sabato 8 giugno 2024

FISICA QUANTISTICA E PROSPETTIVE POST-TEISTICHE NELLA SPIRITUALITÀ ATTUALE

Premesso che Dio è sempre stato un assillo dell’umanità, da quando egli veniva considerato come divinità il Dio Sole, da quando veniva recepito come una galassia disseminata nei cieli, da quando Galileo Galilei è venuto a dirci essa è il centro di rotazione cui si muovevano nove pianeti, le modalità di espressione e dell’immagine di Dio è molto cambiata. E siamo arrivati alla fede teista: da Theos (foto del dio tradizionale) alla post-teismo: (dall’immagine del dio più attuale) quella post-teista del pensiero della spiritualità moderna. Diciamo subito che ci sono oggi due correnti che andrebbero sottoposte ad una disamina attenta. Perché la fisica quantistica sostiene la scoperta di subatomi, particelle piccolissime che vanno quasi a smaterializzarsi fino al punto di perdersi nella spiritualità, sicché possiamo dire che noi siamo esseri spirituali con una componente fisica ed essere fisici con una componente spirituale. Questo discorso benché prosegua nella sua strada assai complicata, tuttavia manifesta che la fede ha forse trovato un confronto con la scienza fino a dirci che in opposizione ad essa non è mai stata. Il post-teismo è invece una verità più accessibile alla nostra pelle, quella che maggiormente risalta nella nostra società. Essa consiste in una deriva o delusione che ha messo in crisi la nostra Chiesa nelle sue più profonde fondamenta. È il nostro modo di concepire Dio, il nostro modo di rapportarci con Lui. Dio è in alto, noi siamo in basso. Di fatto egli si chiama trascendente e noi immanenti. Dio nella soprannatura e noi nella sotto natura. Noi si raccoglieva quello che Dio mandava o permetteva: in caso di siccità con la pioggia e in caso di uragani inviando il solleone. La malattia in caso di cattiverie del genere umano, e tante benedizioni nel caso che si farebbe giudizio. Il Dio trascendente è di un altro abbigliamento: la barba bianca, vestito diafano che gratificava i bambini con le caramelle, ed i bambini cattivi con il diavoletto che turbava i loro sonni. Questo è il vero dualismo e questa teoria non esiste più. Dio padre nell’alto dei cieli che si fa pregare e noi in una valle di lacrime ha subire ogni tormento. Questo dualismo che fa Dio in cielo e noi in terra: quello tradizionale praticato finora. Il discorso oggi diventa realtà: da quando il vecchio Giobbe si vedeva condannato in un letamaio si mise a strepitare contro Dio. Da quando la peste nel 1347, nel giro di tre anni riesce a spazzare via una popolazione complessiva di 80 milioni di abitanti, circa un terzo dell’umanità, fino alla pandemia recente che se non ha fatto gli stessi disastri va ringraziata la medicina. E poi si pensiamo alle guerre, gli omicidi, alle torture ai bambini non nati e a quelli deceduti con morte prematura. Bisogna riconoscere che molte, la maggioranza delle disgrazie di oggi sono volute perché noi lo vogliamo. Sarebbe risolto quasi tutto con la condivisione dei beni sulla terra, con il cessare degli armamenti, con il darsi una regola morale per tutti gli esseri umani. Ed il mondo si aggiusterebbe in gran parte. E questo dualismo mai capito finora, perché una grande quantità di rimedi sarebbe in mano nostra. Ed è quello che porta anche molta gente all’ateismo, all’agnosticismo ed al cielo che sarebbe vuoto. È l’immagine di Dio che noi ci siamo portati dietro da quando il mondo è mondo. È un Dio antropomorfico, un Dio dalle vestigia umane. Invece è il nostro Dio, un Dio totalmente altro. Si scambia con un Dio creatore che è tutto vero, con un Dio interventista, che probabilmente è in parte falso. Ed ecco qui allora che va bene la trasformazione di un Dio teista del passato a un Dio post-teista del futuro. Che vuol dire un Dio al di là delle religioni. Ci spiace che la parola trans abbia oggi un significato equivoco. Ma Trans all’origine significa oltre Dio, secondo l’immagine purtroppo errata che ci siamo fatti nel mondo passato. Indubbiamente Gesù ci ha detto di pregare senza mai stancarci, la preghiera sarà esaudita in ogni caso. Ci ha detto di pregare perché possiamo cambiare noi stessi, la nostra coscienza, il nostro mondo interiore e tutto andrà bene. Ed in effetti Lui ha deciso che la pace fra gli uomini dipende da noi. È qui c’è un salto da fare, dalla proposta teistica, procedere nella post-teistica. Noi siamo una manifestazione di Dio, come tutto lo è. Noi una manifestazione di Dio come lo dice il vangelo di Giovanni. Ma sulla terra noi dobbiamo guadagnarci la pagnotta con la nostra responsabilità. E qui va integrato oggi anche il concetto di provvidenza. Gesù dice che anche i capelli del nostro capo sono contati e guardate gli uccelli dell’aria che gli mantiene il Padre Vostro. Anche questo vuol dire che Dio è creatore ma non interventista. Egli ama l’uomo, è indulgente, capisce il nostro anelito. Se il teismo non serve più perché era un modo di concepire Dio nel passato, è perché è giusto che ci sia il post-teismo attuale. La chiesa rivivrà secondo il passato che dovrà essere evoluto, perché Dio cammina con le gambe del mondo, e perché il mondo è la precisa manifestazione di Dio. Siamo in un mondo in trasformazione. Su questo aspetto fare attenzione ad un equivoco. Il pensare che all’origine tutto fosse perfetto e che dopo la caduta del peccato originale tutto fosse decadenza, con la venuta di tutti i mali del mondo. Di fatto questo era un pensiero anche di San Tommaso che partiva da un principio statico, il principio era la perfezione e poi è venuto tutto il male del mondo. Noi siamo invece in fase di dinamismo e che tutto attraverso la storia avrà il suo compimento. Noi non siamo decaduti per colpa del peccato di origine ma siamo chiamati ancora al bello e ancora al divenire. Per questo abbiamo detto poco fa che Dio non è un interventista, ma senz’altro un attendista, anche se la parola è male usata, che attende il lungo processo della storia, affinché tutta l’umanità sarà con Dio, in quanto sua manifestazione e trasfigurazione.

Autore: Albino Michelin 20.05.2024
albin.michel@live.com

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