Da
che mondo è mondo le guerre di religione ci sono sempre state, continuano
ancora oggi, e forse anche per un bel pezzo di futuro. Basti pensare al 2014 in
cui guerre di religione o per interesse del proprio Dio o del proprio Mammona, hanno
registrato migliaia di morti, vedi in Pakistan, Siria, Africa, Congo, Turchia, Ucraina.
Di guerre di religione sono pieni gli spazi, i tempi, i mondi, la storia.
Ognuna pretese e pretende di avere il monopolio della verità e molti paventano
che finché vi saranno religioni ci saranno pure guerre di religione. Anche per
questo buona parte dell’umanità opta per la scomparsa delle religioni a favore
dell’avvento della scienza, perché solo questa con le sue scoperte e le sue
invenzioni da tutti accettate ed utilizzate riuscirebbe a riunificare i popoli.
Una semplificazione che risponde anche a verità, ma insufficiente perché
dobbiamo fare i conti con il presente: le religioni esistono e forse anche in
futuro potrebbero essere un fatto permanente. In questo contesto è un po’
miracoloso quanto avvenuto a Berna il 14 dicembre: l’inaugurazione “Casa delle
Religioni”. La realizzazione di un sogno da parte di molti, unico nel suo genere
al mondo. Situata in piazza Europa, nella periferia Ovest della città, popolata
di gente di ogni colore ed etnia, la costruzione ospita sotto lo stesso tetto
cinque comunità religiose diverse. Vi è un tempio buddista ed uno induista, una
moschea musulmana, una sala di preghiera per gli aleviti, una cappella cristiana
per cattolici, protestanti, ortodossi. Al progetto sono state associate anche comunità
ebraiche, bahaj, e sick. L’idea carismatica risale al 1998, ad opera del
pastore evangelico della Moravia H.Haas. Si tratta di una fondazione che ha impiegato
10 anni per raccogliere gli undici milioni necessari alla concretizzazione
dell’opera. Il finanziamento è stato garantito dal Cantone di Berna, dalla chiesa
cattolica e protestante, da donazioni e contributi privati. Costruito in vetro
e cemento, oltre al reparto riservato al culto specifico di ogni religione, l’edificio
comprende sale di concerti, di spettacoli, di dibattiti culturali. Inoltre due
centri commerciali, 80 appartamenti e uffici vari. All’inizio dei lavori il
Consiglio Federale in data 18.5.2011 si dichiarò ambizioso del progetto perché
al di là dell’intento religioso intende promuovere il dialogo, la comprensione
multiculturale ed un approccio costruttivo nei confronti del ”diverso”. Quando
religioni e visioni del mondo differenti si incontrano diventano fermenti insostituibili
per la convivenza, l’integrazione, la pace sociale. In questa epoca
caratterizzata da frequenti tensioni fra religioni è indispensabile che ognuno
cominci da se stesso, nel suo piccolo, dal suo territorio. Il sostegno dato dal
Cantone non significa che la politica bernese sia diventata confessionale – religiosa,
rinunciando alla sua laicità e autonomia, ma che la promozione dei valori di
ogni religione indistintamente serve anche alla politica, a renderla più
attenta e più rispettosa di ogni essere umano. Alcuni dettagli importanti non
vanno nella circostanza sottovalutati: la Casa delle Religioni è stata voluta
anche e soprattutto per le minoranze religiose (pensiamo al 4% di musulmani)
che finora si riunivano nelle vecchie fabbriche, nelle cantine, nei garage o
nei cortili. L’azzardo poi di abitare sotto lo stesso tetto non comporta la perdita
della propria identità. Ad esempio per quanto concerne la cappella cristiana
essa non viene adibita solo a servizi ecumenici, ma anche alla messa, all’eucarestia,
ai battesimi, ai matrimoni dei cattolici e così per le altre due confessioni cristiane,
protestante ed ortodossa. Da sottolineare infine il disgelo operato dalla chiesa
cattolica nel riunirsi in questo tipo di “comunità’”. La disponibilità e la capacità
di liquidare un suo passato non tanto affettuoso verso le altre religioni. Non si vada troppo indietro nel medioevo
quando “i mussulmani in certo senso eravamo noi” cattolici ma anche a tempi più
recenti. Nel 1859 Pio IX proibì ai cattolici di partecipare all’Associazione
per la riunione dei cristiani fondata
in Inghilterra da un pastore evangelico. Nel 1925 all’assemblea di Stoccolma
costituita allo stesso scopo la chiesa cattolica ufficialmente invitata non vi aderì.
Nel 1948 con Pio XII stessa proibizione per l’assemblea di Amsterdam con la motivazione:
l’unità delle religioni si verifica soltanto con il ritorno di tutte le altre a
quella cattolica. Fino al 1960 quando Giovanni XXIII dichiarò che va ricercato ciò
che ci unisce e non ciò che ci divide. A
parte l’incidente e il malessere provocato fra le religioni dall’enciclica
“Dominus Jesus” redatta il 5.9.2000 dall’allora Cardinal Ratzinger che
sosteneva esistere la vera chiesa di Gesù solo in quella cattolica, mentre tutte
le altre non sono chiese ma solo associazioni, negli ultimi anni si tentò di
superare le disquisizioni teologiche, di tenersi ciascuno la sua, ma di fondare
comunità di lavoro e di intenti unitari. E anche la recente Casa delle Religioni
di Berna rappresenta non solo un laboratorio di convivenza religiosa, ma un
potenziale simbolico universale per diminuire le guerre e garantire un cammino
di pace fra i popoli.
Autore:
Albino Michelin
17.12.2014
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