domenica 1 settembre 2019

ANCHE LA RELIGIONE HA SUOI PARADIGMI E MODELLI EVOLUTIVI

Non ostante le religioni occidentali registrino oggi un calo di aderenti, esiste però una minoranza che esige risposte critiche e soddisfacenti. Rifugiarsi nel mistero da parte dei ministri del culto e ripetere le storie di nonna berta, con una manata sulle spalle all’ interlocutore di turno, oggi non paga più. Per cui dobbiamo affermare che anche nella religione come nella natura, nell’astronomia, nella società siamo stati, siamo e saremo di fronte al cambiamento di paradigmi. E’ questo un omaggio all’intelligenza umana, e quindi a quel Dio che ce l’ha data. L’argomento nasce da una domanda che più volte si sente circolare. Molti ti chiedono: se Gesù figlio di Dio è Salvatore, ma da che cosa, come, da chi, quando ci ha salvati ci salva, ci salverà? E prima che Gesù venisse al mondo 2 mila anni fa chi ha salvato i nostri antenati? E la gente che oggi e domani non ha mai sentito parlare di Gesù, egli da che cosa la salva? Per evitare dispersione bisogna limitarsi al titolo “Gesù Salvatore”, tralasciando tutti gli appellativi onorifici o identitari come Figlio di Dio, Cristo, Signore ecc. che sono stati definiti nel Concilio di Nicea 325 d.C. Indubbiamente la domanda esige una risposta con la premessa di qualche esempio. Gli uomini della preistoria avevano un paradigma religioso-mitologico. Pensavano che la terra fosse ricoperta da una calotta sferica, su cui vi erano fissate le stelle, residenza delle divinità incaricate al loro movimento e a guidarle nelle autostrade del firmamento. Paradigma-modello mitologico seguito da un altro prescientifico. In effetti Tolomeo astronomo greco (175 d.C.) ebbe un’altra intuizione. Al centro dell’universo ci sta la terra e attorno ad essa ci ruota l’universo. Paradigma chiamato geocentrismo. Ma poi il polacco Copernico(1473-1543), sostenuto anche dal Galilei ti cambia modello. Non la terra al centro dell’universo, ma il sole attorno cui gira la terra con un moto di rotazione e di rivoluzione. Nuovo -modello detto eliocentrismo E qui possiamo aggiungervi quello dell’evoluzionismo. Fino a qualche decennio fa pure la chiesa basandosi sulla Bibbia sosteneva il paradigma del Creazionismo (Dio in un preciso momento circa 6 mila anni fa ha creato la prima coppia umana Adamo - Eva), oggi quasi acquisito invece il paradigma dell’evoluzionismo (Il cosmo da 15 miliardi di anni si è evoluto fino a dare origine alla specie umana). Intuizione sostenuta fra i tanti dal teologo gesuita Teilhard de Chardin. Qui la prima domanda: è cambiato l’universo oppure è cambiato il nostro modo di capirlo e di interpretarlo stante gli strumenti culturali e di pensiero a nostra disposizione? Un altro esempio basato sui cambiamenti sociali: due mila anni fa, anche ai tempi di Gesù, la schiavitù era ritenuta necessaria al servizio della nobiltà, degli imperatori, dei signorotti d’epoca. Nel 1948 con la dichiarazione dell’Onu sui diritti dell’uomo, la schiavitù e il colonialismo sono stati definitivamente aboliti. Che qua e là qualcosa riemerga ancora non toglie la sostanza. Mutato il paradigma-modello sociale. Anche qui la domanda d’obbligo: è cambiata la natura umana o è cambiato il nostro modo di considerare ogni uomo, cui compete rispetto, indipendentemente dalla razza, colore, religione? Ovvia la seconda risposta. E ritorniamo al parametro-modello religioso iniziale:” Gesù salvatore di chi, di che cosa, da che cosa? E qui bisogna spiegare il paradigma-modello che aveva in testa l’apostolo Paolo, specie nella lettera ai romani, rispondente alla mentalità e alla cultura del tempo. Alla comparsa dell’homo sapiens, circa 30 mila anni fa dal paradigma mitologico si è passati a quello religioso prescientifico. Ai primi uomini trovandosi in un mondo pieno di violenze e competizioni è parso naturale riempire questo mistero con un Dio che avrebbe potuto proteggerli. E’ balenata l’idea che fosse necessario sacrificare qualcuno o qualcosa per tenerlo buono.  