Da qualche tempo la situazione in Italia fra Religione
e Politica, Chiesa e Stato sta decisamente deteriorando. Il motivo principale
probabilmente risiede nel fatto che nessuna delle due istituzioni ha il
coraggio di prendere sul serio l'art. 7 della Costituzione, che così suona:
"Lo Stato e la Chiesa cattolica sono nel proprio ordine indipendenti e sovrani".
Cioè ognuno ha tutta la libertà di esercitare la sua missione o le sue
idealità, senza però invadere il territorio altrui. Indubbiamente il
Concordato, stipulato fra Benito Mussolini e il Vaticano nel 1929, riveduto con
Craxi nel 1984, concede alla chiesa un sacco di privilegi, soprattutto
finanziari. Però nell'ultimo periodo la confusione regna totale sino al punto
che molti lamentano: "In Italia la chiesa fa politica, e lo Stato fa
religione". A prima vista una boutade, ma sinceramente ad una lettura
attenta molti sono gli sconfinamenti della chiesa nella politica e molte le
manipolazioni da parte dello Stato della religione a scopo politico. Cosi
prendono corpo sempre di più le reazioni dei cattolici, finora rimaste
represse. Dopo la scomparsa della Democrazia Cristiana negli anni 80-90 del
secolo scorso, in cui questo partito agiva anche in modo autonomo e mettendo la
mordacchia alle eventuali troppe pretese della chiesa, non certo osteggiandola,
ma posizionandola nel giusto ambito, (basti pensare al Presidente del Consiglio
De Gasperi, cattolico adulto che nel 1952 non ritenne opportuno fare la
genuflessione davanti al Papa Pio XII,) ora invece stiamo vivendo in pieno
marasma senza esclusione di colpi, da entrambe le parti. E di qui la deplorazione
di mons. Bagnasco, presidente dei vescovi italiani "dai media e dalla
stampa si divulga solo anticlericalismo. Si vorrebbe una chiesa muta". L’Avvenire
quotidiano dei vescovi aggiunge: "Il Papa spesso al centro di campagne
faziose". Si potrebbe tuttavia domandarsi se quest'anticlericalismo abbia
origine da un'intolleranza verso Dio e i ministri suoi, oppure invece sia la
risposta ad un diffuso mal di pancia che l'invadenza della chiesa in politica
sta facendo venire un po' a tutti
La Chiesa non dovrebbe cadere nella trappola
politica
Che i politici italiani, come di destra così di
sinistra, siano dei raffinati cortigiani della chiesa onde ottenere consensi
elettorali è cosa risaputa. Come ben visibile è l'astuzia di molti di loro nel
partecipare alle parate con i prelati, ai pellegrinaggi, alle devozioni, al
miracolo di S. Gennaro e relativo bacio. Ma la chiesa italiana non deve cadere
nella trappola, anzi deve stare fuori della mischia. Uno degli esempi più
eclatanti di mischia è la vistosa ingerenza politica in occasione del
referendum del 12-13 giugno 05 sulla procreazione assistita, cioè
l'autorizzazione della ricerca sulle cellule staminali prelevate da embrioni
non utilizzati. La gerarchia del tempo, nella persona del Card. Ruini, diede a
tutti un indirizzo-ordine: boicottare il referendum non andando a votare. In
effetti, non si raggiunse il quorum, con astensioni fino al 75%. E quindi ad
inneggiare il trionfo cattolico. Sarebbe come se il presidente di uno stato
straniero, esempio Sarkosy di Francia, ci venisse a consigliare di andare al
mare anziché votare. Certo nessuno di noi mette in discussione una presenza
leale e costruttiva della chiesa nel mondo e in Italia, ma non fino a spingersi
nei seggi elettorali, quasi facendola da padrona. Dopo quell'occasione aumentò
palesemente il dissenso anche all'interno del mondo cattolico. Il Vescovo di
Ragusa Paolo Urso disse: "Andrò a votare", e quello di Nuoro,
Giovanni Melis: "ognuno ha il diritto di votare secondo coscienza".
L'eccesso d'invadenza forse l'ha compreso anche il Card. Ruini, allorché tra il
serio ed il faceto in una conferenza si definì: "io sono nato come animale
politico". Espressione però pronunciata dopo le dimissioni dall'incarico. A
noi in Svizzera questa mentalità suona strana. In effetti allorché qualche anno
fa un referendum del genere fu lanciato anche qui, i nostri Vescovi pure fecero
un intervento congiunto, però propositivo, discorsivo e dialogico, teso cioè a
formare conoscenza e coscienza in materia. Questione non di sostanza, ma di
metodo.
