Questo Papa aveva destato molta impressione il venerdì
santo del 2005 allorché lanciò un vibrante appello alla pulizia usando
addirittura il termine di "sporcizia nella chiesa". Poteva essere
archiviato come un episodio seppur accorato del passato, se nonché il mercoledì
3 febbraio seguente ci ritornò sopra durante il discorso settimanale ai
pellegrini deplorando "il carrierismo" nella chiesa. Allora significa
che una certa costante di sottofondo esiste. Può darsi che l'intervento si
riferisca alle ultime notizie, vere o fasulle concernenti il caso Boffo. Si
ricorderà in effetti che qualche mese fa questo direttore dell'Avvenire
(quotidiano dei vescovi italiani) aveva ospitato (non molto consenziente)
numerose e penose critiche, provenienti dal clero e dai credenti impegnati,
rivolte alla vita privata di Berlusconi pubblicizzata e ammannita a tutti. Cioè
la classe politica ostenta disprezzo verso la pubblica moralità. Non solo, ma
lo stesso direttore aveva pure reso noto in luglio un duro intervento di Mons.
Crociata, segretario dei vescovi italiani puntando il dito contro i sopra
citati personaggi che vantano "un libertinaggio gaio ed irresponsabile".
Si ricorderà che al tempo si parlava di escort, e di veline che in cambio di
prestazioni sessuali venivano gratificate con promesse di qualche seggio elettorale.
A questo punto si immischia anche Feltri, direttore del "Giornale"
(quotidiano di Berlusconi) che restituisce la pariglia tirando in ballo il
comportamento di Boffo che qualche anno prima avrebbe subito una pena per i
suoi trascorsi omosessuali o cose simili. Boffo, colpevole o no, si dimette
stanco di combattere battaglie del genere. Le dimissioni, si scrisse, furono
contestate dai vescovi italiani che difendevano l'operato dell'Avvenire, ma
bene accolte dallo Stato del Vaticano, che attraverso il segretario Card.
Bertone sostiene il centro destra e il suo Presidente, forse in considerazione
dei numerosi privilegi economici e finanziari di cui la chiesa può beneficiare.
Qualche settimana fa le parti si ribaltarono. Feltri si scusò confessando di
non aver avuto a disposizione una documentazione sufficiente. Quindi trapelò un
po' da lui, un po' da altri con le solite smentite postume che a passare al
„Giornale “di Feltri un foglietto informativo sulla vicenda di Boffo siano
stati il Card. Bertone e il dott. Vian, quest'ultimo direttore del quotidiano
Vaticano "L’osservatore Romano". I due, in effetti, non gradivano
molto la linea talora eccessivamente aperta dell'Avvenire. Insomma un bel
guazzabuglio. Forse tutte illazioni, pettegolezzi, ciancie cose però che
riempirono giornali e TV.
La domanda: quando Papa Ratzinger il 3.2.1O parla di
"carrierismo" nella chiesa si riferisce anche a questo? Può darsi. In tutti i casi la denuncia non è senza
fondamento. Si vede che la chiesa ha veramente bisogno di pulizia e di trasparenza
nella sua gerarchia. Ci limitiamo a questo settore, ben inteso.
La
cordata ai dicasteri di curia
La denuncia ci permette di aprire un po' l'orizzonte
sia dal punto di vista storico e soprattutto dal punto di vista della realtà contemporanea.
Di questo Papa si possono avere diverse e contrastanti opinioni, non però sulla
sua concezione di chiesa che egli vuole pulita e trasparente. Senz'altro avrà
pure fatto e in parte condiviso il contenuto del libro "Via col
vento" scritto da "I Millenari" (alcuni prelati vaticani) nel
1999 (Editrice Kaos). In effetti, a pag. 84 viene riportata anche una sua
affermazione "la verità può solo essere trovata, non prodotta da una
votazione. Sarebbe come sostituire il potere della verità con la verità del
potere". La verità non può essere frutto di una votazione. Il che può
significare che non soltanto la verità teorica, ma anche quella pratica. E
verità pratica vuol dire anche la professione, il ruolo che si esercita. Questo
non deve essere frutto di votazione, cioè di bramosia per la carriera, di
amicizie personali, di cordate privilegiate, ma di coscienza e di onestà
interiore. Sappiamo bene che lungo la storia papi e cardinali talvolta sono
saliti al trono dopo di avere eliminato i propri avversari. Nel Medioevo e nel Rinascimento
sono note a tutti le lotte fra le potenti famiglie romane dei Colonna, dei
Castani, degli Orsini, dalle quali uscivano pontefici e prelati vincitori per
la forza del potere e non per la loro testimonianza evangelica. Fino al punto
che nacque anche il detto: "se la chiesa non l’hanno distrutta i papi non
la distruggerà più nessuno". Papa Ratzinger denuncia il carrierismo, ma
certamente pensa anche alle cosi dette "cordate" di carriera. A
guardare la situazione interna oggi è sì vero che la chiesa è cattolica, ma non
del tutto universale nella sua rappresentanza come la parola vorrebbe
significare. Nell'Annuario Pontificio del 1998 abbiamo nella curia vaticana due
potenti grappolate di cardinali e candidati alla loro successione in eredità a
quella precedente di qualche decennio prima. Nomi? Nasalli Rocca, S.Oddi, O.Rossi,
A.Samorè, L.Poggi, E.Tonini, A. Silvestrini, D. Monguzzi, E. Somalo, V.Fagiolo,
P. Marini, A.Casaroli ecc. Alcuni ancora viventi, altri defunti. Ciò non toglie
che ci si trovi di fronte a cristallizzazione di potere per cui ci si può
chiedere se la chiesa gerarchia è composta solo da piacentini e da romagnoli,
una volta affievolitasi la cordata romana degli anni 50 con i cardinali
Fumasoni, Biondi, R. Cariaci, D.Giobbe, L.Traglia, A.Ottaviani ecc.
