Milingo
Vescovo africano in Italia la sua vicenda non rappresentano il fatto più
importante dell'estate 2001, ma certamente uno fra i più chiacchierati. Sufficientemente
significativa sembra una sollecitazione arrivata da una conversazione di
gruppo, così sintetizzabile. " Milingo avrebbe dovuto dimostrarsi più
serio e più uomo. Ha sposato Maria Sung, con cerimonia più o meno discutibile,
più o meno cattolica? Non importa, egli avrebbe dovuto restarle fedele e non
piantarla in mezzo ad una strada. Prima il dovere, cioè il rispetto alla parola
data e poi l'adesione a determinate regole interne della chiesa. Inoltre si
considera l'intervento del Vaticano e del Papa come un abuso ed una violenza
alla coscienza privata. Il Papa avrebbe dovuto consigliare questo Vescovo e
tenersela come moglie e non abbindolarlo per ripudiarla. Invece, questa forma
di sequestro, di lavaggio del cervello, di sensi di colpa, di pubblicazione di
lettere personali attraverso la TV di un testa a testa fra i due partner
concesso solo alla presenza di testimoni inspiegabili, fra cui l'incaricato
stampa del Vaticano e l'ambasciatore di Corea e dello Zambia ed altre autorità
guardone, denota poco rispetto della privacy dei due e dà l'impressione che
show e telenovela siano stati causati più dal comportamento delle gerarchie
cattoliche che non dai due interessati stessi. Se poi tutto questo è stato
orchestrato per togliere Milingo dalla setta di Moon tanto peggio, perché
allora significa che siamo tornati ancora alla guerra di religione: ognuno tira
adepti per il suo partito. Il papa avrebbe dovuto lasciare Milingo alla sua
decisione ed eventualmente mettere in atto le conseguenze del caso. Ma farlo
passare come pecorella smarrita che torna all'ovile, fargli subire castighi e
pubbliche penitenze per uno scandalo che non esiste, tutto ciò si ritorce a
scapito della Chiesa stessa. Sì, scandalo che non esiste, perché anche Gesù si
è preso apostoli celibi e apostoli sposati per formare la sua chiesa, in modo
particolare Pietro primo Papa e non gli ha comandato di ripudiare la propria
moglie, come invece si è imposto a Milingo. E se essa fosse stata incinta di un
bambino come l'avrebbe messa l'autorità ecclesiastica? Si sarebbe data la
precedenza al più debole e quindi sancito questo matrimonio? Questa in sintesi
l'opinione circolante, sulla quale però molte persone anche praticanti
convengono. Saltiamo tutta questa problematica periferica e fonte di sensazionalismo
dei media. Diamo spazio ad un altro interesse e andare in profondità: cioè,
Milingo ha compiuto questo passo, detto sceneggiata, per amore verso una donna
o per delusione frutto di solitudine interiore, o per reazione contro una
mentalità, una teologia, una liturgia, un cattolicesimo di stampo solo ed
unicamente europeo?
Tipica
espressione della civiltà africana
Chi
conosce e ha seguito la storia di Milingo e della spiritualità africana
nell'ultimo ventennio si accorge che questo vescovo è la tipica espressione, il
portavoce più accreditato della civiltà nera in seno al cattolicesimo. Di qui
il fiatone e tutto lo scompiglio verificatosi ai vertici della Chiesa, nonché
della setta di Moon, delle ambasciate di Corea e Zambia. Da non sottovalutare
il carattere di Milingo. Aspetto rassicurante, faccione tondo e sorridente,
accompagnato dal suo inseparabile tamburello su cui battere il tam tam di
vivaci liturgie. Concorrente al Festival di S. Remo 1997, esorcista, scacciadiavoli,
entusiasmo delle folle. Africano verace, avveduto e fanciullesco, furbesco,
scaltro ed ingenuo ad un tempo. Nasce nel 1931 nello Zambia, dalla tribù dei
Ngumi, fino a 12 anni analfabeta e guardiano degli zebù. A 39 anni diventa
vescovo a furor di popolo, al suo tempo uno fra i più giovani vescovi del
mondo. Soprattutto egli è un guaritore, carico di energia interiore, come si
riscontra di frequente nella civiltà nera ed asiatica. La Chiesa di Roma apre
l'occhio e per 20 anni lo tiene sotto controllo soprattutto per la
contaminazione della liturgia cattolica con riti africani. Rimosso a causa di
ciò dalla sua sede, inserito artificiosamente o internato in uno dei tanti
uffici curiali romani, non rinuncia alla sua verve e alla sua identità. Così
ogni fine settimana s'invola dai sacri palazzi apostolici, fonda gruppi e
comunità carismatiche popolari, celebra messe oceaniche con malati, storpi,
ciechi. Cosa che molti poterono constatare in un maxitendone di Erbusco
(Brescia) la domenica 20 maggio 2001, una settimana prima del suo matrimonio.