Lo strappo
vincente: una via senza ritorno?
Nel clima sopra descritto si riesce ad inquadrare e comprendere
le ultime vicende, per non dire risse, concernenti il comportamento morale del
Premier Berlusconi e le esternazioni della gerarchia. Probabilmente lo strappo
è destinato ad una via senza ritorno. Qui di seguito un succinto di fatti e
un'opinione. Nel mese di maggio 2009 esplode il caso di una minorenne (ora
maggiorenne, Letizia Noemi) con cui il Premier avrebbe avuto delle attenzioni e
dalla quale si fa chiamare affettuosamente "Papi". Seguono a breve
tempo altre informazioni piccanti, cioè che il Premier nella sua abitazione
romana e nelle varie ville di sua proprietà intrattenesse nei privati festini
donne escort e qualcuna anche in grado di divulgare i suoi trascorsi notturni
con il Presidente. Il miraggio per le ragazze era un ruolo alla tv oppure un
seggio elettorale. Insomma nel giro di pochi mesi è saltato fuori di tutto. Non
è qui il caso di difendere o colpevolizzare. Il fatto si è però che i presunti
scandali in questo settore vanno ad aggiungersi ad un comportamento globale del
Premier, della sua politica all'italiana. Addomesticamento delle legge a
privati interessi, arroganza, linguaggio ironico, showman, superman, il
migliore presidente d'Italia da 160 anni a questa parte. Nessuno mette in
discussione la sua capacità imprenditoriale, il suo efficientismo dimostrato
anche sul piano nazionale, carente magari con i precedenti governi. Pure fuori
discussione la popolarità che gode fra gli italiani. La gente lo vota a piene
mani, lo vuole perché è un'icona, cioè il simbolo di quello che gli italiani
vorrebbero essere dentro di loro. Evasione fiscale, divorzio senza grane
finanziarie, morale elastica, anzi amoralità, relativismo etico, sesso facile,
furbizia di togliersi da ogni mala pensata. La gente si riconosce in lui,
condivide i suoi sentimenti, lo invidia da morire. "Non sono un
santo" ebbe a rispondere a chi lo "sputtanava" di aver passato
una notte con la prostituta Patrizia D'Addario, assurta all'onore di Dea
nazionale. Come dire: dal momento che santi non siamo, andiamoci a confessare e
poi ricominciamo, tanto tutto fa brodo. Un catechismo del genere è tutto santo
vangelo per gli italiani. Che la stampa estera ritenga Berlusconi pagliaccio e
dirigente di bordelli alla nostra gente non interessa nulla, solo gelosia e
diffamazione gratuita
Urgente per la chiesa la questione morale
La pazienza di qualche cattolico però ha superato i
limiti. E così il 31.5.09 viene divulgato alla stampa un articolo, presa di
posizione di un sacerdote, Don Farinello di Genova, teologo e biblista. Molti
settimanali diocesani hanno rotto l'omertà e pubblicato l'intervento in quanto
rappresentativo di un sentimento di disagio ormai diffuso. Alcuni passi:
"Nel nostro Paese sta diventando urgente la questione morale. Ai vertici,
un Premier dal narcisismo paranoico, con pubbliche frequentazioni di minorenni,
falsità, pianificazione di bugie, calunnia come lotta politica. I vescovi
assistono allo sfacelo morale del Paese, ciechi e muti, sepolti nelle loro
nuvole d'incenso che impediscono loro di vedere la realtà. Il popolo si divide in
due categorie, disorientati e rassegnati. Comincia a lasciare la chiesa e a
devolvere l'8 per mille ad altre confessioni religiose. Il magistero dei
vescovi è più diplomazia che profezia, con la morale di comodo basata più sul
principio dell'opportunismo che è la negazione della verità. Manca una critica
cattolica unitaria, decisiva, ufficiale presa di posizione. Tutto per salvare
una rete di vantaggi che il mondo cattolico italiano ottiene dallo Stato
(sull'ammontare di 9 miliardi annui, n.d.a.) ai quali non vuole rinunciare.
