Quando oggi apriamo i giornali o ci mettiamo alla tv la domanda da porci è
la seguente: "tutto vero?" Al limite per avere uno straccio di verità
dovremmo guardare la notizia attraverso un giornale di destra, un secondo di
sinistra, un terzo di centro. E così per quanto concerne i canali televisivi. È
uscito qualche anno fa un libro molto interessante dal titolo «Etica della
notizia», autore Enrico Morresi (editore Casagrande). Un vademecum anche dal
punto di vista morale che sarebbe utile un po' a tutti. L'informazione è un
bene pubblico e quindi andrebbe regolato da una morale pubblica da tutti
appresa come un tempo il catechismo, e da tutti praticato, a tutti divulgato. E
si chiama: rispetto dell'oggettività della notizia (quello che si scrive e si
comunica è veramente accaduto e in che modo?), rispetto dell'avversario
(lealtà, giustizia esercitata con misericordia), infine indipendenza del
giudizio (scevro da pregiudizi, dal soggettivimo, da posizioni precostituite.)
Certo l'oggettività della notizia non sempre esiste o può esistere, ma per lo
meno deve esistere l'onestà di awicinarsi ad essa il più possibile. Discorso un
po' turco oggi in cui la novità deve prevalere sulla verità, in cui
spettacolarità, sensazionalismo, bisogno di notorietà non lasciano più spazio a
idee chiare e distinte. Oggi il controllo e la manipolazione della notizia è il
metodo più importante per compattare la propria opinione pubblica, per farsi
strada, avvantaggiarsi sugli altri, disorientare concorrenti e nemici. Ad
esempio di fronte ad un fatto assai scomodo ed imbarazzante la tecnica
principale è quella della disinformazione, ossia dare all'avvenimento una
connotazione insignificante oppure opposta a quella reale. Ma quando ciò
risultasse difficile allora si ricorre alla strategia con la censura, zittendo
i giornalisti, oscurando canali satellitari o internet. E quando pure questo
diventa impossibile si cerca una terza variante, meno efficace, ma valida
quanto serve per creare confusione. Questa tecnica di contropropaganda viene
chiamata in gergo «diversione». La notizia «A» è sgradita? Si fa in modo che
venga spostata sulla notizia «B» che diventerà centro del dibattito. Un caso
tipico di «diversione», fonte di disinformazione l'abbiamo avuto (fra i tanti)
a proposito della liberazione in Iraq di Giuliana Sgrena e dell'uccisione
dell'agente Calipari 3.3.05 da parte dei soldati USA. Colossale l'ingenuità di
tutti coloro, noi compresi, che ci sono cascati. Ecco il modo: gli americani
spararono a morte su Calipari? Episodio imbarazzante. Dolore del Paese, dolore
doppio di chi come Berlusconi teme un contraccolpo elettorale. Da parte
americana affermare per esempio che Calipari sia stato ucciso da Bin Laden
(tecnica della disinformazione) sarebbe una grossa bufala, impossibile perché
la tragedia è avvenuta in diretta e ci sono troppi testimoni. Bloccare la
notizia sarebbe altrettanto difficile, sempre perché la tragedia è stata vista
da troppe persone. Il nostro TG1 (sorvegliato speciale di Berlusconi) ha
eroicamente cercato di ritardare il più possibile la notizia, ma alla fine ha
dovuto capitolare. Non restava quindi che la strategia della diversione, vale a
dire spostare il centro del dibattito. Cioè la Sgrena era diventata
responsabile della morte di Calipari. In subordine: Calipari aveva agito in
maniera troppo disinvolta, una specie di James Bond. Sul banco degli imputati
quindi non più gli americani (veri responsabili dell'agguato), ma la Sgrena e
perfino Calipari. Cosi i difensori d'ufficio del Pentagono hanno fatto il loro
mestiere, le vittime sono diventate colpevoli. Tipico episodio della strategia
della disinformazione, della contropropaganda basata sulla diversione. In
questa ottica va oggi affrontato anche il vespismo sugli schermi, riferito a
Bruno Vespa conduttore di «Porta a Porta». Grande cultura, ma al servizio non
tanto della verità, quanto del padrone di turno. Si debba parlare del Papa, di
Padre Pio, di gastronomia, delle ultime elezioni, del delitto di Cogne, del
futuro dell'umanità …Vespa ha il compito di dare ufficialità all'avvenimento,
cioè difendere e diffondere la versione ufficiale dei fatti, sia pure ospitando
il politico rivoluzionario e civettuolo, la bella gnocca, la rompiballe, il
Crepè di turno, il cardinal Tonini Status symbol del celibato perenne che celebra,
santità di amore coniugale e famiglia, è la vespizzazione della realtà! Ma così
ti spoglio lo spettatore del suo spirito critico. Riuscire a selezionare la
verità della notizia e l'onestà professionale di chi la divulga è oggi compito
arduo ma irrinunciabile se vogliamo salvarci dal lavaggio dei cervelli.
Autore:
Albino Michelin
24.06.2005
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