martedì 15 febbraio 2022

DA 40 ANNI LA 'NDRANGHETA È DI CASA ANCHE IN SVIZZERA

Quello della ’ndrangheta in Svizzera è stato troppo spesso considerato un tabù, eppure ci si convive da 40 anni. Invece di portarlo al dibattito pubblico si è preferito considerarlo caso sporadico e quindi prudenza per non compromettere l’immagine. Sotto silenzio però non si può lasciare un articolo apparso il 9 gennaio 2022 sul quotidiano Blick con l’intervista di Rosa Cappa, avvocato di origine abruzzese, da anni residente a Lugano e interessata al fenomeno della criminalità mafiosa. Ad esso vanno anche aggiunti altri interventi di stampa e in particolare i reportage di Falò della TV svizzera, come quello e non solo del 26.11.20. Premessa d’obbligo affrontando questo discorso è l’evitare la paranoia di stigmatizzare l’intera comunità calabrese e italiana in Svizzera, in massima parte onesta e professionalmente responsabile. Resta però necessaria l’informazione per rilevare la struttura, i pericoli, la logica, la finalità della più criminale cosca mafiosa italiana, allignata in tutti i continenti soprattutto in Svizzera E Germania. Secondo la Fedpol, polizia elvetica, sarebbero almeno 20 le cellule andrine localizzate in diversi cantoni svizzeri, cui farebbero capo circa 400 persone e di sostegno innumerevoli affigliati, residenti in Svizzera con normale permesso di lavoro. Fra le tante razzie compiute già dal 2014 a Frauenfeld in Turgovia, in cui una camera di sorveglianza nella sede della bocciofila di Wängi controllava una quindicina di attivisti intenti ad analizzare e aumentare i loschi affari, emblematica fu quella del 21.7.20 a Muri, Canton Argovia. Nell’operazione detta di “Imponimento,” condotta in forma congiunta da 700 forze dell’ordine italo-svizzere sono stati catturati 158 sospetti, 75 accusati di gravi crimini, sequestrate armi, stupefacenti, droga, cocaina per un valore di 169 milioni di frs. A questo punto sorgono ovviamente i gravi interrogativi. Già nel 1990 il nostro giudice Falcone dichiarava che in Svizzera prima arrivano i soldi e poi ci arrivano i mafiosi. La stessa affermazione nel su citato Falò la ripeteva il procuratore federale antimafia D. Marty, il quale però aggiungeva che dove ci sono molti soldi non controllati la malavita prospera, la giustizia si fa più debole e allenta la morsa. Indubbio che la ‘ndrangheta è una scuola, una religione, un seminario con i suoi dogmi e rituali di appartenenza. In generi i membri crescono da bambini figli di famiglia, vengono indottrinati secondo propria morale e omertà, allenati a compiere azioni di microcriminalità, legati a giuramento, dopo di che vengono ufficialmente arruolati. Altra modalità è quella di aggregare persone di fiducia sul posto, italiani ed in parte svizzeri. Anche se i soldi sono depositati nelle grandi città, i loro trafficanti preferiscono abitare in piccoli centri dove i rapporti umani sono più facili. Secondo l’intervista di Rosa Cappa, anche con lo strano titolo a tutta pagina:” Attraverso la chiesa la mafia garantisce le sue interconnessioni”, si comprova che pure negli assembramenti religiosi, in occasione della messa, fuori di ogni sospetto, le andrine concludono i loro affari. I missionari italiani del luogo interpellati altro non potevano rispondere che si tratta di persone per bene, praticanti, fedeli alla chiesa. Nulla da eccepire, anche se una signora del giro risultava segretaria della parrocchia cattolica. Non si fanno notare per gesti eclatanti, come omicidi o regolamenti di conti. Se talvolta si ebbe il caso, furono fatti passare come suicidi. Sospetto sulla loro attività può nascere allorché un privato di basso o medio stato sociale improvvisamente acquista terreni, proprietà, immobili o altro. Le cellule talvolta vengono identificate allorché si notano movimenti di auto a grossa cilindrata, come a Lugano dove in una concessionaria si operavano traffici di Lamborghini, o a Muri dove nel parcheggio della pizzeria Bellavista stazionavano Ferrari e auto di lusso. Lo steso capobastone Bruno Anello teneva riservato il suo garage ed una camera al piano superiore per comparire e sparire a ritmo intermittente. Si infiltrano dovunque per investire nella ristorazione, nell’alimentazione, nell’edilizia, riciclaggio di denaro. Trafficano con l’Italia ogni sorta di armi e stupefacenti, riescono ad affiliare svizzeri come nel caso dell’usciere al comune di Lugano. Ed è una continua spola fra la Svizzera e Reggio Calabria, dove ricevono e si scambiano messaggi e codici segreti. E’ una rete perfetta, ramificata e radicata. E qui l’ultima domanda di fondo: ma che cosa fa la Svizzera per contrastare questo fenomeno malavitoso? Poco, poche risorse a disposizione, poche unità di polizia addestrata, norme cantonali poco collaborative e soprattutto la mancanza di una legge federale ad hoc. La Polizia può intervenire solo nel caso di un reato effettivo e costatato, ma nulla può nei confronti di appartenenti di cui si dice ma contro cui non si prova con esattezza. Il fatto dei processati a Catanzaro, che una volta rilasciati ritornano in Svizzera e passeggiano da onorati cittadini lo dimostra. Solo con la collaborazione dell’Interpol i criminali possono venire rimpatriati verso la Calabria. A quando una legge adeguata a protezione dell’onestà e degli onesti? Qui si tratta di suonare la carica. C’è da augurarsi una maggior presa di coscienza civica da parte svizzera e italiana. Un bel compito anche dei nuovi Comites, recentemente eletti, per una adeguata bonifica dalla ‘ndrangheta e dalla malavita organizzata in Svizzera.

