la vocazione alla procreazione. Al tempo: cioè
se non si ricostruiscono i momenti, i destinatari, le circostanze per cui gli
Evangelisti hanno di Gesù recepito accenti diversi, si entra in uno stato di
confusione. Un fatto è storicamente certo: che tutta la Bibbia, nel suo
complesso di libri viene citata per la prima volta nel 367 dopo Cristo. E
questo non come fatto di una decisione di qualche Sinodo o Concilio, ma come
prodotto di un lungo processo storico. Tenendo presente che la copia originale,
l'ebraico del vecchio Testamento, e l'aramaico di alcuni libri del Nuovo non
esiste più. In nostro possesso abbiamo solo la copia tradotta in greco. E non
dimenticando che verso l'800 dopo Cristo i Masoreti (scrittori della tradizione)
hanno inserito nel testo e nelle parole consonanti con le vocali. Si potrà
concludere allora che la Bibbia è frutto di una contraffazione letteraria? Fino
a questo punto certo no. La Bibbia è ispirata da Dio, secondo un'accezione che
va adeguatamente spiegata. Certo non parola per parola, né testo per testo, ma
nella sua logica interna. Se la Bibbia è conclusa nella sua stesura, però
l'ispirazione di Dio per poterla interpretare adeguatamente tradotta nel nostro
tempo non è ancora finita e non finirà mai.
Autore:
Albino Michelin
30.11.2007
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