Esenzione dall'Ici, sovvenzione alle scuole private, oratori, insegnanti di
religione ecc. "Articoli di questo tenore cominciano ad apparire sul
settimanale "Famiglia cristiana" dal titolo "Superato il limite
della decenza. Degrado morale senza limiti". Sino al punto che anche
l'Avvenire è costretto a pubblicare interventi di malcontento generale. Si
spacca ulteriormente il fronte (supposto compatto) dei Vescovi. E mentre quello
di Piazza Armerina, Sicilia, si dice preoccupato di perdere l'appoggio
dell'attuale governo, un altro vescovo Tarcisio Crociata, segretario del corpo
episcopale, il 7.9.09 svuota il sacco: „noi stiamo assistendo ad un
libertinaggio gaio ed irresponsabile. Tutto ciò influenza i nostri giovani che
avrebbero diritto a comportamenti coerenti. Disprezzo di tutto ciò che è
sobrietà, pudore, autocontrollo, salvo poi a riferirsi alla chiesa per scopi di
interesse politico economico. Di qui emerge che per un uomo pubblico non esiste
un comportamento privato che sia esente dal giudizio della società o della comunità.
La chiesa
dovrebbe uscire dalla scena politica
Negli Usa quando Nixon o Clinton furono accusati di
rapporti extraconiugali dovettero rispondere al popolo e con sincerità. Non
cercarono gherminelle. Ma in America è forte l'influsso della religione
cristiano-calvinista dove ogni vocazione-professione è quindi soggetta al
giudizio dei sudditi. In Italia, nonostante la religione cristiano-cattolica,
la professione del politico è solo un'occasione per "magna magna".
Non esiste serietà professionale, la politica non viene praticata come dono, come
carisma, come esercizio di carità verso i cittadini. Ed è qui che la Chiesa è
chiamata a fare opera di urgente bonifica evangelica. A questo punto comunque
il Premier Berlusconi si sente messo in discussione. Conscio che senza
l'appoggio della gerarchia cattolica in Italia si troverebbe nudo tenta di
risorgere, andare a Canossa, riallacciare rapporti divenuti critici con leggi
gradite al Vaticano. Il baratto sottobanco sarebbe un patteggiamento, cioè far
passare in Parlamento alcune leggi: no al testamento biologico, no alla pillola
del giorno dopo, no alla RU 486 abortiva, no alle coppie di fatto. E nel
contempo garantire alla chiesa tutti i privilegi come nel passato. Paolo Grezzi
che non è un mangiapreti, ma punto di riferimento del cattolicesimo trentino,
quindi genuino, dichiara: "a questo punto la chiesa deve uscire di scena,
non continui a dettare l'agenda politica. Questi patteggiamenti sono la prova
della sua debolezza. La chiesa in Italia è agli sgoccioli, deve riappropriarsi
credibilità con la testimonianza". Il nostro consiglia di uscire dalla
scena politica. Ha ragione, perché già si parla di una chiesa che lavora per
costruire una politica di centro sdoganando Berlusconi Spa. E qui si cadrebbe dalla
pentola alle brace. Oggi in Italia sta scomparendo una destra che difende
l'istituzione chiesa e una sinistra che la contrasta, tutto sta diventando
trasversale. Cioè abbiamo persone di destra che non accettano la chiesa
istituzione politica e altrettanto si costata fra le persone di sinistra.
Questo è ormai un muro di Berlino che non esiste più. In occasione della fiera
dell'oro a Vicenza il 10.9.09 un'impiegata operatrice di 28 anni, proveniente
da un'altra città che viaggia da Basilea a Hong Kong, J.D. ebbe l'occasione di affermare:
„io sono una cattolica praticante, membro del consiglio parrocchiale, del
consiglio zonale, del consiglio diocesano. Mi vado a confessare una volta al
mese. La mia opinione sull'argomento? Assistiamo ad una grossa frattura nella
chiesa fra la gerarchia e la base. Come istituzione questa chiesa è un regime.
Non ha umiltà, non ha misericordia. E' preoccupata solo del perbenismo e
dell'apparire. Sta sempre sul negativo. Dovrebbe vivere e insegnarci di più la
spiritualità, l'interiorità, il senso di Dio. Diventare più vera. Di questo noi
giovani oggi abbiamo bisogno.". Grazie Jsabella, tanto basta e
ce n'abbiamo d'avanzo.
Autore:
Albino Michelin
09.10.2009
Nessun commento:
Posta un commento