 Autore: Albino Michelin 12.01.2022

albin.michel@live.com

lunedì 14 febbraio 2022

LA LEGGE SUL FINE VITA IN UN PARLAMENTO VUOTO: UNA VERGOGNA PER L'ITALIA

Qui non interessa tanto schierarsi a favore o meno per la legge in questione quanto indignarsi per la seduta parlamentare a Montecitorio del 10 dicembre 2021 in cui fra 630 onorevoli italiani erano presenti 25, assenti 605. Una legge rimasta per 7 anni a giacere nelle commissioni ed ora ulteriormente rinviata al prossimo febbraio o alle calende greche. Pessima prova del parlamento in tema di diritti civili. Se succedesse in una ditta tale menefreghismo gli operai verrebbero subito messi alla porta. Che questo avvenga fra i politici nessuno reclama, tanto tutti si accetta il proverbio” governo ladro”. I cittadini onesti avrebbero il sacrosanto diritto si pubblicasse la lista dei furbetti allo scopo di depennarli dalla prossima legislatura. Non ostante questo grave vulnus inferto alla società italiana si sente pressante una decisione sull‘eutanasia, per cui vale la pena ancora evidenziare e attualizzare questa problematica. Negli ultimi vent’anni abbiamo avuto quattro episodi a marcare la nostra storia sull’ argomento. IL 20.12 2006 per il caso Piergiorgio Welbi, immobile da 45 anni in un letto causa distrofia muscolare, subita a 16 anni. Il medico sotto insistenza della moglie Mina non riuscendo più a sopportare egli soffrisse giorni interminabili di dolore e nell’ impossibilità di vivere la sua vita con un po’ di umanità, gli staccò il respiratore. Un Natale triste per tutta l’Italia allorché il Cardinale Ruini vietò qualsiasi cerimonia funebre in chiesa. La moglie si batterà per 15 anni tramite l’associazione Coscione, fondata nel 2002 per la libertà della ricerca scientifica pro diritti dei disabili affinché venga concesso a ciascuno di morire con dignità. Il secondo caso fu quello di Eluana Englaro. In seguito ad un incidente stradale visse 17 anni in stato vegetativo fino alla morte avvenuta il 9.2.2009 per interruzione della nutrizione artificiale. Una lunga vicenda giudiziaria e un interminabile conflitto politico. Un terzo caso quello di Ornella Cozzanella, anziana signora molto vivace che passava i pomeriggi giocando a carte con le amiche, ma viveva nella tristezza e nel desiderio di andare ad incontrare la sorella e la mamma defunte. Così si fece trasportare in taxi in Svizzera nella clinica “Dignità” di Zurigo per una scelta volontaria di fine vita. Il 28.1.14 l’avvocato accompagnatore le riportò in patria le ceneri. Uno degli ultimi casi eclatanti quello di Fabiano Antonani, detto DJ Fabo, rimasto tetraplegico e cieco pure in conseguenza di un incidente. Dopo 3 anni nel 2017 chiede l’eutanasia al presidente della Repubblica, il 27.2 dello stesso anno pone fine ai suoi giorni, facendosi ugualmente accompagnare in Svizzera dall’esponente dell’Associazione Coscione, Mario Cappato che si buscò