Mercoledì 12 novembre 2003 diciannove Italiani fra
carabinieri e militari sono stati uccisi in Iraq
vittime di un attentato di kamikaze. Autori delle strage sono
ovviamente i nemici dell’America e dell'occidente. Ladro è chi ruba (USA) e ladro
anche chi tiene il sacco. A tenerlo Il sacco sono in parecchi, fra cui in prima
fila l'Italia di Berlusconi (e non precisamente degli Italiani). In sostanza
loro nemico è chi ha scatenato questa pretestuosa guerra, non tanto per
raccogliere pomodori e barbabietole, ma per interessi di petrolio e di
controllo strategico del Medioriente. Loro nemico è pure chi sotto pretesto
umanitario (l'Italia) fiancheggia le forze di occupazione americane, anzi essa
stessa considerata dagli iracheni ingiusta occupante. Il cordoglio degli Italiani
è stato unanime, spontaneo, sincero. Un solo caso d’inciviltà quello di Ral 2
il venerdì sera 14 novembre, qualche ora dopo l'arrivo delle salme, in cui
venivano trasmesse le sfottanti volgarità di "Isola dei Famosi" con
la Simona Ventura a schiamazzare e cucuzzare con la contessa De Blank a dare
della stronza a Carmen Russo. Ma per i funerali di Stato di 4 giorni dopo
l'Italia si è ritrovata In silenzio nella sua Identità nazionale
e nella sua fierezza di civiltà antica. Si sa però che da noi queste cose
durano poco, (il giro di una settimana), allorché passata l’overdose
televisiva, chiusa la retorica del libro Cuore, spento lo slancio patriottardo
del "siamo tutti ·carabinieri, andiamo tutti a liberare l'Iraq"
singhiozzato da giovanotti, donne, pensionati, finito il panegirico nazionale
per i 19 martiri sulla terra e 19 beati in cielo, si deve dare spazio alle
riflessioni. l giudizi in
merito sono come di un menù alla carta. Vale a dire ciascuno prende ciò che più
gli aggrada e magari conferma
la sua posizione precedente. Allora l pacifisti sostengono che essi avevano
ragione a contestare questa guerra preventiva e che questo terrorismo è
soprattutto risposta, difesa, resistenza. GIi interventisti invece dichiarano
che bisogna continuare ancora così, con maggiore dispiego di armi e di
intelligence perché questa è aggressione selvaggia. E la chiesa Italiana nella
sua componente di gerarchia e vescovi? Personalmente la maggioranza ha deluso,
con qualche eccezione minoritaria che lascia spazio ad un respiro evangelico. Tutti
hanno ascoltato Il sermone funebre di Ruini(18.11.03), Cardinale, presidente del
Vescovi: "Signore, benedici e proteggi il nostro popolo e i nostri soldati.
Non fuggiremo davanti al terrorismo, lo combatteremo. Continueremo nella nostra
missione di pace In Iraq …''. A parte Il fatto che "continuare" non dipende
dalla chiesa ma dal governo Italiano, abbiamo qui un netto ritorno alle origini,
alle posizioni filoamericane, da sempre più consone alle componenti della nostra
Gerarchia. Da esse il porporato a malapena si era distanziato prima del
conflitto con qualche affermazione sfuggitagli fra i denti. La giustificazione
da lui esibita: "Sulla guerra non abbiamo cambiato idea, sul dopoguerra
sì" (Ma per caso, siamo nel dopoguerra In Iraq?).
Con questa componente maggioritaria l'episcopato italiano ha sepolto il pacifismo proclamandosi "chiesa pacificatrice
". Di chi, di che cosa, contro chi e contro che cosa è difficile spiegare.
Il Papa da parte sua ha parlato di ''vile attentato", ma forse ci si
attendeva più chiarezza anche nello stigmatizzare la causa di questo attentato.
In effetti ci troviamo ora "finita" la guerra di fronte ad un
terrorismo globale. Abbiamo paura di dire che troppa gente nel mondo odia
l'America e non solo per gelosia? Cioè non solo perché l'America è potente, ma
soprattutto perché è prepotente? E
come limitare questa prepotenza che poi è la causa principale di tanto terrorismo
globale? All'Interno però dell'episcopato italiano vi è pure una minoranza di vescovi
sostenuti da diversi missionari e credenti
laici, fra cui in prima fila il Vescovo di Caserta, Mons. Nogaro. Egli dice:
"il fenomeno del terrorismo non si combatte con
le armi. l nostri soldati devono tornare dal fronte perché è cosi che si
comincia a celebrare la pace. Non facciamo Il culto del martiri e degli eroi
della Patria strumentalizzando la morte di questi nostri giovani per
legittimare guerre ingiuste". Repentine le reazioni del politici. Cossiga
ha chiesto immediati provvedimenti contro l'indegno, Il Ministro dell'Interno Pisanu
ha Inoltrato al Vaticano richiesta di rimozione dalla diocesi di Caserta. Nulla
di nuovo sotto Il sole. Anche Gesù Cristo è stato condannato dal potere
sacerdotale (Anna e Caifa)
unitamente a quello politico (Pilato). Ma gente di fede come Mons. Nogaro ed estimatori
non si lasceranno certo intimidire. È questa la chiesa, anche se minoranza, su
pace e guerra, che ci può interessare. La validità di un messaggio
morale infatti non si valuta secondo il numero dei sostenitori come
nelle democrazie, ma in base alla qualità morale del contenuti. Ed è questa la
chiesa, cui molti desiderano appartenere.
Autore:
Albino
Michelin
12.12.2003
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