martedì 10 dicembre 2019

IL GRIDO DELL' AMAZZONIA PER UNA SPIRITUALITÀ DEL CREATO

Quando gli antichi romani non riuscivano ad invadere un territorio inesplorato registravano sulla loro carta geografica:" hic sunt leones" qui ci sono i leoni. La stessa cosa potremmo dire oggi di molti contemporanei i quali dell'Amazzonia sono quasi totalmente ignari. Per cui vale la pena entrare in merito con una breve presentazione del territorio e dell'evento sinodo svoltosi dal 6 al 27 ottobre 2019, cioè un'assemblea in cui si sono dati convegno i rappresentanti dei vescovi del mondo. Preparato da tempo, ma ritornato di attualità causa gli innumerevoli incendi, circa 83 mila soltanto dallo scorso gennaio. Papa Bergoglio ideatore dell'assise, autore dell'enciclica "Laudato sì" a difesa dell'ecologia, e dell’ambiente ebbe a dire ai convenuti:” i roghi sono contro Dio “. Per cui una riflessione non sarebbe fuori luogo. Il nome Amazzonia deriva dalla guerra tribale che nel 1542 gli spagnoli condussero contro gli indigeni, la maggioranza donne, che in riferimento alle mitiche guerriere dell'antica Grecia furono chiamate amazzoni, perché per tirare l'arco si amputavano il seno. Siamo nel sud America, territorio con 6 milioni di km2, con una superfice oltre metà Europa e 18 volte superiore all'Italia. Stato federale che lambisce e si incunea in 9 paesi: Brasile, Bolivia, Columbia, Equador, Perù, Venezuela, Surimna, e le due Guyana, 34 milioni di abitanti di cui 3 di indigeni, appartenenti a 390 etnie, afrodiscendenti, coloni, contadini, con una maggioranza che si sposta verso i centri e le città. La più grande foresta fluviale del mondo, un bacino idrografico che rappresenta una delle maggiori riserve di bioverde dal 30 al 50% della flora e fauna nel mondo, 20% dell'acqua dolce non congelata, più di un terzo dei boschi primari, importante fonte di ossigeno per tutta la terra. Gli abitanti vivono in rapporto vitale con le varie popolazioni e le acque dei fiumi a seconda dei movimenti ciclici di inondazioni e siccità. Le ricchezze delle foreste e dei fiumi minacciate da enormi interessi economici esterni, deforestazione indiscriminata, contaminazione di acque e di laghi, fuoriuscite di petrolio, estrazioni minerarie, produzione incontrollata di droga, traffico di donne e bambini a scopo sfruttamento, aumento di monossido e biossido di carbonio causato dagli incendi. Quadro sintetico che si presta però ad una interpretazione ampliata e ad   riflessione sul creato. Tutto il nostro mondo si tiene con tutto. Abbiamo già avuto e continuiamo a subire fenomeni sempre più globali di riscaldamento e inquinamento dell'ambiente, da Cernobyl del 1986, con 41 decessi senza contare le conseguenze, e tanti altri fenomeni attuali come la nostra llva di Taranto, la Miteni del Veneto e una serie di incontaminazioni ambientali. Da non sottovalutare fenomeni come il riscaldamento dell'ambiente, del clima, come le manifestazioni Greta-giovanili. Qui bisogna cambiare passo, capovolgere i nostri rapporti non solo con l'Amazzonia, ma nei confronti della terra tutta, del cosmo, della natura, dell'universo creato. Non considerare più il creato in un rapporto egoistico e. provinciale, bisogna passare "dall'egologico all'ecologico". Le nostre religioni devono dare più spazio alla spiritualità nei confronti della terra come fecero s. Benedetto, s. Francesco e diversi ordini religiosi del passato. Ci siamo fossilizzati troppo su una religione dualistica, "caduta-redenzione". Cioè: Adamo ha peccato, tutti siamo peccatori, è venuto Gesù a redimerci dalla colpa originale, noi dobbiamo con il sacrificio e l'ascesi guadagnarci la salvezza eterna. Conseguenza: fuggire da questo mondo, stare alla larga. Modello troppo parziale, individualista ed egoista. Ma il nostro rapporto con il cosmo e con il mondo come lo sistemiamo? La creazione è interdipendenza, la nostra spiritualità consiste nel sentircene parte. Nel creato tutto è in reciproca connessione. Niente può avere sussistenza con sé stesso se non vive in connessione con ogni altra realtà. La connessione è all'origine e alla base di tutto, perché tutto è energia spirituale e noi ne facciamo parte, noi apparteniamo alla terra e al creato. Arroganza il pensare e agire come se la terra e il cosmo ci appartenessero, non siamo inquilini ma gestori e parte integrante. Non possiamo abusarne per i nostri intendimenti, fantasie, interessi. Non è possibile vivere, almeno oggi non lo è più, sentendoci estranei a qualsiasi processo cosmico. Due persone che siedono dentro la stessa stanza nel giro di 30 minuti si scambiano il vapore acqueo. Fare un respiro profondo significa respirare un po’ delle stesse molecole d’aria che Gesù ha respirato sulla croce. Interdipendenza e connessione con tutto, nulla si crea nulla si distrugge. Se un terreno viene troppo sfruttato con l’uso eccessivo di fertilizzanti smette di produrre, è la sua risposta alla nostra ingordigia e violenza. Ogni km2 di terreno contiene particelle provenienti da ogni altro km2. Le catastrofi ambientali sono una punizione al nostro peccato ecologico. Non andiamo a pregare o incolpare Dio. Spiritualità del creato significa che l’uomo deve nutrire verso di esso gli stessi sentimenti che nutre o dovrebbe nutrire verso gli umani: gioia, fiducia, attenzione, compassione, armonia. Se si pensa alla bramosia di accaparramento delle terre e delle risorse cui stiamo assistendo, all’acquisto del suolo altrui da parte della mega multinazionali, commettiamo una ingiustizia profonda verso il creato. Il diluvio dell’inquinamento non ci porterà alla fine del mondo, ma alla fine di questo mondo forse sì. Ci vuole più compassione verso la terra, specie per quest’unica risorsa dei paesi sottosviluppati. La parola ebraica compassione deriva da una precedente che significa utero. Non è un caso che in tutte le immagini religiose della compassione nell’occidente come nell’oriente la compassione sia unita alla generatività del grembo materno. La terra, il cosmo è la nostra madre. Detto con più immediatezza, siamo tutti e tutto nella stessa barca. Papa Bergoglio anche se osteggiato dai potentati dei grossi monopoli, perché troppo orizzontale verso la terra e poco verticale verso il cielo, ha avuto una grance sensibilità dello stilare l’enciclica ”Laudato sii” a difesa della nostra casa comune. E qui non va dimenticato il grande contributo dato dai pionieri della teologia della liberazione sorta in Sudamerica specie con il domenicano Gutierrez nel 1973 e merito di innumerevoli teologi anche se espulsi dalla chiesa per intervento di papa Woytjla come il francescano L. Boff, Sono stati il granello di senape evangelico che hanno fatto crescere la pianta della spiritualità cosmica: sono i martiri della verità. Ma come scrivevano i santi padri del terzo secolo:" il sangue dei martiri è seme dei cristiani" Anche la chiesa dovrebbe chiedere scusa e ringraziare questi martiri, nostri contemporanei, che essa stessa ha causato. Ricordare per non ripetere. Con la rivalutazione dell'Amazzonia e della nostra madre terra. Il cristianesimo oggi ricupera un po’ della sua spiritualità dimenticata.

Autore
Albino Michelin
10.10.2019

Nessun commento:

Posta un commento