lunedì 23 aprile 2018

L'ESISTENZA DELL'INFERNO: UNA BUFALA CATTOLICA?

Un bel pastrocchio ha messo in piedi il quotidiano “La Repubblica” quando il direttore Scalfari divulgò in un articolo il colloquio del 29.3.2018 con papa Bergoglio il quale alla domanda sull’esistenza dell’inferno avrebbe risposto che come Adamo ed Eva sarebbe una metafora così l’inferno, cioè che la anime dei dannati non soffrirebbero in eterno il fuoco inestinguibile ma verrebbero distrutte. A dire il vero fra smentite e chiarifiche non si è mai capito realmente il pensiero del papa espresso nell’occasione, ma i giornali di stampo cattolico si sono subito allertati a censurare il tutto e definirlo uno scoop sensazione, e se fosse così avvenuto si tratterebbe di una papa eretico. I giornali laici d’altra parte sollevarono il polverone non tanto per la negazione di un dogma cattolico, cui loro non importa un bel niente, quanto per l’invidia verso chi ostenta amicizie concorrenziali di prestigio. Ma in fondo al credente comune interessano poco queste schermaglie: questo inferno esiste o non esiste? Eterno o temporaneo? Con il fuoco materiale o come cocente afflizione spirituale di chi ha perso un amore? Bibbia alla mano, è vero che Gesù parla più volte di un post-mortem con stridore di denti e di supplizio eterno per i peccatori. Resta aperta la domanda: si tratta di descrizione oggettiva o di genere letterario? Si sa infatti che di linguaggi letterari è piena la bibbia. Un rischio prendere tutto alla lettera. Come Dante che ti descrive l’inferno macchina di torture, campo si sterminio modello Auschwitz. Notevoli interpreti sostengono che le “minacce” di Gesù gli sono state messe sin bocca e aggiunte dopo 40-50 anni dalla sua morte, allorché le comunità specie quella dell’evangelista Matteo avevano perso lo slancio primitivo e registravano deviazioni. Come si usava negli anni passati in certe famiglie quando si minacciavano i bambini: ”fai il bravo se no ti caccio in cantina dove l’orco ti mangia.” Ed ecco anche nel Vangelo una minaccia pedagogica: alla fine del mondo pecore alla destra verso il paradiso, capre alle sinistra destinate al fuoco della geenna (Mt.25,41). Certo Gesù parla di fuoco della geenna. Ma si riferiva alla valle dell’Himmon, situata nella bassa Gerusalemme, luogo di discarica, dove il fuoco permanente bruciava rifiuti, cadaveri e carogne di animali. Domanda come fa un fuoco materiale bruciare esseri spirituali? Ovvio, genere simbolico letterario. Nulla capiva di questo certa Maria Tudor(1516-48) regina cattolica “la Sanguinaria” d’Inghilterra che mandò al rogo 300 protestanti sostenendo, dato che dovevano bruciare in eterno nell’aldilà, lei anticipava la vendetta divina bruciandoli anche nell’aldiquà. E’ bene precisare che nella Bibbia dell’antico Testamento la parola inferno veniva tradotta con sepolcro e tomba, non luogo di tormenti psicofisici. E l’Ecclesiaste(9,5) scrive: ”i morti non sanno nulla.” Altri interpreti sostengono che l’espressione “eterno” non significa tempo senza fine, ma tempo di forte intensità espiatrice, che pare senza fine, ma non lo è. E qui subentra un’altra schiera di teologi cattolici il quali sostengono la cosiddetta “Opzione finale “per cui, subito dopo la morte vi sarebbe una prova d’amore o di rifiuto cui Dio sottoporrebbe il defunto, il quale vedendo Dio in tutt’altra luce non potrebbe non aderirvi. Ed ecco perché altri parlano d’inferno vuoto. Fra le innumerevoli, significativa è l’affermazione del teologo, prediletto da papa Wojtyla, Urs von Balthasar (+1988) che al meeting di Comunione e Liberazione, popolo eletto del cattolicesimo, il 30 agosto 1984 proclamò: ”L’inferno è vuoto”. La controparte sostiene che non sarebbe Dio a mandare all’inferno, ma sarebbe l’uomo che con la sua libertà e il cattivo uso della stessa si autocondannerebbe. Dio non fa che rispettarlo. A cui si potrebbe rispondere: allora non veniteci a parlare che la vita è sacra. Se dopo 70-80 anni di esistenza biologica è messa in tale rischio, e gli uomini precipiterebbero all’inferno a mucchi, come pare ci dicano i veggenti di Fatima e altri apocalittici, allora molto meglio è che l’umanità si estingua subito, che le coppie non mettano al mondo figli, così non rischiano per loro il patatrac completo e senza via di scampo. Gesù ha detto (Giov.0,10):” sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. E che significa? In abbondanza temporanea di qua e in perdizione eterna di la? Di fronte alla serie di questi interrogativi mi permetto una personale opinione: Gesù non può essere un venditore di fumo e un incoerente. In effetti (Luca 17.4) a chi gli domanda: ”Signore quante volte devo perdonare a mio fratello? Sette volte?” e Gesù risponde: “non sette volte, ma settanta volte sette”, cioè sempre e senza limiti. Dal momento che Gesù definisce Dio giusto, cioè coerente e fedele con le sue affermazioni, allora non può odiare per tutta l’eternità anche chi l’avesse offeso o chi fosse stato un delinquente. Una chance, o come dicono le religioni orientali, un karma, una purificazione ed una possibilità di ricupero e di redenzione va data ad ogni uomo, qualunque sia il suo passato. Dio non può aver messo al mondo miliardi di persone per ricevere come un satrapo solo i loro omaggi e genuflessioni, ma perché alla fine il suo amore si partecipi e si condivida con tutti. Qui non si tratta di essere catto progressisti, ma realisti, ragionare con una logica che benché umana potrebbe rispecchiare la logica di Dio.

Autore
Albino Michelin
18.04.2018

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