anche un processo, assolto nel 2019. A questo punto vale la pena fare chiarezza sull’uso dei termini Eutanasia e suicidio assistito. La prima significa atto di procurare intenzionalmente la morte di una persona che ne fa esplicita richiesta. Mentre il secondo significa aiutare una persona a suicidarsi attraverso farmaco letale, assecondando la richiesta volontaria alla presenza di una equipe medica. Come sopra chiarito, non esiste in Italia una legge al riguardo, tuttavia se approvata essa legittimerebbe l’eutanasia: 1) in caso di patologia irreversibile, con prognosi infausta, 2) ai maggiorenni con capacità di intendere e volere e rifiuto di cure palliative, 3) Prevista l’obbiezione di coscienza con l’obbligo comunque di garantire il servizio. Nel frattempo in mancanza di una legge si arrischia di giocare sul nominalismo, di avere tanti suicidi mascherati e clandestini, sedazioni o suicidi simulati. Luca Coscione sostiene che vi sarebbero stati nell’anno precedente 100 mila terminali suicidi, 50 mila che sospendono ogni cura, tre al mese che emigrano in Svizzera per eutanasia reale. Ovviamente questa descrizione però comporta una quantità di problemi sia dal punto di vista religioso, etico, umano. Dal punto di vista del sentimento comune negare all’individuo la responsabilità personale di ultima decisione viene considerato quasi reato di tortura. Pure nel mondo dei credenti le opinioni sono diverse. Il Cardinale Martini confessava di non aver paura della morte ma delle sue modalità di sofferenza prolungata. Il teologo Küng nel suo libro” Dignità della morte” difende la libertà della decisione personale in merito. Lo scrittore contemporaneo Vito Mancuso sostiene non essere sacra la vita, ma la qualità della vita. Sono note anche le posizioni ufficiali della chiesa attuale: inaccettabile l’intervento diretto per la fine vita, non obbligo però di accanimento terapeutico. Certo un piccolo passo dall’affermazione di Gregorio XVI che nel 1832 definiva grave propinare il vaccino contro l’influenza, come dire obbligo di soffrire sino all’ultimo respiro, retaggio di cultura medioevale del dolorismo. Infine la posizione della bibbia, dove secondo il teologo K. Barth il suicidio non viene espressamente vietato. Rammenta le istigazioni messe in bocca a Dio di uccidere i nemici, la condanna a morte, il rogo e la guerra giusta difesa pure dalla chiesa, per cui il discorso resta sospeso. Abbiamo anche il suicidio di Giuda in doppia versione non polemica. In Matteo Giuda si impicca, (27,5-8) e negli Atti degli Apostoli con i trenta denari compera un campo e muore cadendo in avanti (1,18). Il problema resta complesso. Forse una soluzione rispettosa sarebbe che in una situazione così unica, irrepetibile, personalissima, né Stato né Chiesa, né legge religiosa né civile dovrebbero entrare in merito, ma in silenzio inchinarsi di fronte all’ultimo mistero dell’uomo: la morte.

