domenica 27 agosto 2023

SIAMO IN UN CAMBIAMENTO D'EPOCA

Anziché in un’epoca di cambiamento. Un impatto di papa Francesco con la società postcristiana. In effetti Nanni Moretti ideò un film Habemus Papam (abbiamo il papa) in cui il protagonista Michele Piccoli si ritira dal pontificato appena eletto perché inadeguato. Si tratta di un film drammatico ma ipotetico. Poco prima che Ratzinger l’11.2.13 desse la valida rinuncia nel pieno della sua attività motivandolo che egli si sentiva impreparato al compito. Tocca il turno a papa Francesco e disse che “si ragiona con la testa e non con le gambe” ma in caso di inefficienza avrebbe pure lui dato le dimissioni. E cosi cade l’ultimo il tabu perché siamo in un cambiamento d’epoca. Non si può negare che questo papa non abbia conoscenza per decifrare il mondo religioso, sociale, economico, politico, quindi bisogna lasciare anche a lui un giudizio del tempo presente e di quello futuro, tralasciando un discorso sulla religione, battesimo, prime comunioni, cresime, matrimoni fatti in chiesa, funerali sempre più in civili, pratiche in calo da 20 anni. Preferiamo un discorso laico. Sul cambiamento d’epoca anziché in un'epoca di cambiamento. Una volta un viaggiatore si trovò a Milano davanti ad un cartello che suonava cosi: Tu non sei nel traffico, tu se il traffico. Non si lotta mai contro la realtà. E la realtà del nostro tempo, è esattamente il nostro cambiamento.
Cambiamento epocali simboli, paradigmi. Sono cambiati, i modelli, il modo di pensare. Siamo fatti di qualità, di una certa trasformazione dei suoi effetti. Ma sono cambiati i modelli che per anni ci avevano accompagnati. Non vi è pensiero umano che non avuto una radicale conversione. Filosofia, teologia, arte, trascendenza, saper unitario, convergenza delle coscienze, pluralità, indifferenza.
Il dominio della scienza. Sembra quasi che la filosofia teoretica abbia una importanza secondaria. Ma essa ha dato la carica a tutto le altre scienze. Per citare brevemente Keplero a quelli della fisica recente, alle novelle di Kafka ai saggi di Simmer alla musica di Schönenberg, alla fenomenologia di Husserl, dai teoremi di Godel. Non si potevo immaginare che tutto fosse finito in bolla di sapone.
Il dominio della tecnica. Dalla seconda guerra mondiale specie ha conosciuto in questi ambiti nel corso degli ultimi 50 anni più velocizzazione che durante tutto il periodo precedente la sua presenza del pianeta. Diremmo che si tratta più di un semplice allungamento di vecchiaia, invece si tratta di un soddisfacente prolungamento di un'età pensionabile, meno carica di malattia di terrore morti improvvise. Guidati dal principio secondo il quale è tecnicamente possibile, deve essere tecnicamente realizzato, i pionieri della tecnica hanno promosso una completa ridefinizione delle condizioni elementari dell’esistenza umana con l’invenzione di così tanti ritrovati da rivoluzionare la vita della casa, lavoro, in società e ovviamente la vita dal singolo.
Grande cambiamento economico. Ricostruzione pubblica edilizia, ridefinizione del mondo del lavoro, consolidamento del mondo pensionistico, emigrazione, un’Italia sotto, soglia di 10% di povertà.
Cambiamento epocale digitale. Mai rivoluzione è stata così potente pervasivo. Un uomo, un bambino, un anziano, una civiltà assente. Si parla di un mondo di egolatria. Mai come oggi è data al cittadino occidentale la possibilità di prendere la parola magari con foto e mani in tasca. Chi si sognava anni fa? Il tanto tempo libero ci rende disponibili per sé stessi, sono arrivati i computer con relativo facilita nel superare il dolore e la sofferenza. Oggi grazie sia ai potentissimi anestetici a nessuno passato in testa di invocare la salve regina in questa valle di lacrime.
Negli ultimi quattro decenni è accaduto un mutamento delle parole guida, con l’eclissi di alcune e l’emergere di altre. Ecco titoli a modo di esempio su una quindicina di espressioni. Paradiso, purgatorio, inferno, natura, legge naturale, sacrificio, rinuncia, autorità, diritto, tradizione, sobrietà, fissità, figliolanza, maturità, spirito. Ed ecco la loro lenta ecclissi: pluralismo, tolleranza, tecnica, salute, accompagnamento, corporeità, donna, consumo, aggiornamento, singolarità, sessuologia, partecipazione, ecologia, benessere, giovinezza.
Non cedere all’indietrisimo. Con questa tipo di autoreferenzialità e del si è sempre fatto così ci troviamo dentro la tradizione. Anche dal punto di vista delle riforme religiose è cambiamento d’epoca. E meglio andare più sicuro con la tradizione che con la lo spirito pionieristico. Di stare fissi come dentro ad un’armatura di crociati. Me se la fede non ha lo slancio verso il futuro non cresce, avviene il suo congelamento, il suo anacronismo. Gesù non ha semplicemente scritto nulla. Ha portato un messaggio d’amore destinato a chiunque scorre lungo la generazione, presente e futura. Per il cristianesimo non esiste una opposizione stellare fra il cambiamento e la fedeltà alla tradizione, in quanto è la tradizione stessa ad avere il suo fondamento in un movimento dinamico. Indubbiamente essendo permeato in osmosi il sentimento religioso con la società civile, questo discorso del” Cambiamento d’epoca” può essere utile ad entrambi.

