sabato 31 luglio 2021

STIPENDI DEI CALCIATORI E STAR TV: URGE UN VACCINO

Da questa pandemia ci siamo in parte usciti grazie anche ai diversi vaccini posti in circolazione. Vi è però un‘altra pandemia da cui è molto più difficile liberarci ed è la sperequazione, lo scandalo degli stipendi dei campioni del calcio e dello spettacolo. Pure qui ci vorrebbe un vaccino considerando lo scippo che questi superpagati compiono ai danni di un mondo di poveri, di sottosviluppati, vittime di diverse discriminazioni. Discorso un po’ difficile per noi italiani il cui fanatismo pallonaro supera ogni limite e siamo da sempre malati di enfatite: cioè l’enfasi all’inizio di ogni campionato, per cui siamo al 100% sicuri che noi solleveremo la coppa Europei 2021 ancora prima di iniziare le competizioni. Specialmente ora che usciamo da un anno di sentimenti repressi e crisi di astinenza. Forse vale la pena di inquadrare l’argomento facendo una lista dei maggiori stipendiati nel calcio, del tennis, della box del basket, dei conduttori Tv, e showgirl. Non sottovalutando i casi di beneficenza, perché non tutto questo mondo è corrotto. E per concludere la domanda: come lo stato e gli stati dal momento che sanno mettere dei limiti ai comportamenti umani dove vogliono non possano intervenire in questo settore? Gli emolumenti vengono ricavati dall’ internet, per cui vi possono essere oscillazioni in quanto non sempre viene distinto lo stipendio dai diritti d’immagine, sponsor bonus vari ecc. In tutti i casi cifra molto vicino a quanto entra nelle tasche di questi signori. Non entriamo in merito al problema tasse o evasione fiscale perché allora non ci raccapezzeremo più. Iniziamo dal calcio: Messi 94 milioni, Ronaldo 92, Neumayr jr.76, Mgappè 24. Con 20 Oezil, Pobga, Salah, Lewandoski, Bale, De Gea, Griezmann, Verratti. Con 10 Ramos, Oblak, Emerson. Con 8 Donnarumma, con 5 Chiellini, Bonucci, Insigne, Immobile, Bernardeschi. Calciatrici: Morgan 4 milioni. Le italiani qui hanno invece uno stipendio magro, in testa la B. Bonansea con 40 mila annui. Tennis: R. Federer 106.milioni. Box: Gregor 84. Ortiz 46. Basket: Lebron72, Curry 45, Gallinari 22, Bellinelli 6. Automobilismo: Hamilton 40. Ciclismo Fromm 5. Nibali 2. Attori: St. Accorsi 58. Nuoto: F. Pellegrini 2. Passando alla TV: Bonolis 10 milioni, B. D’Urso 6, Belen R.4, Fazio 2, R. Carrà 100 mila per comparsa. Sono a tutti noti i gesti di ostentazione dei poveri diventati ricchi, si sa che la ricchezza è come l’acqua del mare che più se ne beve e più si ha sete. E’ nota la tentazione di voler impressionare i poveri col prestigio sociale ostentando Lamborghini e beni di lusso. Per l’etica dell’informazione bisogna anche citare alcuni di costoro che hanno costituito delle fondazioni, fanno beneficenza, o rilevanti versamenti per sostegno alle varie necessità. E non lo fanno tutti per detrazione tasse, come molti cinici della cultura del sospetto insinuano. Non tutti conclamano come l’attaccante dell’Arsenal Adebayor: i soldi me li guadagno io e me li spendo a piacere mio. O come in modo larvato Donnarumma che invita a dare un sorriso a chi ha bisogno. C’è chi offre un po’ di più dell’obolo evangelico della vedova. Si sa che lo sport dovrebbe portare con se’ tutta una serie di valori che vanno dall’etica all’attenzione verso il prossimo. Come Federer che investe 50 milioni per l’Africa dove ha costruito 81 scuole materne. Neumayr jr, nato nelle favelas di S. Paolo Brasile, che come riscatto personale gestisce una fondazione per bambini. Ronaldo che ha venduto la sua scarpa d’oro a 1,5 ml per costruire una scuola a Gaza in Palestina. Totti e Messi attivi a sostegno nell’Unicef. Cannavaro e Ferrara in una fondazione a Napoli per il disagio giovanile. Vialli, Mauro, Borgonovo con una fondazione contro sclerosi e malattie rare. Anche le partite di beneficenza fra cantanti, artisti, vecchie glorie dello spettacolo sono socialmente importanti come risonanza mediatica. L’aver testimonial nella moda e nello sport è un vantaggio che va oltre il mero incasso economico. Però pure plaudendo a questi rari gesti umanitari andrebbe studiata a livello globale un tetto sugli stipendi dei settori su citati. E’ rimasto inascoltato il reclamo di Craxi quando nel 1984 alla Rai aveva consigliato di decurtare lo stipendio della Carrà. Un discorso che andrebbe ripreso capillarmente, a piccoli passi e con lungimiranza a livello italiano e quindi europeo. Si pensi ad esempio all’incontro del 22.6.21 a Cinecittà di Roma fra Il capo del governo Draghi e la Van der Leyen presidente della Commissione europea per l’OK al piano nazionale ripresa e resilienza (PNRR): discorsi sulla ripartizione delle risorse. E’ in queste occasioni che bisognerebbe iniziare ad elaborare un piano per una maggior giustizia sociale e quindi un tetto anche a questi stipendi. Draghi ha già fatto del suo rinunciando dal 5 maggio scorso al proprio stipendio annuale di 80 mila euro. E di seguito una sensibilizzazione che parta dalle associazioni, dalle chiese, dalla Caritas internazionale, dai discorsi papali. Il defunto teologo Hans Küng ha scritto un libro dall’ apparenza utopico intitolato “Per un’etica mondiale” in cui cita come punto di rilievo anche questo. Se la nostra società oggi non vuole aiutare i molti poveri non deve nemmeno proteggere questa minoranza irricevibile di ricchi. Civiltà dello spreco, della sperequazione, non si può vivere in un isolotto contornato di tanta povertà. Dai campionati di calcio europei 2021 urge anche qui un vaccino.

Autore: Albino Michelin 28.06.2021
albin.michel@live.com

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