Non si è spento ancora l'eco del messaggio
SOS nei confronti
dei seguaci di Maometto
lanciato agli italiani
dal Cardinal Biffi di
Bologna il 13 settembre 2000 in occasione della settimana pastorale Regione
Emilia-Romagna. "Mamma, li turchi!' gridavamo qualche anno fa, oggi si
rincara la dose: "Mamma, gli arcieri di Allah". Il prelato bolognese
vuole difenderci dalla minaccia musulmana! Per salvare l'identità della nostra
nazione bisogna gestire l'emigrazione privilegiando i cattolici. Le nostre due
razze sono incompatibili, la loro cultura, tradizione, religione sono
intolleranti e integraliste. Per loro non esiste il concetto di Stato laico, lo
Stato è soltanto la sentinella del fanatismo religioso. Di questo passo l'Europa
non sarà più cristiana, ma musulmana. Indubbiamente un linguaggio del genere
tenuto da Mons. Biffi nella doppia veste di cittadino e di principe della
chiesa non poteva lasciare indifferenti. In effetti ci fu chi ha reagito
imbrattando notte tempo i muri delle chiese con la scritta
"Razzisti", chi ne ha stemperato i toni di crociata come il Cardinale
Martini di Milano, e chi ne ha tratto occasione di propaganda elettorale. Non
Vale la pena qui entrare in merito ai tanti dibattimenti in corso
sull'immigrazione, sul controllo degli extracomunitari, sul pericolo delle
infiltrazioni malavitose: tutti aspetti importanti da trattarsi nelle debite
sedi. Di passaggio comunque potremmo sentirci liberi di esprimere in merito
qualche opinione differente. Anzitutto proclami del genere sanno di
fondamentalismo antico tradotto in versione moderna. Nel medioevo gli
"infedeli" della mezzaluna li si andava ad eliminare nei loro
territori, oggi non potendo più usare spade e scimitarre li si vorrebbe con la
legge eliminarli dai nostri. Anche questo potrebbe essere un nuovo muro di
Berlino. L'allarmismo verso i vu cumprà e loro discendenti potrebbe rinfocolare
antichi rancori razzisti e nostalgie a beneficio della purezza del sangue
ariano di recente memoria e che si risolsero nell'olocausto.
Anzitutto Mons. Biffi non
dovrebbe dimenticare che gli spagnoli riconoscono oggi che nella loro storia di
un tempo si stava molto meglio sotto i musulmani che non sotto i cattolici. Inoltre
se l'Europa occidentale non si fosse progressivamente emancipata dalla chiesa
cattolica costringendola a riformarsi c'è da chiedersi se i valori di libertà e
ragione avrebbero lo stesso spazio nella nostra società. Cioè intolleranti
siamo stati anche noi da nostra parte, e quindi un po' di umiltà e toni meno
aggressivi nei confronti dei maomettani porterebbe il match in pareggio. Non
occorre poi finire al messaggio evangelico che identifica l'accoglienza di Gesù
con quella dello straniero, perché qui si volerebbe troppo alto. Messaggio che
comunque dovrebbe costituire pane quotidiano per un porporato di santa Madre
Chiesa. Di proposito invece interessa qui sottolineare un aspetto insolito cioè
che l'islamfobia del Cardinal Biffi sia un po' gratuita e, non del tutto
motivata. Basta soltanto mettere il naso fuori dall'uscio di casa nostra:
l'incalzante civiltà dei consumi fra breve accomunerà maomettani e cattolici,
arabi ed europei negli stessi interessi, omologandoci negli identici obiettivi.
Ciò si può dimostrare riferendoci ad una serie di studi, inchieste,
pubblicazioni condotte da due eminenti sociologi maghrebini, Kadi e Bedida,
sull'argomento famiglia, matrimonio, natalità, sessualità.
