giovedì 2 novembre 2017

L'ISIS CATTOLICA VA DI BRUTTO SULL'"ERETICO" PAPA FRANCESCO

Si potrebbe chiamare Isis cattolica non certo quel pezzo di Stato terrorista siro-irakeno, quasi si fosse infiltrato come quinta colonna nell’istituzione chiesa cattolica, ma una dura resistenza formatasi da molti cattolici di ogni ceto, cultura e appartenenza politica contro la missione di Papa Bergoglio. Per quanto egli sia il rappresentante della cattolicità solo dal 2013, le reazioni in breve tempo si sono coalizzate talvolta in modo soft, tal altra sotterraneo, tal altra vistoso, fondamentalista, integralista, conflittuale. Il suo dire e agire viene dai cattolici dello zoccolo duro considerato lassista e causa della deriva dell’ultimo periodo, una globalizzazione dell’indifferenza e del relativismo, reo anche di aver abolito il vocabolario sacro di “Sia lodato Gesù Cristo, Sua Santità, Sommo Pontefice, Vicario di Cristo” con il laico “buona sera, buon giorno, buon appetito, cari fratelli.“ Basta leggerne i sintomi: non si è mai avuto sin ora una così consistente concentrazione di profezie che prospettano un futuro catastrofico. Parlano di guerra finale, di cielo contro la terra e viceversa, distruzione, castighi planetari di Dio contro un mondo diventato ateo come non mai. SOS, si salvi chi può. Basta aprire il cellulare per vedersi arrivare ogni giorno messaggi sul tipo:” oggi dalle ore 9 per un giorno continuato inizia il digiuno con la recita del rosario perché la Madonna ci eviti i castighi di suo Figlio”. In questo sono trainanti le emittenti cattoliche, tipo Radio Maria, che con sicumera e sadismo spirituale condanna all’ inferno eterno gli impenitenti di ogni categoria. Dall’alto si è già dovuto procedere ad una epurazione nello staff dirigenziale allorché dopo il terremoto di Amatrice nell’agosto del 2016 certo P. Cavalcoli venne licenziato per aver dichiarato che tale disgrazia è castigo di Dio contro le coppie di fatto. Ma fu come lavare la testa all’asino. Passato l’episodio, lo staff imperterrito e noncurante continuò con arroganza nel suo terrorismo Isis, pilotato dal suo direttore Livio Fanzaga. Capofila dei profeti di sciagura è Antonio Socci, esponente di Comunione e Liberazione e Opus Dei, scrittore per altro forbito e accattivante, che inviò al Papa il Suo libro “Profezia finale”, in cui aggiungeva una “filiale” letterina mettendo in discussione la validità della sua elezione. E come scrive in altro libro “Non è Francesco” gliele canta e gliele suona, ribadendogli che sta dividendo la chiesa, sta umiliandola, svalutando i suo dogmi e i suoi fondamenti divini. Bergoglio gli risponde brevemente ma rispettosamente: ”caro fratello Antonio, anche le critiche ci aiutano a camminare” (17.4.15). Col passare dei mesi monta l’onda della contestazione, contro un Bergoglio che fra l’altro avrebbe un solo chiodo fisso: i profughi, il dialogo con i musulmani, i morti di fame. Un caso tipico è il gruppo dei “Dubia”, capeggiato da 4 cardinali Caffara, Meisner, (nel frattempo deceduti) Burke, Brandmüller che il 22 aprile scorso organizzano un’assemblea, affollata di cattolici integralisti all’Hotel Colosseum di Roma, in pratica annullando le strutture portanti dell’enciclica “Amoris laetitia” di Bergoglio, nella quale questi ammette la possibilità della comunione ai divorziati, previo discernimento di coscienza. I convenuti stilano un documento, lo inviano al papa sostenendo che il matrimonio non va banalizzato, è sacramento indissolubile, che i divorziati si estromettono essi stessi volontariamente dalla comunione. Il Papa non risponde in quanto la sua posizione è già a tutti nota da tempo. Il 23 settembre u.s., firmata da Gotti Tedeschi, ex presidente della banca vaticana Jor dimesso nel 2012 viene spedita una lettera con 62 aderenti, membri di gruppi cattolici tradizionalisti, in primis i seguaci di Lefebvre. Accusano Bergoglio di sette eresie, praticamente lo estromettono dalla chiesa, come nei primi secoli lo furono gli eretici Papa Liberio e Onorio. Ancorché ci tengono a ripetere il solito logo ”amore filiale”. Per oggettività bisogna sottolineare che accusano il suo comportamento perché condurrebbe i fedeli all’eresia. In pratica Bergoglio sarebbe il cocchiere che conduce la chiesa allo sbando. Non è qui il caso di dettagliare il contenuto delle 7 eresie. In succinto:” non sempre per l’uomo è possibile seguire la legge di Dio, la sua misericordia è più grande del nostro peccato. Niente proselitismo, solo testimonianza, Dio non è cattolico, quindi dialogo con le tutte le religioni…” Queste accuse vengono bene accolte ampliate, interpretate e divulgate da tutta una stampa di destra con i suoi corifei come il Giornale, il Foglio, Libero, Verità. Non passa giorno che non pubblichino nelle tribuna dei lettori una fiera di dissensi e attacchi contro un papa così indigesto. Non sembra difficile individuare i motivi di tanta acredine e delineare la tipologia dei cattolici che ne fanno parte. Anzitutto i conservatori per i quali scostarsi dalla tradizione significa tradimento, anziché evoluzione. Pensare anche con la propria testa si sentono persi, hanno bisogno di un ombrello protettivo, per pigrizia mentale incapaci di usare anche la propria coscienza. Aggiungi i fondamentalisti: quelli che hanno bisogno di autorità, di paletti, di divieti, proibizioni per sentirsi al sicuro, e garantiti da ogni rischio identificando fedeltà con testardaggine, quindi si difendono con ogni arma anche con la calunnia. Aggiungi i narcisisti, quelli del culto verso la propria immagine, che si sentono importanti allorché possono opporsi ad ogni novità. Tipi detti normalmente “bastian contrari” di professione, per ritagliarsi uno spazio di pubblicità’. Per costoro ed altri di questa tipologia è fissa, quasi maniacale l’idea che la chiesa appartiene a loro, e loro ne sono i proprietari. Indubbiamente anche la chiesa in 2000 anni ha avuto le sue colpe allorché si è barricata in un castello monolitico, chiuso a doppia mandata, e come impero sulle anime e sui corpi, spesso con terrorismo psicologico. Per cui adesso un po’ di mea culpa le fa bene perché raccoglie in parte ciò che ha seminato. Lo ammette anche Papa Francesco, consigliando i credenti ad esporre le proprie opinioni con libertà di parola. Certo che gli integralisti francescofobi cattolici non usano le armi e le bombe come l’Isis, ma un linguaggio intollerante e insolente sì, senza pensare che spesso ne uccidono più la lingua e la penna che non la spada.

Autore:
Albino Michelin
02–11-2017

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