Una
litigata fra marito e moglie per una questione apparentemente superficiale:
battesimo si, battesimo no al loro neonato, abbandono del tetto coniugale,
ricorso al tribunale, condanne pendenti. Un fatto finora più unico che raro:
lui il padre praticante di facciata, non credente che vuole battezzare il
bambino con tanto di motivazioni passategli dal parroco ed estratte dal diritto
ecclesiastico:” Il battesimo è necessario per la salvezza eterna, libera dai
peccati, rigenera figli di Dio, incorpora alla Chiesa (849). Va fatto entro le
prime settimane. Senza indugio se in pericolo di morte (867). Anche per i feti
abortiti, se ancora vivi (871) i genitori o almeno uno di loro devono
acconsentire (868)”. La madre pure di religione cattolica, ma più credente
critica che non praticante, ribatte il suo no sostenendo che il battesimo di un
neonato è violazione dei diritti del bambino, cristiani si diventa non si
nasce, il battesimo lo chiederà lui stesso quando avrà raggiunto un minimo di consapevolezza
personale. Gesù non ha mai battezzato neonati, è una tradizione subentrata
tardi nei secoli. Che il battesimo dei bambini è diventato obbligatorio solo
nel 400 con S. Agostino, il quale sosteneva che il bambino nasce con il peccato
di Adamo, veicolatogli attraverso il rapporto sessuale, quindi non del tutto
angelico. Che in caso di morte il bambino non andrà in paradiso ma nel limbo.
Con questi argomenti pro e contra il duo finisce in rissa. Il marito procede
ugualmente al battesimo, la moglie ricorre al giudice per annullare il rito. Il
tribunale italiano condanna la donna per minacce nei confronti del marito e per
abbandono del tetto coniugale. Questa non demorde e ricorre alla Corte europea
la quale invece condanna l’Italia non solo per non aver riconosciuto il diritto
della donna ad opporsi al battesimo, ma anche per aver violato la libertà di
pensiero, di coscienza, di religione del neonato stesso. E motiva:” L’Italia
permettendo il battesimo ai neonati viola l’articolo 9 della Convenzione
Europea in quanto essi non sono ancora in grado di intendere e di volere o di
emettere un atto personale e cosciente con l’obbligo di far parte ad una
associazione per tutta la vita.” La Corte ritenne suo dovere di intervenire:”
l’imposizione del rito tradisce il carattere di una dottrina che considera le
persone come oggetti, il cui destino è deciso a loro insaputa e volontà
assoggettandoli ai suoi regolamenti e alla sua autorità.” E anche la Corte fa
riferimento sia pure ad un altro codice del diritto ecclesiastico:” mediante il
battesimo l’uomo è incorporato alla chiesa di Cristo ed in esso è costituito
persona con i doveri e i diritti che ai cristiani sono propri(96).” La
conclusione dunque è che la pratica del battesimo lede il superiore interesse
del bambino, sancita da diverse ratifiche, che prevede in ogni decisione,
azione legislativa, iniziativa pubblica o privata la salvaguardia
dell’interesse superiore del bambino. Entro 6 mesi l’Italia dovrà dare esecuzione
alla sentenza e adottare misure per sanare la violazione. Il fatto si presta a
conclusioni svariate e contrastanti. Nel senso che un po’ di ragione ce l’ha il
padre. Il quale battezza il bambino certo di non fargli nessuna violenza: egli
lo mette su di una strada, gli da’ ciò che lui stesso è, da adulto il figlio può
rifiutare e scegliere secondo coscienza. E poi convinto che in una società in
cui il singolo non ha più punti di riferimento aggregare un figlio in una
comunità di appartenenza, sia religiosa che laica, è sempre meglio di nulla. Un
po’ di ragione che ce l’ha anche la madre, la quale contro ogni sorta di
intimidazioni morali e di colpevolizzazioni rifiuta di accettare che il suo
bambino sia una specie di lebbroso, figlio di un peccato di Adamo, detto
originale, che lui non ha compiuto e obbligato a liberarsene al più presto con
un rito di cui non ha consapevolezza. Un po’ di ragione ce l’hanno anche le
costituzioni, sia europea come italiana, le quali se da una parte proteggono la
libera scelta religiosa, dall’altra si trovano di fronte ad un dilemma
familiare a causa di una contesa religiosa, specie di guerra di religione.
Certo imporre il rito del battesimo non è la stessa cosa che imporre il rito
dell’infibulazione come avviene fra i musulmani, ma la matrice di fondo è abbastanza
simile. Comunque l’avvocato della donna ha annunciato una proposta di legge con
850.000 firme già raccolte per introdurre il reato di violenza religiosa sui
minori. E qui saranno contenti i fautori dello “sbattezzo”, ossia la pratica
che consente a chi lo voglia di annullare il battesimo e uscire dalla chiesa
cattolica. In Italia nel 2013 ne sono stati registrati 2980, la maggior parte
in Lombardia, a cura dell’Uaar (Unione atei agnostici razionalisti). Ma 11
sbattezzi sono avvenuti nella città del Vaticano.
Autore:
Albino Michelin
30.04.2014
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