L’affermazione risale a sabato 7 settembre 2013
in occasione della giornata del digiuno contro la guerra in Siria nello
specifico, ma in pratica contro ogni tipo di guerra. L’affermazione completa suona:”
Le guerre non si fanno per motivi di carattere
morale, ma per vendere armi. ” Il messaggio è bruciante, tant’è vero che
stampa e TV diedero un’informazione en passsant.
Le spese militari per la costruzione di armi
nel mondo nel 2013 ammontarono a 1,750 miliardi di dollari, di cui l’8% verso
il Medioriente. Si dirà che i grandi esportatori sono USA, Russia e Co., ma si
preferisce ignorare che verso la Siria al primo posto per il rifornimento di
armi è proprio l’Italia. Nonostante l’articolo 11 della Costituzione che dice: “L’Italia
ripudia la guerra come strumento di violenza e di risoluzione alle controversie
internazionali”. Strano abbinamento,
mentre si organizzano preghiere e digiuni nel contempo si sovvenzionano le
guerre. Si piange perché da noi mancano i soldi per arrivare a fine mese. Però i finanziamenti di oltre cento caccia
bombardieri F-35 a 90 milioni di euro ciascuno per l’ammontare di 17 miliardi
sono stati stanziati dal nostro parlamento senza battere ciglio. La penultima
volta il 23.12.2011 con la sollecitazione del nostro ministro della
Cooperazione internazionale A. Riccardi, fondatore della comunità cattolica di
S. Egidio. L’ultima volta nell’estate scorsa con la promozione del neo ministro
della difesa M. Mauro, esponente di punta di “Comunione e Liberazione”, movimento
cattolico di fedelissimi d’avanguardia, che secondo le dichiarazioni recenti
del 19.11.13, da parte del suo ufficio stampa” non persegue come scopo la
politica del successo e del potere, ma l’educazione cristiana per affrontare le
urgenze con responsabilità in vista del bene comune”. Parole splendide! Ma la
coerenza zoppica. In effetti i due ministri, in modo particolare il secondo, si
sono prodigati in una santa crociata contro l’aborto inducendo i medici, specie
della Lombardia all’obbiezione di coscienza: rifiutare il loro intervento, qualora
ne venissero richiesti. D’accordo che la vita è sacra fin dal concepimento però
non va dimenticato che in Italia negli ultimi 30 anni gli aborti sono diminuiti
del 40%. E l’aborto è una eliminazione del singolo.
Le armi invece sono aumentate in forma esponenziale
e fanno stragi di innocenti innumerevoli e con brutalità. Perché questi
ministri non hanno fatto un gesto di coerenza, l’obbiezione di coscienza
rinunciando al loro mandato? Come non detto: in una trasmissione TV il ministro
Mauro sostenne addirittura la pace armata, cioè se vuoi la pace la devi armare.
Si spera sia stato un lapsus. Però un fondo di ipocrisia è evidente. Che senso
ha per esempio fornire armi alla Nigeria, causare stragi di vite umane e poi
inviarci missionari, suore, medici, assistenti sociali per seppellire i morti o
medicare le ferite dei pochi superstiti? È noto come in questo periodo di crisi
molte fabbriche chiudono i battenti e gli operai restano sul lastrico. Ma da
quando il 3.6.2003 è stata abolita la legge 185, legalizzando il commercio
d’armi, si sono gonfiati i portafogli degli industriali bellici. Cioè le ditte
costruttrici di armi, non sono affatto in crisi. Il produttore Beretta di
Gardone Val Trompia nel bresciano che spedisce le sue armi, (definite leggere
ma non sono pistole di plastica per spruzzare acqua) in tutto il mondo, ha un
futuro garantito. Indubbiamente non c’è da augurarsi che i suoi dipendenti
vengano messi sulla strada, ma un serio progetto per riconvertire le fabbriche
d’armi in altri tipi di produzione sarebbe urgente. E intanto imporre una forte
tassa sul commercio delle armi per finanziare la lotta contro la fame nel
mondo. Nella speranza che cessino o almeno diminuiscano le nostre forniture
alla Spagna, Francia, Cekia, Sudamerica, Kuweit, Arabia, Malesia e verso gli
“stati canaglia”.
Caro Papa Francesco, evangelico il tuo
messaggio. Ma forse mandato al vento. Perché hai a che fare con dei cristiani
che si dicono tali e persino costruttori di pace, mentre sarebbe meglio lo
fossero senza dirlo.
Autore:
Albino Michelin
18.12.2013
Nessun commento:
Posta un commento