Anche perché pure gli stessi autori del Genesi, della Bibbia, del peccato originale non sentendosi di dare a Dio la colpa di tutto quel casino, compresi i dolori del parto, l’hanno data al primo uomo e coppia umana. Quindi ecco il paradigma modello religioso: bisognava placare Dio nei primi tempi con sacrifici anche umani (vedi quello di Isacco-Abramo), poi di animali proporzionali al peccato, infine col sacrificio in croce dello stesso figlio di Dio. “Dio non ha risparmiato il proprio figlio, ma lo ha dato in sacrificio per noi tutti (Paolo ai Rom.8,32). Il quale Paolo non ha avuto nessuna colpa o merito ragionando con la mentalità tribale, e popolare del tempo. Di questo non dobbiamo meravigliarci perché anche oggi a distanza di due millenni dalla scomparsa di Gesù siamo nella logica del sacrificio della croce, in quella del “Salvatore” che ha pagato per tutti, anche per i peccati delle future generazioni. Ma Gesù non è venuto per morire in croce, quanto piuttosto per fedeltà alla vocazione di Dio, quella di instaurare il regno di Lui sulla terra a costo anche di giocarsi la vita. Come di fatto è avvenuto. Come di fatto può capitare a ciascuno di noi che è sulla terra non tanto per soffrire, quanto per essere fedele ai doni di Dio e umanizzare questo mondo. Ma ciò può costare impegno e sacrificio, che talvolta è incidente di percorso, tal’ altra un passaggio obbligato. La messa quindi non è il sacrificio della croce, ma come una moviola che ci porta indietro fermandosi su alcuni punti essenziali per la nostra vita. Il paradigma interpretativo è mutato. Di qui la domanda: è cambiata la religione, il Cristianesimo, lo scopo del crocefisso o il nostro modo di intenderlo? Chiara la risposta. Non si annulla niente, ma si trasforma dal di dentro la comprensione della religione in riferimento al cambiamento d’epoca e di cultura. Gesù però non ri-muore, non viene ri-crocefisso. Abbiamo qui il passaggio dal paradigma sacrificale per i nostri peccati a quello di “Gesù Salvatore modello esemplare” per i nostri comportamenti. Indubbiamente la logica di interpretare la nostra religione, la storia del Cristianesimo e di tutte le religioni con l’evoluzione dei paradigmi epocali eviterebbe tanta confusione e abbandoni. Ad esempio dal 1500 abbiamo il paradigma cattolico contro quello protestante, vale la pena continuare a litigare così? E un paradigma di cambiamento oggi estremamente attuale è quello di Papa Francesco. Al di là del fatto di chi lo cita come eretico e di chi perde la pazienza perché non accelera adeguate riforme di fondo, se sia rivoluzionario o codardo, però propone un nuovo paradigma in conformità al cambiamento d’epoca: l’uomo al centro del nostro interesse, il suo ambiente ecologico, la terra casa di tutti, l’attenzione alle civiltà e alle migrazioni, il divario fra i pochissimi ricchi che detengono le risorse ed una infinità di poveri, il commercio delle armi, una chiesa meno dogmatica e più aperta alla reinterpretazione del suo ruolo, un approccio meno prevenuto fra cristianesimo e musulmanesimo, e tanto altro. Nessuna catastrofe in vista perché lo Spirito di Dio (Giov.16,13) ci accompagna e ci rivelerà lentamente ciò che ancora non riusciamo a capire: un nuovo paradigma-modello di “Gesù Salvatore” Ciò va detto non tanto per cercare il dissenso o il consenso della maggioranza quanto per trovare un senso agli interrogativi della esistenza umana che molta gente oggi spesso si pone.

Autore:
Albino Michelin
24.08.2019

Nessun commento:

Posta un commento