Autore: Albino Michelin 31.07.2023
albin.michel@live.com

sabato 26 agosto 2023

LEZIONI DI PACE SPIEGATE AGLI ALLIEVI DI HAFEZ HAIDAR

Nessuno al mondo è traduttore dall’arabo all’italiano e viceversa come Hafez Haidar. Nato nel Libano, (1953) è entrato in Italia a 25 anni acquisendo la cattedra in letteratura araba all’Università di Pavia. Ha scritto e tradotto una numerosa libri concernenti la pace. Candidato al premio Nobel per la pace nel 2017, presidente di diversi comitati per diretti umani. Egli lo divulga in diverse scuole fra le quali ha origine questa conversazione. Nasce dal dialogo con i suoi studenti ai quali attraverso il racconto del Corano e attraverso Maometto vuole insegnare che il fondamentalismo non è che una deriva spaventosa.  Nasce dal fanatismo, dall’ira, dalla ignoranza e dagli interessi economici. Il terrorismo è il morbo dell’umanità, letale per coloro che seminano l’odio, la violenza, le atrocità. Abbracciamo i libri le matite al posto delle armi, il suo messaggio. Nel 2017 la sorte mi portò a fare la conoscenza di questo “Profeta”, ricevetti un omaggio con dedica e fui inviato ad una sua conversazione fra suoi studenti. Qui non interessa la data di nascita di Maometto (571.632) e nemmeno una dotta conferenza quanto l’interesse che poteva suscitare da queste persone. Dapprima quindi il pensiero di Maometto e poi il passaggio al terrorismo attuale e le eventuali responsabilità. Citate anche domande degli studenti nonché le risposte del professore Hafez, lo interrogano Mimmo, Maria, Alberto. Il terrorismo è una setta e non una religione, abbiamo paura di andare al cinema, in discoteca, al supermercato, andare in metropolitana… i loro padri utilizzano il Corano come arma per uccidere. Hafez: Il profeta dice che colui che uccide un uomo uccide tutta l’umanità. E poi bisogna considerate ciò che una religione reclama dai suoi seguaci, e lo scarto di quello che essa può praticare. Ogni capitolo coranico si apre: “in nome di Allah misericordioso e compassionevole”. È il Dio considerato Dio dei fedeli e dell’infedele. Nel corano soltanto gli idolatri si possono combattere. D’altronde questi testi erano rispecchiati anche nell’Antico Testamento dei cattolici. Rossella, Mimmi, Tommaso, Amina, non capisco proprio come Maometto abbia accettato di sposare una donna più grande di lui e con dei figli che aveva avuto due precedenti mariti … Maometto rispettava le donne … Perché gli arabi uccidevano le neonate … Maometto aveva tante donne… Penso di convertirmi all’islam …   Per quale assurdo motivo Maometto ha costretto le donne a indossare il velo. Nei paesi arabi occidentalizzati le donne possono andare in discoteca? Hafez: Maometto era disposto a tutto pur di averla come compagna di vita. Trattava le donne con grande rispetto. Gli arabi uccidevano le neonate in epoca preislamica quando le tribù erano in continua guerra fra di loro e gli uomini di una tribù potevano rendere schiave le donne della tribù nemica e costringerle a soddisfare i loro impulsi … si Maometto ha sposato nove donne nell’arco di dieci anni con l’intento di riunire le tribù arabe fino allora in lotta tra di loro in una sola nazione che professasse la stessa fede, l’islam. Se uno pensa che le donne sono inferiori ai maschi e perciò considerate come un bottino da spartire tra i fratelli che lottano per una causa, allora un credente può sposare fino a quattro donne a patto di mantenerle e di offrire loro una vita degna e amorevole. Maometto ha costretto le donne a portare il velo per coprire la parte più bella del corpo. In quanto ad andare in discoteca certo, a meno che non si tratti di paesi arretrati. Edoardo, Amina, Michele Marco: Possono bere alcool? Chi significa Islam? Scomparso Maometto è rimasta una qualche identità politica: Hafez: Gli islamici non possono bere alcool stante anche il clima torrido. Islam vuol dire sottomissione a Dio con la preghiera 5 volte al giorno, con la pratica del Ramadan, con il pellegrinaggio una volta in vita alla Mecca. Il tutto accompagnato da pazienza e perdono, condannando l’omicidio, i guadagni illeciti, e avendo cura materna per i nascituri. Scomparso Maometto lasciò una sola entità politica e religiosa. Indipendentemente da quanto successo, nella storia. Saltiamo al nostro secolo tralasciando anche i contributi positivi delle città arabe al nostro occidente. Come la conquista della Sicilia e i sui celebri monumenti a Palermo, con la costituzione dell’emirato arabo, la fiorita di citta come in Spagna Toledo, Cordova, Siviglia. Di filosofi come Averroè e Avicenna, filologi, il Saladino che ha permesso il pellegrinaggio in terra santa e il califfato è lunga la storia. E arriviamo al terrorismo. Andrea, Tommaso, Rossella. Parliamo di attualità. Origine dei due terrorismi. Quali sono i motivi per cui hanno dichiarato la guerra santa agli occidentali. Hafez: Al Qaeda nasce con il nome di Osama bin Laden, diciassettesimo di cinquantasette figli, nel 1988, il suo nome significa: campo d’allenamento. Isis nasce nel 2014 con il nome Califfato islamico Siria Iraq. Francia e Gran Bretagna iniziano dopo la prima guerra mondiale lo sfruttamento delle risorse arabe. Questo creò il malcontento fra noi e gli arabi. Tutto si organizza contro i nuovi colonizzatori europei. A causa della violazione dei diritti umani, condizioni di vita disumane, corruzione a tutti i livelli, assenza di liberta. Povertà, fame e aumento dei generi alimentari, controllo delle testate giornalistiche, delle TV e internet. Poi stiamo attenti perché questi gruppi terroristici possano venire sostituiti da altri. Quando l’ambiente è avvelenato tutto è possibile. Aurora, Miriam: Quali sarebbero stati finora gli atti di terrorismo più eclatanti e come evitare queste stragi in avvenire. Hafez. 17.11.1997 uccisi 36 svizzeri al hotel Luxor in Egitto. 11 9.2001 Torri Gemelle di New York con 2.753 morti, 23.7.2005 contro gli egiziani, 27.1 7 Giornale Hebdo con 12 morti, Bataclan 13.11.2015 con 130 morti, Nizza 14,7,2016 donne e bambini. Poi da notare, i terrorismi islamici sono una minoranza. Quelli che lo fanno per matrice religiosa in nome di Allah per quanto sia una galassia è pur sempre percentuale irrilevante. Ma sempre pericolosa.
A livello mondiale occorre adottare le seguenti strategie: chiudere le fabbriche di armamenti. Boicottare gli stati che sovvenzionano i terroristi. Non sfruttare gli arabi col petrolio e con miniere di materie prime. Cancellare analfabetismo e insegnare lingue straniere. Aiutare con vie di sviluppo a migliorare i rapporti commerciali e culturali. Combattere la disoccupazione. Dialogare con l’Islam per prendere posizione contro i terroristi. Garantire sicurezza negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie. Indire rapporti permanenti con le religioni monoteistiche. Premesso che prima di predicare una fede religiosa bisogna essere umani.

