mercoledì 20 gennaio 2021

CON LA PAZIENZA POSSEDERETE LE VOSTRE ANIME

Questa espressione di Gesù tratta dal Vangelo di Luca (21,19) è profondamente vera perché la sperimentiamo sulla nostra pelle. Quello che in buona parte oggi abbiamo perso o stiamo perdendo con la pazienza è proprio la nostra anima. Viviamo in un tempo di alta velocità e di pazzesca frenesia. Dal 1960 con la scoperta e l’utilizzo dell’elettronica stiamo fuori di testa. Il tempo è oro, produrre per consumare, consumare per produrre, usa e getta, dai supermercati sughetto pronto, cene surgelate, torte veloci. Stiamo facendo saltare il muretto fra il tempo e la vita. Cellulare, SMS, online il mondo in casa e noi ai confini del mondo, stipuliamo contratti, Amazon ci porta ogni richiesta sotto la finestra. Orologi sempre sincronizzati a scadenze immediate. Tutto, subito, adesso. Morsi dalla tarantola, non c’è spazio per la pazienza. Che se poi la nostra civiltà viene attraversata da un incidente di percorso come l’attuale pandemia Covid 19 esplodono risse nazionali, rivolte popolari, incontenibile rabbia sociale contro chi governa e ci vieta nell’interesse della salute nazionale gli assembramenti di persone, movide, stadi, festini, viaggi, piste sciistiche, balere, affollate celebrazioni religiose, succede una baraonda indescrivibile, ci manca la pazienza. Il codice morale:” non fare agli altri quello non vorresti gli altri facessero a te, la mia libertà finisce dove comincia la tua, assunzione di responsabilità collettiva,” parole al vento, moralismi retorici. Si da’ l’impressione che la pazienza significhi sconfitta, inerzia, pigrizia, rassegnazione, passività, indolenza, compromesso al ribasso, apatia. Qualcuno ritorna a citare Giobbe:” Dio ha dato, Dio ha tolto sia benedetto il nome del Signore.” Tentiamo qualche rimedio. Anzitutto bisognerebbe imparare dalla natura il cui nome si chiama pazienza, lo scrive Balzac. Gandhi disse che la goccia scava la roccia. La natura è paziente nella sua creazione e nella sua evoluzione. Giacomo che non era un agronomo ma un evangelista scrisse nella sua lettera acclusa alla Bibbia:” guardate l’agricoltore che aspetta pazientemente il frutto della terra finché non abbia ricevuto la pioggia d’autunno e di primavera” (5,7). La natura non fa salti. Perché il granello di frumento divenga pane croccante sulla tavola di famiglia ci vuole il suo tempo, due stagioni e non ha senso forzare la maturazione. Confucio da parte sua aggiungeva che la pazienza è potere, con il tempo e la pazienza ogni foglia di gelso diventa seta. Per la gestazione di un bambino ci vogliono nove mesi nel grembo materno, e in genere un prematuro come il settimino è fortunato se non si porterà dietro delle conseguenze. Dice bene il proverbio tutto romanesco che la gatta frettolosa fece i gattini ciechi. Se la pazienza è essenziale nella biologia e vita vegetativa altrettanto lo è nella crescita culturale, etica e religiosa. Nessuno può arrivare ad una laurea se non inizia dall’alfabeto e attraverso un faticoso tirocinio non si prepari con costanza agli esami. Corsi accelerati e laurea con l’astuzia, con il denaro e con le amicizie comperata è un danno che si procura a se stessi e alla propria professionalità. Lo stesso discorso vale per la politica e le relazioni internazionali. Quante guerre nella storia si sarebbero evitate se vi si fosse premesso un dialogo paziente, una diplomazia lungimirante. Anche oggi i problemi che ci assillano sull’ Europa unita, sull’ accoglienza dei profughi del mare, sui poveri del terzo mondo, sull’ecosistema inquinato, nulla si conclude sbattendo i pugni e senza un approccio positivo e dialogico. Perdere la pazienza in questo ambito è perdere la battaglia in vista di una convivenza umana a rischio. E rientrando nel nostro privato: quante coppie in famiglia scoppiano per mancanza di pazienza, per non lasciare tempo al tempo, per non dormirci almeno una notte sopra le nostre litigate. E’ segno di grande forza interiore la pazienza con le cose che non sono quasi mai come vorremmo, con gli avvenimenti spesso contrari che sembrano studiati apposto per infrangere le nostre speranze, con le persone che mettono a dura prova la nostra sopportazione. Il cattolicesimo annovera nella sua dottrina quattro virtu’ cardinali: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza, situando la pazienza quale anello di congiunzione fra le ultime due. Pure il Budda, la cui meditazione orientale è praticata anche nella nostra religione occidentale così pragmatica, pone la pazienza come una delle sei pratiche essenziali per essere suoi discepoli. Da non perdere l’occasione quindi in certe frenate sociali come il coronavirus che ci obbligano periodicamente a stare fra le mura domestiche: si può leggere, studiare, godere il bello Tv attraverso le arti figurative e musicali, superare la trappola della frenesia, trovare le coordinate della felicità, accumulare conoscenze e distillarle lentamente in vista del futuro, pure riscoprire la preghiera personale. La pazienza è la virtu’ dei forti. Aveva ragione Gesù:“ con la pazienza possederete le anime vostre”.

Autore: Albino Michelin      30.11.2020
albin.michel@live.com

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