martedì 5 settembre 2023

MICHELA MURGIA E LA FINE DELLE SCOMUNICHE

Marinella Perrone, docente di teologia alla Facoltà Pontificia S. Anselmo di Roma, scrisse dopo il funerale di Michela Murgia del 19 Agosto" E’ in una condizione dei molti credenti, che dentro la chiesa soffrono per angustia, mancanza di respiro, spesso per una adeguamento palese a stare nel tempo presente" inspirato dalla scrittrice sarda il fatto di non essere all'altezza della parola di Dio. La colpisce soprattutto in relazione alle donne. La chiesa deve fare ancora passi da gigante, ma io starei dentro e fare in modo che magari si possa andare più avanti. Credo che questo atteggiamento fosse per Michela una possibilità di ricuperare una chiesa con la quale sembrava a fatica di dover camminare. Lei scrittrice sarda sapeva creare un po’ di scompiglio. Le battaglia per diritti civili, le incursioni nella teologa e nelle sacre scritture hanno suscitato plausi e critiche e prudenze nel mondo dall'altro lato monolitico della chiesa. Il marxismo, sessantottismo, l’antifascismo nulla avevano da eccepire, o fare delle reazioni parolaie, perché lei era contro ogni forma di potere oppressivo che rifiutava. Essa viene elogiata anche dall’Avvenire il giornale dei vescovi. L’ha ricordata con articoli incoraggianti il card Zuffi con messaggio al funerale. Anche quando non era va d'accordo con Michela, sue parole, con la sua ricerca appassionata ci aiutava a trovare i veri motivi a non essere scontati e supponenti. E il teologo A. Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, riteneva che la fede è la casa comune degli uomini delle donne inquiete. Nel settore conservatori si sono levati voci di protesta. Secondo il vescovo di Ventimiglia, da sempre su posizioni arroccate e scettiche, questa va definita teologa perché apertamente contraria all'insegnamento della chiesa cattolica e del suo decalogo. Su social l’influencer Costanza Miriano, influencer, ha messo in dubbio senza incertezza la sua fede persa, anche se l'ha riacquistata all’ultimo momento, ma perderla l'aveva persa. Michela non aveva una laurea in teologia, ma in scienze ecclesiastiche, pero ugualmente si sentiva credibile di fronte ai suoi scolari con la sua capacita di elaborazione teologica che valeva, più di un baccalaureato qualsiasi. Nessuna ansia per beatificare la Murgia, ma per precisione fare teologia significa pensare la fede e sarebbe bello che ogni credente lo facesse. Chi sa se le reazioni fossero state così surriscaldate, se la chiesa non stessere attraversando un’epoca di crisi, se non fosse in corso un sinodo che discute dei termini cari a Michela Murgia se non ci fosse un papa di nome Francesco. Il quale spiega che non serve stare dentro ad una struttura fissa da crociati se è la tradizione stessa ad avere il suo fondamento nel movimento dinamico. Nel dicembre 2006 a Welbly fu negato il funerale in chiesa per interposta persona del Card. Ruini, dopo che il povero Cristo per 44 anni aveva chiesto testamenti biologico. Anche la Murgia sarebbe una da punire secondo la chiesa in quanto irregolare omosessuale querr. Sono passati 27 anni ma nessuno né vescovo né papa si permise di chiedere l’ostracismo per rispetto della persona e sulle sofferenze. E così non ci si può stupire se Michela si sentissi a casa sua, in chiesa, e per questo ha voluto il funerale religioso. Nessuno può pretendere di sputare su di lei dicendo che non evangelico, ciò rivelerebbe quale ignoranza dello spirito del Vangelo ha questa gente. Qualche momento saliente della sua vita. Nasce a Cabras il 3.6.1972 muore il 10.8.2023 per un carcinoma nel pieno delle sue attività e delle sue facoltà. Dopo le scuole dell’obbligo fa l’università, prendendo il baccalaureato in Scienze religiose, cosi raggiungere la sua carriera che è quella d’insegnare religione nella scuola superiore. Inoltre animatrice zonale dell’azione cattolica. Nell frattempo si costruisce un blog, diventa opinionista, saggista, drammaturga, critica letteraria, nel 2009 riceva il premio Campiello con il suo romanzo Accabadora, che nel dialetto sardo significa “colei che finisce” e narra di una donna che praticata il fine vita con consenso della comunità. Poi narrativa, conduttrice radiofonica a Radio Capitale, contributi televisivi come Le Odi barbariche, e a Ticino con Cliché. Forte e scomoda contro la tratta degli esseri umani e le migrazioni quando si meritò subito un duro attacco alle radici cristiane della famiglia e della patria. Essa rispose “i cattolici amano un dio bambino, ma parecchi rifiutano un dio della complessità. La sacra Famiglia è una storia di miseria, di migranti, di un Gesù bambino storicamente emarginato e schiavo. Aggiungendo che nelle chiese riformate Gesù viene considerato il risorto perché suo infantilismo deresponsabilizza ed assomiglia ai un film mitica. Il matrimonio con Lorenzo Terenzi è un gesto di contestazione da lei fatto perché lo stato italiano non riconosce la famiglia queer. - La Murgia non ha figli biologici ma ne ha 4 di adottivi che lei chiava fili de anima. Concetto molto ampio che va al di là dei legami di sangue. Raphael Luis, Francesco Leone, Michele Anghilleri, Alessandro Giammei. Ha accettato persone amiche familiare aperta così si sentiva moglie, madre, figlia, omogenitoriale. Ovviamente pero la sua produzione viene quasi tutta sviluppata dal suo libro dal titolo God save the queer (Dio salvi il querr, detto anche per disprezzo l’eccentrico o l’omosessuale. Quindi il-Catechismo femminista, l’Ave Mary-con la chiesa che creo la donna. La donna In queste opere si chiede:” Vorrei capire se la fede cristiana sia davvero in contraddizione con il nostro desiderio di un mondo inclusivo e non patriarcale o invece non si possa addirittura mostrarsi nostra alleata. Da cristiana confido nel fatto che anche la fede abbia bisogno della presenza femminista querr perché la rivelazione di Dio non sarebbe completa fino a quando ogni singola persona non si senta addosso lo sguardo generativo di Dio”. E sempre dai testi si evince che Il signore deciderà di fare un solo ovile noi saremmo sulla porta e sulla soglia pronte ad entrare. Il Correre della Sera fece l’ultima intervista 6.5.23 ed il giornalista Cazzullo si meravigliò della fede e forza di coraggio nell’affrontare la morte. Forse qui e il segreto: Quelle persone che non sperano nell’ altra vita sono morte perfino in questa.

Autore: Albino Michelin 15.08.2023
albin.michel@live.com

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