sabato 23 gennaio 2021

L'ENCICLICA DI BERGOGLIO "FRATELLI TUTTI". E LE SORELLE?

Le encicliche di Bergoglio coinvolgono tutti e non semplicemente il clero sia per le tematiche come per i contenuti. Fra le più importanti due, cioè “Laudato sì” (24.5.15) a salvaguardia del creato, del clima, della casa comune, e “Fratelli tutti” (3.10.20) sulla fraternità e amicizia sociale hanno creato un impatto significativo anche se a versanti opposti con effetto certamente a tempi lunghi. Ci interessa qui “Fratelli tutti”. A pochi è nota l’esistenza di un “Concilio internazionale cattolico donne” composto da teologhe e pensatrici a maggioranza ecumenica, ma anche diversamente credenti. Alla base comunque tutte sensibili alla riscoperta e all’esperienza della spiritualità. Orbene queste si sono sentite in dovere non tanto di contestare, quanto, accanto all’apprezzamento globale, di presentare a Bergoglio un’opinione sul titolo, come se le sorelle non esistessero o rappresentassero una componente inferiore e marginale. Simili interventi, proprio perché privi di acredine, rappresentano sempre un input positivo, in quanto ogni documento papale radicato nel passato rispecchia il presente, magari timidamente aperto al futuro, e quindi non ha da disdegnare la collaborazione di persone sensibili e attente anche ai dettagli, che poi tali potrebbero non essere. Esse ammettono un piccolo passo in avanti del nuovo messale che dopo 18(I?) anni di studio ha modificato alcuni brevi vocaboli (una riga in tutto), aggiungendo quattro volte ai fratelli anche un cenno alle sorelle, e precisamente al benvenuto inizio messa, al confesso a voi fratelli e sorelle, al pregate fratelli e sorelle dopo l’offertorio, alla memoria dei defunti ricordando fratelli e sorelle. Sororita’ dopo tutto che da diversi anni molti sacerdoti includevano senza tanti nuovi messali, mossi più dalla fedeltà al senso fondante di Gesù che non alle trascrizioni degli ecclesiastici nel tempo, preferendo lo spirito che non la lettera. L’osservazione del “Concilio Donne” è che nella suddetta enciclica Bergoglio rimane nel quadro d’insieme androcentrico e nella dimenticanza di sorelle riemerge inconsciamente il maschilismo clericale. L’uso di un lessico escludente non è una inezia, si snoda per quasi tutti i 287 numeri del testo. Ad esempio la frequenza con cui compaiono nel corpo del documento termini chiave è cifra di tale impianto. Mentre il binomio uomo-uomini, fratello-fratelli ricorre 114 volte (=76%), nel corrispettivo riferito a donne ricorre 25 (24%) volte senza contare la sezione delle note il che aumenterebbe la sproporzione. Il Concilio femminile sottolinea che mentre altri documenti di Francesco (Laudato sì ed Evangelii Gaudium) ci hanno posto di fronte ad un papa sorprendente e profetico e che ispirano entusiasmo, dal greco en (dentro) theo’s (Dio), il divino dentro di noi, questo invece nel nr.86 lamenta che la Chiesa ha avuto bisogno di tanto tempo per condannare la schiavitù. Ma ancora sulla violenza verso le donne permane l’oblio. Si evita il discorso sulla donna esclusa da funzioni di responsabilità, sulla colpevolezza e i torti perpetrati lungo i secoli, sulla questione degli abusi sessuali. Nel nr.164 la famiglia è caldo focolare domestico, ma cala Il silenzio sul fatto che la maggioranza dei femminicidi, (in Italia 1 ogni 3 giorni), degli abusi su donne e minori, maltrattamento, stupri perpetrati dai partner avvengono fra le pareti domestiche anche davanti ai figli. Silenzio pure sull’omertà delle donne, sulla complicità del clero con l’aggressore quando le donne si sentono dire dal prete di sopportare e sacrificarsi perché su di loro grava il compito di reggere la famiglia. Questo fanno purtroppo da secoli la chiesa e la società, trasformando le donne vessate da prepotenze in esseri colpevoli. Il Concilio Donne apprezza il richiamo all’amicizia sociale in quanto linfa vitale del testo. Però si chiedono se non sono forse le istituzioni, l’economia, il sapere in mano ai maschi che la assediano e la insidiano. Purtroppo la responsabilità dello sfascio morale e materiale è piuttosto del genere maschile. Se una parte consistente di questo gruppo femminile e quindi delle donne apprezza il contenuto evangelico del testo, un’altra fa delle riserve per l’autarchia maschile in esso contenuta. Questo intervento femminile su “Fratelli tutti” ci mette davanti ancora il ruolo di minoranza e di minorità della donna specie nella chiesa. L’ enciclica probabilmente non ha interpellato le donne prima della stesura. Ci si meraviglia se anche nell’internet per le spiegazioni dei vangeli domenicali si vedano solo liste di maschi e di preti. Chi scoraggia la ricchezza del pensiero e del sentimento femminile a favore di una esclusiva spiegazione del vangelo fa del settarismo sessista, un torto all’altra metà del cielo. Dio nel mito delle origini ha creato “l’umano”, nella dualità, non Adamo e poi Eva giustificando così una precedenza ed una superiorità del genere maschile. Nei suoi messaggi Papa Bergoglio viene ammirato perché ci fa volare alto. Ci si augura in futuro anche un volo alto nei confronti delle donne.

Autore: Albino Michelin   18.12.2020
albin.michel@live.com

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