Novembre è in Svizzera il mese dedicato alla "Festa
dei popoli" sorta già ormai da un trentennio ad opera del mondo cattolico allo
scopo di sensibilizzare le diverse etnie alla convivenza. Iniziativa diffusasi poi
pure in Italia ed altrove. L'occasione ci porta a rispondere ad una domanda spesso
ricorrente: ma l'Europa che continua a sbandierare le proprie radici cristiane
come ha contribuito al progresso dei popoli? O non li ha piuttosto sfruttati? Partiamo
dal 1500 e veniamo avanti. America
Centrale e Meridionale: allorché Cristoforo Colombo arrivò nella Bahama
la popolazione indigena del nuovo Mondo contava 50 milioni di abitanti. Un
secolo dopo meno di 20 milioni. Messico:
in trent'anni da 10 milioni si calò ad un milione. Distrutte le civiltà degli
Aztechi. Perù: da 8 milioni ad
un milione, perché gli Indios sotto gli spagnoli si rifiutarono di procreare.
Distrutta la civiltà degli Incas. Antille:
scomparsi 2 milioni in vent'anni. Amazzonia:
indigeni sterminati ancora oggi. Argentina:
l'ultimo indio della Patagonia è morto nel 1996. L’Europa cristiana è stata
assai poco umana nei confronti di quei popoli. Africa: nel 1500 è iniziata la tratta dei negri per
ripopolare le Americhe distrutte dalle conquiste spagnole e portoghesi e per
garantire le piantagioni. Una deportazione violenta aggirantesi sui 10-15
milioni di esseri umani. La traversata atlantica durava più di un mese, con una
mortalità del 50%. Su due persone una moriva per strada. In 300 anni 50 milioni
di vittime L'odierna miseria africana, l'arretratezza, le guerre senza fine
affondano le radici in quell'olocausto, cui sono seguite le dominazioni
coloniali, saccheggi, lavori forzati, devastazioni ecologiche. Congo: nella seconda metà del
1800 divenne una colonia belga. Al tempo la popolazione arrivava a 10 milioni
di abitanti. Dopo 30 anni sopravvissero meno della metà. La polizia belga
tagliava le mani agli africani che non riuscivano a consegnare la quantità di caucciù
imposta. Anche in questo continente l'Europa cristiana si comportò più selvaggia
dei selvaggi. Asia: le cose
non andarono meglio. Culla di antiche civiltà distrutte dai colonialismi
europei. India: favolosa nel
1600, ridotta alla miseria dagli inglesi. Il raffinato mausoleo costruito nel
'600 a Taj Mahal simboleggia il culmine delle civiltà considerate inferiori.
Distrutte dal colonialismo sistematicamente nei secoli a seguire. Verso il 1500
gli indiani, pellirossa, trasferiti
nell'America del Nord arrivavano a 6-7 milioni. Alla fine dell'800 ridotti a
meno di mezzo milione. Cina:
cultura egemone nel 1700, saccheggiata dall'Europa che nel 1890 dominava col
sistema delle concessioni più di metà del territorio. Le guerre per l'oppio
provocarono in quel tempo una decennale carestia, causa la quale morirono per
fame oltre 10 milioni di persone. Non andò meglio all'Indonesia, alla Malesia,
all'Indocina. Si salvò solo il
Giappone perché riuscì ad imitare nel suo assetto produttivo e militare le strutture
imperialistiche degli stranieri "dal naso lungo che puzzavano di
cadavere". L'Oceania:
alla civiltà occidentale ci pagò un prezzo altissimo. Gli Aborigeni dell’Australia:
all'inizio del 1800 erano mezzo milione, in cento anni si ridussero a 30 mila.
Anche oggi ai genitori vengono sottratti i figli per farli crescere come servi
domestici. Così dicasi della Nuova
Zelanda dove nel 1800 guerre ed epidemie portarono i Maori in un secolo
da 300 a 40 mila. Così per gli Hawaiani,
da 300 mila a 20 mila pure nello spazio di un secolo. In Oceania e in Polinesia per giustificare ogni
sorta di genocidi gli europei cristiani divulgavano favole sui selvaggi che
rifiutavano civiltà e religione bianca. Europa:
ci siamo fatti male da soli, cristiani contro cristiani, cattolici contro
protestanti. Dimezzata la popolazione tedesca nella guerra dei trent'anni
(1618-48). E nelle due guerre mondiali (1914-45. Italiani, austriaci, tedeschi,
inglesi, francesi, tutti contro tutti)) 60 milioni di morti. E oggi? Quasi 40
mila morti di fame e di stenti ogni giorno sono dai ricchi satrapi occidentali
lasciati o fatti perire. Dai 10 ai 15 milioni di esseri umani all'anno nel
terzo mondo e paesi a suo tempo dagli europei depredati. Teniamoci stretta la
nostra civiltà cristiana, ma come con la Shoah ebraica non fingiamo di ignorare
gli orrori del passato. Storia senza gloria. Un libro nero, non del comunismo ateo,
ma del capitalismo cristiano. Anche qui vale l’ormai noto proverbio: ricordare
per non dimenticare. E oggi tutta la canea contro gli extracomunitari, i
profughi, terroristi compresi: che magari molti non ci vengano addosso ad
esigere restituzione o per vendetta? Vale la pena porsi la domanda e dubitare:
la vendetta è un piatto che si consuma a freddo.
Autore:
Albino Michelin
24.10.2008
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