 Autore: Albino Michelin 11.12.2021

albin.michel@live.com

sabato 12 febbraio 2022

PER LA FISICA QUANTISTICA L'ANIMA ESISTEREBBE E SAREBBE IMMORTALE

 Gli scienziati della fisica quantistica mostrano oggi un grande interesse verso le ricerche oltre i limiti del visibile e dello sperimentabile. Come sul cervello artificiale, l’uomo robot, gli ufo, eventuale vita di umani negli altri pianeti. E cosi la stessa fisica vorrebbe sostenere l’esistenza dell’anima e della sua immortalità prima della nostra nascita e dopo la nostra morte. Va premesso subito che si tratta di due piani diversi: Dio -anima da una parte e uomo- scienza dall’altra e quindi si lavora su indizi. Ma forse vale la pena di non rifiutare tutto a priori per recepire qualche elemento positivo concernente l’eventuale status dell’uomo post mortem. Sappiamo bene dall’illuminismo, corrente di pensiero sorta verso il 1715 per sostenere che l’uomo deve agire secondo” il lume della ragione” quindi nessuna repressione più del libero pensiero e difesa dell’autonomia di ricerca. Di qui un corteo di affermazioni, come:” L’uomo viene dal nulla e torna nel nulla. Non è Dio che ha creato l’uomo, ma l’uomo che ha creato Dio. L’anima è un composto chimico che si decompone con la morte. La religione è l’oppio dei popoli. Si schiacci l’Infame, cioè Gesù di Nazareth, secondo il proclama di Voltaire. L’uomo è un tubo digerente. L’uomo è ciò che mangia. La vita è una favola narrata da un imbecille. “Quindi una scienza atea ed anticlericale. Ora invece nella fisica quantistica abbiamo una scienza che si avvicina di più alla religione e non la combatte per rivalsa o partito preso. Certo sappiamo che prima dell’attuale fisica quantistica e da sempre le religioni a questo mondo ci sono e ci sono state. Con le loro diverse divinità, riti, magie preghiere. Ma nel profondo dell’essere umano vi è sempre stato pure un rapporto e un bisogno di rapporto per quanto vago con lo spirito di un Essere assoluto, identico in tutti. E qui tutte le religioni convengono. Ci limitiamo alle maggiori: Il Cristianesimo con il suo Dio di Gesù e un miliardo e 200 milioni di credenti, l’induismo con il suo Dio Brahma e un miliardo e 600 milioni di credenti, gli africani con il Dio Vudu e un miliardo e 300 milioni di credenti. Siamo 8 miliardi di persone che credono o sentono il bisogno di un essere assoluto, di uno spirito universale, quindi 8 miliardi di fratelli. Che poi da adulti divengano onesti o disonesti dipende dalla loro coscienza o incoscienza. E ognuna di queste religioni con la sua immortalità dell’anima anche se in modo diversificato. Per l’antica religione greco romana Giove infondeva l’anima come una fiammella che si trova nel corpo quasi in un carcere e desiderosa di tornare d’onde è partita. Per Il Cristianesimo con il suo dopo morte in cui si destina l’anima in paradiso o purgatorio o inferno. Per