domenica 5 settembre 2021

LE RELIGIONI SONO UN PRODOTTO DELLA CULTURA UMANA

Si sa che l ‘abitudine facilita le varie attività della nostra vita, però nel contempo può anche impigrire la nostra riflessione, l’unica capace di rinnovare tali attività stesse verso nuove soluzioni richieste dalle situazioni del mondo in evoluzione. Se ciò si osserva nel campo della produttività avviene anche in quello dello spirito e dell’interiorità, religione non esclusa. Ogni uomo nasce con una religione o con la disponibilità a prenderne coscienza. In questo senso avevano ragione già gli antichi prima di Benedetto Croce ade affermare:” perché non possiamo non dirci religiosi”. Qui polemiche e confronti fra le religioni non ci interessano. Come quella osservazione comune che tanti cattolici sono perversi e pieni di cattiveria mentre tanti atei sono onesti ed altruisti. Oppure se esistono atei senza nessun Dio, o si tratti di una versione sostitutiva di altre aspirazioni limitate .Comunque basta aprire l’orizzonte anche solo verso le tre principali religioni: il cristianesimo con due miliardi e 300 milioni di adepti, il musulmanesimo con un miliardo e 900 milioni, l’induismo (la più antica datata 4 mila anni a.C.) con un miliardo e 200 milioni e per accorgerci, che tutte hanno la stessa base comune, con differenze minimali di nomenclatura e di usanze provenienti dalle diverse culture ambientali. Ognuna con il suo dio: Jaweh, Allah, Brahma. Ognuna con il suo mito delle origini: la mela, la pietra nera, il grembo d’oro. Ognuna con la sua classe dirigente: preti, Iman, bramini. Ognuna con le sue feste: pasqua, ramadan, diwal (della luce.) Ognuna con il suo luogo di culto: chiesa, moschea, mandir. Ognuna con i suoi libri sacri: bibbia, corano, veda. Ognuna con i suoi post morte: paradiso Gan eden, reincarnazione Svarga. Ognuna con i suoi luoghi miracolosi: Lourdes, Mecca, Gange, esistenti già nel santuario pagano ad esempio di Asclepiade ad Epidauro in Grecia nel 300 a.C. persino con risorti da morte. Cambiano nomi, ma non cambia la realtà. Cioè il bisogno dell’uomo di collegarsi con una entità, un qualcosa di superiore, se non altro per protezione. E questo per la precisione si chiama teismo. Cioè un Dio che vive fuori dal mondo, negli alti firmamenti, artefice di miracoli o disgrazie a seconda del comportamento umano Mandando l’acqua, il sole, la tempesta, pandemie in base al tipo o meno di suppliche. Figura genitoriale, benigna o truce che crea dipendenza nei comuni mortali. Non c’è nessun dio “teistico” che sovverta le sue proprie leggi di natura per accorrere in nostro aiuto in caso di necessità. Non esiste un dio al di sopra dei cieli il cui ruolo sia quello di vigilare sui vulnerabili esseri umani. Quando si mette in dubbio questo dio alla luce dei continui dolori e delle disgrazie della vita quotidiana la pia retorica dei difensori del teismo diventa quasi farneticante. Discorsi isterici sul perché e per come Dio permetta tutto questo. E’ un tipo di religione, diffuso anche fra molti cattolici, è un sentimento universale, indipendente dal battesimo, dai vari riti di aggregazione, dai vari abra catabra della religione afro-spiritica. Se ci soffermiamo sul Cristianesimo, dovremmo subito chiarire che Gesù non è venuto a fondare nuova religione. Questo dio del “teismo” è morto e non esiste come non è mai esistito. Molti i teologi che l’affermano talvolta anche con una certa pressione, basta citare titoli di studi recenti:” Oltre le religioni…… La prepotenza delle religioni”, e infiniti altri. E quindi esiste una chiara distinzione, sebbene non contrapposizione, fra Gesù e la religione. Gesù non ha fondato nessuna religione, quantunque fosse nato sotto quella di Mosè e la conoscesse bene, non ha proclamato nessuna dottrina religiosa, nessuna mitologia, nessun Adamo ed Eva, nessun culto, nessuna classe clericale, ma il regno di Dio sulla terra, un rinnovamento dell’umanità a partire dal cuore. Però oggi in un mondo come il nostro dell’indifferenza e del relativismo una chiarifica interiore delle proprie scelte andrebbe fatta. Perché il nostro attuale cattolicesimo o cristianesimo sta mascherando e devitalizzando il messaggio evangelico di Gesù in una religione di conservazione, ripetitiva e fossilizzata, in cui è debole responsabilità e responsabilizzazione. Se per esempio ci riferiamo al rapporto ricchi-poveri noi ci si accontenta di fare l’elemosina ad un mendicante, però non ci passa per la mente che il messaggio di Gesù è fondamentalmente un mondo dove non dovrebbe esistere la sperequazione indegna fra povertà e opulenza. Ed è quest’ultima la sua specificità. Indubbiamente tale passione per il regno di Dio sulla terra postula anche l’interiorità, cuor nuovo e anima nuova. Dio non è un essere che va cercato sopra le nuvole o solo nei luoghi sacri e relativi riti, ma è una forza vitale che scorre attraverso tutto ciò che esiste. Come dice Dante muove il sole e le altre stelle. Viene chiamato spirito e identificato col vento che anima le foreste. Altre volte col nome di respiro come presenza vitale insita in noi. Altre come forza d’amore (1° Giov.14-16) che dimora in ogni uomo. Le religioni sono sì un prodotto delle culture umane, ma se riescono a recuperare una spiritualità integrale come prospettata dal messaggio di Gesù o di altri saggi potrebbero cambiare il mondo, diversamente continua la tentazione di contendersi il mondo.

Autore: Albino Michelin 02.07.2021
albin.michel@live.com

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