venerdì 18 giugno 2021

PURGATORIO: NO AD UNA ORRIPILANTE SALA D'ASPETTO

Dal Ticino mi è pervenuta la seguente sollecitazione a firma di Maria Luisa Flechtener-Balestra:”Del Purgatorio so poco, so solo che è costato caro alla sempre fragile unità dei cristiani. Quando nel 1500 qualcuno pensò di fare soldi vendendo indulgenze, molti fedeli del nord Europa li investirono per l’aldilà con la speranza di salvare se stessi e i propri cari defunti. Lutero reagì avendo parecchie ragioni per farlo. Ne venne fuori il protestantesimo, l’ennesima odiosa lite fra i cristiani. Non voglio entrare nelle dispute teologiche di chi pretende descrivere paradiso, purgatorio, inferno. Evito di immaginare una qualsiasi realtà dopo la morte non avendo un modello adeguato a ciò. Credo comunque nell’esistenza di un altro mondo, perché Gesù di Nazareth ne ha parlato, ma non di una orripilante sala d’aspetto. Altra cosa invece è pregare per i defunti, un modo di aver presenti le persone che continuiamo ad amare e quelle alle quali dobbiamo chiedere perdono”. (Bellinzona 20-5-21 M. L. Fl.) Sul purgatorio esiste una dovizia di devozioni, chiese del suffragio, sacelli lungo le strade con murali dipinti di anime straziate dalle fiamme, e macabre descrizioni. Qualche cenno tra una infinità. Il 18.7.1251 certo Simone Stock ha la visione della Madonna del Carmine che promette di liberare le anime dal purgatorio il primo sabato dopo la morte a patto che si indossi lo scapolare, sostituito poi col tempo dalla medaglietta al collo. Ci voleva anche il poeta Dante che nel Purgatorio (1316) per quanto romanzato caricasse la memoria collettiva con la descrizione di umani sotto atroci sofferenze a bruciare, rivestiti di abiti di nailon cuciti con fibre di vetro. E il 13 maggio 1917 la Madonna di Fatima alla domanda di Lucia dove fosse la cugina Amelia morta all’età di nove anni rispose:” In purgatorio fino alla fine del mondo.” Un bel messaggio di misericordia, se fosse vero. E la mistica calabrese contemporanea Natuzza Evolo di Paravati Mileto (1926-2009) riceveva in casa invasioni di defunti che le chiedevano celebrazioni di tante messe per essere liberate da immani dolori. Giova subito dire che Gesù nel Vangelo di Purgatorio non parla mai. Nella Bibbia ci sono due affermazioni che vengono un po’ forzate in questa direzione. In 2a Maccabei (12,43) quando uno dei fratelli raccoglie offerte per portarle al tempio in memoria dei caduti in battaglia, e in Paolo (1Cor.3 15) quando accenna che gli imperfetti si salveranno come attraverso il fuoco. Ma poi nulla. Se non qualche documento: 1190 concilio di Lione, 1439 concilio di Firenze, 1563 Concilio di Trento. O nel catechismo (1992) al nr.1030 che le anime ree di colpe veniali vengono purificate dopo la morte, non citando più l’esistenza di un luogo, ma di una condizione dell’anima. Il problema sorge sulle modalità. E qui si può finire nel degrado. Si parla di penitenziario, di detenzione, luogo degli orrori, orripilante sala d’aspetto. Premesso che pregare “con” i defunti è sempre un gesto di solidarietà, di affetto, di comunione fra di noi che siamo incammino e coloro che a Dio sono già arrivati. Ed inoltre nella convinzione che esagerazioni e speculazioni si denaro attorno alle messe e sulle indulgenze non mancano. Quello che ha giustamente irritato Lutero è iniziato con la “Taxa Camerae” di Leone X nel 1517 in cui pone un tariffario per il perdono dei peccati e come conseguenza anche per la liberazione delle anime dal purgatorio. Ecco l’affermazione:” Si acquistano più meriti per i vivi e per i defunti ascoltando una messa che non distribuendo tutte le sostanze ai poveri”. Ovvio che da qui molti iniziarono a fare pure testamenti e dare i loro beni alle chiese, al clero per la celebrazione di messe, anche perpetue per tutte la vita a suffragio delle anime del purgatorio. E siccome il troppo storpia circolarono pure delle barzellette tipo:” I preti fan bollire la pentola con le fiamme del purgatorio.” Va preso atto che la messa è gratuita come disse papa Francesco il 17.9.20 e che se qualcuno volesse offrire un contributo questo vada per le necessità dei bisognosi, per le missioni, per il terzomondismo. Inoltre andrebbe evitato un certo egoismo ordinando messe per i “propri” morti, come se gli altri non esistessero e fossero estranei alla comunità umana. Un caso per tutti? Venerdì 23 aprile ennesimo viaggio della speranza: nel Mare annegarono 130 profughi. Nelle messe della domenica successiva, al momento della memoria dei defunti si sono sentiti citare i soliti “Oronzo, Totò, Cettina” e simili dei nostri famigliari, ma nessuno o raro che abbia fatto celebrare una messa per le vittime del mare. La domenica 16 maggio u.s. si veniva da una settimana Striscia di Gaza con 212 morti nel dissidio Israele-Palestina, bambini innocenti e donne, ma si continuò con la memoria dei propri pochi defunti nell’oblio del mondo cui apparteniamo. Lo scritto della signora Flechtener colloca il purgatorio nella sua giusta dimensione. Non un mercanteggio per uscire dal parcheggio degli orrori, ma la memoria e delle persone cui dobbiamo chiedere perdono e per un ulteriore esperienza della solidarietà cristiana ed umana fra immanenza dell’aldiquà e trascendenza dell’aldilà

Autore: Albino Michelin 15.05.2021
albin.michel@live.com

Nessun commento:

Posta un commento