In
passato il luogo dove si ascoltavano le dissertazioni teologiche sullo Spirito
Santo e d’onde si apprendevano le lezioni sui doni e carismi era il pulpito
delle chiese. Oggi invece è diventato anch’esso un affare di auditel e di
audience. In effetti diversi conduttori e cronisti televisivi verso metà aprile
2005 in occasione dell’imminente conclave dopo la morte di Wojtyla allorché i
più elementari sondaggi giornalistici davano per papabile Ratzinger asserivano
in tutta prosopopea che lo Spirito Santo stava guidando la scelta del sacro
collegio. Il tutto in clima di vespismo invadente e garrulo, a cui il portacolori
Bruno Vespa appunto non si deve perdonare la risposta al messaggio di
condoglianze inviato alla curia vaticana il giorno dopo la morte di Wojtyla:”
le condoglianze della chiesa russa sono ipocrite”. Squallido processo alle intenzioni senza che nessuna autorità vaticana
o italiana protestasse. Dunque comunicato:” lo Spirito Santo stava guidando il
conclave” come si trattasse di una notizia di borsa o di mercato. Allorché lo
stesso eletto Benedetto XVI nei suoi precedenti studi teologici era di
tutt’altro avviso. Cioè che l’assistenza dello Spirito Santo nell’elezione del
papa, come in tanti altri passaggi cruciali della chiesa, va intesa in senso
elastico, cioè non come se fosse lui a suggerire il nome del futuro pontefice. Ed
è ancora Ratzinger che scrisse poco tempo fa nel “El Mundo” testuali parole:”
non vorrei dire che Lo Spirito Santo interviene nell’elezione di un papa perché
chiaramente vi sono molti esempi di pontefici con la cui elezione non ha avuto
nulla a che vedere”. Parlare come se ne arrogano il diritto certi nostri
reporter televisivi confonde e intontisce ancor di più le persone che non hanno
la capacità di discernere criticamente fra i meandri del linguaggio teologico.
Vorrebbe dire che se l’eletto dai cardinali si sentisse eletto da Dio, nessuno
ci potrà liberare dal fondamentalismo cattolico, perché in tutte le religioni e
non solo in quella islamica, una base certa di questo principio è proprio
credere di essere gli eletti da Dio. Di qui si capisce che cosa oggi non fa un clericalismo
senza fede, la fame di lucro e di notorietà mediatica. L’occasione potrebbe
indurci a limitare un po’ tutti sia nell’ambito ecclesiale come in quello laicale
l’enfasi sullo Spirito Santo.
Lo Spirito
Santo nelle valigette diplomatiche.
Subito le mani avanti, non nego l’esistenza di questa realtà né la metto
in dubbio, ma discutibile diventa tutta questa sicumera, sia essa di singolo
come di gruppo, che si arroga il diritto di collocare lo Spirito Santo negli
ambiti, settori, categorie, personaggi, riti, circostanze di propria scelta e
di escluderlo invece da altre di non proprio gradimento. Questo stato di cose si
esprime spesso, esempio fra i tanti, con le seguenti asserzioni:” che cosa ne
sappiano i laici dello Spirito Santo, non è cosa loro, è appannaggio riservato
alla gerarchia cattolica, in parte al clero “. Ci segue poi anche un cartellino
giallo:” i laici non si permettano di giudicare, tanto meno di criticare la chiesa
perché essi non possiedono lo Spirito Santo”. Con tale linguaggio si dà
l’impressione che esso sia custodito come in una valigetta diplomatica, che
soltanto agli uomini del potere sacrale è dato di aprire ed estrarre in porzioni
adeguate da conferire in occasione di battesimi, cresime e atri sacramenti. Uno
Spirito Santo che in pienezza al 100% risiederebbe nel Papa, quindi nei
cardinali, vescovi, e giù in ordine decrescente fino all’ultimo degli umani. Qualche
osservazione sembra doverosa. Allorché nella chiesa delle origini si dovette
completare il numero degli apostoli dopo la scomparsa di Giuda furono presentati
da Pietro alla comunità due nominativi: Mattia e Barnaba. Ed essa scelse il
primo (Atti capo1). Ma poco più tardi gli stessi credenti del gruppo (10,45) si
meravigliavano perché lo Spirito del Signore si effondeva anche sopra i pagani.
Nel caso Pietro dovette spegnere la loro gelosia dichiarando:” chi siamo noi
per porre impedimento a Dio?” (11,17). Come dire, lo Spirito Santo lo
possiedono tutti gli uomini, credenti o meno. Giustificazione di ciò si trova
anche nel primo libro del Genesi, Bibbia, racconto delle origini. (La Bibbia
non è un mito, ma ne contiene parecchi per facilitare la comunicazione del
messaggio iniziale). In tale mito si descrive appunto l’apparire dell’uomo
sulla terra, sul quale Dio soffiò il suo alito, cioè il suo Spirito Santo. Ogni
uomo prima ancora di aderire ad una religione o meno, di scegliersi una fede o
meno, è immagine di Dio e ne possiede lo Spirito suo. Non esistono di fronte a
Dio degli eletti battezzati e dei bastardini non battezzati. Il vento soffia
dove vuole, non si sa da dove viene e dove va. (Giovanni 3,8). Così è dello
Spirito Santo. Se una differenza tra esseri umani ci sia è solo nella possibilità
o meno che si dà a questo Spirito di manifestarsi a noi e agli altri, diremmo
nell’utilizzo. È come avere un deposito in banca, a nulla serve se il
proprietario non lo mette in circolazione.