Sempre più in diminuzione i fondamentalisti
e le islamiche col chador
Il Maghreb, come noto, è
un'ampia regione nordafricana; di religione musulmana, comprendente l'Algeria,
la Tunisia, il Marocco sui trenta milioni di abitanti. Dall'ultimo trentennio
ad oggi anche fra di loro le cose sono profondamente cambiate, e stanno
evolvendosi con un'accelerazione imprevista ed imprevedibile. Anzitutto la
natalità è in caduta libera, e questo smentisce il luogo Comune che gli arabi
stanno "appestando ed appesteranno mondo di bambini"; Nel 1970 la
media si aggirava sui 7-8 figli per coppia, nel 95 era scesa a 2-4. Il tasso di
fecondità femminile si è fra questi musulmana in 25 anni abbassato, quanto
nella cattolica Francia in un periodo di ben 250 anni. In effetti nel 1750 la
coppia francese registrava 6 figli, e oggi 2, ma dopo due secoli e mezzo. Fra
gli islamici del Maghreb inoltre si è innalzata l'età del matrimonio: 28 anni
per le donne, 31 per gli uomini. Tre decenni or sono le prime nascite venivano
registrate da mamme baby, cioè già dall'età di 17-19 anni. I figli non vengono
più considerati una benedizione del cielo, la donna non è più apprezzata per la
sua maternità. Coppia felice è quella che si limita a due figli, meglio se
sparigliati: maschietto e femminuccia. L'uomo considera la propria moglie non
più soltanto come madre dei propri figli, ma soprattutto come partner. Dunque
il valore della donna ha cambiato natura: la donna vuole essere responsabile
del proprio destino, autonoma, inserita nella vita attiva e nell'economia di
mercato. In aumento pure il numero del celibi: dal 5% nel 1970 all'attuale 16%.
I contraccettivi sono passati da un 4% nel 1970 ad un 60% nei nostri giorni.
Ovviamente questo processo, più lento nelle campagne, è galoppante nelle
località urbane, ma ciò lo si è costatato pure in Europa, è la logica che tutto
il mondo è paese. Sia esso sotto gli occhi di Allah o del nostro Dio Uno è Trino.
Si dirà che il Maghreb rappresenta un piccolo tassello "voluto" nel
grande mosaico musulmano, rimasto aggressivo ed irriducibile. Ovvio, si tratta
di una minoranza, però emblematica ed anticipatrice. Chi si mette nella strada
del benessere finirà con un certo livellamento di valori e con l'addivenire sul
piano religioso più relativista. Certo il relativismo morale è un regresso, ma
nessun male viene per nuocere. Il relativismo porta con sé anche una certa dose
di tolleranza. In questa ottica del problema Islam, sia pure opinabile, ci sarebbe
dal consigliare al Cardinal Biffi meno "grida" di manzoniana memoria
e solo un po' dì pazienza. Quando fra non molto i musulmani residenti in Italia
si saranno costruiti la loro villetta, circoleranno in BMW, apriranno un
artigianato sotto casa, installeranno le loro paraboliche, avranno in tasca il
loro Bancomat, frequenteranno i locali a luce rosse, avranno assaporato tutti i
piaceri e i comforts della modernità, allora le loro figlie lasceranno il
chador e indosseranno il bikini, le moschee diventeranno dei musei come molte
cattedrali cattoliche, il matrimonio un contratto a tempo, il venerdì giorno
festivo dove si lavorerà per il turismo guadagnando più che gli altri giorni
settimanali, il ramadan diventerà una specie di carnevale, e Allah dimenticato
non eserciterà più i suoi pieni diritti. C'è chi paventa che con i Musulmani
potrebbe essere guerra totale e l'estinzione dell'Europa, c'è invece chi
ravvisa la soluzione sopra ventilata. Nel qual caso però anche l'Islam
perderebbe molto della sua cultura, della sua tradizione, della sua identità, e
questo con buona pace del Cardinal Biffi. Se dovesse avvenire sarà però una
perdita per tutti, anche per i cattolici italiani.
Autore:
Albino Michelin
26.04.2001
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