Don Giorgio Rigoni, parroco della Matrice di
Petronà, un paesino di 3'000 abitanti fra Catanzaro e il declivio
Sud della Sila, è animatore spirituale di
questa comunità da 25 anni. Di formazione
religiosa Rosminiana, non è uno spretato, né un sospeso dalla sua missione.
Premettiamo questo perché nella chiesa in genere chi dissente viene da una
certa sua componente considerato disfattista, distruttivo, dissacratore. Don
Rigoni si sente corresponsabile, sa che la chiesa è pure
lui, come sono pure tutti i credenti: la
differenza sta nel fatto che lui il coraggio per dire e costruire la verità ce
l'ha, altri invece si nascondono dietro il conformismo, che spesso amano
definire obbedienza. Il
suo
intervento è stato divulgato dall'agenzia Ansa il 9
marzo 2005 e il giorno seguente in tutta la stampa
europea. Io lo estrapolai da "Le Matin “, quotidiano
della svizzera Romanda. Premesso un colloquio telefonico con l'estensore pensai
opportuno rendere noto il suo documento anche attraverso
"Rinascita" con alcune precisazione personali da aggiungere alla fine.
Di
seguito,
in corsivo il testo.
«Caro fratello Giovanni Paolo, da tempo
avrei
voluto
scriverti.
La tua
malattia,
la ricaduta ma soprattutto l’enfasi esagerata con
cui mass media, ben coadiuvali da zelanti
cortigiani
si
'preoccupano' di tranquillizzarci e rasserenarci sulla tua
permanenza alla guida della Chiesa, mi spingono ad
esprimerti quello che, forse una parte silenziosa vorrebbe dirti.
Domenica
20 febbraio 2005 hai ricordato le parole di Gesù:
"Pasci
le mie
pecorelle
... ma
quando eri più giovane ti cingevi la veste
da solo, andavi
dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue
mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non
vuoi». Molti si chiedono se qualcuno ti stia portando dove tu non vuoi!
Personaggi che con parole adulatorie ti circondano di incenso
perché tu non possa vedere la realtà di una Chiesa che sta andando alla deriva.
Registi occulti che hanno trasformato la vita della Chiesa in
un reality show (vedi la stessa malattia e l’uscita dal
policlinico) e che nulla hanno da invidiare a quelli del Grande Fratello. Nel
tepore delle loro belle stanze vaticane non sentono certo il
bisogno di un “cambiamento”. Il culto della tua persona che più o meno
subdolamente ma scandalosamente si è alimentato in
tutti questi anni fa si che una gran parte della chiesa, al solo pensiero che
tu possa venire a mancare, cada nel panico dimenticandosi che il
timoniere della navicella non è il Papa ma lo
Spirito di Dio! Non mi sembra bello che un Papa, nascondendosi dietro le parole
di Gesù, faccia intuire di essere indispensabile. Sono parroco in un paesino
della Sila, terra di pastorizia: quando un pastore non ha più le forze per
seguire le sue pecore sotto il sole, la pioggia, il
vento e la neve passa il bastone ad un altro proprio perché ama le sue pecore e
le
vuole
al
sicuro.
Non è
mia
intenzione farti la predica né tanto meno ce l'ho con te che tanto hai fatto
per la Chiesa: è lo sfogo di un povero prete stanco di
sentire sempre gli stessi tromboni, giornalisti e
vaticanisti e non che ad ogni occasione ti osannano e che non
”vogliono” usare un po' di senso critico (ma ne sono capaci?). Personaggi a cui
dubito interessi un'unghia il bene della Chiesa. Chiesa che al
suo interno, dopo il Concilio Vaticano Il, mai ha
conosciuto cosi poca possibilità di dialogo e di confronto
come
sotto
il tuo pontificato. Penso alle migliaia di preti
“costretti”
a vivere “fuori” dalla Chiesa! “Alla fine della giornata devi dire: servo
inutile sono” e a chi se non per primo al Papa
vengono
rivolte
queste parole di Gesù, considerato che si è sempre
fregiato del titolo di servus
servorum Dei? Il linguaggio “clericale”, tu lo
sai, dietro a parole come missione, sacrificio, abbandono,
fiducia in Dio, volontà di Dio, può nascondere ben altro!
Se
la (democrazia
è
un
valore
umano allora
e
di
più è un valore cristiano e la Chiesa
deve
ancora entrare in questa
terra
promessa:
Fratello
Carol
carissimo,
mostra
il
tuo
coraggio
e
la
tua
forza,
lascia
spazio
allo Spirito
di
Dio e per amore della Chiesa di Dio dimettiti. Affettuosi
auguri per una pronta guarigione e un forte abbraccio.