Autore: Albino Michelin 26.07.2023
albin.michel@live.com

LA MAFIA È NEL CUORE DELL'UOMO

Sono sempre stato appassionato nel conoscere i nostri paesi di origine. Nel senso che come missionario se si può conoscere la loro l’origine si è più avvantaggiati sul loro mondo, i loro, usi costumi. E in questo senso sono grato ai miei superiori Scalabrini che mi hanno concesso il tacito consenso di fare questa esperienza nei primi 20 giorni del mese di agosto 1976 all’agosto del 2018, per ben 42 anni. Avendo preferito quelli di origine mafiosa, ho scelto di ritornare sempre nello stesso ambiente allo scopo di costatarne l’eventuale cambiamento.

La valle del Marro-Piana della Locride
Ad ogni paese o del vicinato inviavo precedentemente al sindaco questionario concernente: abitanti dal paese, dipendenti comunali, stranieri, residenti, attività produttive, pastorizia, artigianato, giovani, scuola, precariato, scuole superiori, impiego femminile, anziani ricovero o in famiglia, l’esistenza di fabbriche, varie. Qualcuno rispondeva ed era già abbastanza. Chi aveva ci mostrava una scritta:” noi viviamo in uno splendido paese, ma in un paese di morti. -” Per contrappore c’è chi sosteneva che due emigrati provenienti dal nord avevano cambiato il paese. Mi sono trovato bene all’Hotel Mommo, dove i proprietari mi avevano informato sugli usi e costumi dalla Calabria. La Valle del Marro (o Marrone), nella piana di Gioia Tauro, un territorio confiscato dalla Mafia e passato come associazione don Ciotti, appunto nel territorio di Polistena. Un gruppo di giovani e ragazze pionieristici che non credono al potere mafioso e hanno costruito una cooperativa di vendita di prodotti agricoli. E sono attività da sempre aperte le iscrizioni fra i 18 e i 28 anni al volontariato civile de Valle del Marro. Campi di promozione di impegno, e di varie attività. Soprattutto d’estate è abbastanza rilevante il numero dei ragazzi che danno il loro contributo in Calabria, ma la Calabria conta quasi 2000 km quadrati, un po’ più dei 12 del territorio di Polistena. Un lavoro immenso. A qualche chilometro c’è Oppido Mamertina dove ogni anno ci celebra la Maddonna dell’Annunciata con boss che fanno l’inchino profondo all’immagine davanti alla casa del latitante, poi la processione procede, clero consenziente. Ebbi occasione di conoscere il territorio, ma male me ne incolse. In un appezzamento di terreno ho visitato una chiesetta, era quella del boss Vincenzo Pellegrino. La sua foto necrologia campeggiava costantemente nella valle. Ho saputo che era stato giustiziato in moto al momento di ritorno dall’Australia e suo figlio carmelitano gli aveva fatto il funerale. Appena entrato nella chiesetta stavo ammirando i vari santi S. Michele e P. Pio quando due signore nero vestite mi ingiunsero di lasciare giù la macchina fotografica se no l’avrei passata brutta. Ho capito che non si scherza, che ogni mafia ha i suoi santi, pronti a sparare con la lupara in mano.