Qui si potrebbe dubitare che ci troviamo di fronte ad
alcuni, due-tre filoni di carriere prelatizie a scapito di rappresentanti delle
altre nazioni e continenti del mondo intero. Quindi: Curia romana non
cattolica. Per dare la scalata ai suoi vertici si deve sempre essere un gruppo
compatto e coeso con un capocordata di cui i collaboratori devono sempre
restare a disposizione. È un lavoro di anni. Si finisce anche qui con la
faccenda delle raccomandazioni, del clientelismo, con le informazioni pilotate
solo verso una direzione, e con segnalazioni benevole per la corsa alle
poltrone, con silenzi diplomatici. Quanto si è lontani dalla chiesa delle origini
allorché pure il popolo credente veniva coinvolto nella scelta dei suoi pastori
e delle sue guide.
Paolo diceva a Timoteo: „Ti scongiuro di non fare mai
nulla per favoritismo". Ed ancora sembra denunciare il Papa attuale:
"Il problema primario oggi più che ieri il criterio per la carriera
all'interno della chiesa non è la spiritualità ma il servilismo, e che la dote
principale richiesta al futuro dirigente ecclesiastico non è lo spirito di
profezia (cioè il parlare e agire in nome del Signore) ma l'obbedienza all'autorità
suprema, sempre e dovunque. Sembra che qui il Papa si dia la zappa sui piedi,
ma è la pura verità. Dare la precedenza alla propria coscienza secondo la
lettera di Paolo ai Romani. Per cui le osservazioni o le allusioni alla coppia
Bertone-Vian potrebbero essere anche legittime. Eventuali comportamenti del
genere contro gli elementari principi della morale ne sono avvenuti in quantità.
Anzi che cosa sarebbe un foglietto calunnioso passato al direttore di un
giornale laico (di Berlusconi Feltri) rispetto alle vittime dell'inquisizione?
Con ciò non si deve concludere che tutto è un imbroglio. Ci mancherebbe, il
messaggio d'amore di Gesù non è un imbroglio. Imbroglio e imbroglioni sono
coloro che lo sfruttano per la loro sete di potere, per la quale hanno
costruito una teologia secondo cui nell'impostazione cattolico-romana venutasi
a creare soprattutto a partire dal Concilio di Trento (1560) il criterio decisivo
per credere, o per ritenersi cattolici è solo la mediazione della gerarchia e
struttura chiesa. Lo dichiara espressamente anche S. Ignazio di Lojola, uomo di
quei tempi, fondatore dei gesuiti: "se io vedo bianco e la chiesa mi dice
nero devo credere alla chiesa e e non a me stesso, devo negare negare la mia
evidenza". Ne viene che il baricentro spirituale dell’uomo non è più la
propria coscienza, dentro di sé, ma fuori di sé, nella gerarchia. I principi
non negoziabili non sono dentro di lui, ma nel volere dei superiori. E se il papato
ordina di scrivere le false „donazioni “ a Costantino imperatore, egli il
suddito lo fa convenienza. (Si dice che Costantino verso il 320 d.C. diede al
papato in dono l'Italia o i suoi territori, documento poi scoperto falso nel
1400 da Lorenzo Valla). E se la chiesa ordina di torturare gli eretici, il cattolico
lo fa, ad appiccare il fuoco alle fascine per il rogo delle streghe il
cattolico lo fa. E se gli ordina di firmare un documento falso (caso
Bertone-Vian Feltri?) il cattolico lo fa. Questo è l'uomo di chiesa voluto
dalla gerarchia. La vera chiesa di Gesù è molto più grande del Vaticano per cui
in alcune situazioni si deve prima obbedire a Dio e poi agli
"uomini". Non serve molto portare in testa curiosi copricapo
tondeggianti, bianchi, rossi o viola che siano per appartenere veramente alla
comunità dei giusti.
Papa Ratzinger quindi fa molto bene a denunciare il
marcio nella chiesa a patto però che tutti, in alto e in basso, si capisca che
una delle cause di fondo è il carrierismo. E che a sua volta una delle cause
del carrierismo è la svendita della propria coscienza per raggiungere un posto
al sole, cioè obbiettivi di potere.
Autore:
Albino Michelin
19.02.2010
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