Cioè
dalla connivenza, convivenza, reciproco sostegno fra poteri forti. Non è
necessario qui ripetere tutta la cronaca che ha riempito stampa e TV per il
fatto di Oppido Mamertina in quel di Reggio Calabria. Alla Festa Patronale del
2 luglio durante la processione la Statua della Madonna viene fermata e girata
come una bambola verso la casa del boss Giuseppe (detto don Peppe) Mazzagatti, capo
di faide sanguinose, fa un inchino di ossequio e procede oltre. Per trovare
soluzioni bisogna cercare le cause. Papa Bergoglio nel suo viaggio a Crotone il
21 giugno 2014, quando proclamò che i mafiosi si sono autoesclusi dalla
comunione con Dio, perché con la loro corruzione e criminalità spargono sangue
innocente e distruggono i rapporti sociali, dava pure un chiaro ammonimento
contro la connivenza dei poteri forti. Anche se non espresse chiaramente, sottintese
sono le applicazioni. Ogni potere cerca il riconoscimento e l’alleanza con
altri poteri che operano su piani diversi. Così il potere politico cerca il
riconoscimento del potere economico, il culturale dello sportivo, il
cinematografico del musicale e così via. Riconoscimento ma anche reciproca
legittimazione. Logica che è valsa fin’ora anche per il potere ecclesiastico gemellato
a quello politico. Come appare ancora ai vescovi e ai cardinali sempre presenti
in importanti manifestazioni e sfilate pure militari della vita pubblica. Orbene
l’inchino della statua della Madonna al capo mafioso don Beppe si inquadra in
questa logica: pubblico riconoscimento di un potere mafioso costituito con
quello religioso della chiesa. In questo territorio ciò avviene da secoli con
benefici da parte di entrambi e consolidato nella mente della popolazione, considerata
profondamente religiosa. Papa Bergoglio non vuole più continuare questa
politica connivente e oggi denuncia ciò che fino a ieri altri uomini di chiesa
quasi negavano. Buona novella sia per il Cristianesimo come per la società
civile. Una logica però che parte da lontano e con radici ampiamente diffuse. La
logica di Oppido Mamertina non è diversa da quella che ha portato Papa Pio XI a
stipulare il concordato con l’Italia fascista nel I929 e con la Germania
nazista nel 1933, con la dittatura franchista spagnola da parte di Pio XII nel
1952, con l’apparizione congiunta di Papa Wojtyla e il Dittatore Pinochet al
balcone del palazzo governativo del Cile nel 1987.La logica della legittimazione
a livello politico. Si aggiunga la legittimazione reciproca fra poteri
finanziari. Vedi la revisione nel 1984 del concordato dell’8 per mille fra
Governo Craxi e Vaticano, una specie di strattagemma per cui se uno non cita la
destinazione religiosa finisce tutto alla chiesa cattolica. Oppure il rifiuto
del Vaticano nel 1987 di consegnare all’Italia Il Cardinal Marcinkus, presidente
della Banca del Clero, indagato con mandato di arresto per una serie di
irregolarità che già nel 1982 avevano portato il banchiere Calvi ad impiccarsi
sotto il ponte del Tamigi. Tutto silenziato e riappacificato. Fino a ieri
durante il potere berlusconiano l’azione del Cardinale Ruini e specie del
Cardinal Bertone, numero due della gerarchia cattolica, è stata in questa prospettiva,
e oggi l’appartamento spaziosissimo che Sua Eminenza ha regalato a se stesso in
Vaticano è giusta ricompensa per i servizi prestati alla Chiesa del potere amico
dei potenti. Da non sottovalutare poi la connivenza a livello culturale. Basti
citare il caso di Ernesto Buonaiuti, (1881-1946) esponente del modernismo
cattolico, teologo e storico di grande valore, anticipatore di molti temi e sensibilità
fatte proprie dal Concilio ecumenico del 1965. Professore all’Università la
Sapienza di Roma, le sue opere furono messe all’indice, scomunicato. La chiesa
italiana si accordò perché lo Stato gli togliesse la cattedra di insegnamento. Stanco,
senza soldi, umiliato mori a a 65 anni, privato pure della sepoltura ecclesiastica:
vittima di poteri forti culturali, Chiesa-Stato congiunti. A tutti i livelli i
forti si alleano sempre con i forti e a soffrirne sono sempre i più deboli. In
Calabria le Madonne si fermano davanti alle case dei boss, a Milano davanti
alle banche, a Roma davanti ai palazzi della politica e così via in ogni altra
città del mondo. Orbene è questa connivenza che Bergoglio si prodiga di far
saltare accordi con il potere civile per esprimere la propria e le religioni di
tutti, questo si, ma nulla di più. Da varie parti si dirà che la chiesa in
Italia ha sempre condannato la mafia. Si e no, l’ambiguità c’è stata. E’ vero
che i vescovi della Sicilia hanno emanato la scomunica nel 1944,52,82 ma ai
mafiosi non ha sfiorato la pelle perché nel frattempo negli anni 60 il
Cardinale Ruffini di Palermo disse che i comunisti sono peggio dei mafiosi, i mafiosi
frequentano la chiesa, quelli no. E così i documenti dei prelati sono rimasti
carta da formaggio. E vero pure che Papa Wojtyla il 9.5.1993 gridò ad Agrigento
l’inferno ai mafiosi, ma quelli se ne fotterono tanto sapevano che la banca
vaticana riciclava il loro denaro sporco. Condanne formali che nascondevano
ancora intese fra poteri forti. Bergoglio invece a Crotone ha sconvolto l’assetto
della malavita organizzata: ha tolto le loro processioni, i loro santini di
Padre Pio, le loro devozioni alle varie Madonne delle Grazie. Togliere questo
alla mafia, alla ‘ndrangheta, alla camorra, alla Sacra Corona riunita è
togliere la terra sotto i piedi, l’ossigeno, la vita. E’ un colpo da KO. A loro
questo è un papa che fa paura, perché crede quello che dice, vive quello in cui
crede. E se la chiesa dei prelati, del clero, dei devoti gli darà credito e lo seguirà,
potremo vedere emergere lentamente un’Italia più onesta.
Autore:
Albino
Michelin
16.07.2014
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