Sogno un papa che
oltre a gridare Pace e giustizia gridi al mondo anche il nome dei guerrafondai
e dei terroristi» occidentali e orientali, cristiani e musulmani (non lo sa che
la guerra dell’Iraq l'ha voluta Bush?).• Che oltre a difendere i diritti “fuori
della chiesa” difenda anche i diritti “dentro la Chiesa”.• Che zittisca gli Osanna
al suo nome durante le spettacolari Eucaristie e qualsiasi altro incontro di
preghiera.• Che chieda perdono a tutti i preti che, “lasciata” la chiesa, sono
costretti loro malgrado a vivere “fuori” dalla legge di Dio e che li accolga
come l'unico padre ha accolto il figlio nella parabola.• Che permetta almeno di
discutere e confrontarsi sul tema del celibato libero.• Che per l'amore
dell'unità dei cristiani abbia il coraggio di mettere in discussione il primato
petrino.• Che dia spazio e non solo a parole alla donna discutendo anche la
possibilità dell'ordine sacro.• Che si liberi dalle sirena dei mass media e non
faccia della vita della chiesa un reality show.• Che sia meno
ossessionato dal sesso: forse è l'ora
che la smettiamo noi uomini della Chiesa di fare i guardoni e di entrare nelle
camere da letto delle persone.• Che
riveda il sistema scandaloso di elezione dei Vescovi fatti quasi sempre a sua
immagine e somiglianza (del Papa).• Che “riscopra”
la collegialità e la democrazia della Chiesa. • Che
non cacci gli insegnanti di teologia dal loro posto di lavoro. • Che a
parole non difenda gli ultimi per poi mettere capi di diocesi reazionari e conservatori
legati al
potere». Don Giorgio
parroco di Petronà (Catanzaro)
A Don Rigoni dopo questa lettera aperta a Papa Wojtyla, quasi
disabile a causa della malattia, posi alcune domende, le cui risposte
voglio pure elencare. Perché ha divulgato
questo proclama? «Non tanto per la
gente del posto, in genere fatalista, silenziosa,
non
reattiva. Ma piuttosto per gettare un sasso nello stagno. Per creare
un confronto
con le alte gerarchie». Ha messo in conto le reazioni del clero? «Ovvio
che esso parta in offensiva. Ma è ipocrisia
quella di tenere il popolo
ignorante per paura che si scandalizzi. Il popolo
va educato con la giusta informazione». Non
teme la sospensione d’ufficio da parte del suo vescovo? «La chiesa
alta
fa subito
scattare
il
coprifuoco
di
fronte a queste prese di posizione. Comunque
il
nostro
è
un
vescovo intelligente e non teme questo
tipo
di
interventi
a confronto».
lo pure penso che Don Rigoni
non andrà
incontro a drastiche misure, soprattutto perché quanto
esprime
lo
rivolge
in forma amichevole e confidenziale. Non è un bombarolo,
ma un
uomo preoccupato
delle sorti
della
chiesa.
Modello per anziani cercasi
Intorno alla
malattia,
dimissioni, ecc. del Papa Wojtyla malato ci facciamo troppo
baraccone
e dimentichiamo
l’essenziale.
Baraccone lo fanno in primis coloro che sostengono come
il
Papa
non possa dare le dimissioni a nessuno, in quanto
capo della chiesa. A costoro vada un brano del Vangelo quanto
Gesù dice a Pietro: “Tu sei Pietro e su questa Pietra io edificherò
la
mia chiesa". Un Papa può dimettersi, può venire pure
dimesso (Concilio di Basilea 1415), le
dimissioni le dà alla Chiesa o ad una rappresentanza di essa. Perché chi
edifica la chiesa sono "io" dice Gesù non il Papa.
Per questo vale e non offende il detto
"morto un Papa se ne fa un altro". Peccato che fra i cattolici manchi
un dibattito chiaro e aperto: una rondine che speriamo faccia primavera sono
le
due
pagine apparse sul "Corriere della Sera" di sabato 26 marzo
2005. Questo papato visto da due angolature. Quella rappresentata da
Hans Küng che lo indica come un
periodo di contraddizioni costringendo milioni di credenti ad una drammatica
crisi di speranza. L'altra angolatura rappresentata dal jolly
cattolico
Vittorio Messori, uomo colto e letterato, che parte
però sempre dall'asserto: un papato polacco
ci ha salvato dal comunismo, dal protestantesimo, dal laicismo. Interessante
sarebbe avere queste due correnti a confronto nei nostri media. Ma al di là dei dibattiti teorici molti sognano
un Papa che aiuti vecchi e anziani ad accettare e prepararsi alla morte. A distaccarsi
dal posto dagli incarichi, dalle cariche, dagli onori. Che li aiuti a
rispettare la privacy a non vedersi in pasto a tutti
con folle
di penitenti a pregare per la loro guarigione o immortalità sulla terra.
Sognano gente che li aiuti ad accettare la legge di natura,
la
morte,
perché
quaggiù
non
esiste né immortalità, né vita eterna. Vorrebbero
progettare così quanto di vecchiaia loro resta.
Giustissimo. Io non so se ci riuscirò. In caso
contrario anch’io sarò vittima della mia debolezza. Ma
le dimissioni
di un Papa
85
enne
aiuterebbe tutti gli anziani a vivere con più speranza
e
meno
apprensione il loro futuro. Di queste
riflessioni
va ringraziato
il
sacerdote
Don
Giorgio Rigoni, parroco di Petronà in Calabria.
Autore:
Albino Michelin
01.04.2005
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