Cristiani come bottiglie
di vino: etichetta barolo e contenuto aceto.
Indubbiamene i sacramenti dei cristiani servono senz’altro, ma nella
misura in cui riescono o vogliono attivare questo frammento di Dio, loro donato
con la nascita. Per cui potremmo trovarci anche di fronte a questa stranezza: cattolici
con addosso tutti i sacramenti di santa romana chiesa privi della più elementare
onestà e dall’atra parte atei senza nessun sacramento ma capaci di una
sensibilità morale ineccepibile. I primi come i secondi possiedono lo Spirito
Santo, ma i secondi lo oscurano, non lo utilizzano, non diffondono la forza che
può cambiare il mondo. I secondi non sanno di possederlo, ma inconsciamente ne
esprimono le dinamiche interne. E dai singoli ampliamo il discorso ai popoli e
alle civiltà. Si dice spesso che il cristianesimo è superiore alle altre religioni
a motivo della sua diffusione geografica e quantitativa. Un miliardo e mezzo
insediatosi in tutto il mondo non può che essere opera dello Spirito Santo. Ma
quanti di questi cattolici sono stati aggregati a suon di guerre sante, di
conversioni coatte e quanti con la convinzione e scelta personale frutto dello
Spirito Santo? Se si fosse avverata la seconda logica saremmo sì e no la metà. Mentre
invece le religioni orientali, (Induismo, Buddismo…) più antiche della nostra si sono diffuse con
minor violenza e minor furore di armi. Vorremmo sostenere che queste ultime non
si sono diffuse per opera dello Spirito Santo? Per Gesù là dove c’è l’amore c’è lo Spirito di
Dio, dove manca l’amore non c’è nessun Spirito suo. Un po’ come nelle bottiglie
di vino: non basta apporre l’etichetta Bardolino e dentro magari contiene
aceto. Meglio una bottiglia senza etichetta, ma con dentro buon vino del contadino. Un’ultima considerazione. Noi
abbiamo l’abitudine di dividere il mondo in buoni e cattivi e che dai cattivi
nulla può venir di buono. Ma questo è preconcetto. Se ogni errore è, come fu
detto, una verità impazzita, qualcosa di buono possiamo prenderlo da tutti. Anche
da Marx il materialista, anche da Freud il patologico sessuale, anche da
Nietsche l’ironico ateista. E per venire a noi, anche dai membri del nostro
governo, da Berlusconi a Bertinotti e viceversa. Qualcosa di positivo c’è pure
in loro e in tutti noi, e quel poco è frutto dello Spirito Santo. Se non
fecero, non fanno, non faranno qualcosa di meglio è perché lo criptano, gli
chiudono le tapparelle, non lo lasciano esprimere.
Le donne non hanno ancora lo
Spirito Santo
Quanto espresso nell’articolo potrei definirlo anche divagazioni sullo
Spirito Santo. Però non tanto, se l’occasione mi è venuta proprio dai nostri
conduttori televisivi, i quali nel passaggio di consegne fra i due papi altro
non fecero che inflazionarci di Spirito Santo attribuendogli con un po’ troppa
faciloneria (aiutati che il ciel t’aiuta) la consegna di salvare il mondo, di
portare la pace, di eleggere il nuovo pontefice. Wojtyla nel suo quarto di
secolo fece oltre 120 cardinali a sua immagine e somiglianza, di cui 115
incaricati di eleggere il suo successore. Confidiamo che nell’apporre la loro
crocetta sulla scheda si siano lasciati guidare dallo Spirito Santo e non da
interessi di parte come talvolta è successo tra papi del medioevo che finirono
per eliminarsi a vicenda. Augurandoci però che i neo Pontefici di “Porta a
porta” aiutino la nostra gente a ragionare senza assumersi il ruolo di maghi di
Dio. Ragionare: in effetti Ratzinger fu eletto in famiglia da una manciata di
eminenze maschili, mentre l’altra metà della mela, cioè il 60% del mondo
cattolico o mondo-donna non ha avuto nessun accesso a tale operazione. Nulla da
eccepire? Non è un’offesa alla manovalanza cattolica? Lo Spirito Santo deve
volare ancora parecchio, maschi permettendo, per farci capire che anche le
donne hanno un’anima e quindi il diritto-dovere all’elezione del papa in ossequio
al loro Spirito Santo. L’affermazione non necessita di tante discussioni.
Autore:
Albino Michelin
03.06.2005
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