La valle di Plati e di S. Luca.
Si passa dal valico della Zillastro, dove ha avuto luogo la guerra americana contro i paracadutisti della Nembo nell’ultima conflitto del 8 settembre 1943 e si scende verso lo Ionio. Attenti ai lupi. Scendendo lungo la strada impervia si nota che la faida può aver commesso qualche attentato od un’imboscata. Scendendo verso il cimitero si notano alcuni nomi che hanno un rapporto con la ndrangheta. Un Ferdinando con il cognome scarabocchiato: l’onestà il suo ideale, il lavoro la sua vita, la famiglia il suo affetto. Si accenna ad un Romeo Giuseppe: il destino ha voluto spegnere il suo istinto di vita. Una delle famiglie capibastone è certamente la famiglia Varvaro, di origine veneta dal 1300, forse. A hanno anche una squadra di calcio, con vari giocatori Zuppari, Catanzariti, Rizzo, Pelle, e l’allenatore il parroco don Tonino Strangio. Il comune era già stato più volte commissariato. Al Mons. Gliozzi quando mi permisi di domandare com’era la frequenza domenicale mi apostrofò dicendomi che in quel paese vanno tutti a messa. Aveva 94 anni, e forse non si era accorto che nel sottosuolo del paese vi era una rete di malavitosi in attività. Ora hanno due parroci da Torino, ma in quelle zone non c’è prete che tenga, per il momento è che la malattia pare troppo endemica.
Passando all’altro paese limitrofo, si tratta della faida più sanguinosa dalla Calabria e forse la più feroce in assoluto: S. luca. Mafia dall’antico germanico significa lotta parentale. Ai piedi del Montalto la cima più alta dell’Aspromonte, attraversato dal fiume, Bonamico, un gioiello di paese incorniciato fra gli anfratti della montagna, ma che paco affetto ha con l’amore di famiglia. Il fatto più saliente compare nel 1991 anche se ab immemorabili covava nel tempo. La vicenda risale al 10 febbraio quando un gruppo degli Strangio e Nitta si mette a fare palle di neve che aveva come risposta ricevuto una “cardiata “di legnate. Si inasprisce la contesa. Nel 2005 si sposta a Torino, dove venne uccisa la moglie di Strangio-Nitta’, obbiettivo principale donna vendetta. Infine il 25.6.2007 romanzo di crimine, uccise 6 persone a Duisburg (Germania) davanti al ristorante da Bruno. La chiamarono legittima difesa. Quel cimitero di S. Luca, ma rinnovato e ricostrutto, era tutto un rifiorire per i funerali all’estremo saluto delle famiglie nemiche. Io ci sono andato per una preghiera perché uomo sono e nulla di ciò che è umano mi è estraneo. S. Luca è conosciuto per il quartiere generale della ‘ndrangheta che ogni anno si riuniva per decidere la vita e la morte dei capibastone. Per altro in quei paraggi e stato ucciso anche Francesco Fortugno vicepresidente del consiglio regionale. La regione era un antico convento dei monaci di S. Basilio che in passato attraverso vicissitudini di clero, imperatori. Vescovi erano arrivati sino al giorno d’oggi. Il vescovo Oliva ha proibito di esporre le foto di eventi, ma tanto più non fa effetto, stante la marea o di pellegrini e devoti che impedirebbero il lasciapassare. Ovvio ancora vige triplice alleanza chiesa-politica-stato che governa la Calabria-ed anche un po’ oltre. Lo stessa criterio è stato tenuto con il Vescovo Bregantini, un prete-vescovo operaio che andava a raccogliere erbe medicinali e bergamotti con i pastori. E stato da Wojtyla spedito a Campobasso dove si amministrano cresime o poco più, ma dove non sono urgenti problemi sociali. O la chiesa è paurosa, o prudente, o connivente, ma essa pure e chiamata a risolvere questo che sta diventato un problema mondiale

La valle di Partanna (TR)
La valle di Partanna va dalla costa occidentale fra Palermo e Sciacca, fra Castelvetrano e Montelepre con tutta la valle del Belice, e la costa Mazara del vallo fino a Terrasini. Intanto diamo l’elenco di tutti quelli deceduti per Cosa Nostra nel territorio a aventi stretta connessione con essa.
Stefanino Nastasi ucciso nel cimitero deputato alla regione Sicilia il 7.12.83 in competizione con Vincenzo Culiccha.
Vito Atria già debitore insolvente 18.11.85.
Filippo Ingoglia il figlio Piero marzo 88.
Ucciso Accardo.
Vendetta di Accardo dal killer Francesco Ippolito.
Francesco Ippolito 27.7.88.
Antonino Ingoglia 22.2.89.
Stefano Accardo 17.7.89.
Giuseppe Sitassi 12.4.90.
Nicola Atria fratello di Atria Rita massacrato al caffè Montevago il 24, 6,91.    
Rita Atria suicidatasi dopo la morte di Borsellino (26.7.91)
Notte tempo il giorno del Morti la madre di Rita frantuma lapide e foto figlia perché ha parlato. (2,11, 91)
Ovvio qui rilevare la memoria di questa ragazza che chiamata donna con le gonnelle ha saputo con il suo messaggio gridare “la mafia è dentro di noi, la mafia e dentro di voi” ha saputo lottare contro il malcostume della nostra società. Una settimana dopo l’assassinio di Borsellino, Atria muore suicida gettandosi dal balcone dell’omonimo caseggiato di Roma dove è costretta a vivere per sfuggire alla vedetta mafiosa. Al magistrato la ragazza ha raccontato trame e miserie del paese. Lo ha fatto dopo di aver visto il padre temuto uomo di fiducia dai padrini del paese, e del fratello Nicola picciotto della nuova generazione che cercava di vendicarlo. È stata la giovane cognata della stessa Rita, Piera Aiello a rompere il cerchio dell’omertà infrangendo le regole. Aveva rotto con la madre, Giovanna Cannova, donna di una Sicilia arcaica, di violente passioni e vecchia che né comprende né condivide la ribellione delle due giovani. Rita era nata nel 1975, a dieci anni ha visto suo padre, pastore della malavita cui non mancava la furbizia, morto a pallettoni. Ma da quelle parti si dice che se ci manca l’intelligenza che vede lontano sei fottuto. Morto il Padre, la madre non poteva non riversare tutta la sua collera contra la figlia, che già da adolescente la chiamata testarda perché non si arrendeva mai. Rita voleva vendicare Padre e più tardi suo Fratello dopo che l’aveva visto incrostato di sangue sul tavolo di marmo dell’obitorio. La speranza e di non arrendersi mai. Ha voluto iscriversi alla scuola alberghiera Sciacca, lontano 35 km anche se sua madre la conduceva con una lunga macchina, mamma santissima, non voleva essere come i suoi coetanei a spacciare la droga e finire nella malavita. Aveva conosciuto Borsellino e era rimasta entusiasta, voleva collaborare. Non aveva paura di morire, ma di non essere amata da nessuno. Sua madre non doveva venire al funerale. Nel momento di scoraggiamento sognava che alla sua morte avrebbero suonato l’ave Maria di Schubert e mano pietosa avrebbe posto una rosa bianca sulla sua bara. Il 21 novembre Borsellino l’accompagnò a Roma, le consegnò un appartamentino, e sempre era in contatto con lei per le registrazioni del caso. Una preziosa collaboratrice. Ma ecco che il 19 luglio 92 Borsellino venne assassinato in Via d’Amelio a Palermo. Rita fu disperata, gli era morto il padre. E il 26 luglio,5 giorni dopo, si gettò nel vuoto in via Vittorio Veneto, si sfracello al suolo. Il giorno dei funerali ebbi l’occasione di parteciparvi anch’io, era il trentun luglio del 92. Uno scandalo, piuttosto un tumulto. La gente selezionata, sequestrata la chiesa, a fianco del cimitero con prete pieno di livore, don Angelo Russo di 104 anni (?), per il quale nessuno era morta di mafia ma tutti nel proprio letto, che va a pontificare contro il suicidio di questa ragazza, che togliersi la vita e un grave peccato, tutto secondo lo spirito del tempo. Finche’ 12 ragazze giunte da Palermo, dette donne del digiuno, non avessero interrotto in suo apostrofo con un corale con “Rita ha parlato Rita, non ha peccato”. Insomma un trionfo finito in caciara. Una domanda: non ha detto Gesù che non c’è amore più grande di chi dà la vita per il prossimo? Rita per quanto confusa mentalmente ha data la vita per il prossimo. Ma la madre forse per non dimenticare che la vendetta è femmina, il giorno dei morti il 2 novembre 92 nottetempo e andata in incognito, ha divelto la lapide e la foto della rea di alto tradimento, sua figlia. Sulla sua tomba e stata riposta una foto: La verità vive Ci lascia come testamento: “Prima di combattere la mafia devi farti un autoesame di coscienza. Poi dopo di aver sconfitto la mafia dentro di te puoi combattere la mafia che c’è negli altri”.

