domenica 25 giugno 2023

IL SILENZIO È COSA VIVA. PER NOI OCCIDENTALI INDISPENSABILE LA MEDITAZIONE

 Livia Candiani (Chandra) di origine russa, vissuta a Minsk e a Parigi ora risiede a Milano. Nel 1966 quella che Lei definisce la sua rinascita personale con il nome sanscrito di “luna”, diventa Buddista, e da quell’anno vive in due continenti fra India e Italia. Essa ha così la possibilità di tradurre un grande quantità di libri, saggi, raccolte, poesie, fiabe, con premi letterari al suo palmares, in entrambe le lingue. Non è questione qui di fare degli adepti per la nostra cultura e per la nostra religione, quanto piuttosto di un supplemento d’anima oggi che si sta facendo sempre esigente. Per cui un po’ della spiritualità e della meditazione buddista ci sarebbe urgente oggi bisogno. Non occorre ci portiamo i buddisti in casa, perché essi con il loro e spirito mentalità di interiorità ce l’abbiamo già a casa nostra. Budda,564 a.C., il risvegliato che passa dalla condizione di sonno alla piena realizzazione nel nirvana. Come già tra di noi abbiamo accettato degli ucraini, sfollati perseguitati dagli ottomani che nel secolo XVI fondarono in Calabria le loro chiese. Nel nostro piccolo, il sottoscritto che nel pensionamento cura corsi della Università Terza età e diversi gruppi di fede, può costatare che la mentalità buddista fa una certa presa per la consapevolezza da cui le singole persone sono animate. Il motivo sta un po’ nel fatto che il cattolicesimo alla base di tutto ci pone un una dottrina troppo dogmatica, precettistica in armatura da crociati. In occidente nel periodo degli ultimi cinquant’anni sono saltati tutti i simboli e paradigmi, modelli di pensare e di comportamento che per anni ci avevano accompagnati. Oggi invece abbiamo un cambiamento epocale. Arte, scienza, sapere unitario, trascendenza, dettati dal principio di ciò che è tecnicamente possibile, deve essere tecnicamente realizzabile. Mai rivoluzione fu così potente e pervasiva. Prende sempre più piede il mondo robotizzato, si affaccia già l’intelligenza artificiale, l’uomo ridotto a macchina. Il fallimento delle nuove generazioni. Poca la nostra cultura nell’ultimi periodo, quindi poca coscienza, poca autocoscienza. L’uomo viene ridotto alle sue componenti chimiche e fisiche, al suo cervello di derivazione dalla materia. Bisogna già sfatare all’inizio questo mondo e va detto subito che l’uomo ha creato il computer e non viceversa. Che quanto il PC può dare è quanto l’umo può mettergli disposizione. Che per quante miglia di chilometri possa percorrete il PC in un minuto, non sarà così veloce come l’intelligenza dell’uomo. Che l’uomo e il luogo della creatività, a mentre il PC è il luogo produce simboli, semplicemente il luogo della memoria. Considerando che memoria e intelligenza, che materia e creatività sono le due componenti dell’uomo, è cosa saggia che l’uomo occidentale oggi prenda elementi in parte del buddismo e della spiritualità di cui l’orientale è portatore. Fino a qualche tempo fa eravamo noi i maestri di spiritualità e questa fine dall’antichità, fino dal primo cristianesimo, in cui si racconta che Santi padri, tipo S. Pacomio, passavano l’esistenza per tutto la vita sopra una pianta a meditare e per non lasciarsi distrarre dalle cose terrene. Questa è successo a parecchi mistici, pure a Pio da Pietrelcina con piaghe e mutazione biologiche. Ma oggi forse, prosciugate le sorgenti dello spirito, abbiamo bisogno di una società contemporanea, fatta di pensiero e di riflessione. Tali infatti sono il mantra e zen, forme di preghiera trascendentale della meditazione. Si obbietterà che questa non è una religione ma una filosofia pseudomistica. Comunque è importante che il Creatore, il tutt’Uno come gli orientali lo chiamano, li accompagni fino ad un certo cammino, se magari quelle fosse una strada imperfetta, insufficiente. Pero mai sbagliata perché la meditazione fa parte della creatività dell’uomo. Meditare è seguire i movimenti della nostra mente, facendo pausa con le nostre smodate preoccupazioni, con la nostra bramosia. Facendo attenzione a non separare i due mondi, quello nostro spirituale e quello nostro ordinario, pensando che la soluzione del dolere e dell’ansia sia altrove, invece è dentro di noi. La meditazione è un percorso che porta a guardare fino in profondità fino a vedere in trasparenza la condizione umana. Sul sentiero della meditazione non usando la parola concentrazione ma raccoglimento, ossia la raccolta di tutte le nostre energie. La meditazione è ecologica, e arte di abitare il pianeta, la mente, il cuore. Si tratta di camminare verso sé stessi e non verso altrove, la destinazione siamo noi. È così che la meditazione porta con se alla compassione verso di sé, verso il mondo, verso gli altri. Non solo verso gli esseri umani ma verso gli animali, verso i vegetali e l’ambiente che ci circonda. Buone cosa fare attenzione alla postura fisica, e perciò rendersi partecipe il corpo allo spirito e viceversa. IL respiro è un sensore che permettere di entrare ad una vera intimità. Stando seduti per terra con forte senso di radicamento, le ginocchia toccano il pavimento, le natiche appoggiate, la schiena eretta ma flessuosa, il petto aperto al mondo, ma su tutte la precedenza al cuore. La loro legge e improntata anche e soprattutto sulla questione Morale: ”Fai attenzione ai tuoi pensieri, perché diventano parole. Fai attenzione alle tue parole perché diventano tue azioni. Fai attenzione alle tue azioni perché diventano abitudini. Fai attenzione alle tue abitudini perché diventano il tuo carattere. Fai attenzione al tuo carattere perché diventa il tuo destino. “Certo è meglio avere una spiritualità come quella buddista piuttosto che niente del tutto. E allora grazie a Livia Candiani per il suo contributo.

Autore: Albino Michelin 25.06.2023
albin.michel@live.com

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