L’Italia nei
suoi rapporti con la religione è un paese stonato, come un pianoforte scordato,
da 2 mila anni erede di Pietro e sede del Papato. Il giudizio
è dello storico cattolico Alberto Melloni nel suo libro “Rapporto
sull’analfabetismo religioso in Italia”,500 pagine, pubblicato in
collaborazione con una trentina di studiosi in materia. E indugia sul fatto che
il 70% non legge la Bibbia, il 27 % dichiara Mosè autore del Libro sacro, il
32” afferma che il romanzo Codice da Vinci di D. Brown è un libro dei Vangeli.
Però non bisogna sempre e soltanto affondare la lama sull’ignoranza degli
italiani, opportuno sarebbe anche sentire le loro opinioni sulle motivazioni. E
qui si apprende che molti anche fra i praticanti osservano che il messaggio
religioso dato dalla chiesa non sempre coincide con quello del Vangelo, nel
senso che essa martella principi e annunci che nel Vangelo si situano in
seconda fila, mentre tacita o affievolisce altri da Gesù elencati e ripetuti
sempre in prima fila. Alcuni esempi. Gesù proclama: “non chi dirà Signore
Signore entrerà nel Regno dei cieli, ma chi avrà fatto la volontà del Padre mio”
(Mt.7,21). Per Gesù è noto che la volontà
del Padre si chiama amore del prossimo, inclusa l’onestà contro ogni
corruzione. Ovvio quindi che Expo di Milano, Mose di Venezia, mafia il sacco di
Roma capitale, oltre che nel sud, e l’italica furbizia tutta sono comportamenti
chiaramente antievangelici. D’altra parte il messaggio insistente della chiesa
continua ad essere la pratica religiosa, la messa, la confessione, il rosario,
i sacramenti, i pellegrinaggi, il commercio dei santini e delle medagliette. Poca
predicazione sull’onestà civica, sopra tutto quella espressa con l’esempio.
Ovvio che molti concludano che a loro questa religione non serve, perché troppo
autoreferenziale alla chiesa e poco al Vangelo, e quindi se ne vadano.
Appartengono costoro alla schiera dell’ignoranza religiosa? Altro caso. Gesù
dice: ”se tu stai per fare la tu offerta all’altare e ti accorgi che un tuo
fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta, vai prima a riconciliarti
con lui e poi torna all’altare” (Mt.11,5). Gesù non intima: ”tu divorziato,
coppia di fatto, omosessuale, prostituta, adultero allontanati dalla comunione.
Prima riprendi il precedente partner, vai a curarti la malattia sessuale, prometti
castità e poi vai a ricevere l’0stia”. Se si dovesse prendere sul serio la parola
di Gesù si dovrebbe tutti uscire di chiesa prima della comunione e andare a
fare la pace con i nostri nemici e dopo ritornare in chiesa, mentre invece
l’attuale predicazione dal pulpito esclude proprio quelli che Gesù ha invitato
perché deboli, affaticati ed oppressi. Rovesciato il contenuto del messaggio
evangelico. E molti che se ne vanno adirati appartengono forse alla schiera
dell’ignoranza religiosa? E poi il solito caso, quello del divorzio. Sappiamo
che nel Vangelo di Marco (10,11) Gesù non lo ammette, ma in quello di Matteo (5,32)
dice:” Chiunque ripudia sua moglie, eccetto in caso di *porneia*, commette
adulterio. La parola originale greca *porneia*, discussa all’infinito, viene
interpretata oggi anche come *mancanza di valori essenziali*. In questi casi
Gesù ammetteva eccezioni per il divorzio e che un secondo matrimonio non
sarebbe stato adulterio. Questo brano non viene mai letto nelle chiese né
dibattuto nelle conferenze religiose sulla famiglia, ma si cita sempre e solo
quello di Marco. Perché questo silenzio?
La gente non deve conoscere l’eccezione addotta da Gesù altrimenti ne
approfitta. Anche questo può irritare e allontanare molti perché si censurano i
messaggi evangelici essenziali e si citano selezionati a senso unico. Anche perciò
se ne vanno ma non li si possono includere nella schiera dell’ignoranza
religiosa. Un ultimo esempio, quello della coscienza. La Chiesa insiste che il suo
magistero infallibile è legge di Dio da non discutere. Raramente cita la
coscienza e l’importanza di comportarsi secondo coscienza, ovviamente con una
serie di condizioni: deve essere istruita, formata, consapevole, secondo però i
principi del magistero. Ma non cita mai o raramente Paolo che nella lettera ai
Romani dice: ”Quando i pagani (cioè i non cristiani) agiscono secondo la legge
dimostrano che la legge è scritta nei loro cuori, come risulta dalla
testimonianza della loro coscienza” (2,15). L’importanza e la priorità della
propria coscienza su tutto viene citata anche da Ratzinger (Papa dal 2005), che
nel 1967 scrive: ”essa va obbedita sopra ogni altra cosa ,se necessario anche
contro le richieste dell’autorità ecclesiastica” (Herder Ed). E nel 1972 quale
membro della Commissione teologica internazionale ebbe a scrivere un saggio pubblicato
nella Münchn.Akademie: ”sulla base della testimonianza del parroco e dei membri
della comunità si dovrebbe acconsentire la Comunione a coloro che vivono un
secondo matrimonio”. Recentemente venne ripubblicato questo saggio in cui la su
citata frase viene autocensurata e cancellata. Sembra che il messaggio cambi a
seconda del ruolo o della posizione onoraria che una persona occupa. Non c’è
troppa linearità, perciò molta gente se ne va. All’autorevole professore Melloni
si potrebbe aggiungere che non si tratta solo di analfabetismo degli italiani dal
basso, ma anche di sfiducia nel messaggio causa mancanza di canali di comunicazione della fede
essenziale e coerente dall’alto. Per cui ai cattolici italiani si impone ancora
il detto: ”proibito capire, obbligati a obbedire”
Autore:
Albino
Michelin
26.11.2014
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