Questa volta la reazione nei confronti
di Papa Francesco non viene dagli atei, anticlericali, o islamici dell’Isis ma
dallo staff dei suoi stessi collaboratori, in aperto disaccordo con lo stile di
chiesa da lui instaurato. Si tratta di 5 cardinali che hanno qualche giorno fa pubblicato
un libro su “Permanere nella verità di Cristo”. Ovviamente con a capo G.
Müller, prefetto della Congregazione della Fede e successore di Ratzinger, due
italiani C. Caffara di Bologna, V. De Paolis professore emerito di diritto
ecclesiastico nelle università pontificie. Certo non solo soli ma appoggiati da
una buona aliquota di sostenitori, come i cardinali T. Bertone ex segretario di
Stato, A. Scola di Milano, A. Amato prefetto della Congregazione dei santi. Da
aggiungere la maggioranza dei vescovi italiani, clero e praticanti
tradizionalisti, ancorché questi raggiungano un numero limitato nella mappa del
cattolicesimo. Prelati scelti a suo tempo da Ratzinger, cresciuti nella chiesa
autoreferenziale di Wojtyla al limite della repressione. Il libro rappresenta
una sconfessione di Papa Francesco nelle sue aperture per quanto riguarda la
legislazione ecclesiastica sul matrimonio e comunione ai divorziati. Basta
ricordare le sue frequenti osservazioni: ”bisogna incoraggiare e non condannare
quanti esperimentano il fallimento di un matrimonio”. Il testo dei cinque e
loro sostenitori al contrario sostiene
che in nessuna parte dei Vangeli Gesù ammette tutto ciò, nessuna eccezione. In
secondo luogo che il divorzio e secondo matrimonio di un divorziato non è un
peccato soltanto, singolo, ma uno stato continuo di peccato, perciò
imperdonabile, né confessione, né comunione. Non è qui il caso finire in
dibattiti di lana caprina, ma una risposta sia concessa. Il Vangelo di
Matteo(5,31-32) ammette un secondo matrimonio in caso di “porneia”, espressione
originale del testo greco che gli interpreti attuali traducono con” mancanza di
valori di fondo”. Non dimenticando poi il brano di Paolo (1° Cor.7,15) in cui
l’autore si assume la responsabilità di consigliare in determinati casi la
separazione dopo la quale non esclude espressamente il passaggio a seconde
nozze. In quanto poi allo stato di peccato va fatta una dovuta distinzione. Vi
è uno stato positivamente scelto (vedi camorra, mafia, corruzione…) ed uno
stato passivo in cui si è incappati, senza volerlo, ma per circostanze di incuria
nei confronti dell’amore stesso. Ma come si è arrivati a questo duello
teologico? Tutto ha avuto inizio nell’autunno del 2013 allorché Papa Francesco
attraverso apposita commissione fece passare all’internet un questionario di 29
domande concernente la famiglia. Non tanto con lo scopo di fare un esame di
catechismo alla sua gente…ma per averne delle opinioni. In pratica sondaggio
d’ambiente, indirizzato a tutti gli utenti della tecnologia on line. Su
matrimonio, natura umana, coppie di fatto, divorzi, convivenze, contraccezione,
coppie omosessuali. Il tutto in vista di preparare un sinodo sulla famiglia,
con data di apertura 5 ottobre 2014. Invitati 253 fra vescovi, preti, fedeli di
alto rango, e anche 26 donne. Dopo di che un secondo sinodo nell’anno seguente,
con successiva ridiscussione dei risultati fra tutte le comunità. Tra i
sostenitori di questa inchiesta capillare vanno citati i cardinali P.Parolin,
segretario di Stato vaticano, Kasper, Ravasi, Bassetti, Paglia. Da notare che
mentre i vescovi della Svizzera e d’Europa hanno fatto pubblicare il
questionario anche sui bollettini parrocchiali ed invitato tutti ad aprirsi
l’internet, i vescovi italiani hanno in genere silenziato l’operazione per il
solito motivo che la gente è ignorante e non deve affrontare certa problematica
del genere: importante per il cattolico è obbedire. Per cui si è formato in
questi due anni un vero braccio di ferro all’interno della chiesa fra prelati
conservatori e prelati innovatori. Questi camminano nella scia del defunto
Card. Martini “è ora di farla finita con la sessuofobia. Urge permettere alle persone
ferite di guarire e riconciliarsi. In nessuna parte della Bibbia è scritto di
peccati imperdonabili se non quelli contro lo Spirito Santo, riferiti a chi
nega l’evidenza della verità”. Papa Francesco da sempre sostiene che Gesù è
venuto non per i sani ma per i malati. E soprattutto ripete il suo leitmotiv “misericordia
voglio e non sacrificio”. Ma l’espressione misericordia agli autori del libro
suona male. Recentemente Bergoglio ai nuovi vescovi ha esortato a non essere
custodi di un fortino blindato, a non sprecare energie per contrapposizioni e
scontri. Vi sono ben altri problemi importanti per cui spendersi come quello
della povertà di cui soffrono le famiglie nel mondo e che nello specifico
impedisce in Europa sopratutto la costituzione delle giovani famiglie. Papa Francesco
è tranquillo anche se non ignora l’opposizione crescente dentro il Vaticano e
nei suoi confronti. La sua chiesa non deve essere una milizia di vigili del
fuoco od un clan di buttafuori. Di qui la sua strategia di creare un clima di
libero dibattito su tutto il ventaglio di problemi (di cui matrimonio e
divorzio sono un aspetto fra gli altri) non tanto per portare la gente in
chiesa, ma per portare la chiesa fra la gente in modo dialogico ed accogliente.
Autore:
Albino Michelin
17.09.2014
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