Autore: Albino Michelin 18.07.2023
albin.michel@live.com

venerdì 25 agosto 2023

IL MISTERO BUFFO DI DARIO FO E GLI EVANGELISTI APOCRIFI

 Dario Fo (1926-2016) soprannominato il giullare di dio nel 1996 fece un’opera teatrale chiamato il mistero buffo. In esso secondo il suo costume fustiga il potere e riabilita in dignità gli umiliati. Come introduzione ci mette un brano degli apocrifi, il primo del miracolo di Gesù bambino. Un racconto poetico del bambino Jesus che giocava con i ragazzini del quartiere a costruire uccelli di terracotta e farli volare. Gesù rimase stupito che facessero il miracolo come lui e lo stramazzo a terra bocconi. Maria la pietosa ne ebbe compassione gli diede un buffetto e gli intimo di risuscitare il poveretto diventato un coccio (anzi il cocciuto fumante). Al di là dell’impiego letterario che ne fa l’autore esse diventa un motivo per rievoca gli apocrifi e la loro svalutazione che se ne è fatta. Dal secondo secolo sono comparsi a forma di noticine e poi sono diventate una miniera e di storia di appoggio a 4 evangeli. Opera che va rivalutata per i suoi aspetti di costume, di storia e alcune costanti esplicative da farsi sul linguaggio di Gesù. I vangeli apocrifi sono all’incirca 35 fra traduzioni e ripetizioni. Fra gli altri i vangeli dell’infanzia, delle predicazioni, della passione e resurrezione, i cicli di Pilato, assunzione di Maria, quelli della gnosi di Tommaso, Pietro di Giuda. Per chi ha voglia di approfondirsi questa bella storia del movimento cristiano dalle sue origini ai nostri giorni lo studio e l’approfondimento dei vangeli è assolutamente essenziale. I vangeli apocrifi servono a farci passare i libri canonici in una chiave interpretatovi dei tutto nuova. Si sa che i libri canonici sono 4: Matteo, Matteo, Luca, Giovanni. I canonici in quanto secondo la regola, gli apocrifi considerati non autentici. Ma non si tratta di buttare al macero né passarli all’indice. Va detto che su questo argomento bisogna fare un passo all’indietro. A leggere c’è tanto del mito e bisogna sceverare la pula dal buon grano. Favole paradossali, completamente sopra le righe, specie se confrontate alla storia dei vangeli che avevamo imparato dalla nostra dottrina cristiana ed e anche uno spasso leggerle o ascoltarle. Molto materiale viene estratto dalla copiosa storia di Asclepiade di Epidauro in cui si diceva che perfino questo dio riusciva a risuscitare i morti. E noi troviamo di fatto che nei vangeli c’è molta più sobrietà. Nei canonici appena una quarantina circa sono i miracoli compiuti da Gesù. In alcuni si inserito ugualmente la risurrezione di Lazzaro e del figlio della vedova di Naim quando piuttosto sono da spiegare come simbolici. Negli Apocrifi invece abbiamo diverse pie storielle, prodigi, che accompagnarono il bambino Gesù, o adolescente o la sacra famiglia. Qualche esempio:/Dei ragazzi si mersero a gridare perché dei draghi si avvicinarono, allora Gesù sceso dal grembo di sua madre si fermo alzatosi in piedi di fronti dai draghi e quelli lo adorarono e scomparvero: /Similmente leoni e leopardi nel deserto, dovunque Maria e Giuseppe andassero li precedevano indicando loro la strada e chinando il capo atto di adorazione:/ Il maestro Gesù domandò allo scolaro: dimmi che cosa e la lettera beta. Non rispose. E Gesù picchiò il ragazzo che cadde a terra e morì. / Gesù vide dei ragazzi che scappavano e chiese dove fossero andati. Ed essi risposero che erano andati a nascondersi in quel forno. Allora il Signore li chiamò ad alta voce e:” venite fuori di li, voi capretti dal vostro pastore”. /Un bambino ha trovato un nido di pernici quando un serpente velenoso lo aveva punto facendolo gridare all’impazzata. I compagni accorsi lo trovarono a terra come morto e il signore gli accarezzo la mano e divenne Simone il cananeo del verbo divino. /Le sante vergini dicevano queste parole: si umiliò il verbo divino che penetrò nella Vergine attraverso l’orecchio e rimase incinta. Attraverso di essa venne santificata nei suoi organi: /Giuseppe pertanto vi condusse Maria, la fece entrare, la lasciò nell’uscio ed usci per andare alla ricerca di una levatrice. /Ed ecco i dati della vita del mio amato padre Giuseppe, quando prese moglie aveva raggiunto l’età di quarant’anni, visse altri 49 anni