l’induismo con la sua sopravvivenza attraverso la reincarnazione in altre vite fino alla purificazione totale. Per la negritudo africana con le anime dei defunti che sopravvivono negli antenati della comunità. Tutte queste religioni hanno modi diversi di descrivere il dopo morte, ma tutte convengono che l’anima non si estingue ed è immortale, perché ognuno di noi è parte del divino. A questo punto si aggiunge la ricerca della fisica quantistica, la quale essa pure vorrebbe dimostrare che l’anima nostra esiste ed è immortale. Questa fisica fa un cammino per conto proprio ed è ovvio. Parte dall’affermazione che il mondo è in continua evoluzione. E qui si trova d’accordo von S. Paolo e il teologo gesuita Th.de Chardin, il quale sostiene che il creato va dal caos verso il cosmo, dal disordine verso l’ordine, dall’umanità verso l’umanizzazione e infine verso la cristificazione, la cui scadenza non si può ipotizzare in misura di anni o di secoli. La fisica quantistica e suoi molti scienziati, fra cui il biologo premio Nobel svizzero W. Arber, partono dall’idea del cervello visto come computer biologico. Un tempo si pensava che l’elemento infinitamente piccolo della materia fosse l’atomo. Oggi non è cosi, la fisica nota che questo è quasi irraggiungibile e forse va a finire oltre, in qualcosa di “spirituale”: quello che da secoli noi chiamiamo anima. La nostra anima esisterebbe nell’universo prima della nostra nascita, verrebbe assunta dai nostri neuroni cerebrali, e dopo la morte ritornerebbe nell’universo, ma non verrebbe distrutta. L’anima con la coscienza ha bisogno del cervello come condizione per esprimersi, ma non si identifica con esso, non ne segue la sorte. L’anima è molto di più delle vibrazioni del cervello, è della stessa vibrazione dell’universo. Forse questa è una nuova stagione di confronto fra ragione e fede. Ma qui è conveniente completare il tutto con la figura di Gesù e il suo messaggio. Si va nella fede, cioè in fiducia nei suoi confronti. Per Gesù non c’è dubbio, l’anima è eterna, come Dio esiste dall’origine del mondo e non muore più. Nulla si crea e nulla si distrugge. Essa mantiene la sua identità, senza reincarnarsi in altri esseri. Gesù dice: “o padre di tutto quello che mi hai dato non andrà perduto nulla. Non vi chiamerò più schiavi, ma figli e se figli eredi.” Ovviamente non va dimenticata la nostra esperienza psicologica. La nostra struttura insostituibile è quella di amare ed essere amati. Persino tutto il creato vive d’amore: i pianeti fra di loro, le nostre cellule tutte per una, una per tutte, gli uomini che cercano morendo la luce. Non è possibile che un Dio ci abbia fatti per l’amore e per la vita e alla fine tutto vada in delusione e frustrazione. Un gioco di cattivo gusto. Dalla nostra parte ci sta, anche se non una prova scientifica, un indizio di fondo. Noi siamo nostalgia dell’Altro, nostalgia dell’Oltre.