Si potevano contare dalle 6 alle 8 mila persone. Ovvia quindi la sua simpatia
ed apertura verso gruppi affini, come la cosiddetta setta di Moon, da lui conosciuta
anni prima, nella quale incontrò la coreana Maria Sung, di 26 anni più giovane
di lui, con cui il 27 maggio si sposò. Non si può dire se per amore, se per un
senso di solitudine frutto di una lunga serie di interdetti che gli pendevano
sul capo, o se per reazione plateale e teatrale nei confronti della gerarchia.
Attraverso il breve racconto della sua vita si può leggere e intuire sullo
sfondo problemi molto più importanti delle nostre curiosità epidermiche che si
potrebbe tentare di tratteggiare.
Sfiducia
verso i pasi occidentali
Anzitutto
la secolare sfiducia e il sordo rancore di quel popolo verso i paesi europei ed
occidentali per le lunghe rapine perpetrate nei loro confronti lungo i secoli:
colonialismo e sfruttamenti. E all'avversione verso la nostra civiltà
aggiungasi l'avversione verso la nostra cultura, stile di vita, religione e certi
modi di impiantare colà il cattolicesimo.
Milingo e la teologia africana rifiutano quel tipo di evangelizzazione
che non tiene conto dell'inculturazione nel loro ambiente. Essi sostengono che
Gesù si è sì incarnato nel popolo ebraico, ma non ha imposto a nessuno di
diventare ebreo. Così oggi egli va incarnato con modalità diverse e rispettando
le peculiarità di ogni popolo. Quindi rifiutano l'importazione tout-court del
cattolicesimo romano nel loro ambiente, sono d'accordo per un innesto rispettoso.
In secondo luogo essi definiscono quella europea una chiesa tutto testa e
niente cuore. Per loro noi siamo dogmatici, cerebrali, pragmatici, razionali,
standardizzati, omologati, giuridici, legalisti. Essi invece si definiscono
fantasiosi, spontanei, comunicativi, ricchi di relazioni umane, guaritori.
Reagiscono allorché noi li chiamiamo stregoni e santoni, mentre i nostri
operatori di interventi sananti vengono chiamati santi, dopo esame compiacente
di qualche medico casalingo. Milingo e gli africani prendono alla lettera il
vangelo di Marco secondo cui Gesù passava per città e villaggi beneficando
tutti. Rimproverano alla chiesa di Roma di riservare privilegi da cui essi per
primi si sentono discriminati. Ad esempio tutti sanno che in Ucraina dopo il
concordato di Brest del 1598 sono accettati nella chiesa cattolica preti
sposati, quale premio per essersi convertiti a noi dalla chiesa ortodossa
greca. Mentre nonostante ripetute richieste ciò non viene concesso ai preti e
ai Vescovi di rito africano, secondo il consiglio di Paolo: "il vescovo
sia irreprensibile e marito di una donna soltanto". Ci considerano degli
ingenui di fronte alla loro storia e al loro tipo di società. Ad esempio
inconcepibile in Africa un capo tribù che non sia sposato. Viene considerato
omuncolo senza prestigio. Così è del prete celibe: non raccoglie credibilità.
Questi sono alcuni aspetti di fondo nella vicenda Milingo, mai toccati dalla
stampa e dalla TV: non fanno sensazione. Si è detto che la setta di Moon abbia
strumentalizzato la signora Maria Sung allo scopo di conquistare Monsignore
alla loro causa e alla loro chiesa. Una supposizione forse probabile. Di
rilevanza comunque fuori di ogni consuetudine il fatto che lo stesso Papa si
sia mosso ad implorare il ritorno della pecorella smarrita: l'importanza della
posta in palio. Probabilmente se si fosse sposato un curato di campagna,
nessuno si sarebbe preoccupato di lui. I superiori più vicini gli avrebbero
interdetto la messa e il povero curato abbandonato alla sua sorte sarebbe finito
a belare fra le spine e i dirupi, cancellato dalla memoria di tutti. Ma qui non
c'era di mezzo una pecorella smarrita, c'era di mezzo la lana. Cioè degli
interessi per quanto di marca religioso-politica.
Timore che Milingo
fondasse una chiesa africana
Vale
a dire il pericolo che se Milingo, vero turbo diesel, se ne fosse andato
avrebbe trascinato con sé il cattolicesimo africano con la fondazione di una
chiesa nera parallela a quella romana, come avvenne con Lutero per la chiesa
protestante nel 1517. In margine a questa vicenda è stata fondata recentemente
a Bolzano l'associazione ASDO (per separati e divorziati) i quali lamentano la
durezza quasi vendetta della chiesa nei loro confronti, proibendo comunione,
lettura della bibbia nella messa ed altre attività ecclesiali. L'inaugurazione
è stata accompagnata da una lettera inviata al Papa e alle gerarchie vaticane:
"Trattateci almeno come Milingo".
Autore:
Albino
Michelin
21.09.2001
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