in matrimonio con sua moglie. Dopo essa mori: passò un anno solo, visse fino a 63 anni: /Pochi giorni dopo fa venne la sentenza contro Ponzio Pilato: Pilato si uccise con proprio coltello e con tale morte fini la sua vita. Spiriti maligni e immondi rallegrandosi per la fine del suo corpo dissero che i romani lo pescarono nel Tevere. Per spregio altri lo trasportarono a Vienna, altri a Losanna, altri a Lucerna. /Giuseppe temeva qualche subbuglio Ma in quel momento venne Gesù e prese il ragazzo morto e lo sollevo alla presenza di tutti: Videro che Gesù parlava con lui come con un padre con il proprio figlio; E lo spirito vitale ritorno in lui: ed egli riprese a vivere. E tutti si meravigliarono di lui. /Di qui si vede per sommi capi che in larga parte I vangeli apocrifa presentano un Gesù popolare, mago, prodigioso, ingenuo ma sempre: un appassionato. Talvolta viene messa sulla bocca di Gesù anatemi della sua ira come quando Bartolomeo gli domanda quale sia il peccato più grave. E Gesù gli risponde “in verità che la calunnia e l’ipocrisia e sono al primo posto”. Altre volte sembra provocatorio e lo è soprattutto se capita di difendere l’ingiustizia degli oppressi come nel caso di quella espressione :” sono venuto a separare il padre dalla figlia e la madre dalla figlia” intendeva di spezzare una lancia a favore della dignità della donna di fronte al potere maschile :E altra volta quando diceva che i morti seppelliscano i loro morti voleva dire che il passato è passato; non bisogna togliere il futuro a nessuno ; non togliere gli scheletri dal passato; la vita continua nella sua evoluzione. E altre volte che diceva: “non sono venuto e portare la pace ma la guerra: “Era quella del relativismo. Vi sono molti brani che apparentemente danno un senso contrario o contradditorio a quello che affermano: Vi sono comunque due casi che bisogna citare; il bacio sulla bocca e la leadership della chiesa: In quanto al primo aspetto si dice al numero 55 del Vangelo di Filippo, la consorte di Cristo è Maria Maddalena. Il signore amava Maria più di tutti i discepoli e la baciava spesso sulla bocca. Gli altri discepoli allora gli dissero: perché ami lei più di tutti noi. Il Signore rispose e disse loro:” Perché non amo voi tutti come Lei: Perché vi sembra che lei non sia degna’?” E qui si chiude il distico. Una risposta lo si potrebbe dare: sempre il concetto delle donne che aveva in mente Gesù nella comunità dei suoi seguaci. Il messia si rivolge spesso alle donne nella società ebraica rigidamente patriarcale che si trovavano costrette all’ultimo gradino. Gesù le sprona a liberarsi da una situazione così mortificante a costo di distruggere l’assetto famigliare privo di diritti se non quello di procreare; servire; ubbidire; e tacere. Il messia le chiama popolo di morti. Un altro però elemento importante: Filippo è un evangelista appassionato della Gnosi; del conoscere Dio attraverso la sapienza-In questa mentalità si baciavano le donne sulla bocca. Ed era un concetto di nuova generazione: Gesù ricreava questa donna; la alimentava da sola nella sua vita. Era ovvio che quella donna amasse Gesù più di ogni altra persone; lui che l’aveva liberata dalla sua depressione. E il secondo brano di rilievo, quello che riguarda la leadership della chiesa: Nel nr 121 del vangelo di Tommaso. Simone Pietro disse; “Maria si allontani da mezzo a noi perché le donne non sono degne della vita. “Gesù disse”: Ecco io la trarrò a me in modo da fare anche di lei un maschio; affinché anch’essa possa diventare uno spirito vivo simile a voi maschi: Perché ogni donna che diventi maschio può entrare nel regno dei cieli: Perché vi sembra che non ne sia degna: “Da qui si può capire che siano uomini pure gli apostoli. Vi è stata un po’ di maretta nella condurre la chiesa da parte del maschilismo cha poi ha avuto il sopravvento: Nella moltiplicata interpretazione che permette la vicenda di Gesù ;( figlio del Dio, redentore, vittima espiatrice, predicatore, profeta, modello combattente per la liberta) sta il segreto del suo eterno del fascino. Nemmeno Gesù si è sottratto al destino di ogni essere vivente: Ognuno conta per gli altri nella misura in cui gli altri riescono ad attribuirli una personalità che corrisponda a ciò che essi si aspettano da lui.