 

Autore: Albino Michelin 02.14.2021

albin.michel@live.com

giovedì 10 febbraio 2022

LA BIBBIA NON É UN MANUALE DI SESSUALITÀ DEDICATO AI GAY

Ai tempi di Galileo la Chiesa aveva scambiato la bibbia con un manuale di astronomia, e se lo scienziato non rinnegava la sua giusta teoria scientifica finiva nel rogo. A quasi quattro secoli di distanza si è imparato poco. Si ripete lo stesso equivoco di considerare la Bibbia come una manuale questa volta di sessualità. E quindi “maschio e femmina Dio li creò”. Di qui una domanda:” e se due persone nascono fisiologicamente identiche ma psicologicamente diverse che dire? Una persona si definisce in base ai suoi organi genitali o in base all’ identità profonda e alla psicologia costitutiva della coscienza?” Quando le teorie sono in contrasto con la realtà sono le teorie a dover cambiare e non viceversa, come avvenuto nel caso della chiesa di fronte a Galileo. Lo stesso si dovrebbe dire nei confronti degli omosessuali, lesbiche e relative coppie. A giudicare dalla scena isterica, dagli applausi e tumulto da stadio vistisi il 27.10.21 alla bocciatura del decreto Zan direbbe che la storia non ha insegnato proprio niente. Hanno vinto loro si potrebbe dire chiudendo velocemente il discorso. Apparentemente sì, una battaglia figlia dell’acrimonia e dell’ignoranza contro questi diversi, ma non la guerra basata sulla idea di civiltà che farà lentamente suo corso verso il riconoscimento dei diritti di queste minoranze da secoli storicamente perseguitate. Qui è opportuno un breve excursus. La legge Mancino del 25.6.1993 condanna frasi, gesti, azioni, slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, violenza, discriminazione per motivi etnici, religiosi, razziali, nazionali. Il Decreto Zan aggiunge anche: ”pene da 1-4 anni a chi istiga alla violenza omofobica e contro la disabilità. Il testo comprende anche le dovute precisazioni: Omofobia: avversione irrazionale contro gli omosessuali, i bisessuali, i transessuali, frutto di pregiudizio e di ignoranza. Sesso si intende quello biologico. Genere qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso. Identità di genere, il genere che ciascuno sente di avere anche se non corrisponde al sesso di origine. Orientamento sessuale: attrazione nei confronti delle persone dello stesso sesso, od opposto o di entrambi i sessi. Infine riservare una giornata annuale il 17 maggio contro l’omofobia, per promuovere la cultura del rispetto. Qui ci limitiamo alla omofobia. Quanto alle statistiche, gli etero in Italia sarebbero circa 97,4% maschi, donne 97,7%. Quindi la legge verrebbe incontro al 2,6 rispettivamente e al 2,3. Ma sui diritti umani non è determinante il numero, tutti devono essere garantiti. All’obbiezione di chi sostiene che il comportamento omosessuale è contro natura, si risponde che in natura esistono 1.500 specie animali praticanti l’omosessualità, quindi un fatto di natura, sia pure in variante minore. Certo che questa base l’uomo la supera perché dotato di coscienza e spirito che noi chiamiamo anche soprannatura. Però la soprannatura non distrugge mai la natura, su cui noi siamo innestati. Quindi anche l’omosessualità fra gli umani pur se in variante minore è un fatto naturale. Fra le innumerevoli reazioni dopo la bocciatura Zan vale la pena limitarci ad una significativa ed emblematica lettera della signora Mara Grassi che scrive: ”Per tanto tempo sono stata una cattolica integralista e praticante: Dio, Patria, famiglia, con tutti i principi non negoziabili. Mi vergogno di una chiesa che si è cantata il Te Deum di ringraziamento. Ho quattro figli e sono anche andata a Verona il 31.3.2019 al Congresso mondiale per la famiglia a manifestare. Quando tempo dopo mi accorsi che Emmanuele, uno dei miei figli era gay, al vedere in TV tutto quello scempio di carnevale in senato contro gli omosessuali mi sono sentita avvilita, distrutta. Mio figlio bullizzato come non mai, non posso descrivere il dolore e lo smarrimento provato quando mi ha rimproverato di aver partecipato al family day. Sono una mamma che nel settembre 2020 in una udienza ho offerto a Papa Francesco il libro: “Genitori fortunati, vivere da credenti l’omosessualità dei figli.” Ma anche lui mi ha deluso, con tutte le sue aperture “chiesa di frontiera, in uscita, ospedale da campo”. Questa è una chiesa spaccata in due e in mano ai clericali. Dove eravate voi preti e vescovi della chiesa cattolica, che mentite sapendo di mentire, che benedite gli animali ma non gli omosessuali, voi onorevoli all’occorrenza baciabanchi, nella baraonda Zan del 27 ottobre 2021? Il Signore ama tutti i nostri figli, i vostri figli, perché tutti sono figli di Dio, così come sono venuti al mondo. Senza paure perché nell’amore non c’è timore, (1 Giov,4,18)”--- Bruciante la lettera di questo madre. Non si può non essere al suo fianco. Vi è già una mobilitazione in tutta Italia per rilanciare la legge. Tralasciando i politici, di cui non vale la pena fidarsi, sorgono comunità di credenti, gruppi di fede sparsi nella penisola, persino un seminario fondato dal gesuita Pino Piva, che organizza corsi per operatori pastorali di accompagnamento agli omosessuali, con referenti di rilievo come i cardinali Matteo Zuffi e Marcello Semeraro, certo dell’altra chiesa. E si moltiplicano le “Tende di Gionata”, come quella fondata dal prete sensibile Davide Esposito, secondo il messaggio di Isaia profeta (54), luoghi di accoglienza verso i gay, LGBT e tutte le persone colpite da ogni tipo di discriminazione.

Autore: Albino Michelin 24.11.2021

albin.michel@live.com