domenica 29 novembre 2020

UN' ALTRA CHIESA É POSSIBILE?

Oggi è palese a tutti la crisi che sta attraversando la chiesa. Molti sociologi parlano addirittura di superamento delle religioni, sorte 5 mila anni fa. Conviene limitare il discorso al Cristianesimo che con i suoi due miliardi e duecento milioni di aderenti su 7 miliardi di abitanti è la aliquota a noi più familiare. Con una distinzione anche qui nel senso che il Cristianesimo in Europa e Paesi progrediti sta diminuendo, mentre negli altri continenti registra un piccolo aumento. Ll teologo J. Vigil nei suoi libri “Una spiritualità oltre le religioni” sostiene che noi viviamo nel postreligioni. Un contesto nuovo ma che richiede un cambiamento del vecchio sistema, sostituzione per intero del precedente computer. Necessita cambiare il computer stesso, hard disk che gira a vuoto, pieno di virus, che non consente applicazioni. Forse si passerà da una Cristianesimo di quantità ad uno di qualità. Non occorre qui citare e ripetere le cause del quasi collasso della nostra religione. Vedi l’abbandono dei riti tradizionali dalla nascita alla morte, liturgie ripetitive e monotone, relativismo, agnosticismo, consumismo, cambiamento di civiltà, insomma esilio del Dio tradizionale. Alcune conseguenze come gli scandali della chiesa, mancanza di clero non sono così determinanti come le cause su descritte. Però non è detto che questo toccare il fondo rappresenti l’inizio della fine, potrebbe essere anche una risorsa, un Kairos’ come dice Paolo di Tarso, cioè una grazia di Dio. Ecco dei tentativi, forse discutibili per iniziare da capo, prima ancora di aprire il catechismo dei bambini, riprendendo alcuni possibili aspetti di sensibilità laica orizzontale. Anzitutto come primo passo tornare in parte al passato, nel senso che non bisogna del passato gettare via l’acqua sporca con il bambino. Ad esempio abbiamo avuto nel 500 un monachesimo con Benedetto: oggi si dovrebbe riservare dentro a ciascuno di noi uno spazio di monachesimo, silenzio-preghiera, per chiederci che cosa facciamo e dove andiamo. Abbiamo avuto nel 1300 un francescanesimo con Francesco, figlio di un benestante che getta i suoi ricchi panni in piazza per indossare l’abito e la vita dei poveri. Oggi un po’ di francescanesimo andrebbe ripreso dentro di noi, per diventare poveri per lo spirito, cioè capaci di condividere e senza sfruttare il prossimo. Abbiamo avuto nel 1500 un Martin Lutero, fondatore del protestantesimo, che sottolineava l’importanza della coscienza, voce di Dio. Anche qui un pezzo di protestantesimo andrebbe coltivato dentro di noi, oggi sbandati come siamo nel soggettivismo e nell’incoscienza. E avanti con innumerevoli altri esempi: un certo passato andrebbe ripreso e riletto in contesto moderno. Un secondo passo per ricuperare il Cristianesimo sarebbe l’educazione e la gioia della solidarietà. Tempo fa si ripeteva che quando si fa l’elemosina si deve pensare che nel povero c’è Gesù. Molti però rispondono di aiutare il povero perché ne ha bisogno, non interessa loro guadagnarsi il paradiso, ma fargli del bene perché un nostro simile, un nostro fratello. La solidarietà non ha religione, ma è aperta e fondamento di tutte le religioni. Si dirà che questi sono aspetti laici, orizzontali, non hanno niente a che fare con la chiesa, la sua voce dal cielo, il suo libro sacro, le sue rivelazioni, i suoi miracoli, i suoi dogmi. Eppure non ha senso una re iniziazione della chiesa se non si è disponibili a questo agire autenticamente umano. Battesimi, sacramenti, messa, tutte realtà a rischio, buttate al vento. Un terzo passo per “un’altra chiesa” sarebbe reinterpretare la figura di Gesù e della Bibbia. La Bibbia non è dettata da Dio, ma ispirata e scritta per noi da persone illuminate e sagge. Disturba quando si sente dire che la bibbia è una raccolta di favole e si esaurisce la figura di Gesù nel miracoloso anziché misericordioso. La chiesa deve iniziare a spiegare che esiste un Gesù della Storia e un Gesù della fede, senza paura di confondere le anime pie. Il Gesù della fede è l’unica versione storica che sia stata a noi trasmessa e pervenuta. Fissarsi sul letteralismo della Bibbia senza interpretazione e rinvio adeguato al nostro tempo significa fare un’operazione arcaica, mantenere i pochi fedeli nell’ignoranza e nel fondamentalismo. E spiegare che più importante della religione e fondamento di essa è la spiritualità, il rapporto interiore con lo Spirito Universale, il Dio del Cosmo, della natura, del cuore. E poi come quarto passo la messa, costruita lungo i secoli a medaglioni fino al Concilio di Trento 1562, basata sul senso di colpa e sull’affermazione che Dio Padre viene placato dalla morte in croce di Gesù suo figlio, vittima innocente per la remissione dei peccati. Qui si rasenterebbe il parricidio. La necessità di smontarne diversi pezzi per tornare a Gesù e a Paolo per i quali la messa era la frazione del pane, convito della gioia. Se al posto di tanti indottrinamenti e terrori del peccato venisse applicata l’enciclica di Bergoglio  ”Evangelii gaudium” probabilmente un’altra chiesa sarebbe possibile.

Autore: Albino Michelin      03.11.2020
albin.michel@live.com

Nessun commento:

Posta un commento