Autore: Albino Michelin 14.07.2023
albin.michel@live.com

lunedì 7 agosto 2023

ESPERIENZA EDUCATIVA: DON MILANI E LA SCUOLA DI BARBIANA

 Il 23 maggio si è tenuta la commemorazione del centenario della nascita di don Milani alla presenza del capo dello Stato On. Mattarella e dell’On Rosa Bindi del comitato d'onore, della autorità della chiesa tributata all'uomo di grandi consensi e di grandi dissensi, il valore della sua testimonianza. Forse un uomo di tale statura non vale la pena ricordarlo in circostanze ufficiali e sporadiche, ma andrebbe tenuto costantemente a modello di vita. Era nato un secolo prima a Firenze, dal padre chimico Albano e madre triestina Alice Weiss di religione ebraica. Il cardinale E Dalla Costa alla giovane età di 24 anni lo presento senza pretese che voleva vivere poveramente. Don Milani già dalle prime esperienze impara a toccare con mano sofferenza con disoccupati, sottoccupati, dal lavoro minorile, dal lavoro precario, dalla promiscuità abitativa, dalla illusione dei modelli borghesi, dall'ingiustizia sistematica, dall'analfabetismo. E sarà l'analfabetismo la sua passione vita natural durante. La TV del Ticino presentava questo maestro di vita: Ricordare don Lorenzo Milani significa ripercorrere questi anni cosi travagliati per la chiesa cattolica, verso chi come Milani mise al centro del proprio agire la preferenza per i poveri. "Inizialmente era stato mandato in quel paese perché un po' credente, un po' miscredente, la gente non si sarebbe meravigliata di un tale prete. Anche perché erano iniziati alcuni dissapori con la curia. Il paese contava allora 40 abitanti, ora 124, Barbiana, una frazione di Vicchio, un cimitero, alcuni campi, una sessantina di case, una specie di Rio Bo, priva di luce. La sua casa canonica era diventata la cattedra dove si davano convegno anche dai paesi viciniori. Chi pensava lo avessero rinchiuso in un esilio dovette ricredersi. Egli iniziò subito con il suo progetto, un progetto di scuola aperta ed inclusiva che promuovesse lo sviluppo di tutte le intelligenze, anche quelle di soggetti socialmente più svantaggiati, creando per ogni singolo un percorso formativo ed integrato. Scuola degli ultimi fra gli ultimi. E qui va data la parola a Sandra Gesualdi, una delle sue prime conoscenze, che ha frequento con tutta la sua famiglia la scuola di Barbiana per 14 anni, diventata scrittrice e presentatrice televisiva, così si espresse; “grande l'uomo, l'educatore, il pensatore, il romanziere, l'obbiettare, il costruttore di pace, il pedagogista”. Giova qui rievocare la sua produzione letteraria non così copiosa ma significativa. Nel 1958 Esperienze pastorali in cui ipotizzava la chiesa del futuro ancora prima del concilio dei 62-65-. Lettera ai cappellani militari (1965) in cui si dichiarava per l'obbiezione di coscienza contro ogni forma di conflitto belligerante. In essa è riconoscibile la sua presa di posizione: "Se voi avete il diritto al mondo di dividere in italiani e stranieri io non ho patria e reclamo di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, e privilegiati ed oppressore dall'altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri". Non poteva che venire assolto dopo la morte. L'obbedienza non più una virtù. Bisogna avere il coraggio di dire ai giovani che l'ubbidienza potrebbe essere una subdola virtù. Lettera ad una professoressa. Scritta dai ragazzi e dal Maestro di Barbiana. Anticipa la scuola che precede i movimenti del 68 e propone una riforma anche dal punto di vista pedagogico. Denuncia l'arretratezza e le disuguaglianze nella scuola italiana. Una cura particolare, di don Milani: la parola. Educava i ragazzi all'uso "feroce" della parola, sua l'espressione, per sapere chi conosceva o meno la parola: si sarebbe sentito inadeguato e inferiore. Qualcuna delle sue espressioni: “il povero se dominerà la parola, allora la loquacità o del comiziante del farmacista si troverà a disagio … un solo testo, un solo argomento, e il maestro che lo spiega.    Non solo saper leggere, saper parlare, saper ascoltare ma anche per conoscere la cultura del proprio paese... Don Milani accusava la scuola italiana di privilegiare i ricchi e i bravi a discapito dei deboli che venivano umiliati… La parola è officina: il lettore diventa un produttore di senso, indispensabile per la vita-sociale ... il professore è un amico, quando si avanti con passo lesto si deve aspettare chi va più lentamente-…La scuola è per tutti ed è di tutti … la scuola 12 ore al giorno e 365 giorno all'anno”. Gli strumenti di ricerca della sua Prima scuola erano: chiaramente la ricerca, imparare facendo, aiuto fra i ragazzi, incontri col gli esperti, rifiuto dei voti, relazione collettiva, studio delle lingue, viaggi scolastici. Lascia una memoria ai posteri come la Fondazione Don Milani con tutte le sue opere con sede legale a Vicchio, con sede a operativa a Firenze, via Sinucci 19. Ma il suo testamento diffuso è nostro “l CARE “presentato ufficialmente come motto europeo dalla Von Der Leyen, Presidente della commissione d'Europa che significa: “mi sta a cuore, mi assumo la responsabilità, mi interessa”. Sembra posto come simbolo antifascistica del “Me ne frego”. ln margine va detto e non dimenticato quanto della sua persecuzione da parte della chiesa cattolica. E va detto senza remore e senza finzione: vi sono tanti preti di sinistra, preti rivoluzionari, preti contestatori, preti eccentrici, preti sovversivi. Non era di quelli anche perché la loro crisi va ritrovata nella loro collocazione sociale e pastorale. Una timida scusa da parte delle varie autorità di chiesa: “Forse non è stato capito, forse precorreva i tempi". Si sa che Paolo VI e Woytjla l’anno ignorato e Papa Francesco è andato alla sua tomba il 20 6 2017 dopo la morte tesse un elogio: “Un grande uomo, ha amato la gioventù non per spirito di sacrificio ma per amore”. Una certa domanda è d’uopo farsela: come mai la nostra chiesa arriva sempre in ritardo e minacciando solo scomuniche o extra ecclesiam?

