domenica 15 dicembre 2019

QUELLE PERSONE NORMALI CHE FANNO LA DIFFERENZA

Cartesio filosofo e matematico soleva dire verso il 1620:” penso quindi esisto”. Oggi invece quattro secoli più tardi pare vi sia una voglia quasi maniacale non tanto di pensare quanto di apparire. Di qui il logo:” appaio, quindi esisto”. E’ un fenomeno di massa che si riscontra in tutti gli ambiti della comunicazione, giornali, riviste, tv. In realtà anche se tu non sei nessuno e non conti nulla basta che tu riesca ad infilarti in uno di questi canali e avrai l’universale riconoscimento e consenso. Succede che persino un fattorino dei boss mafiosi o un cuoco dell’ndrangheta se riesce a far capolino da quelle parti diventi pure una star. E tante donne sconosciute nel nostro mondo un po’ patriarcale arrivano a splendere tra i riflettori dei palcoscenici solo perché mogli, fidanzate o figlie di qualche celebre maschio. Non c’è posto per le persone quotidiane e ordinarie. Eppure è qui in questo periodo così voglioso di pettegolezzi, di trasgressioni, di scandali, di malaffare, di mostri sbattuti in faccia che vale la pena contrapporre storie di ordinario eroismo. Persone comuni che grazie alle loro azioni straordinarie si sono trasformate in eroi quotidiani mettendo in pericolo la loro vita per salvare quella degli altri. Per quanto si viva in una cultura di superman, siano reali o di cartapesta, bisogna convincersi che se il mondo va avanti è perché si sostiene sulla gente normale. Leggendo la storia della seconda guerra mondiale si potrebbe pensare che gli Stati Uniti abbiano vinto con tre personaggi: Eisenhower, Mac Arthur, e Patton. Tuttavia tutti sappiamo che a vincere le guerre non sono i generali ma i soldati, i quali lottano e muoiono restando anonimi, e finiscono nel mucchio dei militi ignoti. Pensieri del genere possono saltar fuori anche dal Vangelo di Giovanni quando viene a parlare dell’apostolo Andrea, un tipo dalla biografia scarsa e senza peso specifico. Persona normale, ma è lui che presenta a Gesù suo fratello Pietro, l’uomo che dovrà diventare il leader del gruppo apostolico e sulla bocca di tutti quale iniziatore del papato. Ed ancora in altro caso Andrea indirizza Gesù da un ragazzo dei cinque pani e due pesci perché sfami una moltitudine di esausti. In altra circostanza ancora è Andrea che conduce a Gesù un gruppo di greci, chiamati Gentili e impuri in quanto non riconoscevano la legge di Mosè, affinché il maestro potesse rivelare loro alcuni dei suoi messaggi. Andrea intermediario che agisce sempre come persona normale, ma grazie a lui le cose normali diventano eccezionali. Vale la pena qui collegare e citare qualche caso, fra i tanti sconosciuti e che può costituire un seme di speranza per il nostro tempo. E quindi ci fa capire che non risponde a verità essere il nostro mondo posto nel maligno, come da tanti ecclesiastici paventato, o marcio come da tanti catastrofici apocalittici affermato. Ci si permetta di estrarne alcuni dal florilegio quotidiano. Ramy, ragazzo egiziano musulmano nel marzo del 18 salva una cinquantina di compagni di classe nel pullman andato a fuoco a S. Donato Milanese. Fabio Caramel, veneziano di 26 anni salta una partita di calcio per donare il suo midollo spinale ad una donna gravemente malata. Moustapha Al Aoudi, ambulante arabo, salva a Crotone in Calabria nel novembre 18 la dott.ssa Nuccia Calindro aggredita con un cacciavite da uno sconosciuto. Rosaria Coppola di Napoli nell’autunno del 18 difende in treno un ragazzino del Sri Lanka vittima di aggressioni verbali da parte di un passeggero. La famiglia Crippa del trentino adotta dal 2003 al 2006 otto giovani etiopi rimasti orfani a causa della guerra civile. Un auto con intera famiglia in Abruzzo nell’estate 2012 scivola in un fossato e un marocchino che passa nota la tragedia, si toglie i vestiti, si getta nell’acqua, estrae le tre persone che stavano per affogare. Scappa subito perché clandestino dicendo:” ho fatto solo il mio dovere”. Igor Gnocchi allenatore di una squadra ci calcio giovanile nel bergamasco, a maggio del 2018 ritira dalla competizione tutta la squadra perché un suo giocatore da’ del razzista ad un avversario e si spiega:” nessuna coppa vale la dignità di un ragazzo”. Nella primavera del 19 succede un crollo di una palazzina a Matera, sotto la quale resta in pericolo di vita la cinquantenne A. Portarulo con difficoltà deambulatorie. Vasilec Damian, cinquantenne rumeno disoccupato edile da 11 anni in Italia, la trae in salvo. Un ultimo caso non recente seppur sempre attuale, quello di Gino Bartali (1914-2000), noto campione di ciclismo, meno conosciuto come carattere. Nel maggio 2018 all’inizio del Giro d’Italia in partenza da Gerusalemme viene definito” giusto fra le nazioni” perché nella la guerra 1940-45 salva 800 ebrei nascondendo durante gli allenamenti nel telaio della bici documenti falsificati. Al termine della rischiosa impresa ebbe a dire che il bene si fa ma non si dice e che le medaglie si attaccano sull’anima e non sulla giacca. L’elenco potrebbe bastare, ma sono sufficienti questi pochi casi per sentirsi finalmente uscire dalla palude dell’odio e della malvivenza e respirare un po’ di aria salubre. Non si è voluto qui enfatizzati i casi di generosità degli stranieri, sono solo un’eccezione che conferma la regola. Modelli da seguire indipendentemente dalla nazionalità e cittadinanza. A nessuno di noi mancano i requisiti per svolgere un ruolo di conforto e di solidarietà quando le necessità si presentano. Tanti hanno trovato le parole giuste, al momento giusto, da una persona giusta che li ha fatti scegliere una strada anziché un’altra, determinando addirittura il corso della loro vita. E magari quella era una persona comune, un “andrea” qualunque. La maggioranza di noi non è fatta di generali che vincono le battaglie, di politici che presiedono parate nazionali, di cardinali e vescovi che predicano sul trono, di industriali dirigenti di prestigiose aree produttivei, di giornalisti e conduttori televisivi di pubblica risonanza, ma di gente capace di fare la differenza in un mondo tanto qualunquista e distratto.Tutti possono essere come Andrea, il santo patrono della gente comune.

Autore
Albino Michelin
06.11.2019

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