Autore: Albino Michelin 12.07.2023
albin.michel@live.com

sabato 5 agosto 2023

OGNI ESSENZIALE È INVISIBILE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Oggi abbiamo una minoranza sempre maggiore di teologi che non si accontenta del Dio in tasca, di vivere di rendita su un Dio tradizionale, ma che risponda alle esigenze profonde della loro spiritualità. È passato il tempo di un dio teistico, antropomorfico che ti fa piovere e ti mande l’acqua per i contadini e le caramelle per i bambini bravi. E’ passato il tempo del Dio sacrale che ti benedice perché vai a farti il matrimonio in chiesa o ti toglie la sua benedizione se, non vai alla messe domenicale. E cosi tramontato dio della trascendenza e immanenza, del dualismo. Oggi si sa, abbiamo le guerre e cessano quando i belligeranti hanno deciso loro di farle finire. Come oggi non si teme più la scomunica perché ti sposi in civile anziché nei santuari. Oggi c’è bisogno di altra interpretazione di Dio, di un dio che è energia vitale, che il Padre è di questo cosmo da cui siamo alimentati, e che noi siamo una scintilla del divino. Che il Dio antropomorfico o che Dio sacrale abbiano lasciato il posto al Dio postmoderno è solo questione descrittiva. Quindi necessita non tanto di sbarazzarci dei miti, quanto di non prendere tutto alla lettera, finché la cultura non trova qualcosa di meglio. Come esempio possiamo prendere quello sulla risurrezione di Gesù che è poi la radice della nostra fede, tanto si dice che il cattolico è colui che crede nella risurrezione del signore. Lo scopo è saper leggere il vangelo, saperlo interpretare, secondo in logica del postmoderno.
Nessuno testimonio oculare sulla risurrezione.
Cioè non esisteva la televisione, anche gli evangelisti e gli apostoli era tutti scappati, hanno sentite solo il messaggio delle donne. Il più antico documento risale alla 1a Tessalonicesi (4-13). Noi infatti sappiamo che Gesù morto e risuscitato, così quando saremo morti Dio ci radunerà per mezzo di Gesù. Paolo dice per fede, ma lui non costata, non era presente. E andiamo ai vangeli. Matteo: Maria e la Maddalena vanno al sepolcro. Terremoto da spavento. Compare un angelo del cielo. Marco: tre donne vanno al sepolcro, compare un giovane dalla veste bianca. Marco: Non è detto il nome se uomini o donne. Vedono solo due angeli. Giovanni: al sepolcro la Maddalena ci va da sola. Corre a chiamare Pietro e Giovanni. Vede due angeli all’ingresso del sepolcro. Trova un giardiniere ed è Gesù.
Nessun testimone oculare alle apparizioni.
Ve ne sono tre. In Luca: abbiamo i pellegrini di Emmaus. In Giovanni ne abbiamo due. Nel cenacolo a Porte chiuse con Tommaso, la pesca miracolo dopo la quale Gesù mangia il pane e pesce insieme con gli apostoli. Nella 1 Cor.15,(40-44) I morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati in corpo spirituali. Atti degli apostoli 1(.3-4); Egli si mostrò ad essi vivo dopo la sua passione con molte prove apparendo per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. Cristo appare agli apostoli e a 500 fratelli. Ultimo anche a me. Atti 2,24 Ma Dio la ha resuscitato dai morti. In margine a questa apparizione vi sta anche quella di un certo Celso che obbietta nel 180 a certo Origene reclama come mai Gesù sia apparso a poche persone della sua cerchia e non invece ai sommi sacerdoti, a Pilato. Sarebbe stato necessario. Se veramente Gesù avesse voluto mostrare la sua potenza si sarebbe mostrate a quelli stessi che la avevano calunniato, da chi lo aveva condannato. Una specie di ti do ut des (io do affinché tu dia), adesso ti restituisco pan per focaccia. A riguardo di queste apparizioni veniamo al punto perché si tratta di elaborare un linguaggio nuovo che non ripugna all’intelligenza del cristiano che vive nell’epoca scientifica. Questo racconto di Risurrezione preso tuttora alla lettera anche nelle accademie teologiche tradizionali dimostrano poco. Dovremmo esaminare la nostra fede con lo stesso scetticismo con cui rifiutiamo la loro, quella delle altre religioni.
Tentativo di spiegazioni.
1) Queste esperienze essere ricondotte ad una esperienza mistica o a esperienze di tipo allucinatorio. Il tutto non adeguatamente elaborato il dopo il trauma per la sua drammatica fine. 2) Il senso per aver affrontato con la fuga un atteggiamento codardo. 3) Noi speravamo che fosse colui che avrebbe liberato Israele, fallimento politico da parte di chi si era suggestionato in qualcuno dei protagonisti della prima ore. Vedi la Maddalena o illusione di qualche altra delle donne. 4) La razionalizzazione. Noi abbiamo bisogno quando vogliamo credere in qualche cosa o ad arrivare a conclusione che confermi quanto vogliamo credere 5) Visioni e audizioni si possono spiegare con il fratto psicologico tipo allucinatorio e mentale, con l‘abisso di sconforto e sentore di dare comunicazione agli altri. 6) Probabilmente le donne avevano abbandonato Gesù nei suoi ultimi momenti a differenza degli uomini perché erano convinte che Gesù non sarebbe morto per sempre e che Dio lo avrebbe risuscitato.
Tutto è mistero.
Forse cercare di uniformarci alla superficialità attuale potrebbe rivelarsi una strada sbagliata. Una società nostra che si basa esclusivamente sull’empirico, crede solo a ciò che è verificabile. Eppure sappiamo che esiste anche il mistero. Tutto il mondo è un mistero, sia una farfalla che volteggia felice verso il suo destino. sia un filo d’erba che disturba una stella. I misteri si ritiene oramai appartengono a un mondo superato. Fra i tanti che la pensano diversamente afferma lo psicanalista Massino Recalcati, “L’esperienza del mondo e l’esperienza di un mistero”. se pensiamo alla fisica quantistica capace di dare un futuro nuovo al mondo con la sua modalità ondulatoria. Non si può dire che una cosa è la scienza oggi e la fede è altra cosa perché hanno l’interesse di lavorare insieme. La fisica quantistica è uno dei prossimi messaggi da studiare insieme in futuro. Tutto il creato è energia: dio, ogni atomo, noi stessi non possiamo restare indifferenti. Il fatto che noi siamo essere spirituali che viviamo una esperienza materiale ci fa pensare. Paolo afferma che noi ci muoviamo, viviamo ed esistiamo in Dio, perché siamo fiammella di Dio. Comunque è sempre vero quanto diceva il piccolo Principe: per la creazione, per la cultura, per la religione: “Ogni essenziale è invisibile”

Autore: Albino Michelin 07.07.2023
albin.michel@live.com